Un fulmine a ciel sereno è caduto sul mondo del calcio, la notizia è emersa tramite il suo profilo Instagram. Mesut Özil dice addio al calcio giocato all’età di 34 anni. Un palmarès che farebbe invidia a chiunque, a partire dal Campionato Primavera vinto con lo Schalke 04, una Coppa di Germania con il Werder Brema, LaLiga, Coppa e Supercoppa spagnola vinte con il Real Madrid.
Ha poi vinto 4 Coppe d’Inghilterra e 2 Supercoppe d’Inghilterra con l‘Arsenal ed infine Europeo U21 e Mondiale con la Germania. Tantissimi i messaggi di affetto all’ex Campione del Mondo. A partire dagli ex compagni di squadra come Khedira o Sanchez, ma anche Real Madrid e Arsenal hanno deciso di omaggiare Özil pubblicamente.
Dallo Schalke 04 all’impatto in Bundesliga
Ma torniamo indietro di 17 anni, all’esordio di Özil nel mondo dei grandi. Era il 12 agosto 2006 durante Schalke 04-Francoforte, match di Bundesliga, quando il mister Slomka decide di buttare dentro uno sconosciuto di appena 17 anni, senza sapere che sarebbe diventato uno tra i migliori trequartisti dell’era moderna, ma purtroppo anche uno dei più sottovalutati.
Özil inizialmente viene usato perlopiù come esterno, quindi le prestazioni non sono delle migliori ed il gol tarda ad arrivare. Ma finalmente arriva nella partita di Coppa di Germania, poi vinta per 9-0 contro l’Eintracht Trier. In quell’occasione fu schierato come trequartista e riuscì a trovare la sua prima rete in prima squadra.
L’esperienza con lo Schalke 04 è utile per crescere ancora di più, ma i veri sprazzi di Mesut Özil arrivano con il passaggio al Werder Brema. Il Mago in 3 anni colleziona 108 presenze mettendo a segno 16 gol e 54 assist, vincendo la Coppa di Germania da titolare nella seconda stagione. Naturalmente gli occhi di mezza Europa sono su di lui, in particolare del Real Madrid di José Mourinho.

La chiamata del Real Madrid di Mourinho
Ad agosto 2010 in Germania si sono già rassegnati, purtroppo per il Werder Brema sarà impossibile coccolarsi ancora il “re degli assist“. Il Real Madrid si presenta alla porta con 18 milioni di euro e Özil non deve pensarci neanche un secondo. I Blancos l’anno prima hanno fatto una campagna acquisti faraonica, mettendo le basi al grande Real che per anni dominerà la scena mondiale. Nella stagione 2009-2010 sono stati infatti acquistati Cristiano Ronaldo, Benzema, Kakà, Xabi Alonso e Arbeloa.
L’anno successivo insieme ad Özil arrivano anche Carvalho, Khedira ed El Fideo Di Maria. Era un Real Madrid fortissimo che si continuava a rinforzare anno dopo anno. Nella sua prima stagione in Spagna Özil gioca 56 partite, segnando 10 gol e fornendo 28 assist, 19 dei quali solo in LaLiga. Era un vero e proprio mago con la palla tra i piedi, ogni pallone toccato con l’esterno diventava letteralmente oro colato.
Con i merengues è sempre stato in ottima forma, mai un infortunio. Arriva a totalizzare 172 partite con 27 gol e 81 assist, tutto ciò in appena 3 stagioni a soli 23 anni. Nella seconda stagione al Real Madrid gli viene affidata la 10, numero pesantissimo per la storia madrilena, tra i proprietari troviamo nomi del calibro di Puskás, Figo e Seedorf.

Dalla lite con Mourinho alla vittoria del Mondiale
Purtroppo però anche la storia d’amore più bella è destinata a finire. Nela stagione successiva a quella dei famosi 100 punti, lo spogliatoio si spacca e Özil entra in contrasto con Mourinho. Tra i due si vocifera che ci siano stati anche accesi confronti negli spogliatoi. La situazione si risolve con entrambi via a fine stagione e per il tedesco c’è l’Arsenal ad accoglierlo a braccia aperte. Pagato 47 milioni di euro, Özil resterà con i gunners per 7 stagioni.
Con l’Arsenal disputa 268 gare, segnando 44 gol e fornendo 79 assist. Nel periodo inglese è però spesso colpito da infortuni, il più significativo è la rottura parziale del legamento, che lo porterà a saltare 18 match. In 7 anni sarà assente per un complessivo di 72 partite, ma nonostante ciò il suo rendimento è ancora molto alto.
Con i gunners amplia in maniera significativa il suo palmarès, ma non riesce mai nell’impresa di riportare il titolo della Premier League in una piazza in cui manca ormai da troppo tempo. Ma proprio durante il periodo in Inghilterra vince il titolo più importante della sua vita, la Coppa del Mondo nel 2014. È un Mondiale che gioca da protagonista, partendo titolare in tutte le occasioni. Riuscendo anche a trovare la rete nel match degli ottavi vinto 2-1 contro l’Algeria.
Gli ultimi anni in Turchia, tra Fenerbahce e Basaksehir
A gennaio 2021 finisce un altro capitolo della storia di Özil, che viene messo letteralmente alla porta dall’Arsenal. Non esiste un vero e proprio motivo, ma potrebbero essere molteplici. Dall’amore mai sbocciato con Arteta, ai problemi fisici fino all’ingaggio troppo elevato per un over 30. Fatto sta che il talento tedesco sbarca in Turchia, sponda Fenerbahce a parametro 0.
Gioca in due stagioni 39 partite, fornendo 9 gol e 3 assist. Naturalmente il rendimento è calato molto, sia a causa dell’età che delle precarie condizioni fisiche. Per quest’ultimo motivo ha saltato ben 32 partite. Il mago di Oz, che ha per anni incantato l’Europa con le sue giocate, inizia una fase di declino indecorosa. Ed è un vero peccato visto quello che ha offerto e che poteva continuare ad offrirci.
Dopo la breve esperienza al Fenerbahce cambia squadra, restando però sempre in Turchia. Questa volta la sua avventura sarà al Basaksehir, ma non vede quasi mai il terreno di gioco. Il problema alla schiena, nato ai tempi dei gunners, lo tiene fuori per quasi 100 giorni, senza contare gli altri problemi fisici. È indisponibile per 23 partite, riuscendone a giocare solamente 7, tra cui 5 partendo in panchina. La sua seconda avventura in Turchia è disastrosa e ormai il fisico non riesce più a reggere.
Mesut Özil appende gli scarpini al chiodo
Proprio nel momento peggiore della sua carriera capisce che non c’è più niente da fare. Quello che era il talento più cristallino del calcio moderno sembra si sia sgretolato lentamente. Rimane un mezzo sorriso sul volto di Özil, che è comunque riuscito a giocare in due club top a livello europeo, ma c’è sempre dell’amaro in bocca. Alla sua esperienza a Madrid era riuscito a fare più assist di Xavi e Iniesta, riusciva a fare giocate che mettevano in dubbio la sua appartenenza al genere umano.
Ma non tutti i film vanno come vorremmo, ma questo ha senz’altro il finale che nessuno avrebbe voluto. Uno dei più grandi “What if” della storia del calcio ha appeso gli scarpini al chiodo il 22 marzo 2023, così tanto forte quanto sfortunato.