La ripresa dopo la sosta invernale per il Milan e per tutti gli altri club è spesso un terreno molto scivoloso su cui muoversi. Al di là delle abbuffate e dei momenti di festa che sicuramente non stravolgono un atleta professionista, mentalmente e fisicamente non è però facile ricominciare con lo stesso smalto con cui si è finito. Nuovo anno nuova vita, la prima partita dell’anno nuovo ha spesso il sapore di un nuovo campionato dove tutto può accadere e i valori sono spesso livellati. In questa stagione poi la sosta per i Mondiali ha stravolto ulteriormente le preparazioni atletiche. Ma nella grande storia del Milan, da quando è tornato definitivamente in Serie A, il club rossonero ha (quasi) sempre saputo interpretare bene la ripresa e infatti nelle ultime 39 partite che hanno aperto il nuovo anno sono ben 26 le vittorie, con alcune decisamente particolari e anche più dolci di altre.

Il ritorno in A e gli anni di Liedholm: il primo gol di Maldini
Nel 1983-84 il Milan torna stabilmente in Serie A dopo la seconda retrocessione. I rossoneri sono in tutto e per tutto una nobile decaduta in quegli anni: il presidente è Giuseppe Farina, l’allenatore non è ancora Liedholm, Gianni Rivera è direttore e nella rosa spunta qualche futuro campione. Baresi è già capitano e Tassotti vice, ma c’è anche il giovane Alberico Evani e si parla un gran bene del figlio di Maldini. Alla ripresa di gennaio il Milan trova l’Udinese per un rocambolesco 3-3 con Zico prima e Causio poi che riprendono sempre i rossoneri. Il 4 gennaio 1987, invece, i rossoneri vanno in trasferta a Como e in una partita particolarmente bloccata, Paolo Maldini, che al Milan ha già la fiducia di Liedholm, si fa trovare pronto sull’unica opportunità dell’incontro. Ha il numero 6 sulla schiena e su un pallone smanacciato dal portiere comasco su colpo di testa dell’intramontabile Virdis, il figlio di Cesare è il più veloce a fiondarcisi e insaccare. Maldini non ha nemmeno 19 anni, ma con il suo primo gol in carriera conquista vittoria e 2 punti.

I grandi trionfi di Sacchi e Capello
Solo l’anno dopo il Diavolo è una squadra molto diversa: Gullit e van Basten sono già in rosa (anche se il titolare è ancora Virdis), Rijkaard sarebbe arrivato poco dopo e soprattutto Arrigo Sacchi è l’allenatore del Milan. Il 3 gennaio del 1988 i rossoneri tornano dalle vacanze natalizie con ancora il ricordo del derby vinto, ma ospitano in uno scontro che può già decidere il campionato il Napoli di Maradona e Careca. I due sorprendono la difesa rossonera al 10′ con lancio dell’argentino per il pallonetto del brasiliano, ma subito dopo si scatena l’astro di Ruud Gullit. L’olandese segna solo uno dei 4 gol del Milan, ma è il mattatore di una goleada che rilancia il Diavolo in campionato. Solo pochi anni dopo nel 1991-92 Fabio Capello guida i suoi alla stagione degli Invincibili e il 5 gennaio 1992 arriva ancora il Napoli a San Siro, ma stavolta non c’è proprio storia. Apre Maldini al 1′ per il Milan, poi segnano Rijkaard, Massaro, Donadoni e chiude il 5-0 Marco van Basten.
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Lo strano caso della partita giocata tre volte
L’epoca di Berlusconi è anche protagonista di un episodio davvero curioso. Il 17 dicembre 1989 i rossoneri di Sacchi volano dall’altra parte del mondo a Tokyo per giocare contro l’Atletico Nacional de Medellin nell’Intercontinentale. In Giappone per il Milan ci pensa Alberico Evani con una punizione al 119′ a battere Renè Higuita che fa vincere il trofeo ai suoi, ma in campionato la partita con il Verona dello stesso giorno è rinviata al 3 gennaio. In teoria sarebbe questa la prima partita del 1990 dei rossoneri, ma al 28′ la nebbia è talmente fitta su Milano, che costringe l’arbitro a sospendere la sfida sullo 0-0. Quattro giorni dopo il Meazza è decisamente meno nebbioso e il Cesena è strapazzato per 3-0, tuttavia in un certo senso la prima partita dell’anno 1990 è quella mezz’ora scarsa con l’Hellas. Per inciso, fu recuperata il 7 febbraio e finì sempre 0-0.

