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Negli ultimi anni il nostro calcio ha visto alcune delle proprie grandi fallire e vedersi, così, costrette a ripartire dalle serie inferiori il proprio percorso, come successo prima al Parma e poi anche ad una delle principali compagini del Sud Italia, ossia il Palermo. Quello che non è mai mancato nel corso degli anni ai rosanero è stato l’affetto della propria gente, accorsa sempre numerosissima a supportare in qualsiasi occasione e ad ogni livello la propria squadra, andando a riempire in più di un’occasione il Renzo Barbera, ossia lo stadio in cui i siciliani giocano le proprie partite casalinghe. Non indifferente al tempo che corre, anche il colosso del capoluogo trinacrio, come altri impianti in giro per la nostra penisola, è al centro di diversi discorsi da parte della nuova società del City Group, che sta cercando di capire per il futuro quali prospettive ci possano essere.
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Lo stadio di Palermo, la questione dei nomi
Prima di parlare dello stadio in senso storico e architettonico, merita un piccolo focus la questione legata ai tanti nomi con cui i siciliani e non solo chiamano lo stadio del Palermo. La denominazione corretta attuale sarebbe stadio Renzo Barbera, ma nella propria storia questo non è stato l’unico modo con cui è stato identificato. Nel periodo fascista, appena stato presentato, venne denominato Littorio, per essere poi cambiato, sempre per volere del regime mussoliniano, in Michele Marrone. Subito dopo il termine del regime e della II Guerra Mondiale, l’impianto venne dedicato ai morti del conflitto e chiamato stadio Ai Caduti di Tutte le Guerre, ma anche questo durò poco, dato che la denominazione venne quasi subito modificata in Dino Pirandello, in ricordo di un calciatore palermitano deceduto. Vita breve ebbe anche quest’altro nome, comunque, dato che venne modificato di nuovo in un più generico Stadio Comunale di Palermo negli anni ’70, per poi diventare quella odierna nel 2002. Curioso anche il fatto che i tifosi rosanero abbiano anche un soprannome con cui identificano il proprio campo, ossia La Favorita, in memoria del nome delle Reale Tenuta nei cui territori è stato edificato l’impianto.

Il Renzo Barbera, stadio del Palermo
Progettato agli inizi degli anni ’30 ed inaugurato nel 1932, l’impianto originale del Renzo Barbera era, ovviamente, ben diverso da quello che possiamo vedere oggi. Firmato dall’ingegnere Giovan Battista Santangelo, il disegno originale venne eseguito sulle linee guida che in quegli anni erano diventate egemoni per tutti gli impianti a quest’uso in Italia. I posti per i tifosi erano presenti solo ai lati lunghi del campo e nessuno di questi era a sedere, il che lo rendeva uno stadio ancora incompleto per le necessità che una partita di calcio può avere. Nel 1948 venne concluso il progetto originale con l’inserimento delle due curve e la distruzione della pista d’atletica che era presente per necessità legate al fascismo, con le gradinate inserite che portarono la capienza ad oltre 40000 posti disponibili.
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La campagna di lavori più importante del secondo dopoguerra rimane quella che venne eseguita in occasione dei lavori per i Mondiali di Italia ’90, nonostante ce ne fosse stata una antecedente di qualche anno nel 1982 a seguito di alcuni problemi dovuti ad un piccolo incendio doloso. Nel 1986 lo stadio divenne protagonista di un restyling per poter ospitare alcune delle partite in programma nella rassegna mondiale che ci sarebbe stata nel nostro paese qualche anno dopo. In questa occasione venne stravolta completamente la struttura, con delle modifiche che vennero apportate dalle fondamenta sino al secondo anello, che fecero cambiare completamente il volto dell’impianto del Palermo. La capienza venne ridotta e venne portata agli attuali 37000, per poter garantire anche una serie di standard di sicurezza che erano necessari per eventi di grandi dimensioni.
Il Palermo al City Group, nuovo stadio in vista?
Come spesso capita quando una società passa ad un nuovo gruppo, specie se estero, anche in casa Palermo, dopo il passaggio al City Group, si è iniziato a discutere della possibilità di edificare un nuovo stadio che possa ospitare le partite casalinghe della società siciliana. Uno degli obiettivi dichiarati del gruppo dello sceicco Al Nahyan è quello di andare a rinforzare le strutture dei club che vengono acquistati e questo significa, ovviamente, andare a ragionare su quanto sia importante un nuovo impianto di proprietà per la società. Ancora non si è parlato di un nuovo stadio costruito da zero, ne di una riqualificazione del Barbera, magari con un diritto di superficie pluriennale al club, come successo in altre città, ma, sicuramente, sarà un argomento che verrà trattato nei prossimi mesi, per cercare di dare al Palermo una nuova casa.