Il centrocampista è un ruolo chiave nel mondo del calcio. Il giocatore che sta in mezzo al campo dev’essere in grado di svolgere ogni tipo di mansione. Difendere con grinta per aiutare il reparto difensivo, prendere gli inserimenti degli avversari e, allo stesso tempo, supportare con qualità la manovra della propria squadra per creare la superiorità. Se necessario, concludere a rete con lucidità.
Oggi, 13 marzo 2023, compie 50 anni anni Edgar Davids, ex centrocampista della Juventus. Non un giocatore qualunque, un tuttofare. Mediano, esterno, incontrista, regista e, a tratti, trequartista. L’olandese aveva come caratteristica principale la grinta e la tenacia. Colonna della Vecchia Signora di Marcello Lippi, nella propria carriera ha vinto tutto. Spiccava per i suoi dreadlocks, oltre che per i caratteristici occhiali protettivi che indossava in partita. Tutto ciò lo ha reso un simbolo a cavallo degli anni Duemila.
Edgar Davids, i primi anni: la Champions League nell’Ajax
Edgar Davids nasce il 13 marzo 1973 a Paramaribo, capitale del Suriname, paese all’epoca ancora sotto la giurisdizione olandese. Già in tenera età, il futuro centrocampista della Juventus si trasferisce ad Amsterdam, dove durante la sua adolescenza entra a far parte delle giovanili dell’Ajax. Passa in prima squadra a soli diciotto anni, nel club allenato da Louis van Gaal, in cui mette subito in mostra le sue qualità, tecniche e di leadership.
Si fa conoscere anche per la grinta e l’intensità in mezzo al campo, tanto che è proprio il suo mister olandese a donargli il soprannome di Pitbull, che lo accompagnerà per tutta la sua carriera calcistica. Il suo esordio nel campionato Eredivisie avviene il 6 settembre 1991. Davids strega immediatamente van Gaal, il quale, dopo un periodo di rodaggio, lo schiera stabilmente nel proprio undici titolare.
Nella sua prima annata da professionista, l’olandese vince la Coppa UEFA, pur senza essere un elemento chiave della mediana dei Lancieri. La musica cambia già dall’anno successivo, per quella che rimarrà la sua migliore stagione dal punto di vista realizzativo. Il suo score parla di 38 presenze e 11 reti messe a referto. Nel 1994/95 consegue la Champions League con la maglia dell’Ajax, grazie alla vinta ottenuta nella finale contro il Milan, accoppiando poi anche la Coppa Intercontinentale.
La squadra guidata da van Gaal giunge in finale anche l’anno seguente, a Roma stavolta contro la Juve, sua futura destinazione. La sfida, tiratissima, si protrae fino ai calci di rigore, in cui proprio Davids è protagonista in negativo. L’olandese si presenta dal dischetto ma il suo sinistro viene neutralizzato da Angelo Peruzzi, grande numero 1 della Juventus. Proprio la Vecchia Signora alza il trofeo.
Al di là dell’errore nella lotteria dei calci di rigore, le prestazioni del Pitbull impressionano il Milan. Il Diavolo, approfittando del mancato rinnovo con l’Ajax, lo acquista a parametro zero durante la sessione estiva, grazie alla neonata sentenza Bosman. Lascia i Lancieri dopo la vittoria di tre campionati Eredivisie, quattro Supercoppe d’Olanda, due coppe di Lega, oltre ai succitati trofei internazionali.
Edgar Davids, la carriera in Italia: dal Milan alla Juventus
Davids arriva in Italia con grandi aspettative, soprattutto per il suo approdo nella squadra campiona d’Italia. La sua avventura con la maglia del Milan dura però solo un anno e mezzo, in cui mette a referto soltanto 31 presenze in tutte le competizioni. Fra le cause del suo flop rientrano dei motivi tattici, per cui il Pitbull non si sente a proprio nell’undici di Fabio Capello. Ancora più pesante è un infortunio rimediato dall’olandese a tibia e perone che lo costringe a saltare metà della prima stagione.
La lenta riabilitazione, anche a livello di rendimento, induce il Milan a cedere il centrocampista durante il mercato invernale, dopo essere stato definito “mela marcia“. Sull’olandese si fionda la Juventus, che lo acquista a dicembre 1997. A differenza di quanto visto durante il periodo rossonero, Davids si rivela un grande colpo per la Vecchia Signora.