Goleade degli anni 2000: l’esordio di Pato
Con l’eccezione della straordinaria annata di Zaccheroni, il post Fabio Capello è avaro di soddisfazioni per il Milan. Cade anche l’imbattibilità dei rossoneri nella prima partita nell’anno che durava dal 1990: il 4 gennaio del 1997 a Roma la Lazio è implacabile e ne segna 3 senza subire nulla. Gli anni 2000 e Carlo Ancelotti hanno però risollevato il Diavolo e fra il 2005 e il 2010 la prima partita dell’anno torna decisamente a sorridere. In queste sei partite il Milan è particolarmente proficuo: segna ben 24 gol e ottiene 5 vittorie e un solo pareggio nel 2009 con la Roma. Dolce all’epoca ma oggi forse amaro è il 5-2 al Napoli del 13 gennaio del 2008. È infatti la partita d’esordio del giocatore che avrebbe dovuto rilanciare i rossoneri con il numero 7 che fu di Shevchenko, tuttavia non ha mai potuto soddisfare le attese. Alexandre Pato parte dal 1′ nel Milan, fa il matador della difesa azzurra e pone il suo sigillo, lanciandosi nel firmamento delle grandi promesse del calcio, ma non sarà mai all’altezza del suo enorme potenziale.

L’ultimo canto di Allegri e i 101 gol di Kakà
Nel 2013-14, dopo la straordinaria rimonta dell’anno prima, il ciclo al Milan di Massimiliano Allegri è ormai giunto al capolinea. Ha raccolto la magrezza di 19 punti nelle prime 17 giornate e nell’ultima gara del 2013 si è aggiunta pure la sconfitta nel derby con l’Inter. La fiducia nel tecnico è davvero poca, tuttavia il 6 gennaio a San Siro arriva l’Atalanta (che naturalmente non è quella odierna) e i rossoneri vivono l’ultimo momento di gloria con Allegri. Proprio contro i bergamaschi, nel corso suo secondo passaggio al Milan Kakà segna il suo gol numero 100, a cui aggiunge anche il 101 con un gran tiro da fuori e poi ci pensa Cristante ad arrotondare il risultato sul 3-0. Allegri sembra essere riuscito a rivitalizzare i suoi e a rilanciare un’altra delle rimonte delle sue, ma solo la settimana dopo sarà esonerato. Quella con la Dea è infatti la sua ultima vittoria in rossonero, 6 giorni dopo a Reggio Emilia si tiene la partita che ha cambiato il calcio italiano: il 4-3 con il Sassuolo che ha lanciato Domenico Berardi e portato il tecnico all’esonero e poi al passaggio alla Juventus.
Qualche nota statistica d’inizio anno
La prima partita dell’anno storicamente sorride al Milan. Da quando i rossoneri sono tornati stabilmente in Serie A, nelle 39 partite giocate (o forse 40, considerando lo strano caso del 1990), hanno raccolto 26 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte, l’ultima delle quali nel 2015 con il Sassuolo. Decisamente di buon auspicio per il Milan in attesa della Salernitana. La media è di 2,23 punti a partita, che vale 85 punti su 38 giornate. L’inizio dell’anno poi stuzzica particolarmente gli attaccanti milanisti: hanno infatti segnato un totale di 76 reti in queste 39 partite. Una media che in realtà si è pure abbassata negli ultimi anni, perché fino al 2014 erano ben 66 gol in 31 partite. L’avversario preferito è invece il Napoli: incontrato 5 volte e battuto 4, ma soprattutto contro gli azzurri i rossoneri hanno segnato ben 16 gol in quelle 5 partite.