Juventus, la TOP 5 dei migliori e peggiori acquisti dell’era Agnelli: da Dybala a Bendtner

Ripercorriamo insieme le cinque migliori e peggiori operazioni di mercato della Juventus guidata da Andrea Agnelli: dalla Joya Dybala all'ex Arsenal Nicklas Bendtner

Jacopo Abissoni  - Autore
31 Min di lettura

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Negli ultimi anni le condizioni finanziarie dei club italiani sono diminuite, in special modo quella della Juventus, con la sentenza emessa dalla FIGC che incute timore ai tifosi. In seguito alla conclusione dell’era di Andrea Agnelli, non si prospettato tempi d’oro per la società attuale. Tali tempi d’oro infatti mancano da circa un lustro, quando l’ex Presidente ha lanciato in alto la squadra e il nome del club, anche grazie ad innesti di qualità, come ad esempio Cristiano Ronaldo, Khedira o lo stesso Federico Chiesa.

Allo stesso tempo è arrivata anche qualche operazione che non ha avuto l’esito inizialmente sperato, a causa dell’assenza di un giusto integramento o anche per via di infortuni imprevedibili. In occasione dell’ultimo giorno di calciomercato, nel quale la Juventus non ha operato per la prima squadra, andiamo a presentare i cinque migliori e peggiori acquisti dell’era di Agnelli, tra talenti non espressi al meglio e infortuni debilitanti.

Juventus, 5° il Pipita Higuain: una macchina da gol

Gonzalo Higuain ai tempi della Juventus @livephotosport
Gonzalo Higuain ai tempi della Juventus @livephotosport

Giunto ufficialmente all’allora Juventus Stadium il 26 luglio 2016, Gonzalo Gerardo Higuain si trasferisce dal Napoli per 90 milioni di euro, destando scalpore tra molti appassionati di calcio in Italia. Come certificano le 36 reti segnate nella precedente stagione, insaccare è sempre stato nella sua indole e per questo è stato acquistato dalla Juventus, la quale ad oggi fatica a permettersi certi lussi. Lui come altri di questa classifica, trova il gol all’esordio in Serie A, contro i rivali della Fiorentina, definendo la gara sul 2-1.

La prima da titolare con la casacca a strisce zebrate regala all’argentino una doppietta nei primi dieci minuti di gioco contro il Sassuolo, portando fin da subito grande sicurezza tanta sicurezza all’ambiente. Prendendosi ripetutamente la squadra sulle spalle, il 29 ottobre segna contro proprio contro i partenopei, evitando di esultare in segno di rispetto per chi lo ha consacrato come un campione di livello assoluto.

Da lì in poi fatica per circa un mese, per poi ritrovare la soddisfazione del gol grazie alla doppietta siglata nell’1-3 contro il Torino. Un derby della mole che carica al massimo il nativo di Brest, che da lì poi segna a raffica, trovando la prima rete in Coppa Italia coi torinesi, purgando ancora il Napoli prima all’andata e poi al ritorno con una doppietta. Vincerà poi la finale di Coppa Italia contro la Lazio per 2-0 all’Olimpico. La seconda annata vede il Pipita essere più a disposizione dei propri compagni, anche se questo lo fa segnare leggermente meno.

Grande carisma e costanza gli permettono di fare fenomenali prestazioni, come ad esempio la doppietta nello scontro d’alta classifica contro il Milan o la realizzazione della sua prima tripletta in Serie A, arrivata il 4 febbraio nel 7-0 contro il Sassuolo. L’atto più significativo di Higuain alla Juventus è con molte probabilità il colpo di testa del 2-3 contro l’Inter in rimonta, a pochi minuti dalla fine.

Quell’incornata sul grande cross di Dybala, permette ai bianconeri di mettere più di un piede sull’ennesimo tricolore, creando un indelebile immagine nelle menti di molti appassionati di calcio, juventini e non.
Termina la stagione con 23 reti e 4 assist in tutte le competizioni dimostrandosi il cardine totale di una delle squadre migliori al mondo. Andrà in prestito oneroso al Milan senza trovare successo. Tornerà nel 2019 sotto la guida di Maurizio Sarri, che sarà lieto di ritrovare il suo vecchio pupillo.

