Milan, la storia di Paolo Maldini: da “figlio di papà” a leggenda

La storia di Paolo Maldini, leggenda del Milan e del calcio che è diventato il più grande difensore di sempre scrivendo la storia del club

Paolino Bonacci
12 Min di lettura

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Il 26 giugno del 1968 da papà Cesare (icona del Milan) e da mamma Marisa nacque un neonato che era destinato a diventare il difensore più forte di tutti i tempi: Paolo Cesare Maldini. Quarto di sei figli, fin da piccolo è sempre stato un bambino timido, introverso e di poche parole, il luogo in cui meglio sapeva esprimersi era sul cemento del campetto di San Pio X, nella parrocchia di San Giovanni Laterano a due passi da casa sua: infatti, come il padre, si dimostrò subito un difensore di grande tecnica, duttilità e soprattutto eleganza, marchio indiscusso della famiglia.

Piacevolmente soddisfatto Cesare, quando Paolo aveva 10 anni gli propose di fare un provino con i rossoneri. Lui accettò e da quel momento si legò a quei colori senza mai abbandonarli, un legame che durò 31 anni, fino a quel Fiorentina-Milan del 31 maggio 2009, giorno del suo ritiro.

Paolo Maldini (Esordio in Serie A 20 gennaio 1985) *
Paolo Maldini (Esordio in Serie A 20 gennaio 1985) *

L’esordio di Maldini e le prime stagioni

Nel gennaio del 1985 a Milano aveva nevicato ininterrottamente da domenica 13 a mercoledì 16, la città era sommersa dalla neve a tal punto che vennero fermati i trasporti e chiuso le scuole. Proprio in quella settimana Maldini era stato aggregato alla prima squadra. Non era altro che un ragazzo della Primavera, figlio di Cesare. Il 20 gennaio del 1985 in occasione di Udinese-Milan, il” barone” Liedholm, all’epoca l’allenatore del Milan, che lo seguiva da molto nelle giovanili, decise per la prima volta di convocare il ragazzo in prima squadra.

All’intervallo della partita si fece male Sergio Battistini e l’allenatore svedese a cinque minuti dall’inizio del secondo tempo, disse al sedicenne Maldini di riscaldarsi. Esordì con la maglia numero 14 e giocò da terzino destro disputando un’ottima partita tanto che ricevette i complimenti dello stesso Liedholm dichiarando che il ragazzo avesse un bell’avvenire. Da quel giorno Maldini non si staccò più dal mondo Milan diventando una vera e propria bandiera, leggenda non solo del club rossonero ma di tutto il calcio.

Nella stagione successiva, anno in cui Berlusconi il 10 febbraio del 1986 acquista il Milan salvandolo dal fallimento, Maldini diventò, seppur ancora giovanissimo, un titolare del Milan. Difatti, Liedholm decise di schierarlo titolare come terzino sinistro, posizione che faceva spiccare al meglio le sue qualità. Per il club rossonero quella stagione dopo anni complicati a causa del Totonero, fu la stagione del ritorno alle competizioni europee.

Il difensore milanese esordì in Coppa UEFA il 18 settembre del 1985 in occasione del trentaduesimo di finale d’andata in trasferta contro l’Auxerre perso 3-1. La stagione 1985-86 a causa del cambio di società in corso, fu molto difficile per il Milan che non riuscì a qualificarsi nelle competizioni europee piazzandosi in campionato al settimo posto totalizzando 31 punti.

La stagione successiva per Paolo Maldini fu indimenticabile: infatti in occasione della 14a giornata di campionato, il 4 gennaio del 1987 in occasione di Como-Milan, il diavolo vinse una partita sofferta grazie al primo gol in assoluto con la maglia rossonera del figlio di Cesare.

