È inutile girarci intorno, la Champions è un’ossessione. È un’ossessione per gli allenatori Guardiola ed Inzaghi il cui lavoro è valutato in base al fatto se si è riusciti a mettere o meno in bacheca la Coppa dalle Grandi Orecchie, è un’ossessione per i club stessi che con o senza Champions League impostano in maniera diversa un’annata a partire dalla campagna acquisti.
Sicuramente ora, a pochissimi giorni dalla finale di Istanbul, è l’ossessione di Manchester City ed Inter. Per motivi diversi, questa partita, ha un peso rilevante per entrambe le squadre che potrebbero scrivere, vincendola, un pezzo della loro storia che non verrà dimenticato.
Abbiamo chiesto in ESCLUSIVA a Fulvio Collovati, uno che di finali importanti se ne intende, cosa aspettarci da questa partita e quali sono le speranze della “sua” Inter di riportare in una dimensione europea il calcio italiano che, con 3 squadre nelle finali delle 3 coppe continentali, ha vissuto un’annata straordinaria.

Manchester City-Inter, Collovati: “L’emozione è l’insidia più grande”
Sono proprio le aspettative delle due squadre a dare un peso particolare a questa finale. Il Manchester City, oltre alla Coppa delle Coppe del 1970, non ha mai vinto nulla al di fuori dei confini nazionali e la Champions sarebbe il giusto coronamento del lavoro svolto in questi anni da Guardiola e degli investimenti faraonici della proprietà. L’Inter, dal canto suo, con la vittoria di 13 anni fa aveva segnato in un certo senso la fine di un era importante del calcio italiano ed ora potrebbe aprire un’altra.
Come si prepara quindi una partita così importante? Collovati è certo: “L’approccio a questo tipo di gare, anche se arrivano alla fine di una stagione comunque lunga, non riguarda lo stato di forma, ma più che altro lo stato mentale dei giocatori. Sia Guardiola che Inzaghi dovranno essere bravi a gestire la tensione dei loro uomini perché si tratta di una finale e non puoi non pensarci, ma l’emozione deve essere gestita perché è il nemico più insidioso per entrambe le squadre”.
ManchesterCity-Inter, Collovati: “Non è una finale già scritta”
Il Manchester City, dopo il 4-0 rifilato al Real Madrid nella semifinale di ritorno, parte nettamente favorito. Tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori attribuiscono all’Inter il ruolo di semplice comparsa in questa finale, ma è veramente così oppure ci dobbiamo aspettare delle sorprese?
Non ha dubbi, Collovati: “In effetti la sensazione che si respira è proprio quella della storia già scritta, ma io dico sempre che una finale è una finale e l’Inter a questa partita ci arriva bene sia fisicamente che mentalmente. Tutti i reparti, dall’attacco alla difesa, sono al massimo della forma quindi i nerazzurri affronteranno questa partita nelle migliori condizioni possibili. Nulla è mai scontato in gare come questa. A parte forse Milan Barcellona 4-0 nessuna finale è stata mai dominata da una delle due squadre. Sono partite che vivono di episodi dove veramente tutto può accadere. Lo abbiamo visto proprio con la Roma in Europa League”.

ManchesterCity-Inter, Collovati: “Non uomini chiave, ma modalità di gioco”
Manchester City e Inter sono due squadre che hanno nella rosa ampia la loro arma più importante. Sia da una parte che dall’altra ci sono campioni che hanno esperienza internazionale e hanno i mezzi per decidere la partita con una giocata. Ci sono però, secondo lei, degli uomini chiave sui quali gli allenatori puntano?
“Io penso di no, forse solo Edin Dzeko che è un ex e magari avrà un senso di rivalsa, ma entrambi gli allenatori hanno veramente l’imbarazzo della scelta. Credo che Inzaghi partirà con un attacco formato proprio da Dzeko e Lautaro Martinez che attualmente è in una forma strepitosa, con Lukaku che subentrerà nella ripresa. Questa è la formula vincente dell’ultimo periodo che pare aver dato una certa stabilità alla squadra” dichiara l’ex difensore, che prosegue: “Guardiola ha gente come De Bruyne, Haaland, Bernardo Silva che fanno paura a tutti ma l’Inter ha un centro campo più compatto e propositivo. Calhanoglu Mkhitaryan e Barella sono capacissimi, con i loro inserimenti di fare malissimo alla difesa del City. Gli inglesi lo hanno un punto debole ed è proprio la difesa alta un po’ spavalda che potrebbe lasciare spazi interessanti ai centrocampisti nerazzurri. La chiave, secondo me, è proprio lì nel modo di giocare delle due squadre”.
ManchesterCity-Inter, Collovati: ” In Champions nerazzurri hanno fame”
Quello che sorprende dell’Inter è lo stato di forma. Attualmente, è la squadra più in palla della Serie A e lo ha dimostrato anche nella recente finale di Coppa Italia dove la sensazione di superiorità in campo è stata nettissima per tutti i 90 minuti, e il rendimento a dir poco altalenante in campionato. Com’è possibile una differenza di tale natura in una big come l’Inter?
Collovati ha provato a dare una spiegazione: “In effetti il rendimento in campionato è uno dei lati oscuri dell’Inter di quest’anno. Non si riesce a capire come una squadra del genere con tutte le alternative che ha, come lo stesso Lukaku, de Vrij, D’Ambrosio, Gosens, sia riuscita a perdere 12 partite. Credo in effetti che sia una questione di mentalità. La squadra ha affrontato da subito la Champions con una fame feroce che invece non hanno messo in campionato. Le sconfitte con il Monza in casa, o con l’Empoli non sono un caso, ma indicano proprio che in Champions la squadra aveva una rabbia agonistica che in campionato non si è mai vista. Questa è l’unica spiegazione possibile e sono convinto che questa rabbia la vedremo anche nella finale contro il Manchester City“.
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ManchesterCity-Inter, Collovati: ” la Roma insegna che conta anche la fortuna”
Intanto, l’Italia ha aperto questo tris di finali con una sconfitta. La Roma ha perso ai rigori contro un Siviglia che sembra essere il padrone assoluto della Europa League. Cosa rimane di questa partita dei giallorossi: più una delusione o c’è comunque da celebrare un risultato ottimo per una squadra che non era partita, in questa competizione, con i favori del pronostico?
Il parallelismo con Manchester City-Inter, per Collovati, è immediato: “Il divario tra Roma e Siviglia non è certo lo stesso che in teoria ci dovrebbe essere tra Manchester ed Inter, però la finale di Europa League è la dimostrazione che queste partite vivono sempre sul filo dell’equilibrio. Di sicuro la Roma potrà recriminare per qualche episodio sfortunato, ma in fin dei conti le squadre sono arrivati ai rigori, quindi di sicuro i giallorossi non sono da condannare, i rigori sono questi a volte vinci e a volte perdi. Forse, dopo il vantaggio, avrebbe dovuto cercare di tenere il vantaggio, ma in una finale ci può stare, conta anche la fortuna che la Roma non ha avuto e che invece, mi auguro, possa avere l’Inter“.

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