Kick-boxing, Mattia Faraoni in ESCLUSIVA: “La coscienza è smossa dalla conoscenza”

In occasione della difesa del titolo mondiale ISKA, Mattia Faraoni si racconta ai microfoni di Footballnews24.it

Alberto Butera
12 Min di lettura

SEGUICI SUI SOCIAL

Si è svolta al Palazzo Pirelli, la conferenza stampa per la presentazione della quinta edizione di “The Arena”. L’evento, che si svolgerà al Casinò di Campione d’Italia il 25 marzo, prevede l’assegnazione di un titolo europeo e tre titoli mondiali. Main Event della serata sarà la prima difesa della cintura mondiale ISKA, cat. 95 Kg, da parte dell’atleta di Kick-boxing Mattia Faraoni. Quest’ultimo ha conquistato, il 26 novembre presso Cinecittà World a Roma, il suo primo titolo mondiale nel K1 contro il colosso australiano Charles Joyner.

Alla lettura del verdetto inevitabili le lacrime di gioia e la commozione. Faraoni è riuscito a realizzare il suo obiettivo, quello di vincere la cintura di Campione del mondo ISKA, nella disciplina del K1 della Kick-boxing. Cintura che vinse il suo idolo Jean-Cloud Van Damme nel film “Kick-Boxer, l’ultimo guerriero” interpretato, per l’appunto, dall’attore belga che, per l’occasione, sconfisse Mohammed Qissi, attore marocchino naturalizzato belga. Mattia è riuscito a superare il suo idolo, perché quello era un film, lui si è laureato campione del mondo ISKA nella realtà.

Mattia Faraoni @L.A. Photographer
Mattia Faraoni @L.A. Photographer

Il kick-boxer romano Mattia Faraoni il 25 marzo incrocerà i guantoni contro il portoghese Luis Morais, atleta di indiscusso valore e qualità. L’atleta di kick-boxing portoghese, già tre volte campione in Portogallo e campione d’Europa ISKA nel 2017, ha combattuto per Enfusion fighter nel 2019, FFC a Las Vegas nel 2018 e Rise Japan nel 2016. Il fighter romano si è preparato al meglio per riuscire a confermarsi campione del mondo. Il match sarà trasmesso in diretta mondiale da Dazn. Mattia Faraoni, ancora in preparazione per arrivare al match il più carico possibile, è stato raggiunto dalla redazione di Footballnews24, rilasciando in esclusiva queste dichiarazioni.

Le parole di Mattia Faraoni

Oltre ad essere un atleta di rilevanza internazionale, chi è Mattia Faraoni nella vita?

“Sono un padre di famiglia, amante del rock e del blues, sono un appassionato chitarrista, un trentenne che ama vivere il rapporto con gli amici. Sono molto sensibile al sociale, infatti, insieme a Simone Cicalone abbiamo creato un format, ‘Quartieri criminali’, che adesso si è esteso su tutto quello che è sociale, degrado, disagio, e come finalità trova: dapprima la sensibilizzazione delle masse, in quanto la coscienza è smossa dalla conoscenza; perché, prima di tutto, bisogna fare informazione con le persone.

Di poi occorre stimolare le istituzioni ad agire, poiché se c’è del degrado, del disagio in distretti molto frequentati, come la stazione Termini o distretti situati nel centro di Roma, è un bene che le istituzioni vengano messe a conoscenza dell’esistenza di questi problemi, anche in considerazione del fatto che, per fortuna, questi video hanno un grosso riscontro mediatico”

Mattia Faraoni*
Mattia Faraoni*

La mattina è impegnato in palestra ad allenare i giovani. Nel suo gruppo ci sono amatori ma vi sono anche agonisti?

“È vero, l’insegnamento è una delle mie più grandi passioni. In questo momento mi occupo solo di amatori di diverse fasce di età. Mi piace stare in mezzo alla gente per trasferire le mie conoscenze e le mie competenze. La mia giornata inizia presto, dalle 9 alle 11 sono in palestra per allenare i ragazzi e questa è la mia vocazione. Dopo devo pensare al mio allenamento.

Sono anche impegnato con gli stage nelle scuole, per diffondere la cultura del K1 e della Muay thai. Per adesso non voglio seguire atleti agonisti, il tempo a mia disposizione è veramente poco e finché sarò un atleta in carriera, voglio curare al meglio il mio allenamento per raccogliere quelli che sono i frutti della mia carriera da fighter. Quando, il più lontano possibile, appenderò i guantoni al chiodo, mi dedicherò ad allenare con serietà e dedizione, provando a creare atleti pronti per salire sul ring.”

A che età si avvicina al mondo dello sport?

“Mi sono avvicinato allo sport all’età di 7 anni, sono cresciuto in una famiglia di sani principi e di valori legati allo sport. Ho seguito mio fratello che praticava il Karate; passione, per questa disciplina, condivisa anche da mio padre, che spesso ci faceva vedere incontri di questo sport, facendoci appassionare ma lasciandoci liberi di decidere se praticarlo o meno. Quindi, posso asserire che lo sport mi è stato ‘inculcato’ da un’educazione familiare. Avendo avuto la compagnia e la complicità di alcuni compagni di scuola, non sono più uscito da questo mondo, perché mi sono reso conto di avere incontrato la mia vocazione.