Paolo Maldini (Esordio in Serie A 20 gennaio 1985) *
Paolo Maldini (Esordio in Serie A 20 gennaio 1985) *

Le prime vittorie di Maldini nell’era Sacchi

Era l’estate del 1987 Berlusconi aveva acquistato il Milan da più di un anno e Arrigo Sacchi era il primo allenatore scelto dal cavaliere. Il profeta di Fusignano sotto la guida del Parma, aveva nella passata stagione affrontato e sconfitto il Milan negli ottavi di finale di Coppa Italia. Ed è proprio lì che Sacchi si fece notare da Berlusconi: infatti, il presidente rossonero rimase innamorato dalla filosofia di calcio del tecnico emiliano.

Nell’era Sacchi, Maldini cominciò a vincere trofei su trofei diventando un vincente a 360 gradi. Nella stagione 1987-88 vinse il suo primo scudetto caratterizzato da un testa a testa affascinante contro il Napoli di Maradona all’epoca campione d’Italia in carica. Da lì in poi quel Milan, grazie alla filosofia di Sacchi che rivoluzionò il calcio e grazie agli investimenti di Berlusconi che comprò giocatori del calibro di Gullit, Van Basten, Rijkaard e Ancelotti, diventò la squadra più forte in Italia e in Europa.

Nella stagione 1988-89, dopo 20 anni il Milan ritornò a vincere la Champions League nella mitica finale al Camp Nou contro la Steaua Bucarest, poi rivinta anche nella stagione successiva contro il Benfica grazie al gol decisivo di Rijkaard. Sotto l’era Sacchi, Maldini grazie alle sue prestazioni e ai trofei vinti si consacrò a livello mondiale: all’età di 23 anni aveva già vinto uno Scudetto (1988), una Supercoppa Italiana (1988), due Champions League (1989-1990), due Coppe Intercontinentali (1989-1990) e due Supercoppe Europee (1989-1990). Era però solo l’inizio di altri leggendari successi.

La consacrazione di Maldini con Capello e il primo scudetto da capitano

“Con l’arrivo di Capello mi sono sentito per la prima volta un giocatore veramente importante”. Queste sono le dichiarazioni di Maldini in merito a Fabio Capello. Ed effettivamente è proprio così: infatti, mentre Sacchi lavorava più sul collettivo che sul singolo, Don Fabio puntò sul fare acquisire a ogni singolo giocatore la consapevolezza della propria forza. Nel primo colloquio tra i due l’allenatore friulano disse al difensore rossonero di considerarsi il più forte.

Queste parole furono fondamentali in quanto, come disse qualche tempo fa la leggenda milanista per un calciatore è importantissimo sentirsi riconoscere con schiettezza di essere un giocatore di alto livello. A partire dal 1991 Maldini consolidò il suo lavoro di ridefinizione delle regole tattiche e atletiche del ruolo di esterno sinistro basso.

Aveva il controllo di tutta la fascia sinistra e una padronanza del luogo che gli era permessa dalle doti atletiche e da una sensibilità che lo faceva muovere sapendo perfettamente dove stava ogni cosa. A livello dei risultati sportivi, il ciclo Capello fu straordinario: quattro Scudetti (1992-1993-1994-1996), tre Supercoppe Italiane (1992-1993-1994), una Champions League (1994) in cui il Milan demolì per 4-0 il Barcellona di Johan Cruijff e una Supercoppa Europea (1994). Maldini in quel periodo era diventato il difensore più forte del panorama calcistico mondiale.

Dopo due stagioni molto difficili, in cui il Milan si piazzò prima undicesimo e poi decimo, nella stagione 1998-99 sotto la guida di Zaccheroni tornarono a vincere il campionato in modo clamoroso: difatti, dopo che la Lazio fu prima dalla ventiduesima alla 32a giornata, i rossoneri, grazie a una rimonta iniziata ad aprile, alla penultima giornata con la sconfitta dei biancocelesti a Firenze superarono di un punto la Lazio. Lo scudetto fu poi conquistato il 22 maggio a Perugia grazie ai gol di Guglielminpietro e Bierhoff. Fu il sedicesimo scudetto nella storia del Milan ma soprattutto fu il primo scudetto da capitano di Maldini.

