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Tutto pronto allo Stadio Olimpico di Roma per la finale di Coppa Italia tra due formazioni rivali in tutto e per tutto. Juventus contro Inter, il derby d’Italia che si prospetta più acceso che mai. Le due formazioni vogliono alzare al cielo il trofeo affidandosi ai loro uomini migliori. Si prospetta un match veramente enorme dal significato altissimo per entrambe le società. Da una parte arriva la Vecchia Signora reduce da una stagione in sordina con una tabella di marcia peggiore rispetto a quella della passata stagione.
Infatti, alla Continassa sono consapevoli che, a conti fatti, Allegri non ha restituito i risultati attesi ad inizio stagione. Motivo per il quale i bianconeri scenderanno in campo con il coltello tra i denti. L’Inter, invece, arriva all’incontro consapevole di non avere più il destino in mano specialmente in campionato. La sconfitta nel recupero di Bologna ha lasciato uno strascico importante nel morale dei nerazzurri, ma la sensazione è che in Viale Della Liberazione le cose stiano andando per il meglio. La voglia è quella di alzare al cielo un altro trofeo dopo la vittoria in Supercoppa Italia sempre ai contro i bianconeri.
Inter-Coppa Italia, di nuovo in finale: quanto tempo è passato
Con queste parole potrebbe riassumersi il pensiero di molti interisti. Una finale di Coppa Italia manca dalle parti nerazzurre del Naviglio da oltre un decennio. Un lasso di tempo enorme in cui sono capitate cose non proprio piacevoli. Dalla finale del 2011 contro il Palermo con Leonardo in panchina, il cambiamento è sotto gli occhi di tutti.
Nello specifico: tanti allenatori si sono succeduti insieme agli avvicendamenti societari. Thoir e poi la famiglia Zhang. Con l’indonesiano capace di non vincere nulla in tre anni che ha lasciato in mano al colosso Suning. Quest’ultimo ha riportato in auge la società nerazzurra restituendo uno scudetto che a Milano non si vedeva da 11 anni. Un’avvenimento non proprio da poco. Con il testimone passato in mano a Simone Inzaghi che si è dimostrato veramente un signor allenatore.
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Il classe ’76 è stato capace di rimettere insieme una squadra smantellata da cima a fondo. In pochi avrebbero scommesso che a questo punto della stagione l’Inter potesse aver messo a referto: una Supercoppa Italia, il rientro negli ottavi di Champions League dopo dieci anni e potesse essere in lotta per il campionato. Un’annata veramente superlativa in casa Inter.
Ecco perché, con un’eventuale vittoria della Coppa Italia e il mancato scudetto non si dovrebbe considerare la stagione come un fallimento. I fallimenti sono altri. Perché non viene mai preso in considerazione che Simone Inzaghi ha dato un’impronta diversa alla propria squadra. Dalle parti di San Siro non si vedeva un gioco così da tantissimo tempo. In molti avrebbero da ridire che i risultati non siano stati all’altezza: tutto questo è verissimo, ma è altrettanto reale il fatto che l’Inter non era più abituata a dover disputare tante partite.
Un’ambizione che dalle parti di Milano non era presente da moltissimo tempo. In tanti sembrerebbero essersi dimenticati degli anni di Jonathan e Stramaccioni, oppure degli acquisti surreali che hanno avuto la fortuna di giocare alla Scala del Calcio. Ecco perché non bisognerebbe umiliare la squadra, ma semplicemente dimostrare quanto l’Inter sia presente nel cuore dei veri tifosi.
La sfida alla Juventus ha sempre un sapore diverso. Per tutto ciò che le due squadre hanno rappresentato all’interno del campionato italiano. Non è mai una partita banale: “Cosa mi piace della Juve? Mi piace più l’Inter”. Per chiuderla così con una frase del vate di Sétubal José Mourinho. L’uomo che più di tutti ha cambiato la storia del mondo nerazzurro.
