- Continua a leggere sotto -
I soldi sono il pane dell’impresa. Sono quelli che regolano la vita economica di una società. Nel caso del Milan essi hanno vissuto una vera e propria montagna russa, una strategia d’impiego che ha visto in sé i due volti della medaglia. La spesa folle di Yonghong Li caduta presto in un dramma che per poco non ha sfiorato il disastro, e la rigida accortezza di Elliott avviata tra lo scetticismo generale e tramutatasi progressivamente in trionfo societario. Il club di oggi è lo specchio di un passato di sacrifici e scommesse, che come tali hanno il rischio nella loro natura. I rossoneri sono usciti dal vicolo delle avversità, hanno vinto i rischi facendo leva sulla conoscenza calcistica del trio Maldini–Massara–Moncada. Ciò ha portato a un risanamento costante del bilancio che ha permesso operazioni di mercato come quella del nuovo arrivato in casa Milan Charles De Keteleare.

Milan, tra l’era Li e l’avvento di Elliott: il cambio di strategia sul mercato
La parentesi Yonghong Li al Milan è di quelle che ancora oggi gettano mistero e curiosità. Una gestione fatta di caparre, aumenti di capitale e prestiti che hanno coinvolto, secondo Calcio e Finanza, circa 524 milioni di euro. In questo flusso di denaro ci sono anche le spese del mercato che vedono la società rossonera acquistare circa 11 giocatori, un segno di rottura con l’ultimo periodo della gestione Berlusconi. Tuttavia i risultati non sono all’altezza, così come la forza imprenditoriale di Li, la quale si vede sfilare la proprietà del Milan dal fondo americano Elliot per inadempienza ai prestiti contratti. Dopo un primo anno svolto all’insegna di una spesa più oculata, ma anch’essa onerosa come ad esempio le operazioni che portano a Milano i vari Piatek, Paquetá e Higuain, nell’estate 2019 si decide per un cambio di rotta.
Leggi anche: Milan, primo giorno per De Ketelaere: gol in allenamento
Maggiore spazio all’area scouting, tetto salariale per gli stipendi e un’impostazione nelle trattative improntata alla rigidità nella valutazione dei calciatori in fase di acquisto. I primi esempi per ordine di tempo sono Theo Hernandez, Krunic e Bennacer, prelevati con una spesa accorta e forti di un talento ancora tutto da esprimere. La ragione su una tale strategia risiede anche per questioni di sostenibilità economica, dato che il bilancio dell’epoca presenta un rosso elevato, ereditato dalle ultime deludenti annate sportive. Tuttavia la vera svolta al Milan arriva nel 2020 in occasione della pandemia che scombina il mondo e anche il settore calcisitico. Un punto di rottura che segna l’avvio di un ciclo di perpetua crescita della società lombarda.
- Continua a leggere sotto -
Milan, il Covid segna lo spartiacque: l’inizio di un percorso fatto di risultati e scelte di mercato vincenti

La pandemia da Covid 19 è un terremoto che scombussola il mondo. Rivoluziona le vite di milioni di persone ei vari settori dell’economia. Tra questi c’è anche l’industria calcistica che deve reinventarsi. Infatti il campionato di Serie A riparte solo a giugno, con il Milan settimo in classifica nonostante la finestra di mercato abbia riportato un grande campione stagionato come Ibrahimovic e gli outsider Kjaer e Seaelemaekers. La spesa per il trio è minima ma in prospettiva essi riveleranno tra gli assoluti protagonisti della rivalsa rossonera.
Il diavolo chiuderà il campionato al sesto posto nonostante una ripresa vigorosa che li vedrà mettere in serie, un numero corposo di risultati positivi. L’annata 20/21 si presenta dunque come quella della conferma, come il tribunale per stabilire la veridicità o meno dei progressi fatti. Intanto nella finestra trasferimenti estiva approdano giocatori come Tonali, 10 milioni di prestito con diritto di riscatto a 25, Brahim Diaz e Dalot a titolo temporaneo, e due profili interessanti come Hauge e Kalulu, quest’ultimo pagato 400 mila euro. Anche in questo caso, il Milan si dimostra audace spendendo con parsimonia e accuratezza.
La stagione si rivela estremamente fruttuosa con i rossoneri che raggiungono il secondo posto e la qualificazione alla fase a gironi di Champions League. Questo si traduce in entrate vitali per la salute della società che vede il passivo di bilancio scendere da 100 milioni di euro a 50. In seguito, la formazione del Milan conduce un mercato di consolidamento nonostante le perdite a zero di Donnarumma e Calhanoglu. Approdano in via definitiva, tra i più in risalto Tonali (riscattato dal Brescia), Giroud e Maignan, mentre in prestito varcano le soglie di Casa Milan profili come Florenzi, Messias e Bakayoko.
Ancora una volta il Milan realizza uno sforzo economico accorto che risulterà alla luce dei risultati più che produttivo. Il 22 maggio il diavolo si aggiudica il diciannovesimo scudetto della sua storia, un traguardo straordinario che si esprime anche in delle corpose entrate economiche. Ciò permette ai lombardi di dare non solo un ulteriore respiro al bilancio societario, ma anche di muoversi nel mercato senza la necessità di spendere. Questo si traduce nell’acquisto da parte del Milan di De Keteleare per 35 milioni di euro dal Bruges.