Juventus, 4° Pogba: l’esplosione sotto la Mole

Pogba e Conte @Image Sport
Pogba e Conte @Image Sport

Seppur meno fine in campo rispetto ad altri suoi compagni di squadra, quello di Paul Labile Pogba è uno dei miglior trasferimenti dell’era Agnelli per due principali motivi. Oltre alla scoperta di un baby talento in piena esplosione, la Juventus è riuscita ad ottenere una plusvalenza altissima in soli quattro anni, che gli ha poi permesso di ampliare il mercato.

Preso a parametro zero dopo l’abbandono al Manchester United, quello del Polpo è uno degli acquisti che ha più fatto emozionare i tifosi, che per molto tempo hanno urlato al Pogback, fino ad ottenerlo nel 2022. La sua assurda predisposizione fisica gli permette di giganteggiare quotidianamente, dalle partitelle in allenamento ai big match della domenica, ai quali lui ha sempre amato lasciare il segno col suo potente piede destro.

La mezzala è il ruolo che gli permette di esprimersi al meglio, alternando falcate in percussione definite da potenti conclusioni a grandi recuperi in fase difensiva, abbinati ad innumerevoli contrasti (aerei e non) vinti. Trova l’esordio da titolare in Serie A il 22 settembre 2012, nel successo casalingo dei bianconeri contro il Chievo per 2-0, mostrando sin da subito buone potenzialità.

Pogba aveva tal volta atteggiamenti che non facevano impazzire di gioia i suoi allenatori, come ad esempio il suo famoso taglio di capelli. Certi atti sono sempre stati smaltiti dai consigli e dal supporto di alcuni elementi portanti all’interno dello spogliatoio della Juventus, come ad esempio Gianluigi Buffon.

La prima realizzazione avviene il 20 ottobre nella vittoria per 2-0 sul Napoli. Un sigillo clamoroso col mancino al volo da fuori area, che termina a pochi millimetri dal palo alla sinistra di De Sanctis, che nulla può di fronte a tale bellezza. Il primo di una serie di strepitosi tiri da lontano, con il più bello che forse arriva il 19 gennaio 2013 contro l’Udinese, con un’autentica sassata da circa quaranta metri in posizione relativamente defilata.

Palla che si alza ampiamente per poi abbassarsi all’ultimo toccando la traversa, Juventus Stadium in delirio con Pogba che inizia pian piano a consacrarsi con la maglia a strisce zebrate. Lascerà il club in seguito all’allora offerta più grande della storia del calcio: 105 milioni di euro dal Manchester United. Nel 2022 tornerà a Torino ma senza il fisico che lo ha contraddistinto in passato.

Juventus, 3° posto al Maestro Andrea Pirlo

Andrea Pirlo*
Andrea Pirlo*

A mani basse uno dei migliori centrocampisti della storia del calcio, Andrea Pirlo è stato una delle più grandi intuizioni di Andrea Agnelli, che ha approfittato della mancata fiducia proprio dell’allora allenatore del Milan Massimiliano Allegri, il quale non lo reputava cardine del centrocampo rossonero, preferendolo ad altri giocatori come Gennaro Gattuso e Clarence Seedorf, o da alcuni vecchi pallini come Massimo Ambrosini e Antonio Nocerino, oltre che ad un certo Kevin Prince Boateng.

Il Maestro -nominativo guadagnatosi grazie all’immensa percezione nel gestire il pallone in ogni sua sfaccettatura- ha rifiutato il rinnovo del Diavolo per approdare alla Juventus. Il suo innesto è idilliaco per il neo allenatore bianconero Antonio Conte, che al suo primo anno in panchina può contare sulla magistrale visione dell’attuale allenatore del Fatih Karagumruk. L’avventura a Torino permette lui di ritrovare una sorta di seconda giovinezza, che gli conferisce la consacrazione definitiva.

