La passione, la voglia, l’amore ed il cuore, quanti sentimenti apparsi in quel breve scatto sotto la sua gente; la corsa di un De Rossi allenatore che per quei pochi secondi di felicità ha riportato alla mente di tutti i tifosi della Roma quei momenti in cui, con la fascetta al braccio, andava a prendersi le grida, le lacrime e la gioia di tutti coloro che portano il giallo ed il rosso nel cuore.
Il Feyenoord di un quasi normalissimo giovedì sera non può rappresentare solo il passaggio di un turno europeo, bensì l’abbattimento di quel muro che nonostante le ultime vittorie continuava ad esistere tra coloro che riabbracciavano un figlio di Roma e tutti gli altri che non volevano ancora ammettere l’addio di un altro gladiatore entrato inevitabilmente nella memoria di chi grida la Roma, ogni giorno e per tutta la vita: José Mourinho, chi altri sennò?.
Le difficoltà
DDR conosceva le difficoltà, le stesse ammesse anche da Capitan Totti, secondo cui “far dimenticare uno come Mou non poteva essere certo cosa facile”; eppure, quell’amore indiscutibile che lega De Rossi alla sua gente non ha fatto altro che aiutare il nuovo allenatore a comportarsi nel migliore dei modi. Sul campo da professionista, di fronte ai giornalisti da bravo comunicatore, al cospetto dei suoi tifosi con la passione e l’orgoglio di chi Roma sa come prenderla.
Ed è facile già parlare di record; perché dall’arrivo – anzi dal ritorno – di Danielino a Trigoria ben 4 vittorie in campionato ed una sola sconfitta; un pareggio europeo che vale come una vittoria e adesso un altro match da osservare e nel quale credere con forza e convinzione alla ricerca di un piazzamento finale in Champions che manca già da troppi anni. Un’Europa da riconquistare non solo per il bene della Roma, che riabbraccerebbe il palcoscenico più ambito, ma anche per poter sperare sulla permanenza dello stesso De Rossi anche per le stagioni a venire.
Scetticismo, speranza e futuro
Lo scetticismo, naturale, che si riversava nelle vie della Capitale dopo l’addio di un eroe come Mourinho era certamente inevitabile, seppur accolto con amore per quanto fatto nella storia da un Capitano come Daniele De Rossi, e adesso sembra davvero già dimenticato; e chi se ne frega se qualcuno prova ancora a ricordare Ferrara e la Spal, qui è certamente un’altra cosa. Per prestigio e per ambizione; per orgoglio, quello che lega De Rossi ad un destino che non dovrebbe essere ancora da scrivere e che solo Daniele potrà e saprà rivendicare.
E, allora, a Roma si potrà continuare a riempire lo stadio, perché la Sud che canta e grida, non ha mai chiesto solo vittorie, sarebbe troppo facile; saper essere degni di correre al termine di una gara vinta e sofferta a prendersi un abbraccio che può durare per tutta la vita, questo è certamente più complicato e bisogna saperselo meritare. Come è successo in passato – sempre – ai grandi campioni; Come Francesco Totti, per esempio; agli eroi come Josè Mourinho o ai figli che ritornano. Si, proprio come Daniele De Rossi. Grazie per quello che stai facendo Capitano!