Cos’è successo a quell’Inter che soltanto due anni fa ha vinto lo scudetto? Potrebbe iniziare così qualsiasi tipo di discorso che prende in considerazione la formazione attuale del tecnico Simone Inzaghi: una rosa che, oltre a dimostrare di avere importanti lacune a livello difensivo, si è trovata spesso in difficoltà sul piano del gioco espresso. Eppure, i protagonisti della Beneamata guidata dal tecnico Antonio Conte, vincitori del diciannovesimo campionato nerazzurro, sono pressoché gli stessi. Impossibile additare un solo colpevole, ma quel che è certo è che i tre centrali difensivi, Skriniar, de Vrij e Bastoni, non sono gli unici da condannare per questa disfatta di inizio stagione. Il loro rendimento, però, ha influito negativamente sul rendimento di squadra.
Prima di entrare nel concreto di un’analisi sarebbe utile dare uno sguardo ai dati delle stagioni precedenti. Ad ora, dopo solamente 7 partite in Serie A, i nerazzurri hanno registrato un passivo di 11 reti subite. Un dato che se paragonato a quello dello scorso anno preoccupa – e non poco – tutti i tifosi. Il bunker difensivo dell’Inter ha subito 32 reti durante tutta la stagione 21/22, piazzandosi al terzo posto tra le migliori difese del campionato; il tricolore ottenuto nell’annata precedente, invece, è arrivato grazie ad una fase difensiva molto precisa ed attenta. E allora cosa succede?
Inter, il passaggio da Conte ad Inzaghi
L’attacco fa vendere i biglietti e la difesa fa vincere i campionati: la descrizione perfetta dell‘epoca Conte all’Inter. Se da una parte Lautaro, Perisic e Lukaku hanno dato spettacolo e hanno riempito lo stadio Giuseppe Meazza, dall’altro Skriniar & company hanno eretto un muro a difesa di Handanovic. Tutto ciò però è arrivato dopo settimane di studio da parte del tecnico leccese che, dopo un inizio incerto (8 gol incassati in quattro partite), è riuscito a sistemare la linea difensiva trovando la giusta posizione sul campo di ciascun interprete della retroguardia. Il lavoro di Antonio Conte, col senno di poi, è stato più che certosino.
Leggi anche: Inter, Dimarco non è l’esterno che Inzaghi merita: ma è quello di cui ha bisogno
Il gigante slovacco, al centro della difesa, ha dettato per una stagione intera i ritmi di tutta la fase di non possesso palla, aiutato fedelmente da de Vrij nel pieno della propria forma e dal più che volenteroso Alessandro Bastoni. Conte ha portato avanti un’idea di gioco più sicura, tenendo il baricentro della squadra medio-basso e basando le proprie ripartenze sul grande sacrificio dei suoi esterni, Hakimi da una parte e Perisic dall’altra. Anche il resto della squadra, però, ha dato una grossa mano per evitare un sovraccarico di lavoro per la retroguardia.
Nel momento del suo addio alla panchina nerazzurra, la dirigenza dell’Inter ha voluto puntare su Simone Inzaghi, un tecnico che, nella sua precedente avventura alla Lazio, ha dimostrato di saper gestire il 3-5-2, ma non solo. La scelta è stata basata anche sulla capacità del piacentino di tirare fuori il meglio dai giocatori messi a sua disposizione. Ed infatti, nella prima stagione all’Inter, Inzaghi è riuscito ad ottenere grandi risultati dai propri calciatori cavalcando l’onda dell’effetto Conte. Ma con l’inizio di questa Serie A 2022/23 alcuni meccanismi hanno fatto fatica ad ingranare. L’estate è stata frenetica soprattutto per i tre centrali di difesa; solo colpa delle voci di mercato o l’involuzione è reale?
Skriniar, dove sei?