Sono nato per praticare questa disciplina. Ho scoperto un amore che, più passava il tempo, più aumentava. Ho iniziato a praticare il karate shinseikai, una disciplina a contatto pieno, aperto alle altre discipline, infatti ho avuto modo di conoscere la kick-boxing. I miei maestri nella Kick-boxing, sono i fratelli Milo e Manuele Raini che ho conosciuto in quanto erano i maestri di un mio carissimo amico, Matteo Taccini.

Mattia Faraoni @L.A. Photographer
Mattia Faraoni @L.A. Photographer

Parallelamente tra i 14/15 anni, volendomi migliorare nell’uso e nei colpi delle braccia, mi sono rivolto ai maestri Italo Mattioli e Luigi Ascani per iniziare a praticare il pugilato, scoprendo, di fatto, una nuova passione. Da quel momento in poi, ho proseguito la mia carriera da fighter, alternando gli allenamenti, e non fermandomi mai”.

Qual è il suo palmares da dilettante?

Il mio palmares nel pugilato è ricco di titoli italiani, ho vinto il Guanto d’oro e anche i campionati italiani universitari. Nel K1 ho vinto campionati italiani, oltre che la medaglia di bronzo, sia agli europei che al campionato del mondo. Ho combattuto in diverse discipline della Kick-boxing, sia nel K1 che nel Savate ma non ho mai combattuto nelle discipline della Muay tha e del Full contact.

Trascorrevo quasi tutto l’anno a combattere. E’ capitato che dedicavo alcuni mesi ad una disciplina rispetto ad un’altra, perché, ad esempio, nel momento in cui prendevo parte ai campionati universitari, subito dopo, sopravveniva il Guanto d’oro per cui dovevo mettermi sotto con la preparazione per il pugilato“.

Dal punto di vista dell’atleta professionista, quali sono i suoi obiettivi?

Nel momento in cui sono diventato un professionista, i miei obiettivi non sono cambiati, ovvero ho continuato a gestire entrambe le carriere, sia quella pugilistica che quella da fighter di arti marziali, anche se è diventato difficile, in quanto sono aumentati i palcoscenici e gli impegni. Infatti, per combattere nel K1 ho dovuto rinunciare a combattere nel pugilato.

Mattia Faraoni*
Mattia Faraoni*

Da pro l’impegno è decisamente più importante, contrariamente a quando lo era da dilettante in cui facevo più match, con più frequenza nell’arco dell’anno. L’obbiettivo è sempre quello di combattere in scenari che legittimano tutti i sacrifici e le rinunce fatte. Quello che si sta vivendo in questo momento è un periodo perfetto, perché combattere con le TV che ti supportano, nello specifico DAZN, in eventi con palazzetti pieni e organizzati bene, ti fa sentire in Serie A.

Questo è stato il più grande obiettivo raggiunto, voglio continuare a combattere e vincere in scenari come questi. L’obiettivo imminente sarà difendere il titolo il 25 marzo dentro il Casinò di Campione d’Italia, nell’evento <<The Arena>> contro Louis Morais, atleta portoghese, già campione d’Europa. Continuando ad andare sempre oltre in queste sfide, cercando superare i miei limiti e affrontare avversari sempre più forti

Il suo Palmares da atleta professionista?

Nel pugilato, nel 2021, ho vinto il titolo italiano e nel K1 a Roma il Titolo mondiale nel 2022

Cosa consiglierebbe ad un ragazzo che vuole iniziare questo sport?

Ad un ragazzo che vuole cominciare a praticare questo sport dico che non c’è sport migliore per aumentare la sicurezza di sé, dei propri mezzi, di sviluppare la propria indipendenza; è uno sport che mette a confronto sempre con i propri limiti, con la sensazione della sofferenza della stanchezza e dello stress psicofisico ma, nello stesso tempo, a dover andare avanti e superarlo.

Mattia Faraoni @L.A. Photographer
Mattia Faraoni @L.A. Photographer

Uno sport che arricchisce tanto emotivamente, psicologicamente, socialmente in quanto possiede tutte le caratteristiche di uno sport singolo, poiché si deve contare sulle proprie capacità ma gode anche delle qualità di uno sport di squadra, perché ci si allena con altre venti/trenta persone. E così che vengono messe sul campo di gioco anche le relazioni con l’altro: più alto/più basso, più forte/meno forte, più esperto/meno esperto, più ricco/meno ricco e questo è fonte di arricchimento poiché, ciò che è diverso da noi è arricchimento, sia psicologico che tecnico, che fisico“.

Quale ruolo ricopre la famiglia e gli affetti nella vita di un atleta?

La famiglia ha un ruolo fondamentale, in quanto vivere in un clima sereno, felice e complice è la condizione sine qua non per riuscire in tutte le cose che si fanno, in una preparazione in generale e nel particolare si deve far e in modo di essere sereni, affinché tutte le prestazioni psicofisiche riescano al meglio.

Perché se non si è sereni e si è stressati, viene meno anche l’aspetto specifico e tecnico. Di conseguenza la famiglia, quindi gli affetti più cari che una persona possa avere, se ti sta vicino e ti è complice è la chiave per andare a 100 all’ora, è il vero doping. Io, per fortuna, godo di quest’aspetto con mia moglie Alessia, mia figlia Cloe e il cane Patos. Colgo l’occasione ringraziandoli per supportarmi e sopportarmi emotivamente. Siamo uno la spalla dell’altro“.

Condividi questo articolo