MotoGP, Bastianini, Bagnaia e Quartararo: tre tenori battipista del futuro

La MotoGP giunge all'alba d'una nuova era: tra Misano ed Aragon, Bagnaia, Bastianini e Quartararo divengono tenori battipista del futuro

Nicola Liberti
4 Minuti di lettura

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La Romagna spinge forte, sul gas e sulle tribune: la gara più attesa dell’anno per il pubblico locale s’infiamma allo spegnimento dei semafori. 27 giri di puro motociclismo all’insegna d’un made in Italy dilagante, la cui unica macchia viene colta dai natali di Fabio Quartararo. Ducati e Aprilia si confermano una volta ancora eccellenza d’alta ingegneria a due ruote a firma d’autore dallo Stivale, i piloti made in VR46, con l’aggiunta del talento riminese di Enea Bastianini, completano il tricolore dell’elité italiana in quel di Misano.

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Il compiersi ed il risolversi della gara regala l’ergersi totale del tricolore in vetta al podio. Il verde Maverick in rappresentanza di Aprilia, la bianca Bestia di Gresiniana memoria come da livrea, e Bagnaia, trionfatore d’una Misano divenuta ormai sua terra natia in ambito sportivo. Da una visione frontale del podio, romanticamente, Vinales scuce il drappo destro del tricolore dei piloti italiani (ormai composto a sinistra ed al centro dalle tinte made in Italy del B&B Ducati) quello rosso. Quel colore ormai inciso sottopelle per Pecco, quello già tinto nel destino di Enea.

MotoGP, Misano 2022 podio
MotoGP, Misano 2022 podio

Il weekend di motori, giunto alla seconda ed ultima tappa nel Bel Paese, regala spettacolo in pressoché ogni turno, siano questi di prove qualifica o gara. In termini di spettacolarità l’evento ha ben poco di più da chiedere, essendosi reso protagonista d’uno dei fine settimana più entusiasmanti della stagione, ricco di capovolgimenti di fronte. Il livellarsi dei mezzi meccanici in pista presso uno standard tremendamente alto certo lima ad ampi tratti lo show motociclistico di cui si ha memoria negli ultimi anni, gettando però, così, le basi per un intrattenimento di una nuova fattura. La sensazione che si sia giunti dinanzi alla nuova era, al nuovo ordine Mondiale in termini del massimo campionato a due ruote c’è, e questa regna imperiosa in particolare dopo quanto svoltosi entro il circuito intitolato a Marco Simoncelli.

Enea Bastianini - Francesco Bagnaia, Ducati
Enea Bastianini – Francesco Bagnaia, Ducati

La sensazione che il consumarsi del primo derBy Ducati, di rosso ufficiale tinto, ci abbia di fatto consegnato tra le mani la consacrazione, in termini di prestazioni, di due dei protagonisti annunciati del prossimo futuro della MotoGP, va di pari passo con quella sopra descritta. Quartararo l’estroso e tecnico, Bagnaia il costante e preciso, Bastianini il talentuoso attendista da gara. Così, banalmente, si potrebbero riassumere i tre principali tenori di questo sport. Esatto, banalmente, perché le nuove (per non dir nuovissime se paragonate al trio) giungono arrembanti alle spalle. La storia, meravigliosa in ogni sua componente, è scritta; il futuro attende la medesima sorte. E allora penne ai piloti in pista, con buona pace di chi reclama meno garbo dinanzi ai microfoni o estrosità fuori dalle gare. I ragazzi si faranno, smussando lati del carattere pubblico, così come fatto, negli anni, da Andrea Dovizioso, un breve cenno al quale è dovuto di diritto, citando il giorno in cui il pubblico gli rende grazie in occasione del ritiro.

Lo spettacolo in pista, quello più ambito e richiesto, è ricco di polpa e sostanza per presente e futuro. Lo spettacolo, quello legato “all’essere personaggi” giungerà, un passo alla volta, gara dopo gara, trionfo dopo trionfo. È però già tempo d’Aragon, la domenica si spengono i semafori, si allontanano i ricordi del GP passato, si da il via ad una nuova contesa.

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