Il dolore è immenso e non lascia spazio a nessun’altra sensazione. La rabbia e la delusione, in momenti come questi, svaniscono nel vuoto come lontani lamenti, accompagnati dal frinire delle cicale di una calda estate romana. Le notti dei tifosi della Lazio non saranno più le stesse. Ci sarà chi guarderà una vecchia partita, chi penserà ad una coppa alzata, e chi invece ripercorrerà tutte le tappe più importanti della propria squadra del cuore, al cui comando c’era Ciro Immobile.
Il Re, infatti, ha deciso di abbandonare il proprio trono, lasciando il suo popolo sprovvisto di un degno successore. Nonché un altro nome avrebbe migliorato la situazione, ma l’avrebbe almeno alleviata. Eppure così non è stato. E quel che più fa male è che si tratta di un addio comune per un calciatore che comune non è.
Un re spodestato dal tempo
Il sogno dei tifosi della Lazio sarebbe stato quello di salutare Ciro in tutt’altro modo. La cornice dell’Olimpico avrebbe fatto da cassa per una serata da brividi, piena di lacrime ma anche di consapevolezza. La consapevolezza di chi sa di aver dato un ultimo saluto degno della grandezza di un Re come Immobile. Certo è che di tempo ne è passato dal suo arrivo alla Lazio.
27 luglio 2016. Questa è la data in cui il Siviglia annuncia di aver ceduto l’attaccante italiano al club biancoceleste. Da quel momento in poi il cuore di Ciro e quelli dei tifosi della Lazio si sono uniti, come se ce ne fosse uno soltanto, creando qualcosa di indescrivibile. Un amore forte, duraturo e che si è ritagliato un posto fondamentale negli ultimi 8 anni, regalando 1 Coppa Italia e 2 Supercoppe italiane.
I giocatori cambiano e la maglia resta, questo è vero, ma alcuni sono destinati a rimanere nella storia. E certo che il tempo non è stato poi così sensibile con Ciro. Ha deciso di entrare senza chiedere permesso, spodestando così un Re che sembrava essere ineluttabile, ma che alla fine non ha potuto far altro che arrendersi.
Anche i Re perdono le battaglie
Che il tempo si sia preso gioco di Immobile non è di certo un segreto. I discorsi che girano attorno e che spostano il focus su altri aspetti li lasciamo da parte, per arrivare dritti al punto. Il campo, ancora una volta, ha dato il suo verdetto, mettendo in evidenza un Re non più in grado di proteggere i suoi uomini dalle insidie esterne. La spada è stata appesa al chiodo e i soli 7 gol in campionato, 11 in tutte le competizioni, ne sono la dimostrazione.
“Casa stanca che ora vuoi lasciare, casa che io volevo costruire con te, con te, con te” canta Giordana Angi nel suo pezzo Casa. Ed è così che forse si sentono i tifosi della Lazio. La perdita improvvisa di colui con il quale avrebbero voluto costruire una vita intera costringe i biancocelesti a rivedere i loro piani. La sconfitta di un Re che ha perso la battaglia, ma non la guerra. Perché se c’è una cosa certa è che quel condottiero che ha lasciato tutto non verrà mai dimenticato, neanche tra le mura di una casa in cui “C’è troppo spazio adesso”.