- Continua a leggere sotto -
Sono passate alcune settimane dall’arrivo della nota ufficiale del Brighton, club di Premier League, riguardo l’affidamento della guida tecnica del club a Roberto De Zerbi, scelto per sostituire il partente Graham Potter trasferitosi sulla panchina del Chelsea. La partenza direzione oltremanica dell’ex tecnico del Sassuolo va così ad implementare ancor di più la colonia di allenatori italiani all’estero; sono infatti 203 i coach italiani a fare esperienza lontano dalla propria patria, considerando sia la direzione dei club sia quella delle nazionali.
Leggi anche: Premier League, i tanti impegni creano problemi: sono sempre più frequenti gli infortuni
- Continua a leggere sotto -
Premier League, l’arrivo di De Zerbi nel campionato migliore al mondo
L’arrivo di Roberto De Zerbi sulla panchina del Brighton è avvenuto in maniera molto rapida ma al tempo stesso ponderata, sulla stessa linea di quanto accaduto in seguito all’esonero di Thomas Tuchel dalla panchina del Chelsea. L’allontanamento dell’ex tecnico del PSG dalla panchina dei Blues ha scatenato un vero e proprio terremoto in Premier League, che ha portato alla decisione di Todd Boehly a optare per il mago Graham Potter, reduce da un’esperienza di oltre tre anni sulla panchina dei Seagulls. La decisione del presidente americano non è tardata ad arrivare e allo stesso modo è arrivata anche la decisione dell’ex tecnico di Swansea e Ostersunds di accettare il progetto degli ex campioni d’Europa. La decisione di Potter di lasciare un Brighton quarto in classifica è arrivata senza frizione con quella che è ormai la sua ex dirigenza, la quale ha deciso di muoversi senza eccessiva fretta per scegliere un tecnico che sposasse le stesse teorie dell’ex coach inglese, figura ritrovata in Roberto De Zerbi.

Secondo il portale britannico The Athletic, la scelta della dirigenza dei Seagulls non è stata casuale, tanto da definirla come la ‘scelta perfetta’ per proseguire e perfezionare il lavoro svolto da Graham Potter in 40 mesi di insediamento in quel di Brighton. Secondo il media inglese, per quanto la scelta sia stata oculata sino all’ultimo secondo, il presidente Tony Bloom aveva sin da subito cercato e voluto solo ed esclusivamente l’ex tecnico del Sassuolo in virtù dell’idea di calcio sposata da De Zerbi sia durante l’esperienza in Serie A, sia durante la (triste e sfrotunata) parentesi in Ucraina, una filosofia incentrata su uno schema tecnico-tattico volto a far giocare le sue squadre dalle retrovie per poi procedere con sfuriate offensive grazie a un pressing equilibrato e asfissiante.
- Continua a leggere sotto -
Premier League, Souness dubbioso: “Non basta analizzare i giocatori su Google per poter performare”
All’incredibile entusiasmo riportato dal tabloid inglese The Athletic, il quale ha parlato addirittura di quella che sarà la nuova filosofia sostitutiva del Potterball , denominata ‘De Zerbinismo’, si è contrapposta la voce, un po’ fuori dal coro, dell’ex centrocampista della Sampdoria, oggi opinionista di talkSPORT , Graeme Souness. L’ex giocatore non ha usato mezzi termini, pronunciando parole al veleno contro De Zerbi, accusandolo di aver sposato un progetto, come quello del Brighton, fin troppo ambizioso, scegliendolo solo facendo affidamento a modelli teorici analizzati in un paio di ore su Google: “Grazie alla tecnologia moderna puoi utilizzare Google. Hanno detto che ha impressionato con la sua conoscenza del Brighton, quello che ha fatto in passato e il modo in cui gioca. Avrebbe potuto ricavarlo per la maggior parte da Google. Uno sa che sarà intervistato, quindi passa un paio d’ore su internet e ottiene quante più informazioni possibili. Non è opera di un genio“.
Ha poi continuato con ulteriori espresisioni al vetriolo, accusando anche la dirigenza di Tony Bloom di aver compiuto una scelta scriteriata optando per un allenatore senza un’esperienza consolidata né un passato in Premier League: “È un rischio prendere qualcuno con il suo curriculum, sette panchine in nove anni. Se sei un allenatore eccezionale, le persone vogliono tenerti stretto. È come essere un giocatore. Se sei un giocatore che ha giocato in 12-15 squadre, questo dice molto di te. Se le persone vogliono tenerti, ti terranno perché sei davvero un buon giocatore, un tipo davvero bravo. È come quando spendi un sacco di soldi per un giocatore, idealmente vuoi qualcuno che ha giocato nel tuo campionato, ha segnato gol nel tuo campionato, è stato costantemente molto bravo nel tuo campionato, senza sorprese, senza infortuni. Hanno scelto un allenatore che non ha precedenti nel gioco inglese”.
- Continua a leggere sotto -
Premier League, Brighton: De Zerbi e Potter tra contrasti e analogie