L’esordio arriva l’11 settembre 2011 nella vittoria per 4-1 contro il Parma, nella quale offre già due assist alla causa. La prima rete in bianconero arriva grazie alla sua specialità, il calcio da fermo. La sua prima spettacolare punizione in bianconero arriva il 18 febbraio 2012 nella vittoria casalinga contro il Catania per 3-1, siglando la prima di tante fantastiche realizzazioni.

Alla fine dell’anno oltre al premio come miglior giocatore della Serie A 2011-2012 vincerà il suo terzo scudetto in carriera, che anticiperà quelli del 2012-2013, 2013-2014 e 2014-2015. Oltre ai quattro tricolori per Pirlo arrivano anche le Supercoppe italiane del 2012 e 2013, oltre che alla Coppa Italia della stagione 2014-2015, vinta in finale contro la Lazio per 2-1 e conclusasi ai tempi supplementari.

Storico il suo gol nel derby contro il Torino il 30 novembre 2014. Una conclusione di prima da circa trenta metri che si insacca all’angolino permettendo alla Vecchia Signora di vincere 2-1. Ormai ritiratosi come ad altri giocatori di quella Juventus, chiuderà la carriera nel 2017 al New York City, continuando a stupire anche in America.

Juventus, 2° posto all’Apache Carlos Tévez

Tevez con la maglia della Juventus*
Tevez con la maglia della Juventus*

Carlos Alberto Martínez Tévez si trasferisce alla Juventus per continuare a scrivere la propria storia. Dopo la superlativa forza mostrata in Premier League negli anni del Manchester United e Manchester City, l’Apache continua a vincere anche in Italia, con una fame e cattiveria sportiva invidiata da molti suoi colleghi. In un biennio trova 96 presenze, accompagnate da ben 50 reti e 19 assist , che lo consacrano come uno dei migliori attaccanti all’epoca in circolazione.

Arrivato in bianconero il 26 giugno 2013 per 9 milioni di euro più bonus con il titolo di bad boy (assegnatoli dalla stampa inglese per alcuni comportamenti avuti a Manchester), si conferma in poco tempo un grande perno nello spogliatoio di Antonio Conte, potendo contare su una grinta non indifferente e di un sangue freddo come pochi, che gli conferivano pienamente l’immagine di un guerriero.

Gli anni a Torino gli recano due delle sue migliori stagioni in carriera, recapitando ai portieri avversari reti su reti. Al termine del primo anno sigla 19 reti in Serie A, mentre nel secondo 20. L’esordio col club gli conferisce il primo trofeo col club, ossia la Supercoppa italiana vinta contro la Lazio per 4-0, nella quale siglerà l’ultima rete del match. L’anno successivo con Massimiliano Allegri trova il suo miglior inizio in carriera con otto reti in sette partite e tanta voglia di continuare a bucare le reti.

Nella seconda metà di stagione risulta imprescindibile. Storiche le reti nel derby della Mole il 23 febbraio e il gol del raddoppio a San Siro il 2 marzo, che fissa un importante Milan-Juventus sullo 0-2. Uno degli acquisti più azzeccati di Agnelli, che ha offerto alla piazza tanto spettacolo facendo muovere molti cuori che da tempo non godevano di un bomber così forte. Rimpatrierà al Boca Juniors nell’estate del 2015, venduto per 6.5 milioni di euro.

Juventus, 1° Dybala: la Joya di ogni bambino

Paulo Dybala ai tempi della Juventus @livephotosport
Paulo Dybala ai tempi della Juventus @livephotosport

Adocchiato ai tempi del Palermo di Maurizio Zamparini, quello di Paulo Exequiel Dybala è sicuramente l’acquisto più prolifico che Andrea Agnelli abbia mai effettuato, con un totale di 115 reti al pari di Roberto Baggio. Ad incidere sul voto finale è anche il legame creatosi negli anni tra i tifosi e l’argentino, che ha saputo recare a tutti tante lacrime, prima di gioia e poi di dolore. Paragonabile ad un film, la sua storia con la Juventus parte nel migliore dei modi, per poi chiudersi in seguito a delle incomprensioni, che in questo caso risultano fatali.

