Le mascotte più famose nel mondo del calcio

Redazione A cura di Redazione
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I più romantici che amano il mondo del pallone ricordano con grande affetto le mascotte di tante squadre, che sono diventate un simbolo degli anni Ottanta e Novanta. Come è stato svelato sul blog di Betway che segue le ultime statistiche e opinioni degli esperti sulle scommesse online, anche in altri Paesi questa tradizione si è sviluppata nel corso degli anni, come ad esempio è avvenuto in Germania, con la mascotte di Eintracht Frankfurt, che è un’aquila in carne e ossa.

La zebra della Juve

Avete presente i colori bianconeri? Ebbene, la Juve ha deciso di scegliere un simbolo che avesse in comune proprio queste tonalità. Di conseguenza, è facile pensare alla zebra, che venne disegnata da parte dello storico giornalista Carlo Bergoglio addirittura nel lontanissimo 1928. Purtroppo per i più romantici, la Juventus ha spesso cambiato la zebra con altri simboli, proponendola anche in una versione rampante e poi optical. Un simbolo che è rimasto “operativo” fino al 1990, anno in cui la zebra è stata accantonata una volta per tutte.

Il biscione dell’Inter

Impossibile dimenticarsi anche il meraviglioso biscione che presenziava sullo stemma dell’Inter. In realtà, il periodo in cui abbiamo notato questo animale sullo stemma dei nerazzurri è stato piuttosto limitato.

Da cosa deriva questa intuizione sullo stemma interista? È stato ripreso in parte lo stemma dei Visconti, ovvero la ben nota famiglia che ha fondato il ducato di Milano. È capitato più volte che lo scudo visconteo sia stato riportato anche sullo stemma dell’Inter, ovviamente in varie modalità e con una certa somiglianza con un serpente. Ora, però, è passato tantissimo tempo rispetto all’ultima volta in cui il biscione ha fatto capolino sullo stemma interista. Infatti, l’ultima apparizione è data 1988-1989.

I simboli mitologici di Venezia e Genoa

Se ricordate i simboli di due compagini come Venezia e Genoa, è facile ricordare come le loro mascotte furono associate più che altro ad animali mitologici. Basti pensare a quando la compagine ligure, nel lontano 1983, decise di puntare sul grifone per identificare la propria mascotte. Non si tratta, però, a dispetto di quello che si possa pensare, del rapace, quanto piuttosto di un grifone eurasiatico, la cui figura mitologica presenta una testa d’aquila e il corpo di un leone. Il simbolo del Genoa è stato ripreso dallo stemma della città di Genova. Su quest’ultimo è facile individuare due grifoni che vanno a supportare la croce di San Giorgio.

Discorso simile per quanto riguarda i veneziani, che hanno reso omaggio allo splendido leone alato di San Marco all’interno del loro stemma. Da notare come il leone, quello classico però, senza ali, è stato ripreso dal Brescia per farne il proprio stemma. Il Bari, invece, ha deciso di puntare sul galletto, mentre il delfino si ritrova nel simbolo del Pescara. Una curiosità che in pochi sanno? Il cerbiatto, che è stato utilizzato per realizzare lo stemma dedicato alla sezione giovanile della Spal.

Verona e Salernitana

Il mitico Verona che è stato in grado di vincere uno storico scudetto nel lontano 1984, invece, aveva all’interno del proprio stemma due mastini divisi da una scala. Si tratta di un vero e proprio omaggio in riferimento alla ben nota famiglia Della Scala. Bisogna tornare addirittura al 1949 per scoprire le origini del cavalluccio marino che ha accompagnato lo stemma della Salernitana. In questo caso c’è lo “zampino” del noto pittore e professionista Gabriele D’Alma. Come ha fatto a realizzarlo? L’ispirazione è arrivata nel corso di una passeggiata nel bel mezzo del porto di Salerno, in cui notò un cavalluccio piccolo piccolo che cercava la libertà mentre era rimasto intrappolato nelle maglie di una rete. E D’Alma decise di farne un simbolo, che voleva testimoniare la resilienza la capacità di combattere della Salernitana.

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