Roberto De Zerbi si è fatto conoscere ai più grazie alla sua parentesi sulla panchina del Sassuolo, dove ha raccimolato in 120 partite durante 3 stagioni: 43 vittorie, 36 pareggi e 41 sconfitte, venendo ammirato per la sua proposta di calcio offensiva e volta a far giocare bene la squadra, tanto che alcuni tra opinionisti ed esperti critici del calcio lo hanno considerato facente parte della new era del calcio, in linea con le idee di gioco moderne di gran parte degli allenatori d’Europa e, quasi, contrario alle tradizioni del calcio italiano. La scelta del Brighton di puntare sul talentuoso allenatore azzurro è arrivata sia in virtù dell’idea di calcio condivisa con la società, sia per la continuità che lo stesso potrebbe dare al lavoro sapientemente incominciato da Potter. I due allenatori, infatti, condividono la stessa filosofia di calcio, basata sull’idea di creare una rosa incentrata sia su giovani talenti pronti a sbocciare, sia sulle vecchie guardie in grado di condurre i più giovani. Se da una parte, dunque, Robert Sanchez, Alexis MacAllister, Leandro Trossard e Pascal Gross stanno determinando la fortuna del Brighton negli ultimi anni, in una perfetta commistione di giocatori giovani e vecchie guardie, allo stesso modo De Zerbi lo ha fatto al Sassuolo, lanciando i vari Raspadori, Locatelli e Sensi, affiancandoli a nomi del calibro di Andrea Consigli, Domenico Berardi e Francesco Magnanelli.
Sebbene il tecnico italiano condivida la stessa idea di gioco dell’ex tecnico del Brighton Graham Potter, nonché la sua stessa filsofia, d’altra parte è bene considerare una differenza non da poco riguardante lo schema tecnico-tattico di base adoperato dai due. Nonostante De Zerbi in occasione della conferenza stampa di presentazione abbia riferito di voler imporre il suo stile di gioco, apportando qualche modifica e introducendo qualche novità, pur rimanendo fedele allo schema tecnico di babse impostato sinora, il tecnico azzurro dovrà essere bravo a mediare e adattare le sue idee in una squadra che sinora ha privilegiato uno schema difensivo a 3. È chiaro che l’ex tecnico dello Shaktar Donetsk non potrà imporre il suo ben definito 4-2-3-1 sin da subito, ma è altrettanto chiaro che proverà ad apportare cambiamenti graduali al 3-4-1-2 utilizzato nell’ultimo periodo da Potter e che ha portato grandi gioie in casa Brighton.

Considerando gli 11 più volte scesi in campo nelle prime partite di Premier League, dunque Sanchez in porta, Veltman, Webster e Dunk in difesa, March, MacAllister, Estupinian e Caicedo a centrocampo con Trossard e Gross alle spalle di Welbeck, l’eventuale passaggio alla difesa a quattro comporterebbe l’arretramento sulla linea dei difensori di Estupinian e il contemporaneo avanzamento di March sulla trequarti offensiva, con i soli MacAllister e Caicedo a schermare la difesa. Proposte chiare e non impossibili da realizzare, in quanto gli stessi Seagulls in alcune occasioni hanno già utilizzato la difesa a quattro.
La fuga degli allenatori italiani all’estero, dove sono i principali tecnici azzurri