Se c’è una situazione che preoccupa più delle altre è sicuramente quella legata a Milan Skriniar. Lo slovacco ha avuto ed ha tuttora un ruolo centrale nell’undici nerazzurro. Sin dal suo arrivo in quel di Milano nell’ormai lontano 2017, il classe ’95 è diventato protagonista e leader anche nei momenti più bui dell’Inter. Ciò che è successo nella sessione di calciomercato estiva ha destabilizzato non solo l’ambiente interista ma anche lo stesso giocatore. Infatti, la dirigenza ha portato avanti una trattativa estenuante con il PSG: una situazione non propriamente tranquilla che, unita ad un leggero infortunio muscolare ha impedito a Skriniar di unirsi presto al gruppo per la preparazione precampionato.
Il giocatore, quindi, è sicuramente indietro sia fisicamente che psicologicamente. Il compito di Inzaghi dunque, deve essere quello di far ritornare Skriniar al massimo della sua condizione e, magari, mettere a tacere quelle voci di mercato che non intendono placarsi, con un rinnovo contrattuale e di massima fiducia.
De Vrij cercasi
Che questo sia un periodo di flessione anche per Stefan de Vrij si è capito dalle sue recenti prestazioni e soprattutto dalla poca fiducia che il tecnico dell’Inter ha riposto nell’Oranje. Nonostante le sue sei apparizioni da titolare in Serie A, nell’ultimo incontro con l’Udinese prima della sosta nazionali, gli è stato preferito Acerbi. Il suo ingresso al 74′ in quella partita, non ha giovato alla formazione nerazzurra. Jaka Bijol si è preso gioco proprio di de Vrij in occasione del calcio d’angolo concesso dallo stesso, superandolo e guadagnandosi la rete del momentaneo 2-1 dei bianconeri. In questo inizio stagione, l’olandese ha giocato nell’ombra delle prestazioni con Conte. Al contrario della tattica più dinamica di Inzaghi, il tecnico dello scudetto gli ha richiesto più pulizia e precisione, compiti più affini alle sue qualità.
“Non farò a meno di lui, non è un ragazzino” ha detto Van Gaal, tecnico della nazionale olandese, dando una spiegazione alle mille incertezze circa la convocazione di Stefan de Vrij. In effetti, mettere in discussione un giocatore con la sua esperienza non è possibile, ma al rientro in squadra il centrale difensivo è chiamato a tornare ad essere la certezza delle stagioni precedenti, dando una risposta concreta a tutti gli interrogativi sorti nell’ultimo periodo.
Leggi anche: Inter, Inzaghi ed una crisi da superare: cinque gare per passare il conto delle difficoltà
Bastoni in crisi d’identità
La partita contro l’Udinese, la terza ed ultima sconfitta in campionato dell’Inter, è il match che ha messo più in difficoltà i nerazzurri fino a questo momento. La reazione al 30′ di Alessandro Bastoni è il simbolo che qualcosa effettivamente non sta funzionando nello spogliatoio. La mancanza di serenità del giocatore, evidente anche nelle sfide contro Milan e Lazio, è emersa anche dalle sue prestazioni decisamente sotto i suoi standard. Marcature saltate, mancanza di copertura, sono tutti errori lontani dalla gestione difensiva del centrale azzurro. La situazione può essere giustificata come uno dei tanti step del processo di crescita del classe ’99 che da subito, senza timore, si è calato alla perfezione nel ruolo affidatogli prima da mister Conte e successivamente da Inzaghi.
Inzaghi deve riprendere il controllo
Per i giocatori dell’Inter, probabilmente, la sosta Nazionali è arrivata nel miglior periodo possibile. Un momento per staccare dalle pressioni e ritrovare il focus. Per Inzaghi, invece, questa è stata l’occasione giusta per tirare finalmente tutte le somme e capire cosa non va nella gestione di quei giocatori che hanno fatto gridare “Al lupo!” tutti i tifosi. Il tridente difensivo formato da Skriniar, de Vrij e Bastoni ha necessità di riprendere piede sul campo, dimostrando realmente di non essere soltanto un dolce ricordo tra le parole Conte ed Inter.