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Ogni percorso di vita che si rispetti non è esente da curve, dossi e avvallamenti vari che rendono la strada tortuosa e ricca di avversità, ma per portare a termine il proprio cammino e la propria missione il segreto è quello di saper resistere in queste vie accidentate, perché un comodo e pianeggiante rettilineo sta lì ad aspettare poco più avanti. In queste poche frasi si può riassumere l’inizio di stagione del Milan, caratterizzato da qualche alto e basso di troppo con dubbi e certezze che si sono manifestati ma comunque fin qui soddisfacente. Andiamo a rivivere i primi mesi dell’annata calcistica 2022/23 dei rossoneri da metà agosto fino alla sosta per gli imminenti mondiali in Qatar, per poi proiettarci al futuro: perché il primo tempo è finito, bisogna resettare tutto e ripartire, bisogna mettere la “Palla al centro”, come cantano Jovanotti ed Elisa in un brano di successo di questo periodo.

Non scrivere mai la parola fine
Per alcuni l’avvio di stagione del Diavolo è da considerarsi turbolento e con qualche criticità di troppo: nonostante la qualificazione agli ottavi di Champions League diversi anni dopo l’ultima volta, la banda di Pioli si trova al secondo posto in campionato a ben 8 punti di distanza dalla capolista Napoli. Magari ci si aspettava qualcosa in più dai Campioni d’Italia in carica, ma niente è ancora perduto e la situazione potrebbe repentinamente capovolgersi nel 2023: se infatti adesso i partenopei sembrano una macchina perfetta e imbattibile non è detto che ciò si protragga anche alla ripartenza della Serie A, fissata per il prossimo 4 gennaio.
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Ecco perché il Milan può e deve crederci ancora, perché ci sono ancora tante partite da giocare e tanti punti da conquistare. La compagine rossonera dovrà avere la capacità di sfruttare questa sosta per ricaricare le pile e tornare in forma smagliante alla ripresa, isolandosi e non dando troppo peso alle eccessive critiche ricevute. Insomma, per riprendere le parole dei due celebri cantanti sopra citati: “Non scrivere mai la parola fine. Non dare a tutto un nome, ma goditi l’attesa. Non inseguire le cose, non stare sulle spine. Lascia stare le offese, sono acqua di rose“.

Non è quante volte sbaglio, sono quelle in cui mi rialzo
Tra la metà di agosto e quella di novembre, la squadra meneghina è incappata in alcuni risultati non propria in linea con le aspettative: se il pari con l’Atalanta per 1-1 poteva anche essere considerato accettabile, lo 0-0 col Sassuolo è stata la prima vera delusione della stagione. Tuttavia, dopo la sfida di Bergamo è arrivato il successo per 2-0 sul Bologna, e a seguito del pareggio in Emilia il Milan ha fatto suo il derby strappando ancora una volta la supremazia cittadina all’Inter con un 3-2. Successivamente, l’esordio nella fase a gironi di Champions ha decretato l’1-1 in Austria col Salisburgo, ma pochi giorni dopo il Diavolo è tornato a vincere sul campo della Sampdoria per 2-1. Il ciclo di partite precedenti alla sosta per le nazionali di settembre si è concluso con una sconfitta pesante, soprattutto a livello di classifica, in casa col Napoli, che ha rappresentato un primo allungo in graduatoria degli azzurri.
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Al ritorno in campo a ottobre, i rossoneri si sono subito riscattati col successo last-minute di Empoli, ma pochi giorni dopo sono caduti per 3-0 a Stanford Bridge sotto i colpi di un Chelsea ancora superiore per intensità e gioco. Niente paura però, perché i ragazzi di Pioli si sono subito rialzati battendo 2-0 a San Siro la Juventus. La nuova sconfitta, pesantemente condizionata dalle scelte dell’arbitro, coi Blues non ha scalfito le certezze della squadra, che ha poi vinto col Verona per 2-1. Proseguendo con questa particolare alternanza, il 30 ottobre i rossoneri incassano un brutto e inaspettato stop sul campo del Torino, ma poi si prendono 3 punti e qualificazione agli ottavi in Europa schiantando il Salisburgo 4-0. Infine, dopo lo scialbo 0-0 con la Cremonese, il 2022 viene chiuso con la sofferta vittoria in extremis ai danni della Fiorentina. Insomma, quando il Milan è caduto, e non poche volte, si è sempre rialzato la partita successiva: “Non è quante volte sbaglio, sono quelle in cui mi rialzo“.