Viene acquistato il 4 giugno 2015 per 32 milioni di euro più bonus e trova il suo esordio con la casacca juventina l’8 agosto 2015 nella Supercoppa italiana contro la Lazio. L’amore e il dispiacere provato per sette anni dai tifosi si concretizza subito, visto che Paulo segnerà subito per poi infortunarsi, portando comunque a casa il suo primo trofeo con la Juventus.

Sin da subito addestrato a militare con grandi campioni, Dybala trova la sua prima marcatura europea nel 2-2 contro il Bayern Monaco, terminando la sua prima stagione stagione realizzando 23 reti e 7 passaggi vincenti. Sarà cardine della squadra anche nell’annata seguente, dove inizieranno però a sorgere i primi problemi fisici. Rimane fuori dal campo in sei gare di campionato e due di Champions League, ma il peggio deve ancora arrivare.

Conclude la stagione 2016/2017 conquistando il suo secondo scudetto personale, con un totale di 19 reti e 9 assist, perdendo la finale contro il Real Madrid che porterà un profondo senso di delusione a tutto l’ambiente. Dopo questo tragico finale di stagione Dybala ottiene (in seguito all’addio di Pogba) la maglia numero 10, la quale consacrerà definitivamente l’amore per lui da tutti provato. Nella stagione 2017/2018 realizza 26 reti, di cui una fondamentale e molto emozionante.

Il contropiede scaturito dall’assist di Gonzalo Higuain ai danni del Tottenham permette a Buffon e compagni di compiere una grandissima rimonta, targata ovviamente dal suo bellissimo mancino. Il loro percorso europeo terminerà nella semifinale contro il Real Madrid in seguito al dubbio fallo di Medhi Benatia, che ha fatto molto discutere nelle settimane seguenti. In quella stagione trova la sua prima tripletta con Madama, siglata contro il Genoa il 26 agosto 2017.

Paulo Dybala ai tempi della Juventus @livephotosport
Paulo Dybala ai tempi della Juventus @livephotosport

L’inizio del declino arriva dalla successiva stagione, dove si percepisce che qualcosa non gli permette di esprimersi al meglio. Meno corsa e più fatica, il grande dramma della sua instabilità fisica. Nonostante ciò riesce comunque ad andare in doppia cifra, concludendo con 10 reti di cui solo 5 in Serie A, e 2 assist. Inizia ad emergere qualche insicurezza, con la consapevolezza di dover tornare a brillare come prima.

L’ultimo scudetto della Juventus coincide con il suo ultimo anno a grandi livelli continuando ad incantare con il suo mancino, toccando 11 reti e 11 assist in Serie A, con altri sigilli in Champions League e nelle Coppe Nazionali. Le ultime due stagioni sono totalmente segnate dagli infortuni, segnando in due anni solo 20 reti e 9 assist in tutte le competizioni. Numeri che non convincono la società, che decide di non rinnovargli il contratto, deludendo molti tifosi che avrebbero voluto proseguire la storia d’amore.

Una decisione che l’argentino non si aspettava affatto. Infatti poche ore dopo l’annuncio, il fratello pubblica su Instagram una storia dove espone tutta la sua incredulità a riguardo. Lacrime forti per lui come per molti tifosi, che dopo ben 7 anni sono costretti a dire addio a colui che al pari di pochi altri è riuscito a sancire indelebili emozioni nei loro cuori. Dybala continuerà a stupire alla Roma, che lo ingaggia a parametro zero offrendogli 4.2 milioni di euro a stagione più i bonus, per tre anni. Passiamo ora alla TOP 5 dei peggiori acquisti della Juventus nell’era Agnelli.

