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La stagione 2002-03 viene ricordata da tutti i tifosi rossoneri per un motivo in particolare: il successo nella finale di Champions League tutta italiana contro la Juventus. Un vero e proprio vanto, quello di aver vinto l’unica sfida tutta tricolore nell’ultimo atto della manifestazione continentale. E d’altronde, come potrebbe essere altrimenti. Tuttavia, in quell’annata trionfale il Milan ha conquistato anche un altro titolo: la Coppa Italia. Un trionfo arrivato a distanza di 26 anni dall’ultima volta (1976-77), e che resta tuttora il quinto e ultimo acuto nella competizione. Infatti, da quella magica notte del 31 maggio 2003, i rossoneri hanno conquistato soltanto altre due finali (nel 2016 e nel 2018), entrambe perse contro quella stessa Juventus battuta il 28 maggio 2003 a Manchester.
Ma questo dato così basso, in ogni caso, non deve poi stupire più di tanto: infatti, a guardare bene la storia del Milan in Coppa Italia, si può capire come il rapporto con la competizione non sia mai stato idilliaco. In ben 74 edizioni, la società milanista ha alzato il trofeo al cielo soltanto 5 volte, davvero poco per una squadra che ha vinto di tutto e di più in giro per il mondo. Numeri che stridono molto con il percorso storico dei rossoneri. Ma si sa, il tempo per invertire una tendenza mai troppo positiva c’è sempre. Questa occasione, però, è utile per ripercorrere il cammino della squadra di Carlo Ancelotti in quella competizione, in vista dell’ultimo atto dell’edizione 2022 del torneo, che metterà di fronte l’Inter di Simone Inzaghi e la Juventus di Massimiliano Allegri.
Strada spianata verso la finale: il cammino del Milan
Nonostante 17 anni di trionfi inenarrabili in campo nazionale e internazionale, il Milan targato Silvio Berlusconi non ha mai vinto la Coppa Italia. E la stagione 2002-03 sembra essere quella meno indicata per cogliere la prima gioia nella manifestazione. Infatti, il percorso dei rossoneri parte molto presto, già ad agosto, con i preliminari per l’accesso alla fase a gironi di Champions League, primo passo di un cammino che si rivelerà essere trionfale. Per tutta la prima parte di stagione la formazione di Carlo Ancelotti guida il campionato, e supera agevolmente il primo turno in Champions. Insomma, lo spazio da riservare alla coppa nazionale non è poi così tanto.
In ogni caso, il tabellone dell’edizione 2003 della Coppa Italia si rivela piuttosto fortunato per il Milan. Entrati in scena agli ottavi di finale, i rossoneri si trovano di fronte l’Ancona, che milita in Serie B. Un impegno agevole, ma solo sulla carta: all’andata la squadra di Carlo Ancelotti viene costretta al pareggio per 1-1 in trasferta, salvata dalla rete di Leonardo. Al ritorno, però, la superiorità tecnica della formazione milanista viene fuori: con un perentorio 5-1, il Milan regola la compagine marchigiana, e raggiunge i quarti di finale, dove ad attenderla c’è il Chievo.
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Così come agli ottavi di finale, anche nel turno successivo il Milan fatica nella gara d’andata, giocata a San Siro e pareggiata 0-0. Ma gli uomini in rossonero si rivelano piuttosto pignoli, e replicano per filo e per segno quanto visto nel turno precedente con l’Ancona: con un secco 5-1 al Bentegodi, la formazione milanese artiglia il passaggio alle semifinali. Tra i meneghini e la finale c’è il sorprendente Perugia, capace di eliminare i campioni d’Italia della Juventus con un doppio successo tra andata e ritorno. Un impegno da non sottovalutare, e che si dimostra molto insidioso: pareggiata (ancora una volta) la sfida d’andata, la squadra lombarda si è imposta poi nel secondo atto, in programma al Meazza, con il punteggio di 2-1. Un percorso netto, che merita ora la ciliegina sulla torta.
Coppa Italia 2003, atto finale: tra il Milan e il trofeo c’è la Roma
Il primo grande ostacolo sul cammino del Milan nella Coppa Italia 2002-2003 arriva proprio in finale: ad attendere i rossoneri è la Roma di Francesco Totti. Una sfida che non ha bisogno di molte presentazioni, visto il livello delle due formazioni. I giallorossi, un po’ sulla falsa riga dei rossoneri, hanno faticato un po’ nei turni precedenti: vittoria solo ai rigori agli ottavi con la Triestina, successo pirotecnico ai quarti con il Vicenza e doppia gioia nel derby con la Lazio in semifinale. Un biglietto da visita non da poco, dunque, in vista dell’atto conclusivo della competizione.
Il format, che prevede il doppio confronto anche in finale, non agevola, sicuramente, il Milan: la squadra di Carlo Ancelotti, infatti, ha all’orizzonte la finale di Champions League con la Juventus e, di conseguenza, deve centellinare le forze in vista dell’appuntamento più importante dell’anno. E probabilmente anche per questa ragione, l’approccio al primo round della finale di Coppa Italia non è dei migliori: nella cornice dell’Olimpico, i rossoneri chiudono il primo tempo sotto di una rete, grazie al gol di Francesco Totti. Ma nella ripresa la musica cambia: in 10′ una doppietta di Serginho, e in mezzo la rete di Massimo Ambrosini, ribaltano completamente la situazione. Ci pensa poi il solito Andriy Shevchenko a fissare il punteggio sull’1-4. Un risultato che, ovviamente, indirizza la coppa verso Milano.
Il match di ritorno si gioca a soli 3 giorni dalla magica notte di Old Trafford per il Milan, ed è l’occasione giusta per festeggiare una stagione trionfale. Tuttavia, il rischio è anche quello di sottovalutare l’avversario, visto il risultato della gara d’andata. E, puntualmente, è quello che accade: la Roma al 64′ è avanti 2-0, trascinata dalla doppietta di Francesco Totti, e mette i brividi a tutto San Siro. Ma la verve dei giallorossi viene spenta immediatamente dal solito Filippo Inzaghi: appena un minuto dopo il secondo gol di Totti, Super Pippo rimette le cose a posto, ridando tranquillità ai tifosi milanisti. A suggellare il trionfo ci pensa poi Rivaldo, che fissa il punteggio sul 2-2 e dà il via alla festa rossonera. Quello del brasiliano resta ancora oggi, a distanza di quasi 20 anni, l’ultimo timbro del Milan in una finale di Coppa Italia. Un digiuno che, inevitabilmente, verrà prolungato per almeno un altro anno.