La formazione del Milan nell'era Ancelotti @Twitter
La formazione del Milan nell’era Ancelotti @Twitter

L’era Ancelotti, gli ultimi leggendari trionfi di Maldini

Nel novembre del 2001, fatale la sconfitta in trasferta contro il Torino, Terim fu esonerato e al suo posto venne chiamato Carlo Ancelotti rimasto senza panchina. Nella stagione 2001-2002 si posizionò al quarto posto consentendo alla squadra di giocare i preliminari di Champions League. Da quel raggiungimento dei preliminari è storia: difatti nella stagione successiva, partendo dal preliminare di agosto contro il Liberec, il Milan fece un cammino europeo meraviglioso eliminando in semifinale l’inter e battendo ai rigori in finale la Juventus.

Fu la prima Champions League di Maldini vinta da capitano. Con Carletto fu per la leggenda milanista l’ultima grande era vincente: infatti oltre alla Champions contro la Juventus, sotto la guida tecnica di Ancelotti, Paolo da capitano, bandiera, vinse un’altra Champions League a 39 anni contro il Liverpool nel 2007, due Supercoppe Europee (2003-2007) un Mondiale per club (2007), uno Scudetto (2004), una Coppa Italia (2003) e una Supercoppa italiana (2004).

Il ritiro di Maldini, un arrivederci al Milan

Il 31 maggio 2009, in occasione di Fiorentina-Milan valevole per la qualificazione in Champions League, oltre ad essere l’ultima partita da allenatore del Diavolo di Ancelotti, fu l’ultima partita di Paolo Maldini. A Firenze la leggenda rossonera chiuse una carriera straordinaria nella quale vinse 26 trofei (tra cui 5 Champions League) in 25 anni di carriera in prima squadra diventando anche il giocatore con più presenze nella storia del club (902). È e sarà sempre ricordato come il difensore più forte, elegante, sportivo di tutti i tempi.

Un giocatore stimato da tutti, un punto di riferimento per molti campioni del mondo del calcio come Puyol, Sergio Ramos e Terry. Sarà impossibile rivedere un giocatore con la sua tecnica, sportività e attaccamento alla maglia. Paolo Maldini è un vanto per l’intero calcio italiano. L’Équipe su di lui scrisse: “In 25 anni di carriera non si è mai allontanato da un senso della morale, del dovere, della fedeltà e dell’etica che ne fanno una delle icone del calcio”.

Paolo Maldini, Direttore dell'Area Tecnica del Milan @livephotosport
Paolo Maldini, Direttore dell’Area Tecnica del Milan @livephotosport

Il ritorno al Milan

Nove anni dopo dal suo ritiro, il 5 agosto 2018 Paolo Maldini, sotto il fondo Elliott, ritorna al Milan come direttore dell’area dello sviluppo dello sport per poi ricoprire l’anno successivo il ruolo di direttore tecnico in sostituzione di Leonardo. Sotto la veste di direttore tecnico, insieme al direttore sportivo Ricky Massara, Maldini grazie alla scoperta di grandi giocatori come Maignan, Theo, Leao, Tonali, ecc contribuirà a fare ritornare il Milan alla vittoria di trofei dopo anni di astinenza: difatti dopo 11 anni, il Diavolo nella stagione passata 2021-22, ha vinto il suo diciannovesimo scudetto dopo un duello avvincente fino all’ultima giornata contro l’Inter.

L’ultimo grande risultato sportivo di Maldini in veste di dirigente lo ha compiuto l’8 marzo 2023: il Milan grazie alla vittoria a San Siro per 1-0 nell’andata degli ottavi di Champions League, ha eliminato il Tottenham di Antonio Conte ritornando dopo 11 anni ai quarti di finale di Champions League. Oltre ad averla scritta da giocatore, Paolo sta scrivendo la storia del suo club anche da dirigente.

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