Juventus, 5° Bernardeschi: tante chance indefinite

Bernardeschi (Juventus) @Image Sport
Bernardeschi (Juventus) @Image Sport

Seppur abbia saputo trovare qualche momento di luce durante i cinque anni trascorsi alla Juventus, quella di Federico Bernardeschi non è una storia a lieto fine. Arrivato dalla Fiorentina il 24 luglio 2017 per 40 milioni di euro più bonus, il Berna ha da sempre dato la sensazione di avere molto potenziale, senza essere però mai riuscito esplodere definitivamente. Il 1° ottobre dello stesso anno realizza la prima rete col club nella trasferta contro l’Atalanta per poi trovare il primo centro il Champions League il 5 dicembre, contro l’Olympiakos.

Al termine della prima stagione, vince lo scudetto totalizzando 31 presenze, 5 reti e 6 assist. Buone sensazioni ma con la consapevolezza di aver tempo per maturare nel corso del tempo. Fa fatica anche nella seconda stagione in bianconero, alternando buone prestazioni ad altre sottotono e dimostrando qualche limite sotto porta, seppur con grande disponibilità in mezzo al campo. Impiegato in più ruoli durante la sua esperienza con la Juventus finì anche a fare il terzino.

Al termine del secondo anno trova 39 presenze con 3 reti e 6 assist. Si concretizza così il suo primo grande calo di rendimento. Quella stagione il Berna vincerà comunque la Supercoppa italiana e il suo secondo tricolore. Quest’ultimo non lascia scampo e giunge anche nella terza stagione con Madama, stavolta con Maurizio Sarri in panchina, che nonostante gli dia un po’ di fiducia non trova nel nativo di Carrara un elemento chiave per il raggiungimento degli obbiettivi.

Segnerà una sola rete in campionato nel match contro la Sampdoria, permettendo ai bianconeri di mettere le mani sul 9° ed ultimo scudetto consecutivo. L’elemento che evita a Bernardeschi una rottura con Allegri e la Juventus è l’imminente sacrificio, un fattore che al classe 1994 non è mai mancato. Tal volta incompreso sotto certi aspetti e schierato molteplici volte fuori ruolo, fa spesso buchi nell’acqua.

La parte finale della sua esperienza alla Juventus lo vede essere spesso preso di mira dai tifosi, che non digeriscono certe prestazioni esagerando però l’approccio al giocatore. Per un periodo c’è stato vero e proprio astio tra le parti, con l’interprete che dichiarerà di non aver spazio nel poter rischiare la giocata rispetto alla Nazionale.

Quest’ultima gli vale come una sottospecie di rivalsa personale, con il trionfo ad Euro 2020 che gli ha tolto più di un sassolino dalla scarpa. Cruciali le sue realizzazioni ai calci di rigore nella finale contro l’Inghilterra e nella semifinale contro la Spagna. Chiude la sua esperienza alla Juventus con il termine del suo contratto, per poi accasarsi il 15 luglio 2022 al Toronto, dove troverà i suoi connazionali Domenico Criscito e Lorenzo Insigne.

Juventus, 4° Kulusevski: un talento non spiccato

Kulusevski (Juventus) @imagephotoagency
Kulusevski (Juventus) @imagephotoagency

Considerandone la giovanissima età, quello di Dejan Kulusevski è certamente l’acquisto che più lascia l’amaro in bocca alla Juventus. Un giovane ragazzo con molta prospettiva reduce da fantastici sprazzi con il Parma (10 reti e 9 assist in 39 presenze), sbarca a Torino anche lui all’inizio della breve era di Andrea Pirlo, il quale non riesce a compensare al meglio le sue abilità. Esordisce trovando subito il gol il 20 settembre contro la Sampdoria, ma da lì a poco iniziano a sorgere complicanze.