La rescissione consensuale tra Roberto De Zerbi e quello che ormai può essere definito il suo ex club, lo Shakhtar Donetsk, è arrivata in seguito allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. L’ex tecnico del Sassuolo si trovava a Kyiv quando le forze russe hanno iniziato la loro avanzata nel territorio ucraino, costringendo l’allenatore azzurro e tutti i suoi giocatori ad asserragliarsi in un bunker antiaereo all’interno dell’hotel in cui si trovavano al momento dell’attacco. La rescissione aveva aperto nuovamente le porte della Serie A a De Zerbi, tanto da essere subito accostato alla Juventus nel qual caso si fosse verificato un terremoto in casa Juventus che avrebbe portato a un’eventuale e clamoroso esonero di Massimiliano Allegri. Il suo gioco, divertente e offensivo, sarebbe sato ben gradito all’interno dell’attuale Serie A, ma il forte corteggiamento del Brighton ha interrotto sul nascere un suo possibile ritorno, facendo approdare il tecnico oltremanica, iniziando con grande entusiamo la nuova esperienza con i Seagulls: “L’obbiettivo? Migliorare il risultato dell’anno scorso, quindi entrare nelle prime 10 posizioni di Premier League. È chiaro che ora prendo una squadra che è quarta in classifica e questo mi dà più motivazione. Per me questa è una grande sfida, sono nel campionato più importante del mondo, per me è motivo di orgoglio essere in un club giovane, serio e con le idee chiare”. La partenza di De Zerbi direzione Inghilterra ha ripreso l’esodo degli allenatori italiani all’estero, tra i quali spiccano nomi clamorosi come quello di Carlo Ancelotti, di Gennato Gattuso e di Antonio Conte.
- Continua a leggere sotto -
La Liga, Carlo Ancelotti al Real Madrid

L’allenatore italiano più conosciuto e più vincente all’estero (e al tempo stesso in Italia) è sicuramente Carlo Ancelotti. Dopo aver iniziato in sordina con la Reggiana nel 1995, sono arrivate le prime panchine importanti, quelle di Juventus e Milan dove, soprattutto nell’esperienza in quel di Milano, ha coronato l’inizio della sua carriera con la vittoria della Champions League nel 2003 vinta proprio contro i bianconeri e lo Scudetto di Serie A nel 2004. Rimasto all’ombra della Madonnina fino al 2009, il tecnico emiliano ha iniziato la sua longeva e vincente carriera all’estero: prima al Chelsea nel 2009, trascinandolo alla vittoria del titolo di Premier League posizionandosi al termine della stagione davanti al Manchester United di Sir Alex Ferguson per poi continuarla tre anni dopo al PSG. Il suo arrivo in Ligue 1 consentì al club parigino di conquistare un’incredibile titolo nel 2012, il primo della presidenza qatariota. La conquista dello scettro in Francia ha, inoltre, rappresentato la vittoria del terzo massimo campionato europeo. Dopodiché, l’arrivo in quel di Madrid, sponda Real, dove nel 2014 è stato in grado di vincere la Decima, entrando di diritto nel cuore dei tifosi madridisti. Successivamente, nel 2016, è subentrato a Pep Guardiola sulla rinomata panchina del Bayern Monaco, vincendo il titolo nazionale alla prima occasione utile, nonché il quarto massimo campionato europeo. Infine, dopo le tristi parentesi con Napoli ed Everton, è arrivato il tanto atteso ritorno in Spagna, sempre al Real Madrid, dove ha conquistato il quinto ed ultimo titolo tra i massimi campionati europei vincendo La Liga nel 2022, diventando così il primo alleantore a riuscire nell’impresa.
L’esperienza europeista di Carlo Ancelotti conta, ad oggi, ben 18 trofei suddivisi tra Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia. Nello specifico, l’ex tecnico del Milan ha trionfato in Inghilterra col Chlesea conquistando 1 Prermier League, 1 Coppa d’Inghilterra e 1 Supercoppa d’Inghilterra; in Germania con il Bayern Monaco alzando al cielo 1 Bundesliga e 2 Supercoppe di Germania; in Francia con il PSG ottenendo 1 Ligue 1; infine, in Spagna, con il Real Madrid vincendo 1 premio come allenatore dell’anno, 1 Liga, 2 campionati del mondo per club, 4 Champions League, 2 Supercoppe UEFA, 1 Coppa di Spagna e 1 Supercoppa di Spagna. La stagione 2022-2023 lo vede ancora protagonista in terra iberica con i Blancos, dove è piazzato al primo posto a punteggio pieno dopo 6 giornate, potendo fare affidamento su una squadra giovane e ricca di talenti. A 63 anni e con ogni titolo in bacheca, l’attuale allenatore del Real Madrid ha raccontato in un’intervista a Il Messaggero, post vittoria della Supercoppa Europea di Helsinky contro l’Eintracht Francoforte: “Questa tappa al Real concluderà la mia carriera. Dopo i Blancos smetto. Il Real è il top del calcio. Ha un senso mettere la parola fine dopo questa esperienza”.
Premier League, Antonio Conte al Tottenham
Un altro allenatore vincente e conosciuto in tutta Europa per i suoi modi forti e la grinta delle sue squadre è Antonio Conte. Dopo gli esordi nelle serie minori in Italia è arrivato al grande debutto nel calcio sedendo sulla rinomata panchina della Juventus dal 2011 al 2014. Dopo aver gettato le basi che hanno portato la Vecchia Signora a trionfare per quasi un decennio in Serie A, è arrivata la panchina della nazionale italiana, per poi iniziare ufficialmene la sua carriera da allenatore all’estero con il Chelsea in Premier League. Le 106 partite sulla panchina dei Blues con la media di 2,12 punti a partita hanno fruttato 1 Premier League e 1 Coppa di Inghilterra, trionfando così nel suo secondo campionato nazionale dopo i tre titoli conquistati con i bianconeri in Italia.

