Quando l’altoparlante chiama l’ultima fermata, la sola cosa da fare è raccogliere tutto e scendere. Capolinea. La sconfitta interna del Milan contro il Borussia Dortmund rischia di esserlo per Pioli e il suo staff, nonché per alcuni calciatori che in estate potrebbero cambiare aria. La Champions League è da sempre la casa del Diavolo e salutarla, a meno di miracoli, con una vittoria su cinque partite è la retromarcia più grande del treno su cui viaggiano 124 anni di storia rossonera.
Quella di San Siro è stata una serata di momenti mancati: delle fantomatiche sliding doors, non ce n’è stata neanche una aperta per il verso giusto. Il rigore di Giroud, al terzo errore su quaranta tirati, il gol di Reus sempre dal dischetto e l’infortunio di Thiaw su tutti. Fotografia di una formazione già in emergenza e totalmente incapace di volgere gli episodi a proprio favore.
Incubo infortuni: Milan, che succede?
Nella sconfitta per 3-1 in casa con il Borussia Dortmund c’è anche una discreta componente di sfortuna, che però si limita soltanto agli episodi già descritti. Perché se una squadra come il Milan arriva ad un impegno da dentro o fuori con Kjaer, Kalulu, Sportiello, Leao e Okafor tutti out per infortuni muscolari non è accettabile prendersela solo con la cattiva sorte. Gambe pesanti? Carichi esagerati? A Milanello si lavora duro, ma è il “come” a preoccupare i tifosi che non esitano sui social a scagliarsi verso i collaboratori di Pioli.
Non è esente da critiche neanche il tecnico che due anni fa ha riportato uno Scudetto nella Milano rossonera, investito dall’ironia dei tifosi sullo scarso utilizzo di Adli, che ben aveva figurato nelle uscite da titolare e ha dovuto aspettare che la lista degli infortuni si allungasse per rivedere la luce. Nell’occhio del ciclone anche una fase difensiva che concede ad una formazione storicamente spregiudicata come il Dortmund, non bilanciata offensivamente da precisione sotto porta.
Coraggio di cambiare
In sostanza, si è rotto il Milan. Letteralmente, se si pensa alla sequela di indisponibili anche in ottica prosieguo della stagione in Serie A. Ma anche in maniera figurata, perché in campo, in panchina e sugli spalti vivono ad oggi tre entità diverse. Il Diavolo è diventato Cerbero, con le teste che però non comunicano più tra loro: Pioli è solo e la scarsa possibilità di turnover ha fatto il resto in questo ambiguo avvio di 2023/24,
Cosa resta, allora, al Milan? Il gol di Chukwueze, confusionario ma efficace. Il brio di Pulisic, che soffre però di isolamento tattico. La prova di Tomori, gigante finché ha potuto. Se a tradire è anche Maignan, come in occasione del terzo gol, allora qualcosa si è frantumato per davvero. Resta da capire la volontà di Cardinale e del board dirigenziale: una cosa che non funziona va aggiustata. E se proprio è da buttare, allora bisogna avere il coraggio di affrontare un drastico cambiamento.