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“Per essere grandi campioni bisogna essere coerenti, anche fuori dal campo e non basta il talento. Uno che non salta mai l’allenamento, che arriva sempre puntuale, che fa il suo lavoro e che rispetta ogni regola. Per questo Maldini è stato il più forte al mondo, perché era sempre sul pezzo“.
Queste sono le parole con cui Gennaro Gattuso, storica bandiera del Milan, descrisse l’uomo che al meglio rappresenta la storia rossonera, Paolo Maldini, capitano dal 1997 al 31 maggio 2009: per 12 anni, l’attuale direttore sportivo del Diavolo ha indossato quella fascia sul braccio tanto ambita da chiunque abbia un certo attaccamento alla maglia per la quale è pronto a sacrificare corpo e anima, combattendo con tutte le proprie forze in ogni partita e in ogni allenamento. Purtroppo però capitano ci si nasce, non ci si diventa, e molto spesso alcuni uomini faticano a reggere tale pressione.
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La crisi in Supercoppa, il Milan di Pioli esce sconfitto a testa bassa

Mercoledì 18 gennaio Ore 20, King Fahd International Stadium di Riyad, è tutto pronto, fischia l’arbitro Maresca, direttore dell’incontro, ed inizia la sfida tra Milan e Inter per la Supercoppa Italiana. Oltre ad esserci in palio un trofeo si sta giocando anche il derby di Milano, uno dei testa a testa più importanti del calcio italiano e quando queste due squadre si scontrano, a prescindere dalla competizione, non si assisterà mai ad una partita come le altre, c’è in gioco molto di più, l’orgoglio e l’amore per la propria parte del capoluogo lombardo.
La squadra di Stefano Pioli fin dalle prime battute però è in evidente difficoltà: la fase difensiva non comunica, il centrocampo è slegato dagli altri due reparti e la davanti non arrivano palloni, anche il più semplice dei passaggi viene sbagliato, gli uomini di Inzaghi hanno il totale controllo del match. Risultato? Un netto 3-0, senza se e senza ma, ed un Milan mai pericoloso, distratto, stanco, disattento e in alcuni tratti persino svogliato esce a testa bassa, non mostrando alcun segno di reazione.
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Il dolore di un capitano, la reazione di Calabria al momento del cambio

La prestazione indecorosa del King Fahd International Stadium di Riyad può essere riassunta da un’immagine vera, forte, che fa male a chiunque abbia il Milan nel cuore: è il 79′, l’Inter ha da poco segnato il terzo gol con Lautaro Martinez sull’ennesimo errore di Tomori ed è ormai a un passo da conquistare la Supercoppa; Stefano Pioli, forse per precauzione in vista della complicata sfida con la Lazio, forse per svegliare i suoi, decide di sostituire insieme a Olivier Giroud anche Davide Calabria, rincalzato da Sergino Dest.
Dopo che il numero 2 rossonero ha preso posto in panchina, le telecamere arabe mostrano in diretta internazionale la delusione negli occhi del capitano del Milan, affranto e incredulo di fronte alla debacle che lui e i suoi uomini hanno procurato alla propria squadra. Il classe ’96 è stato visto quasi in lacrime, incapace di darsi pace per la propria disastrosa prova, nella quale non è mai riuscito a contenere difensivamente le discese di Dimarco e Dzeko dal punto di vista del campo e per non essere mai stato in grado di risvegliare i propri compagni, come invece un vero capitano dovrebbe riuscire a fare, perché quel DNA da leader ce l’ha nel sangue.
Milan, l’infortunio cambia Calabria

La disfatta contro l’Inter in Supercoppa non è stato un crollo improvviso ma solo l’ennesima conferma che nell’ultimo periodo il Milan di Stefano Pioli ha smesso di far paura ai propri avversarsi e spesso auto-sabotando le proprie sfide, con errori dati da un’insicurezza psicologica che a questo punto rischia di diventare quasi patologica.
Per quanto riguarda Davide Calabria, sicuramente quell’infortunio al bicipite femorale del 29 settembre non ha giovato sicuramente alla propria condizione fisica, a tal punto che l’ha costretto a saltare ben 12 partite. 4 gennaio 2023, dopo la lunga attesa per la pausa dei Mondiali di Qatar 2022, riparte il campionato e il Milan si troverà davanti la Salernitana di Nicola, e il capitano dei rossoneri, ormai recuperato, viene schierato dall’inizio.
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Seppur con qualche difficoltà, gli uomini di Pioli riescono a portare a casa i tre punti, ma qualche cedimento sembra essere in fase di progressione. Roma, Torino, Lecce e poi l’ultima con l’Inter: Davide Calabria presente nelle ultime 4 disastrose prove dei rossoneri, al Via del Mare riuscirà anche a trovare la via del gol, ma qualcosa non funziona. La fascia destra del Milan viene travolta in ognuna di queste quattro partite e la fase difensiva del capitano rossonero è disarmante. Insomma, la retroguardia rossonera fa acqua da tutte le parti.
Milan, Pioli riparte dalla difesa

Puntare il dito contro un singolo uomo all’interno di una squadra in un momento di down non è mai la soluzione giusta, ma un capitano deve riconoscere per primo i propri errori e far in modo che i propri compagni possano imparare dalle correzioni a matita rossa per poi ripartire con maggiore esperienza. In questo momento, c’è da dirlo, la fase difensiva del Milan ha un problema, eppure i giocatori sono gli stessi che l’anno scorso garantivano sicurezza.
La velocità di Tomori, la freschezza di Kalulu, l’esperienza di Kjaer, la devozione di Calabria e le accelerazioni di Theo Hernandez, dove sono finite tutte queste grandi qualità, anzi unicità, plasmate egregiamente da Stefano Pioli?
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La soluzione giusta ora potrebbe essere quella di far rifiatare i giocatori più presenti, magari come lo stesso ex Chelsea e dare maggiore possibilità ai nuovi arrivati, come Dest e Thiaw: qualunque possa essere la cura per la difesa del Milan, indubbiamente il tecnico rossonero riuscirà a trovare la formula magica per far brillare di nuovo il Diavolo, ma dovrà farlo lavorando sulle proprie capacità migliori, quali la normalità, la semplicità e la voglia di rimanere uniti, insieme.