Caratterizzato da un particolare modo di muoversi in campo, si ritrova a causa del Maestro a giocare come esterno a tutta fascia, rispetto alle sue preferenze offensive. Questa esperienza gli porta però il suo primo trofeo da professionista, tra l’altro da protagonista. Titolare nella Supercoppa italiana contro il Napoli partecipa alla vittoria bianconera per 2-0. Man mano che passa il tempo calano le prestazioni e assieme ad esse il minutaggio.

Nonostante tanti momenti no lascia sempre intravedere un’opaca luce in fondo al tunnel, in special modo durante la finale di Coppa Italia del 19 maggio, segnando nel 2-1 contro l’Atalanta. Anche per lui come per Ramsey, la partita contro lo Zenit vale qualcosa, ossia il suo primo centro in carriera nella massima competizione europea. Al ritorno di Allegri in panchina la situazione non cambia particolarmente, tant’è vero che lo svedese chiuderà la prima parte di stagione alla Juventus con 2 gol in 27 presenze.

Forse per il campionato, forse per gli allenatori o forse per il mancato feeling con la squadra. Fatto sta che la Juventus non è stata in grado di far spiccare il volo a un giocatore che ora sta sorprendendo in Inghilterra. Il Tottenham lo preleva assieme a Rodrigo Bentancur con un prestito con obbligo di riscatto, permettendo ad entrambi di riscattarsi da lì a poco. Ora Kulu è un giocatore importante nell’asse di Conte, e la sensazione è che possa progredire ulteriormente, aumentando le mani nei capelli dell’ex dirigenza piemontese.

Juventus, Aaron Ramsey 3°: troppa instabilità

Aaron Ramsey, Juventus @imagephotoagency
Aaron Ramsey, Juventus @imagephotoagency

Da essere un astro nascente con l’Arsenal ad essere criticato quotidianamente da quasi ogni tifoso della Juventus, quella di Aaron Ramsey non è una storia con il lieto fine, condizionata da qualche infortunio di troppo e forse dalla mancanza di quel pizzico di forza di volontà necessaria per superare gli ostacoli. Agnelli lo preleva a parametro zero l’11 febbraio 2019, con l’esordio ufficiale arriva il 18 settembre direttamente in Champions League, subentrando a Miralem Pjanic negli ultimi minuti di gara.

Per il gallese il primo anno è senza dubbio il migliore, col primo gol che coincide con l’esordio in Serie A, il 21 settembre contro il Verona. Nella sua carriera in bianconero trova il record di divenire il primo marcatore britannico della storia del club grazie al gol siglato il 6 novembre contro il Lokomotiv Mosca. A fine stagione si aggiudica lo scudetto, risultando fondamentale durante l’8 marzo durante lo scontro al vertice tra Juventus e Inter, realizzando prima il gol e poi l’assist decisivo per il 2-0 finale. Chiude la stagione con 4 reti e 1 assist in 35 presenze.

L’annata successiva è l’inizio del tracollo della Vecchia Signora, che da lì in poi inizierà il suo lungo declino fino all’attualità. A consolare la stagione ci penserà il finale in gran stile di Andrea Pirlo, che riesce a trovare all’ultima giornata un insperato piazzamento in Champions League e la vittoria della Coppa Italia. Il gallese non trova molto spazio con lui, e viste anche le molteplici rotazioni del mister bresciano totalizza 30 presenze (non molte da titolare) con 2 reti e 5 assist.

Tanti errori e disattenzioni inducono al pensiero che l’Italia non sia il suo posto ideale. L’ultima annata con la Juventus è sotto la corte di Massimiliano Allegri, il quale inizialmente lo vede bene come mediano, salvo poi impiegarlo con poca regolarità complici anche i numerosi problemi fisici. Disputa 3 partite in campionato e una in Champions League, nella dura trasferta contro lo Zenit vinta per 0-1. Il dettaglio che va più a pesare sono i 7 milioni annui percepiti dal giocatore, che creeranno più di un grattacapo alla dirigenza.