Conclusasi dopo due anni la sua esperienza oltremanica, Conte è tornato in Serie A, questa volta in quel di Milano sponda Inter, dove in due anni di guida tecnica dei nerazzurri ha conquistato un titolo nazionale nel 2021. Terminata anche la parentesi milanese non senza polemiche, ecco il suo ritorno in Premier League con il Tottenham, sposando il progetto di un club ambizioso che, sinora, non è mai riuscito a fare il salto di qualità. Subentrato nel novembre del 2021, ha concluso la sua prima annata strappando un’incredibile quarto posto in una corsa al photofinish con l’Arsenal, per poi iniziare, la stagione corrente, 2022-2023, con un’incredibile media punti, conquistandone ben 17 in 7 giornate e piazzandosi momentaneamente al terzo posto a -1 dalla vetta.
La Liga, Gennato Gattuso al Valencia
Un allenatore che nonostante la poca esperienza nel settore ha già a curriculum squadre come Milan e Napoli è l’attuale tecnico del Valencia in Spagna, Gennaro Gattuso. L’ex mastino dei rossoneri ha, difatti, cominciato la sua carriera da coach durante la sua permanenza in Svizzera con la maglia del Sion, dove nei primi mesi del 2013, ha coadiuvato per tre partite il ruolo di giocatore e quello di allenatore. Terminata preaturamente la sua esperienza elvetica, ha avuto due brevi parentesi prima sulla panchina del Palermo, poi su quella dell’OFI Creta, dunque il passaggio sull’importante panchina del Pisa, allenato prima in Serie C poi in Serie B tra il 2015 e il 2017. Nonostante i risultati non ottimali nella serie cadetta, l’ex numero 8 del Diavolo è stato chiamato per allenare l’Under 19 dei rossoneri, per poi subentrare a Vincenzo Montella sulla panchina della prima squadra in occasione della 15ª giornata del campionato 2017-2018. Dopo i piazzamenti europei raggiunti grazie a un 6° e 5° posto raggiunti nei due anni sulla panchina del Milan, è arrivato il trasferimento al Napoli, dove, dopo un primo periodo di ambientamento e un 7° posto, è arrivato il 5° posto nella stagione 2020-2021.