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Non è quello che sembro, è quello che faccio
Tracciando una linea su questo primo scorcio di partite, dunque, possiamo osservare come la compagine rossonera avrebbe potuto far meglio in certe occasioni ma ha comunque mantenuto alto quasi sempre il livello delle proprie prestazioni, e soprattutto ha confermato e forse anche rafforzato il suo carattere e la capacità di resistere nelle difficoltà. Per tali ragioni, è inutile rammaricarsi per qualche opportunità gettata via e per i punti persi per strada, ciò che invece può servire è capire i propri errori e migliorarsi sotto ogni punto di vista. Il lavoro di mister Pioli sarà fondamentale per trovare la quadra in una stagione più complicata del previsto ma che può ancora regalare grandi soddisfazioni.
Prima fra queste potrebbe essere rappresentata dalla vetrina europea della fase ad eliminazione diretta in cui il Milan avrà un avversario tosto ma non insormontabile come il Tottenham di Antonio Conte, passando per la nuova edizione della Coppa Italia, fino ad arrivare alla rincorsa alla seconda stella, obiettivo ancora possibile. L’imperativo è quindi guardare al futuro, andando aldilà delle apparenze e dei giudizi esterni, per puntare sempre più in alto: “E non è da dove vengo, è dove sto andando. Non è quello che sembro, è quello che faccio“.
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Liberi come il vento
Per chiudere il cerchio di questa riflessione sulla prima parte di stagione del Diavolo spostiamo il focus su coloro i quali fanno veramente la differenza scendendo in campo: i calciatori. Come avvenuto nel corso della scorsa annata l’uomo in maggior evidenza è stato fin qui Rafael Leao, ormai vero top player di questa squadra. Il portoghese si è confermato su ottimi livelli risultando spesso decisivo in zona assist e gol, ma pecca ancora di continuità e di quel pizzico di mordente in più in certe partite più chiuse in cui fa fatica ad esprimersi, così come tutta la squadra. Altri elementi cardine di questo Milan sono indubbiamente Oliver Giroud, autore di nuove reti dal peso specifico enorme sia in Italia che in Europa, Sandro Tonali, ormai punto di riferimento della mediana rossonera con la sua qualità e la sua consolidata leadership, e Theo Hernandez, motorino inesauribile sempre pronto ad attivare il turbo e a squarciare in due le difese avversarie.
Impossibile non rendere onore anche alla granitica batteria di difensori a disposizione di mister Stefano Pioli: Pierre Kalulu, prezioso jolly in grado di giocare sia da centrale che da terzino, Fikayo Tomori, confermatosi il solito muro capace di chiusure ed interventi decisivi, e Simon Kjaer, capitano coraggioso con grinta e carisma da vendere. A questi si possono aggiungere i sottovalutati ma comunque dediti alla causa Ciprian Tatarusanu, che ha rimpiazzato in maniera dignitosa l’infortunato Mike Maignan, Fodé Ballo-Touré, autore di un gol decisivo in campionato, e Rade Krunic, equilibratore tattico molto apprezzato dal tecnico parmense.
Infine, non vanno dimenticati i giovani rampanti di questo Milan: chi vuole consacrarsi definitivamente, come Brahim Diaz e Tommaso Pobega, e chi cerca di imporsi con fatica e impegno, come i vari Charles De Ketelaere, Aster Vranckx e Malick Thiaw. Dunque, un gruppo col giusto mix tra esperienza e gioventù, che piano piano vuole migliorarsi e continuare a stupire all’insegna della leggerezza e delle freschezza: “Prima un passo, poi un balzo. Liberi come il vento“. Il primo tempo della stagione si è concluso e, in attesa del fischio di inzio del secondo, non resta che mettere la palla al centro e prepararsi a ripartire.