Milan, la ripresa sorride (quasi) sempre: dal primo gol di Maldini a Kakà

La prima partita dell'anno è spesso favorevole al Milan: la ripresa di gennaio portò il primo gol di Maldini, le 101 reti di Kakà coi rossoneri e 26 vittorie dal 1984

Stefano Galimberti
10 Min di lettura

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La ripresa dopo la sosta invernale per il Milan e per tutti gli altri club è spesso un terreno molto scivoloso su cui muoversi. Al di là delle abbuffate e dei momenti di festa che sicuramente non stravolgono un atleta professionista, mentalmente e fisicamente non è però facile ricominciare con lo stesso smalto con cui si è finito. Nuovo anno nuova vita, la prima partita dell’anno nuovo ha spesso il sapore di un nuovo campionato dove tutto può accadere e i valori sono spesso livellati. In questa stagione poi la sosta per i Mondiali ha stravolto ulteriormente le preparazioni atletiche. Ma nella grande storia del Milan, da quando è tornato definitivamente in Serie A, il club rossonero ha (quasi) sempre saputo interpretare bene la ripresa e infatti nelle ultime 39 partite che hanno aperto il nuovo anno sono ben 26 le vittorie, con alcune decisamente particolari e anche più dolci di altre.

Paolo Maldini primo gol in Serie A
Paolo Maldini primo gol in Serie A

Il ritorno in A e gli anni di Liedholm: il primo gol di Maldini

Nel 1983-84 il Milan torna stabilmente in Serie A dopo la seconda retrocessione. I rossoneri sono in tutto e per tutto una nobile decaduta in quegli anni: il presidente è Giuseppe Farina, l’allenatore non è ancora Liedholm, Gianni Rivera è direttore e nella rosa spunta qualche futuro campione. Baresi è già capitano e Tassotti vice, ma c’è anche il giovane Alberico Evani e si parla un gran bene del figlio di Maldini. Alla ripresa di gennaio il Milan trova l’Udinese per un rocambolesco 3-3 con Zico prima e Causio poi che riprendono sempre i rossoneri. Il 4 gennaio 1987, invece, i rossoneri vanno in trasferta a Como e in una partita particolarmente bloccata, Paolo Maldini, che al Milan ha già la fiducia di Liedholm, si fa trovare pronto sull’unica opportunità dell’incontro. Ha il numero 6 sulla schiena e su un pallone smanacciato dal portiere comasco su colpo di testa dell’intramontabile Virdis, il figlio di Cesare è il più veloce a fiondarcisi e insaccare. Maldini non ha nemmeno 19 anni, ma con il suo primo gol in carriera conquista vittoria e 2 punti.

Sacchi
Arrigo Sacchi

I grandi trionfi di Sacchi e Capello

Solo l’anno dopo il Diavolo è una squadra molto diversa: Gullit e van Basten sono già in rosa (anche se il titolare è ancora Virdis), Rijkaard sarebbe arrivato poco dopo e soprattutto Arrigo Sacchi è l’allenatore del Milan. Il 3 gennaio del 1988 i rossoneri tornano dalle vacanze natalizie con ancora il ricordo del derby vinto, ma ospitano in uno scontro che può già decidere il campionato il Napoli di Maradona e Careca. I due sorprendono la difesa rossonera al 10′ con lancio dell’argentino per il pallonetto del brasiliano, ma subito dopo si scatena l’astro di Ruud Gullit. L’olandese segna solo uno dei 4 gol del Milan, ma è il mattatore di una goleada che rilancia il Diavolo in campionato. Solo pochi anni dopo nel 1991-92 Fabio Capello guida i suoi alla stagione degli Invincibili e il 5 gennaio 1992 arriva ancora il Napoli a San Siro, ma stavolta non c’è proprio storia. Apre Maldini al 1′ per il Milan, poi segnano Rijkaard, Massaro, Donadoni e chiude il 5-0 Marco van Basten.

