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Una carriera che ha come apice le due straordinarie annate sulla panchina del Milan, fatta però di sacrifici e tante esperienze che non hanno sviscerato tutto il potenziale di Stefano Pioli, allenatore alla ribalta durante gli ultimi campionati di Serie A. Dagli esordi sulla panchina del Parma, sua squadra del cuore, fino all’approdo a Roma sponda Lazio e a Milano tra le fila nerazzurre, Pioli ha sempre imposto le proprie idee di gioco, adattandosi ai ruoli dei giocatori a disposizione e portando le proprie squadre a centrare degli obiettivi che mancavano ormai da troppo tempo. Basti pensare alle due qualificazioni in Champions League sulla panchina di Lazio e Milan, due squadre che l’allenatore emiliano è riuscito a valorizzare nel migliore dei modi fino a riportarle su palcoscenici importanti, sia a livello nazionale che europeo.

L’esordio in Serie A sulla panchina del Parma
La carriera di Stefano Pioli come allenatore inizia proprio a Parma, sua città natale in cui esordì anche come giocatore. Dopo una lunga gavetta sulla panchina della Salernitana in Serie B, l’arrivo tra le fila dei ducali sancisce difatti l’esordio ufficiale in Serie A come allenatore nel 2006. Esordio nel campionato italiano che coincide anche con quello in Coppa Uefa, competizione a cui prenderà parte fino ai sedicesimi di finale a causa del prematuro esonero. Il rendimento negativo della squadra in campionato segnerà difatti la “retrocessione” del tecnico in Serie B, accasatosi momentaneamente al Grosseto.

Il ritorno nel calcio che conta: Verona e Palermo
Dopo un periodo trascorso in Serie B sulla panchina del Piacenza e del Sassuolo, arriva il momento di tornare in Serie A. Per la stagione 2010/11 il presidente del Chievo Verona Campedelli decide di scommettere su di lui, per un’annata che si rivelerà particolarmente soddisfacente: i gialloblu si piazzeranno difatti all’undicesimo posto con la quarta miglior difesa del campionato. Un’esperienza che lancerà il tecnico verso grandi soddisfazioni, escludendo la parentesi di Palermo. Maurizio Zamparini sceglierà l’ex Parma per guidare la panchina dei rosanero, orfana dopo l’esonero di Delio Rossi. L’esordio arriverà negli spareggi di Europa League contro gli svizzeri del Thun. L’inaspettata eliminazione dopo la sconfitta nel match di ritorno causerà il clamoroso esonero prima dell’inizio del campionato, dopo appena due mesi di permanenza in Sicilia.
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I tre anni e Bologna e l’approdo a Roma sponda Lazio
Nel 2011 arriva il trasferimento sulla panchina del Bologna per sostituire Bisoli, inaugurando un periodo di tre anni di permanenza nel capoluogo emiliano. Le ottime prestazioni dei felsinei, aiutate da una guida tecnica pragmatica e orientata sulla solidità del gruppo, avranno come risultato delle salvezze tranquille valorizzate dal nono posto nel 2012. Dopo l’esonero nel 2014, arriva la chiamata che cambierà per sempre la carriera di Pioli. Tra lo scetticismo generale, Lotito scommetterà su di lui per guidare la Lazio, con l’obiettivo di riportarla nell’Europa che conta.

Il primo anno con i biancocelesti sarà un vero e proprio successo: le ottime prestazioni consolidate da una grande solidità difensiva porteranno allo storico ritorno in Champions League, conquistato grazie alla terza posizione dietro Juventus e Roma. Stesso discorso per quanto riguarda la Coppa Italia, la cui vittoria è stata sfiorata dopo la finale persa per 2-1 contro la Juventus. La seconda stagione, lontana in termini di risultati rispetto alla prima, verrà segnata da due sconfitte che comprometteranno definitivamente il futuro nella capitale. La finale di Supercoppa italiana persa ad agosto contro i bianconeri seguirà la sconfitta più cocente dell’anno: il doppio match contro il Bayer Leverkusen, valido per i preliminari di Champions League, verrà vinto dai tedeschi nella partita di ritorno, condannando così il futuro europeo dei biancocelesti e quello di Stefano Pioli, esonerato l’aprile successivo.

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L’approdo all’Inter: un avvio da sogno destinato al naufragio
Il prematuro esonero di Frank de Boer porterà la dirigenza interista a puntare sulla certezza Pioli, pronto a dimostrare la propria tenacia nei momenti di difficoltà. Il trend disastroso con l’allenatore olandese verrà decisamente invertito grazie all’ex tecnico della Lazio, abile nel creare un gruppo motivato e deciso nel reagire. Le ottime prestazioni porteranno difatti l’Inter in piena zona Champions. Come nella maggior parte delle esperienze passate, la squadra di Pioli incontrerà delle difficoltà negli scontri diretti, a causa dei quali perderà troppo terreno per poter conquistare le prime posizioni. Un momento negativo si trasformerà in un vero e proprio incubo: i nerazzurri totalizzeranno soltanto due punti in sette partite, un bottino troppo misero che segnerà l’esonero anticipato a maggio.

La Fiorentina e la morte di Astori: la sconfitta più amara
Dopo l’esperienza milanese, nel 2017 arriva il momento di cambiare aria. Stefano Pioli sarà chiamato dai Della Valle sulla panchina della Fiorentina dopo l’esonero di Paulo Sosa. Il clima tutt’altro che disteso in città per via della rottura totale con la società non favorirà delle prestazioni convincenti, come dimostra l’ottava posizione finale. L’esperienza fiorentina sarà inoltre segnata dalla terribile morte di Davide Astori, momento più buio della carriera di Pioli. Il pubblico viola apprezzerà comunque l’energia e la voglia messe in mostra dal tecnico, il quale deciderà di presentare le dimissioni nell’aprile del 2019 dopo un anno e mezzo caratterizzato da più luci che ombre.

La svolta inaspettata: l’approdo al Milan e la lotta Scudetto
Dopo annate non esattamente soddisfacenti, il Milan deciderà di puntare sulla guida tecnica di mister Pioli per trovare stabilità e iniziare a ricostruire un organico competitivo per tornare in Champions League. Il trascorso sulla panchina dell’Inter verrà subito dimenticato dai tifosi rossoneri, i quali si appresteranno ad ammirare una squadra totalmente diversa rispetto a quella degli ultimi anni. I buoni risultati relativi alla prima stagione, conclusa al sesto posto e con la conseguente qualificazione in Europa League, gli varranno il prolungamento del contratto fino al 2022. La partenza lampo dell’annata successiva nel 2020 sarà una vera e propria sorpresa per tutta la Serie A, comandata proprio dai rossoneri al termine del girone d’andata.

Nonostante la flessione nella parte centrale della stagione, che segnerà la vittoria dello Scudetto da parte dell’Inter di Antonio Conte, la squadra di Pioli concluderà al terzo posto, conquistando quindi il tanto sognato ritorno in Champions League. Il percorso in Europa League si interromperà soltanto in semifinale, persa contro il Manchester United. Nella stagione corrente verrà confermata la partenza sprint della stagione precedente, grazie a innesti importanti per puntare dritti verso lo Scudetto. Il ritorno in Champions League, al contrario, si interromperà già nella fase a gironi, lasciando quindi il Milan fuori da tutte le competizioni europee. Due annate che, oltre ai risultati finali, premiano la determinazione di Pioli, abile nel saper creare gruppi compatti nei momenti di difficoltà e nel saper valorizzare al meglio ogni elemento della rosa.