Repetita iuvant. Clamorosa uscita di scena in Coppa Italia contro il Torino in 10. Pareggio risicato a Lecce, graziati dai salentini che sciupano diverse occasioni. Umiliazione per mano dell’Inter in finale di Supercoppa Italiana nel Golfo Persico. Lezione di calcio impartita dalla Lazio di Maurizio Sarri all’Olimpico con tanto di poker al punteggio. Dulcis in fundo, il Sassuolo di Alessio Dionisi. Al giro di boa, il Milan cerca una prova d’orgoglio davanti al suo pubblico nella cornice del Giuseppe Meazza. Verso le 14:30 del 29 gennaio, è notte fonda per il Diavolo. 5-2 per gli emiliani con i rossoneri fuori dai radar.

Pranzo magrissimo per i tifosi del Milan, costretti a osservare inermi la Caporetto calcistica dei campioni d’Italia in carica presso la Scala del Calcio. Il pareggio raggiunto all’ultimo dalla Roma di José Mourinho in campionato ha provocato un effetto click. Come l’Orlando furioso, anche il Diavolo ha perso il lume della ragione. Al triplice fischio, il Sassuolo – con meriti – ha aperto una netta voragine tra i ragazzi di Stefano Pioli, reo di non essere ancora andato sulla Luna per riportare a casa il senno dai suoi smarrito.
Crisi Milan, tutti colpevoli: nessuno è escluso
In una crisi a tinte sempre più nere che rosse sarebbe errato cercare un capro espiatorio da affossare. L’attuale periodo cupo del Milan abbraccia ogni suo addetto, nessuno escluso. Orfani di Mike Maignan ancora fuori per infortunio, i rossoneri han dovuto affidarsi a Ciprian Tătărușanu, un portiere di riserva indicato – erroneamente – dai molti come il solo colpevole per i suoi limiti tecnici e carismatici. Una difesa totalmente allo sbando incapace di respingere ogni attacco avversario. Centrocampo alla deriva e un attacco da comparsa. “Accusare Tătărușanu dopo il 2-5 subito dal Milan contro il Sassuolo significa guardare il dito e non la luna“, così il giornalista Bruno Longhi tramite il proprio profilo Twitter.

Dati che rendono ancor più paradossale il momento se si pensa che lo stesso blocco nello scorso maggio abbia vinto dopo ben 11 anni il 19º Scudetto, proprio contro il Sassuolo nell’ultimo turno. Per questa notte fonda, le colpe sono da distribuire bene in casa Milan. Per gravità, gli errori partono dai piani alti e poi pian piano iniziano a colare a picco. La dirigenza, colpevole probabilmente di non essere intervenuta correttamente sul mercato, in estate ha voluto fare all-in su Charles De Ketelaere: calciatore sì talentuoso ma che ha necessariamente bisogno di tempo per inserirsi in un mondo del tutto nuovo.
Crisi Milan, cercasi leader smarriti
Quando tutto va male, la porta avversaria sembra stregata e i colori indossati iniziano a pesare, solitamente ci si aggrappa ai propri leader, capaci di tenere a galla i compagni per non farli sprofondare. Questo sembra essere il principale anello mancante che spiegherebbe il collasso attuale del Milan. Da Tomori a Theo Hernández, passando per Tonali e soprattutto per l’MPV della scorsa stagione Rafael Leão, al momento irriconoscibile.

La stella portoghese – come tutto il Milan attuale – sembra non brillare più. Per la fortuna dei tifosi rossoneri, gennaio 2023 ha avuto fine portandosi dietro il premio di peggior squadra del mese, numeri alla mano. Con il derby della Madonnina alle porte, a Milanello tira un’aria pesantissima. A distanza di neanche un anno dalla conquista del Tricolore cucito sul petto, ora Stefano Pioli – nonostante sia stato confermato a seguito di un vertice societario – potrebbe seriamente rischiare di saltare qualora contro l’Inter dovesse arrivare l’ennesimo disastro della stagione.