Le sue qualità e la sua grande intensità in mezzo al campo lo ergono a elemento inamovibile nello scacchiere di Marcello Lippi. In una rosa che annovera fra i suoi elementi, giocatori del calibro di Conte, Zidane e Alessandro Del Piero, grande numero 10 della Juventus, Davids conquista il proprio ruolo e si insedia stabilmente nella mediana bianconera. Proprio durante la sua militanza in bianconero viene operato di glaucoma, venendo successivamente costretto a utilizzare gli occhiali protettivi.
L’olandese è colui che recita il ruolo del metronomo in una squadra dotata di tanta fantasia e qualità tecnica. Difatti, nel corso delle partite, Davids macina un numero infinito di chilometri, senza mai perdere lucidità. Un giocatore irrinunciabile per Lippi. Già nella sua prima (mezza) stagione con la gloriosa maglia della Juventus coglie lo scudetto e sfiora un’altra vittoria in Champions League. La Vecchia Signora esce sconfitta in finale contro il Real Madrid.
L’annata successiva si rivela deludente per le ambizioni bianconere. Lontano dalla lotta scudetto in Serie A e fuori in semifinale nella massima competizione continentale. Con l’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina della Juventus, le cose non migliorano molto per la Vecchia Signora. Nonostante Davids rimanga un elemento chiave, nei due anni con il tecnico romagnolo arrivano altrettanti secondi posti, sempre con il campionato perso all’ultimo, rispettivamente contro Lazio e Roma.
Nel 2001 torna Marcello Lippi a guidare i bianconeri e Madama riconquista il tetto d’Italia per due stagioni di fila. Il club bianconero raggiunge poi la finale della Champions League 2002/03, contro il Milan, ex squadra del Pitbull. Anche stavolta la Juventus in Europa esce sconfitta, ai rigori. In questa circostanza Davids non calcia, poiché costretto ad abbandonare prematuramente il terreno di gioco a causa di un infortunio muscolare.
Edgar Davids, dall’Inter al ritorno all’Ajax: il ritiro
L’annata 2003/04 sarà l’ultima con la Juventus per il centrocampista olandese. Complici anche dei dissidi con Lippi, nella prima parte di stagione colleziona solo 5 presenze. Durante la sessione di gennaio, Davids viene ceduto in prestito al Barcellona. In Catalogna è autore di ottime prestazioni che però non gli valgono l’acquisto a titolo definitivo del club.
Nell’estate 2004 l’Inter di Massimo Moratti lo acquista da svincolato. Ma all’ombra della Madonnina, nonostante la vittoria della Coppa Italia, il Pitbull non riesce a esprimersi a grandi livelli. Il suo carattere lo porta spesso a scontrarsi con il proprio tecnico Roberto Mancini, il quale lo relega spesso e volentieri in panchina. A fina stagione, Davids si trasferisce al Tottenham, dove disputa una buona stagione 2005/06 da titolare a centrocampo. A gennaio 2007, decide di tornare in patria, nel club che lo aveva lanciato.
Di ritorno all’Ajax è autore di una grande seconda parte di stagione. L’aria di casa gli giova e Davids trascina i propri compagni al secondo posto in Eredivisie. Nell’estate 2006 in un’amichevole, si rompe la tibia ed è costretto a uno stop di mesi. Il Pitbull torna solo nel gennaio successivo, mentre i Lancieri arrivano nuovamente al secondo posto. Ma il contratto dell’ex centrocampista della Juventus, in scadenza, non viene rinnovato.
Dopo due anni di inattività, Davids viene ingaggiato dal Crystal Palace, militante in Football League Championship. Ma la sua avventura ai Glazers dura solamente sette partite, prima di svincolarsi dagli inglesi. Dopo altre due stagioni con la maglia del Barnet, club di 4a divisione inglese, il 28 dicembre 2013 sceglie di ritirarsi definitivamente dal calcio giocato.
Nel 2011 entra nella Walk of Fame dello Juventus Stadium, mentre 2013 diventa ambassador nel club bianconero. A partire dal 2022, entra nello staff tecnico dell’Olanda, in qualità di assistente del CT orange Louis Van Gaal. Edgar Davids è stato un giocatore straordinario, grintoso e mai arrendevole, come testimonia il suo soprannome. Un centrocampista formidabile che, se avesse avuto meno irruenza in alcune circostanze, avrebbe potuto raccogliere molto di più.