Senza alcun dubbio uno dei maggiori protagonisti dello Scudetto targato 2021/22, grazie a perfette chiusure difensive, marcature preventive eccezionali ed un senso di intervento e posizione fuori dal normale: il Milan ha goduto per diverso tempo di quella che probabilmente è stata la miglior versione in carriera di Fikayo Tomori, a dir poco fondamentale – insieme all’esplosione di Kalulu e la saracinesca Maignan – per il titolo dell’anno scorso, ma quest’anno a dir poco altalenante. E Pioli cerca soluzioni.

O per meglio dire, l’allenatore rossonero cerca risposte, non capacitandosi della sufficienza e dell’evidente difficoltà tattica dello stesso difensore inglese, ancora una volta escluso dai convocati del CT Southgate per i match validi per la qualificazione ad Euro 2024 dell’Inghilterra. Dopo la mancata chiamata per il Mondiale di Qatar 2022, altra cocente delusione per Tomori, che questa volta non può però che essere silenziosamente accettata: l’ex Chelsea pare l’ombra di sé stesso, col Milan in piena emergenza difensiva.
Milan, cercasi vero Tomori: anello mancante della difesa di Pioli
Certamente deludente, troppo spesso discontinuo nelle prestazioni, soltanto apparentemente collaudato e ben calato nella parte all’interno della difesa a tre ultimamente schierata da Stefano Pioli: Fikayo Tomori non sta probabilmente reggendo le pressioni del momento, vacillando in maniera preoccupante e, come testimoniato dall’erroraccio ultimo in quel di Udine, spesso e volentieri incerto sul da farsi: lecito chiedersi il motivo e studiarne il momento. Ma una domanda sorge spontanea: l’anno scorso sarebbe andata uguale?

Non sarebbe giusto parlare di anello debole riferendoci a Tomori, vero e proprio pilastro perfetto della retroguardia nelle mani di Pioli: fisicamente forte, abile sia nel gioco palla a terra che nei duelli aerei, pressoché perfetto nei tackle difensivi. Cosa è cambiato? Non ci è dato saperlo, ma a tal proposito sarebbe forse giusto parlare del centrale del Milan come di un anello mancante: non gira lui, fatica anche Thiaw, grande scoperta della stagione di Pioli, per non parlare di Kalulu, quest’anno troppo spesso in versione monstre.
Il problema sembra grave, sebbene non irreparabile: non è un caso se il Milan per diverse partite non ha subito gol, vincendo di corto muso ma ugualmente senza soffrire. Lo ha fatto sia con Tatarusanu che con Mike Maignan tra i pali. Lo ha fatto soprattutto con Thiaw, ma anche con Tomori e Kalulu nella difesa a tre: e quindi, dove sta il problema? Udine è solo l’ultimo episodio di una serie troppo lunga, a cui si aggregano quelli contro il Napoli (girata di Simeone) e Fiorentina (rigore su Ikoné): urge ritrovare certezze.

Milan, Tomori non convince Southgate: maledizione Inghilterra
Ed è chiaro come, nel momento della pausa per consentire lo svolgimento delle gare delle proprie nazionali, ora lo stesso Tomori cercherà di resettare, staccare la spina e rimettersi velocemente in carreggiata: il Milan ha bisogno della sua solidità e della sua leadership difensiva. Probabilmente non dello stesso avviso il CT inglese Southgate, che ha optato per l’ennesima volta di non convocare il centrale di difesa in vista del doppio appuntamento contro Italia ed Ucraina: ancora niente nazionale dopo la mancata convocazione per i Mondiali.

Evidentemente si tratta di una maledizione per Tomori, che non raggiunge i propri colleghi connazionali dal 2022: prima di questo momento, per lui erano state importanti e senza dubbio meritate – ai tempi del Chelsea – le chiamate nel 2019 e nel 2021, con Southgate invece che, in questo momento, gli ha preferito Guehi e Dier, oltre ai perni Maguire e Stones. Se da una parte l’assenza a Qatar 2022 fu inaspettata ed immeritata, dall’altra questa pare giusta e può risuonare come campanello d’allarme. Il Milan ed il tecnico Pioli si augurano che abbia effetto motivazionale su Fikayo Tomori.