Uno stop forzato, un ritiro alle armi che ha inciso, anche senza volerlo, sulla stagione e sul futuro della sua Juventus. Tanto da raccontare e altrettanto da dimostrare per Arkadiuzk Milik, innesto di livello, del reparto offensivo bianconero, alle prese con un periodo non facile tra infortuni e tanto altro. Tutto questo per evidenziare la vera forza dell’attaccante polacco, spesso sotto i riflettori ma pur sempre incisivo, a suon di grandi prestazioni.

Un profilo quasi nascosto dalla tanta qualità all’interno della rosa di Allegri, o almeno così sembrava alla vigilia della nuova annata di campionato. Ci ha pensato proprio il nazionale polacco a mettere a tacere le critiche, con un ritorno, quello in Serie A, dopo ben tre anni dall’altra volta. Un trasferimento pieno di dubbi e di rimproveri, non solo da parte del tifo bianconero, ma anche e soprattutto da quello del Napoli; tappa fondamentale, nella carriera di Milik, a cavallo del dal 2016 al 2019.

Sono anni d’oro per il classe 1994, un biglietto da visita più che spumeggiante che ha convinto, ancora di più, la Juventus a puntare sul suo profilo. Tra i vari Vlahovic e Kean, protagonisti di prestazioni più che altalenanti, è stato proprio Milik a trascinare la Juventus nella prima parte di campionato, a riprova dell’importanza sua, e di tutta la panchina della Juventus da agosto a questa parte. Dodici partite senza toccare il campo e ancora, per Arkadiusz Milik, prossimo al rientro nel rettangolo da gioco, per dimostrare, ancora una volta, tutte le sue qualità.

Juventus, una vita da giramondo: la rivalsa di Milik
Riparte da qui, la carriera di Milik, dalla nostra Serie A, campionato tanto caro al nativo di Tychy. Tanta caparbietà e altrettanta qualità per il polacco, due delle caratteristiche maggiori, che lo hanno portato a trovare gloria nello stivale calcistico. A dare spazio al classe 1994 è il Gornik Zabrze, club di punta della mansione polacca. Un esperienza unica nel suo genere, un’offerta combaciata con il vero exploit di Milik, che ha fatto sì da ereditare il ruolo di trampolino di lancio verso il calcio che conta. Undici reti in due annate, quanto basta da portare il polacco in quel di Germania, più precisamente a Leverkusen.

Un trasferimento da 2,5 di euro e poco altro per un’allora 19enne, un colpo in prospettiva che ha giovato ad ambo Bayer Leverkusen e Milik. Non è andata come sperato, due anni senza nemmeno una rete in prima serie, segno della troppa competitività nella rosa tedesca. Troppo poco tempo per aspettare, toccata e fuga e subito direzione Augusta, prossima tappa nella carriera del polacco. Un ambiente magico o poco ci manca, è proprio l’anno con l’Augsburg che consolida Milik come uno dei migliori attaccanti emergenti di tutta Europa.

Con talento e giovane età, c’è sempre di mezzo l’Ajax, o almeno così la storia insegna. Così è stato anche per Milik, passato in quel di Amsterdam per ben tre anni, contornati da un totale di 32 reti in 52 partite. Numeri esorbitanti per un attaccante in piena fioritura, una scintilla appena accesa pronto a completare la sua ascesa nel calcio che conta. Da qui, precisamente nel 2016, il suo primo assaggio con l’Italia nella città di Napoli, con i partenopei che, per il suo cartellino, sborsano una cifra totale di 32 milioni di euro.

Juventus, Milik a doppia faccia: da Napoli a Torino
Sbarca così a Napoli, nel 2016, il nostro Arkadiusz Milik, divenuto, in questo modo, uno degli acquisti più onerosi del Napoli di De Laurentiis. Un fulmine a ciel sereno per tutta la città campana, un raggio di sole in un periodo di buio totale, un emblema, o poco ci manca, di un Napoli in piena ascesa. Sono gli anni delle lotte serrate per lo Scudetto, stagioni d’oro volate via in un batter d’occhio. Tanta sfortuna certo, ma ad emergere in quella formazione è proprio Milik, arrivato a siglare un bottino di 38 reti in quattro annate.

Quanto basta da acquistare la fiducia del tifo partenopeo, sempre presente per supportare ed aiutare i propri beniamini. Da qui nasce quell’odio già ampiamente descritto nei paragrafi precedenti, un trasferimento Napoli-Torino, che ha iscritto il polacco, nella lista nera di tutta la curva azzurra. Di mezzo tra le due città italiane però, si conta l’esperienza al Marsiglia, in Francia; conclusa tra alti e bassi.

Due annate che hanno comunque giovato molto a Milik, allora senza squadra e senza grandi pretese. Gli anni nella mansione transalpina, hanno fatto sì da riportare il polacco nel campionato italiano, questa volta però, in maglia Juventus. Un ritorno dietro le quinte, inaspettato e curioso per i tanti appassionati italiani, figuriamoci per quelli bianconeri, già rinvigoriti dall’acquisto recente di Vlahovic. Ecco, è proprio il connubio tra i due attaccanti ad aver destato qualche critica di troppo, soprattutto in virtù dei numeri siglati, fino a quel momento, dall’attaccante serbo.

Juventus, il rendimento di Milik: un protagonista in seconda
Tra problemi extra-campo e difficoltà ad ingranare la marcia, uno delle maggiori sorprese del campionato della Juventus, è stato proprio Milik. Un riconoscimento più che meritato per un giocatore mai fuori dalle linee, rigoroso al punto giusto e sempre a disposizione della squadra. Una scheda umana che, mista a quella tecnica, lo ha portato uno delle sue migliori stagioni, da diverso tempo. Basti guardare i numeri, con il polacco che registra ben sei reti in 17 presenze, con la maggior parte di queste ultime, giocate come titolare.

Soffiato dunque il posto a Vlahovic, sempre e solamente parlando, della prima parte di campionato, il polacco ha saputo imporsi come vero numero 9 della Juventus di Allegri. Tanta fisicità e altrettanta classe per Milik che, tecnicamente parlando, può far leva sulla sua stazza corporea e sul suo grande fiuto del gol. Un vero rapace d’area di rigore, una punta vecchio stampo capace di salvare la Juventus, a più riprese, da sconfitte certe.

Da Firenze a Cremona, fino alle notti europee in quel di Benfica, Milik ci è sempre stato, ma evidentemente così non sembra. Una figura fin troppo criticata, un giocatore essenziale per i meccanismi e soprattutto, per i risultati, da poter e dover portare a casa. Una freccia in più in un arco più che altalenante, un organico, quello di Allegri che, ora come ora, avrà bisogno delle energie di tutti i propri addendi e, alla luce di tutto, dell’appeal e della voglia di emergere di quel Milik, visto e rivisto nella prima frazione di stagione.

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