Dopo un anno sabbatico, Gennaro Gattuso si è rimesso in pista, ritornando ad occupare nuovamente una panchina importante, in un grande clun storico ed europeo come il Valencia ne La Liga. L’arrivo dell’ex centrocampista in Spagna ha portato grande entusiasmo e, nonostante un primo periodo non semplice, l’ex tecnico di Milan e Napoli è stato in grado di impostare il suo stile di gioco grintoso, riuscendo a raccimolare 9 punti nelle prime sei giornate, frutto delle vittorie contro Girona, Getafe e Celta Vigo. Ad oggi, il tecnico dell’Els Che può contare un solo trofeo nella sua bacheca personale: la Coppa Italia vinta ai tempi del Napoli, durante la stagione 2019-2020, battendo la Juventus ai rigori, dopo lo 0-0 dei minuti regolamentari.
Süper Lig, Vincenzo Montella all’Adana Demirspor
La carriera da allenatore di Vincenzo Montella non è di certo iniziata poco tempo fa, tanto che nel 2022, in 12 anni di carriera, l’ex giocatore della Roma può contare l’esperienza in 8 club diversi. L’esordio in panchina non è stato da poco e risale allo scorso 2011 sulla panchina della Roma, dove in 16 apparizioni ha raccimolato una media di 1,56 punti. Terminata l’esperienza capitolina, è arrivata l’esperienza con il Catania nella stagione 2011-2012, per poi trasferirsi in pianta stabile alla Fiorentina tra il 2012 e il 2015, dove ha raggiunto il 4° posto per tre anni consecutivi, mantenendo una media di 1,80 punti di media a partita. L’allontamento dal Franchi lo ha portato prima a sedere sulla panchina della Sampdoria, poi su quella del Milan, dove però non ha raggiunto i risultati sperati.

Concluso anzitempo il suo contratto con i rossoneri, appena due mesi dopo l’allontanamento da Milanello, è arrivata la prima esperienza europea al di fuori dei confini, sedendo sulla panchina del Siviglia. Purtroppo, però, anche l’esperienza ne La Liga non ha portato i suoi frutti, durando appena quattro mesi, a causa di una media punti (1,43) non soddisfacente per le aspettative del club iberico. A distanza di un anno dall’ultima esperienza in panchina, è poi giunta la nuova avventura con la Fiorentina, dove però non è stato in grado di replicare il ciclo di successi delle stagioni precedenti. In seguito all’enesimo esonero in panchina, l’Aeroplanino si è preso due anni di riposo dalla carriera da allenatore, per poi riprendere con l’Adana Demirspor in Süper Lig nel settembre del 2021, dove il primo anno si è piazzato 9° con 55 punti, mentre nella stagione corrente è in testa alla classifica a pari punti con il Galatasaray con 16 punti raccimolati in 7 presenze. Nonostante la longeva carriera da allenatore, Vincenzo Montella può vantare un solo titolo in bacheca, ovvero la Supercoppa Italiana vinta a Doha nel 2016 ai rigori dal suo Milan ai danni della Juventus.
Süper Lig, Andrea Pirlo al Karagümrük
Sebbene la carriera da allenatore di Andrea Pirlo sia davvero agli albori, l’attuale allenatore del Karagümrük in Süper Lig ha già vinto due trofei nella passata esperienza alla Juventus, ma, nonostante questo, è stato più volte bersagliato per i risultati ottenuti e, soprattutto, per gli obiettivi mancati in quel di Torino. Scelto lo scorso 30 luglio 2020 come allenatore della Juventus Under23 (oggi Juventus Next Gen), il tecnico bresciano non si è mai seduto sulla panchina della seconda squadra bianconera, a causa del prematuro ed inaspettato esonero di Maurizio Sarri dalla prima squadra bianconera. L’allontanamento del tecnico ex Empoli e Napoli aveva portato Andrea Agnelli a optare per una scelta interna, facendo ricadere i suoi occhi proprio sulla figura di Andrea Pirlo che, alla sua prima stagione ufficiale in carriera, non ha deluso le aspettative. Nonostante la mancata continuità di risultati, un gioco non entusiasmante e alcuni obbiettivi non raggiunti, è pur vero, che alla sua prima volta in panchina, in una squadra storica e blasonata come quella della Juventus, ha ottenuto due trofei: la Coppa Italia e la Supercoppa italiana della stagione 2020-2021, trofei vinti rispettivamente contro Atalanta e Napoli.