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Juventus contro Inter, la sfida dello stile: Inzaghi e Allegri a confronto
Due allenatori così diversi eppure così simili. Nei modi di intendere il gioco del calcio sono completamente agli antipodi. Simone Inzaghi contro Massimiliano Allegri due personalità differenti con la stessa fame di vittoria. Max è abituato a vincere – vedi la parentesi con il Milan e i suoi anni d’oro con nel primo ciclo con la Juventus -. Un tecnico che negli anni è maturato cambiando molte volte idea di gioco.
Il suo credo è semplice: “Non vado contro il giochismo, ma sono un allenatore vecchia scuola”. È una frase più che veritiera e che rispecchia pesantemente l’Allegrismo. Uno stile di gioco basato su tre dogmi fondamentali: il portiere deve saper parare, il difensore difendere e l’attaccante fare gol. Semplice come gli hanno insegnato i suoi mastri Marcello Lippi prima e Fabio Capello poi.
E questo sistema di gioco l’ha tracciato pesantemente durante la stagione del suo ritorno a Torino. La Vecchia Signora ha portato a casa molte vittorie di horto muso, ma poi alla fine è mancata negli scontri diretti. La fidanzata d’Italia però si sarebbe mossa bene in chiave mercato e avrebbe anticipato il ricambio generazionale. Una scelta che porterà la Juventus di nuovo ai fasti passati.
Parlando di Simone Inzaghi si percepisce come la sua fede calcistica sia fortemente improntato al gioco verticale e alla sua capacità di far rendere la zona esterna. I terzini, in questo caso, hanno un’impronta fortemente offensiva, basti pensare ai numeri di Bastoni e Di Marco proiettati perennemente in avanti.
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Inizialmente, l’Inter aveva il problema della difesa, ma il tecnico di Piacenza ha sistemato il tutto facendo arretrare le due ali quando i suoi pseudo-terzini salgono. L’Inter di questa stagione “È una squadra che appena tu gli crei una difficoltà, loro te ne creano mille”.
L’importanza del successo e come arrivarci passando per due vie diverse. Da una parte il pragmatismo Allegriano. E dall’altra il giochismo Inzaghiano. Uno scontro di stili che, all’ombra del Colosseo, si consumerà sul terreno di gioco verde come un tempo accadeva con i combattimenti tra i gladiatori. Tutto per la gloria, oppure sarà dannazione eterna.
Juventus-Inter, le probabili formazioni: Inzaghi col dubbio Bastoni, Allegri reinventa Cuadrado
Sul campo andranno i calciatori migliori scelti dai due mister. L’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi ha un unico dubbio chiamato Alessandro Bastoni. Il difensore dovrebbe aver smaltito il risentimento al flessore che lo ha tenuto fuori nelle ultime partite. Motivo per il quale, il numero 95 si candiderebbe per una maglia da titolare.
Qualora non dovesse dare risposte positive durante la rifinitura di mercoledì 11 maggio, Inzaghi potrebbe andare diretto su Di Marco. In mezzo al campo il coccodrillo Marcelo Brozovic guiderà le danze. Insieme a lui anche Calhanoglu è pronto a fornire nuovi assist all’uomo del momento Lautaro Martinez. El Toro ha stabilito un nuovo record stagionale con la doppietta contro l’Empoli. Il suo partner d’attacco sarà presumibilmente Dzeko. Rientrante dopo l’iniziale panchine contro la squadra toscana.
Sponda Juventus, invece, Allegri dovrebbe ritrovare Pellegrini in difesa che sarà in mano a Giorgio Chiellini in cerca del titolo numero 20 in carriera. A completare il reparto difensivo ci saranno Danilo e de Light. A centrocampo il tridente dovrebbe essere composto da: Zakaria–Arthur–Rabiot. Tutti e tre dovranno prendere in mano la linea mediana del campo e fornire rifornimenti a Vlahovic che sarà scortato da Cuadrado e Morata.
JUVENTUS (4-3-3): Perin; Danilo, de Light, Chiellini, Pellegrini; Zakaria, Arthur, Rabiot; Cuadrado, Vlahovic, Morata. Allenatore: Massimiliano Allegri
INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, de Vrij, Di Marco; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez. Allenatore: Simone Inzaghi