Gli ottimi risultati del mese di febbraio, con conseguente passaggio del turno ai quarti di finale di Champions League, avevano fatto pensare al Milan che il peggio fosse passato e invece il mese di marzo si è mostrato come la famosa filastrocca. “Marzo è pazzerello, non metter via l’ombrello”. Forse Stefano Pioli e i tifosi rossoneri non avevano mai sentito questo pezzo, altrimenti non si sarebbero stupiti del ritorno della pioggia.

“Il sole può sbucare ma poi senti tuonare…Giù acqua a catinelle e nuvoloni a pecorelle”. Mai filastrocca è più idonea alla situazione che si vive a Milanello. Un gennaio da incubo, seguito da un roseo febbraio, per poi tornare il temporale in questo mese. Dopo la sosta il Milan affronterà lo schiacciasassi Napoli, ma l’allenatore Stefano Pioli sembra nel caos, volendo tornare di nuovo alla difesa a quattro. Tre cambi tattici in due mesi, forse troppi per dare delle certezze.

Milan, le incertezze di Pioli si rivedono nella squadra
Sicuramente è stato uno degli artefici più importanti della rinascita del Milan negli ultimi anni, fino alla conquista dello Scudetto che mancava dal lontano 2011. Stefano Pioli però sembra aver perso quelle certezze che aveva trovato dalla ripresa del campionato dopo la sosta per la pandemia Covid-19.
Il 4-2-3-1 si era rivelato il punto di forza, capace di dare equilibrio e concretezza. I diciotto clean sheet della scorsa stagione, di cui nove nelle ultime partite di campionato decisivi per il titolo, ne sono la conferma ma in questa stagione è cambiato tutto. Il Milan ha già subito trentasei gol in Serie A, cinque in più di tutto il campionato scorso.

L’allenatore Stefano Pioli ha febbraio ha deciso di cambiare passando alla difesa a tre, che sembrava aver dato certezze, subito spazzate via dalle ultime sconfitte. Adesso il tecnico emiliano sembra voler tornare di nuovo alla difesa a quattro al rientro dopo la sosta, mettendo davanti a Kvaratskhelia il capitano Davide Calabria, che non gioca 90′ da più di un mese proprio per scelta del tecnico.
Un caos nella testa dell’allenatore del Milan, che si rispecchia anche nelle prestazioni in campo della squadra, che sembra aver perso quella sua fluidità di manovra e solidità difensiva. Le involuzioni dei vari Tomori, Kalulu, Rafael Leao e Tonali – per fare gli esempi dei protagonisti della cavalcata Scudetto – non possono essere solo un problema legato a se stessi.