La mancata brillantezza e la mancata continuità in campionato, un piazzamento in Champions League ottenuto grazie al 4° posto e conquistato all’ultima giornata grazie al regalo del Napoli, uscito sconfitto dal match contro la Fatal Verona, hanno portato la società della Vecchia Signora a prendere una decisione drastica, non priva di polemiche, con l’esonero del tecnico bianconero e il ritorno in panchina di Massimiliano Allegri. Dopo un anno sabbatico, Andre Pirlo è poi tornato in panchina durante la stagione 2022-2023, questa volta all’estero, nella Süper Lig turca, sulla panchina del Karagümrük. L’approccio col nuoco campionato non è stato semplice, ottenendo solamente 6 punti in sei giormate effettive; tuttavia, nonostante i risultati scarni, a più riprese la sua squadra ha fatto vedere buone cose in campo, forte anche di giocatori esperti tra cui gli ex Serie A Emiliano Viviano, Fabio Borini, Ebrima Colley e Matteo Ricci, oltre che l’apporto del talentuoso ex Zenit San Pietroburgo Magomed Ozdoev.
Süper Lig, Francesco Farioli all’Alanyaspor
Negli ultimi anni, La Süper Lig turca è stata considerata un ottimo punto di partenza per gli allenatori meno esperti, così da potersi mettere alla prova con un calcio avvincente e combattutto ma sicuramente meno frenetico rispetto ai ritmi dei 5 maggiori campionati europei. Contrariamente a Vincenzo Montella e Andrea Pirlo, che hanno già consolidato parte della loro carriera da allenatori altrove in Europa, Francesco Farioli ha iniziato la sua esperienza in panchina proprio dalla Turchia e lo ha fatto partendo da zero, iniziando a consolidare sempre più il proprio nome. Dopo una prima parte di carriera come advisor e assistente delle nazionali, tra cui quella del Qatar U17 e dell’Italia, e come preparatore dei portieri per Benevento e Sassuolo, il giovanissimo allenatore azzurro (33 anni) ha iniziato ufficialmente la sua carriera da allenatore nel 2020.

Dopo un primo anno come vice allenatore dell’Alanyaspor, oggi sua squadra attuale, Farioli si è poi trasferito alla guida del Karagümrük, terminando però anzitempo la sua esperienza durata dal marzo del 2021 al dicembre dello stesso anno. Nonostante l’esonero però, il tecnico italiano non è rimasto con le mani in mano, e appena due settimane dopo dal suo esonero, si è seduto sulla panchina dell’Alanyaspor, squadra che lo aveva lanciato. Alla sua prima vera esperienza, ha raccimolato 64 punti in 38 partite, raggiungendo un 5° posto a una sola lunghezza di distanza dalla qualificazione ai preliminari della UEFA Conference League. L’inizio della stagione 2022-2023 è stato un po’ stentato, con soli 8 punti in 11 partite ufficiali. Ad oggi, il coach toscano non ha ancora guadagnato alcun trofeo, ma ha lasciato intravedere grandi potenzialità e un bel gioco, fattori che lasciano presagire di poterlo presto vedere alla guida di una realtà più affermata e in un campionato più importante.
Hrvatska Nogometna Liga, Serse Cosmi all’HNK Rijeka