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Lo strano caso della partita giocata tre volte

L’epoca di Berlusconi è anche protagonista di un episodio davvero curioso. Il 17 dicembre 1989 i rossoneri di Sacchi volano dall’altra parte del mondo a Tokyo per giocare contro l’Atletico Nacional de Medellin nell’Intercontinentale. In Giappone per il Milan ci pensa Alberico Evani con una punizione al 119′ a battere Renè Higuita che fa vincere il trofeo ai suoi, ma in campionato la partita con il Verona dello stesso giorno è rinviata al 3 gennaio. In teoria sarebbe questa la prima partita del 1990 dei rossoneri, ma al 28′ la nebbia è talmente fitta su Milano, che costringe l’arbitro a sospendere la sfida sullo 0-0. Quattro giorni dopo il Meazza è decisamente meno nebbioso e il Cesena è strapazzato per 3-0, tuttavia in un certo senso la prima partita dell’anno 1990 è quella mezz’ora scarsa con l’Hellas. Per inciso, fu recuperata il 7 febbraio e finì sempre 0-0.

Pato in Milan-Napoli 5-2
Pato in Milan-Napoli 5-2

Goleade degli anni 2000: l’esordio di Pato

Con l’eccezione della straordinaria annata di Zaccheroni, il post Fabio Capello è avaro di soddisfazioni per il Milan. Cade anche l’imbattibilità dei rossoneri nella prima partita nell’anno che durava dal 1990: il 4 gennaio del 1997 a Roma la Lazio è implacabile e ne segna 3 senza subire nulla. Gli anni 2000 e Carlo Ancelotti hanno però risollevato il Diavolo e fra il 2005 e il 2010 la prima partita dell’anno torna decisamente a sorridere. In queste sei partite il Milan è particolarmente proficuo: segna ben 24 gol e ottiene 5 vittorie e un solo pareggio nel 2009 con la Roma. Dolce all’epoca ma oggi forse amaro è il 5-2 al Napoli del 13 gennaio del 2008. È infatti la partita d’esordio del giocatore che avrebbe dovuto rilanciare i rossoneri con il numero 7 che fu di Shevchenko, tuttavia non ha mai potuto soddisfare le attese. Alexandre Pato parte dal 1′ nel Milan, fa il matador della difesa azzurra e pone il suo sigillo, lanciandosi nel firmamento delle grandi promesse del calcio, ma non sarà mai all’altezza del suo enorme potenziale.

Allegri al Milan
Allegri al Milan

L’ultimo canto di Allegri e i 101 gol di Kakà

Nel 2013-14, dopo la straordinaria rimonta dell’anno prima, il ciclo al Milan di Massimiliano Allegri è ormai giunto al capolinea. Ha raccolto la magrezza di 19 punti nelle prime 17 giornate e nell’ultima gara del 2013 si è aggiunta pure la sconfitta nel derby con l’Inter. La fiducia nel tecnico è davvero poca, tuttavia il 6 gennaio a San Siro arriva l’Atalanta (che naturalmente non è quella odierna) e i rossoneri vivono l’ultimo momento di gloria con Allegri. Proprio contro i bergamaschi, nel corso suo secondo passaggio al Milan Kakà segna il suo gol numero 100, a cui aggiunge anche il 101 con un gran tiro da fuori e poi ci pensa Cristante ad arrotondare il risultato sul 3-0. Allegri sembra essere riuscito a rivitalizzare i suoi e a rilanciare un’altra delle rimonte delle sue, ma solo la settimana dopo sarà esonerato. Quella con la Dea è infatti la sua ultima vittoria in rossonero, 6 giorni dopo a Reggio Emilia si tiene la partita che ha cambiato il calcio italiano: il 4-3 con il Sassuolo che ha lanciato Domenico Berardi e portato il tecnico all’esonero e poi al passaggio alla Juventus.

Qualche nota statistica d’inizio anno

La prima partita dell’anno storicamente sorride al Milan. Da quando i rossoneri sono tornati stabilmente in Serie A, nelle 39 partite giocate (o forse 40, considerando lo strano caso del 1990), hanno raccolto 26 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte, l’ultima delle quali nel 2015 con il Sassuolo. Decisamente di buon auspicio per il Milan in attesa della Salernitana. La media è di 2,23 punti a partita, che vale 85 punti su 38 giornate. L’inizio dell’anno poi stuzzica particolarmente gli attaccanti milanisti: hanno infatti segnato un totale di 76 reti in queste 39 partite. Una media che in realtà si è pure abbassata negli ultimi anni, perché fino al 2014 erano ben 66 gol in 31 partite. L’avversario preferito è invece il Napoli: incontrato 5 volte e battuto 4, ma soprattutto contro gli azzurri i rossoneri hanno segnato ben 16 gol in quelle 5 partite.

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