Dopo la definitiva rottura anche con lo spogliatoio, la quale si era a dire il vero percepita già dalla passata primavera, decide di abbandonare la Juventus negli ultimi giorni del calciomercato invernale, trasferendosi in prestito con diritto di riscatto ai Rangers. La sua incostanza gli costa carissima negli ultimi giorni della stagione, durante la finale di Europa League contro l’Eintracht Francoforte.

All’Estadio Ramón Sánchez-Pizjuán di Siviglia subentra nei tempi supplementari, con lo scopo principale di realizzare il probabile tiro dal dischetto che da lì a poco si sarebbe concretizzato. Destino vuole che Aaron sbaglia, sciupando probabilmente per sempre la possibilità di mettere le mani sopra un trofeo europeo. Ora gioca in Francia al Nizza, club nel quale pare aver trovato delle buone dinamiche, sia in campo sia nell’ambiente.

Juventus, 2° Nicklas Bendtner: tra operazioni e reti sfumate

Bendtner ex Juventus*
Bendtner ex Juventus*

Arrivato dall’Arsenal dopo una stagione in prestito al Sunderland con la quale ha realizzato 8 reti in 31 partite, Nicklas Bendtner si trasferisce alla Juventus il 31 agosto 2012, durante il secondo anno targato Antonio Conte. Prelevato in prestito più eventuale riscatto e con l’intento di farlo iniziare indietro nelle gerarchie rispetto a Mirko Vucinic, Alessandro Matri e Fabio Quagliarella, l’avventura del danese non è stata positiva.

Presentatosi a Torino in sovrappeso, trova il suo esordio ventidue giorni dopo, entrando al posto proprio dell’attuale capitano della Sampdoria. Alla Juventus si infortuna pesantemente due volte con conseguente operazione. La prima al polso in seguito ad una caduta contro la Samp, poi per un problema all’adduttore il quale ha portato distacco del tendine. Tempi di recupero di circa tre mesi e stagione finita, con un totale di 11 partite in stagione conditi da due soli assist.

Con la numero 27 vincerà il suo primo trofeo tra i professionisti, ovvero il secondo scudetto consecutivo dei bianconeri. Non viene riscattato e torna coi londinesi, realizzando una stagione pressoché simile alla precedente, con soltanto 14 gare simulate e 2 realizzazioni, entrambe in Premier League. Troverà una dimensione migliore al Wolfsburg l’anno seguente, con i tedeschi che gli offriranno un triennale. In Germania conclude con 31 presenze e 8 reti, bottino già più discreto.

Juventus, 1° posto ad Armand Traoré: mai sbocciato con Delneri

Luigi Delneri ai tempi della Juventus
Luigi Delneri ai tempi della Juventus

Arrivato dopo qualche mese dall’inizio dell’era Agnelli, Armand Traoré non ha passato il suo miglior momento alla Juventus, non trovando nulla di concreto sotto la corte di Luigi Delneri. Tornerà a fine stagione all’Arsenal, con il quale disputerà solamente una partita prima di essere definitivamente venduto al QPR.

Arrivato in prestito oneroso per 600.000 euro, si procura una lesione muscolare di primo grado del muscolo bicipite femorale sinistro l’11 settembre 2010 durante uno dei suoi primi allenamenti. Lo stop per quattro settimane non lo aiuta affatto, e proprio quando sembrava poter tornare in campo subisce un altro infortunio che lo tiene fuori per un mese. Il 13 novembre debutta subentrando al 45′ a Fabio Grosso, senza però incidere.

Il 2 dicembre trova la titolarità nella gara di Europa League contro i polacchi del Lech Poznań, lasciando più di un dubbio per il risultato finale di 1-1. Durante il match terminato 0-0 con la Sampdoria a metà gennaio si infortuna dopo trenta secondi dal fischio iniziale, stando fuori altre tre settimane. Poche presenze condite da spettrali prestazioni, con un totale di 10 apparizioni in Serie A e 2 nella seconda competizione europea.

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