La carriera da allenatore di Serse Cosmi parla per sé. All’età di 64 anni e da circa 32 anni nelle vesti di tecnico, l’ex allenatore di Palermo e Lecce ha iniziato lo scorso 4 settembre la prima avventura da allenatore all’estero, sedendo sulla panchina dell’HNK Rijeka nell’Hrvatska Nogometna Liga. Dopo aver trascorso la vita tra la Serie A e le serie minori del calcio italiano, potendo vantare un campionato di eccellenza, un campionato dilettanti e una coppa interoto UEFA in bacheca, il tecnico nativo di Perugia è alla ricerca della prima grande gioia personale, il primo trofeo importante della sua carriera. Da sempre considerato come l’allenatore perfetto per risollevare dal baratro squadre disastrate e in una posizione scomoda in classifica, Serse Cosmi sta affrontando una nuova avventura con l’esperienza balcanica sulla panchina dell’HNK Rijeka. L’inizio della stagione non è andato secondo i piani dell’allenatore, a causa dei soli 6 punti conquistati in 10 giornate e il penultimo posto momentaneo in classifica. Tuttavia, la verve dell’ex Crotone, nonché la storia della squadra croata, porebbero essere un binomio vincente per rialzarsi presto in classifica, considerando anche che le ultime sconfitte sono state registrate contro le prime della classe, più attrezzate e più pronte rispetto alla sua squadra.
Qatar Stars League, Andrea Stramaccioni all’Al-Gharafa Sports Club
Un allenatore che nel corso degli anni è scomparso dai radar è sicuramente Andrea Stramaccioni, oggi all’Al-Gharafa Sports Club nella Qatar Stars League. Il 46enne romano ha iniziato la sua carriera da tecnico nelle giovanili della Roma, per poi passare, appena 36enne alla guida dell’Inter nella stagione 2012-2013, non prima di un anno alla guida dell’Under19. L’esperienza nerazzurra, però, non è andata come previsto, poiché, malgrado la prima storica vittoria targata Mauro Icardi nell’allora Juventus Stadium, fortino della Vecchia Signora, quell’anno la Beneamata ha registrato il punto più basso della sua storia recente, a causa del 9° posto in classifica a fine campionato, traguardo che gli è costato la guida tecnica. Miglior fortuna ha avuto, invece, nella stagione successiva sulla panchina dell’Udinese, trascinando il club friulano al 5° posto a fine campionato alle spalle di Juventus, Milan, Napoli e Fiorentina. Nonostante il grandioso risultato, però, a fine stagione le strade tra il tecnico e il club friulano si sono divise, portando l’allenatore a sposare sin da subito il progetto del Panathinaikos in Grecia, con il quale è arrivato secondo a fine campionato nonostante un distacco di 30 punti dalla vetta della classifica, comandata dall’Olympiacos, e secondo nella fase play off in ottica qualificazione alle competizioni europee.

Anche l’esperienza greca, però, è finita dopo un solo anno, determinando la caduta nell’oblio del tecnico romano. Dopo l’avventura in terra ellenica, Stramaccioni ha provato a dare una svolta alla sua carriera con lo Sparta Praga in Repubblica Ceca tra il 2017 e il 2018, ma anche qui non ha avuto fortuna, arrivando terzo a fine campionato a -12 dalla vetta. L’assenza di titoli e di risultati lo hanno portato a cambiare aria, tentando un’esperienza esotica del tutto fuori dal comune, sposando il progetto della squadra iraniana dell’Esteghlal FC nonostante alcune problematiche iniziali. Alla chiamata della squadra di Teheran, Federico Pastorello, agente di Stramaccioni, aveva comunicato la volontà di aspettare 48 ore prima di prendere una decisione, ma gli obbiettivi della società e della dirigenza, nonché le mire di mercato rivolte agli allora esperti giocatori della Serie A: Pucciarelli, Dramé e Thereau, avevano convinto l’ex Inter a firmare il contratto, iniziando contestualmente questa nuova esperienza. Le vicende in Iran sono continuate seguendo la sceneggiatura di uno dei migliori cinepattoni del cinema italiano e, nonostante la conferenza stampa con i media iraniani senza interprete, la scadenza del visto turistico e la latitanza, le dimissioni poi ritirate e i mancati allenamenti a causa del campo di allenamento chiuso, Andrea Stramaccioni è riuscito a conquistare il primo posto, nonché il titolo del campionato iraniano per poi rilasciare le dimissioni a fine stagione, scatenando le proteste dei tifosi.
Due anni dopo l’avventura in Oriente, l’ex Inter e Udinese è poi tornato a sedersi su una panchina, quella dell’Al-Gharafa Sports Club della Qatar Stars League. Il suo primo anno in Medio-Oriente si è concluso con un deludente 5° posto, frutto di 30 punti in 22 gare; mentre ben diverso è il bottino raggiunto nel corso della stagione corrente, con ben 12 punti in appena 7 partite e il momentaneo 4° posto a -4 dalla vetta occupata dall’Al-Arabi Sports Club di Rafael Alcantara e Aron Gunnarsson.
Gli allenatori italiani in Europa e nel Mondo
Tra i volti degli allenatori italiani all’estero, c’è anche quello di Alessio Lisci, tecnico 36enne alla guida del Levante. Subentrato nel corso della scorsa stagione, 2021-2022 de La Liga, ha tentato sino all’ultimo di invertire una partenza a dir poco complicata della squadra di Valencia, senza però riuscirci, chiudendo al penultimo posto e a -4 dal Cadice diciassettesimo. Retrocesso in Segunda Division, Lisci è rimasto alla guida delle Rane, occupando, momentaneamente dopo 7 giornate, l’11° posto in classifica.

Più vicino alla Serie A, appena qualche chilometro al di là delle Alpi, c’è Paolo Tramezzani, tecnico del Sion, squadra della Super League svizzera, al momento quarta dopo 8 giornate. Più a est dell’Italia, precisamente in Romania, c’è un allenatore che, contrariamente, alla stragrande maggioranza dei tecnici azzurri, ha svolto gran parte della sua attività da allenatore all’estero, venendo addirittura considerato un veterano della Liga I. Dopo le esperienze sulla panchina del National Bucarest, del CFR-Ecomax Cluj, del Rapid Bucarest, della Politehnica Iasi, dello Steaua Bucarest, del Targu Mures, del Voluntari e del Clubul Sportiv Universitatea Craiova, Cristiano Bergodi è dal 2021 è alla guida tecnica del Sepsi, squadra che occupa dopo undici giornate il 7° posto in classifica con 16 punti.

Se Bergodi può essere considerato un veterano della Liga I rumena, lo stesso si potrebbe dire di Gianluca Festa per quanto riguarda la Souper Ligka Ellada in Grecia. Chiamato all’impresa salvezza del Pas Lamia nel corso del 2022, è riuscito a rimanere nella massima serie ellenica prevalendo ai play-out; oggi, occupa il terz’ultimo posto con appena 3 punti conquistati in cinque giornate. Poco più a sud della Grecia c’è Malta con la sua Premier League in cui il Floriana di Gianluca Atzori è un degno partecipante. Con i suoi 7 punti conquistati in quattro partite, il Floriana si candida come protagonista della massima serie maltese dopo aver vinto la Coppa di Malta nel 2021, il primo, nonché unico, trofeo in carriera del tecnico azzurro. Sempre in quel di Malta è da sottolineare la figura di Giovanni Tedesco, ex capitano del Palermo e oggi allenatore del Birkirkara, squadra che aveva già allenato nel 2015. Oggi occupa dopo quattro giornate il primo posto in classifica a punteggio pieno.
Spostando gli occhi dall’altra parte dell’oceano, specificatamente in MLS, si trova Vanni Sartini, attuale allenatore dei Vancouver Whitecaps. Subentrato duranto lo scorso anno all’esonerato Marc Dos Santos, oggi guida la squadra canadese che occupa, dopo 32 giornate, il decimo posto nella Western Conference con 40 punti a -5 dalla qualificazione ai play off. Il campionato a stelle e strisce può vantare anche della figura di Christian Lattanzio, allenatore ad interim dello Charlotte FC con 38 punti in 31 giornate a -4 dall’Inter Miami di Higuain.
Tutti i Paesi in cui allenano tecnici italiani

L’inizio dell’era del calcio moderno ha portato allenatori e calciatori ad avere maggiori ambizioni nelle loro carriere, tanto da decidere di fare esperienza all’estero e lontano dai confini nazionali per mettersi in gioco. Da questo nuovo movimento calcistico non sono esenti i tenici azzurri alla costante ricerca di nuovi stimoli e nuove sfide, sono, infatti, 203 gli allenatori italiani alla guida tecnica di una squadra estera appartenente ai più disparati campionati: dall’Europa, all’America, passando perl’Oceania. Spagna, Inghilterra, Turchia, Stati Uniti, Croazia, Svizzera, Qatar, Romania, Malta, Grecia, Albania, Lituania, Paesi Bassi, Scozia, Germania, San Marino, Liechtsenstein, Finlandia, Danimarca, Nuova Zelanda, Madagascar, Ungheria, Austria, Estonia, Zanzibar e Lussemburgo, sono questi i Paesi in cui gli allenatori azzurri stanno facendo esperienza nei rispettivi campionati e nelle più disparate serie minori. Discorso analogo si potrebbe fare per gli allenatori che hanno deciso di intraprendere una carriera alla guida della Nazionale di un altro Paese come Marco Rossi con l’Ungheria, Edoardo Reja con l’Albania, Francesco Calzona con la Slovacchia, Devis Mangia con il Malta, Giovanni De Biasi con l’Azerbaijan, Stefano Cusin con il Sudan del Sud, Fabrizio Costantini con il San Marino e Francesco Moriero con le Maldive.