MotoGP, Γ¨ grande Italia ad Austin: Arbolino prima di Bastianini e il Migno-Foggia show

Austin Γ¨ la Little Italy del motociclismo italiano, Arbolino stupisce prima del trionfo di Bastianini: Migno-Foggia show a concludere il weekend di MotoGp

Nicola Liberti
17 Min Read

È giunta l’ora del round quattro, Γ¨ giunta l’ora del rodeo texano. Le soprese del Motomondiale non sembrano finire mai. Dalla classifica impronosticabile post-Termas alle gare pazze di ogni cilindrata nelle prime tre tappe stagionali. L’arrivo ad Austin accende speranze e sogni, come quello americano, come quello dei ragazzi italiani pronti nuovamente ad emozionare. Questi si riprendono, chi piΓΉ chi meno, prepotentemente la leadership Mondiale grazie a grandi gare.

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È back to back nelle Americhe per il round quattro, il primo senza problemi legati a fenomeni atmosferici anomali o caos logistici. Sfumato infatti lo spauracchio cargo nella giornata di martedì, i team si sono potuti dedicare al lavoro per preparare al meglio il weekend di gara. Lavoro, quello dei team Snipers, Leopard, Marc VDS e Gresini, equiparabile a quello dei conquistadores. Il tricolore svetta sulla torre del COTA, i colori azzurri dominano il cielo texano, Austin è la nuova little Italy del Motomondiale.

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Dennis Foggia ed Andrea Migno

Moto3, trionfa Masia ma Γ¨ Migno-Foggia show

QUALIFICHE – Nessuna particolare sorpresa riservata dal Q1 della classe Moto3. Xavi Artigas domina come da pronostico e strappa agilmente il pass per le quali decisive. Lo seguono a ruota Ogden, Stefano Nepa ed Elia Bartolini, out invece Alberto Surra per check medici in seguito al crash occorso nella mattinata ad oltre 200km/h. Restano out dal Q2 gli italiani Bertelle e Fellon, vi prendono parte invece Riccardo Rossi e gli attesissimi Dennis Foggia ed Andrea Migno. In una qualifica dove il duo KTM assieme ad Artigas prova a guastare i piani del sabato perfetto, il Rocket Leopard domina. A tempo scaduto il Mig mette le ali al deltaplano e vola in testa con un tempo stellare che, pochi istanti dopo, prova ad eguagliare il connazionale. Nulla da fare per Dennis, il ritardo Γ¨ pari a 67 millesimi, ma sarΓ  ancora 1-2 italiano, sarΓ  ancora Migno-Foggia davanti a tutti.

GARA – Si spengono i semafori ma si accende lo show della Moto3. Migno non sbaglia la partenza, cosΓ¬ come Deniz Oncu, non impeccabile invece Foggia allo start. Il kamikaze turco dopo pochissimi giri entra duro sull’ex VR46, lo porta largo e gli fa perdere diverse posizioni. Il pilota KTM, assieme a Moreira ed Artigas, prova a dare uno strappo deciso dalla testa della corsa. La bagarre si accende, il gruppo non si sfilaccia, Migno ottavo e Foggia nono annotano e ringraziano. Questi si gettano a capofitto verso la rimonta e, complici le cadute di Holgado e il tonfo Mondiale di Sergio Garcia, questi scalano piΓΉ facilmente il corposo gruppone. A 8 dalla fine Jaume Masia scende realmente in pista dando battaglia, in maniera corretta questa volta, a chiunque gli a capiti a tiro. Tra questi rientra anche il pilota Leopard che, giunto alla staccata della 11, pone falangi, falangine, falangette, pinze ed ogni mezzo a sua disposizione per tentare di non finire largo in una staccata ai limiti dell’umano. Foggia c’è, Foggia Γ¨ dentro, Foggia Γ¨ ora leader della gara.

Sono solamente tre i giri che separano i contendenti dal termine della gara e, giunti a questo punto, Migno, Masia, Foggia, Sasaki, Oncu e Moreira dipingono spettacolo nell’oceano di curve texano. Per uno di loro, il brasiliano, il mare si rivela decisamente tempestoso e, a due dalla fine, si rende protagonista di una scivolata. A Dennis Foggia tocca invece l’amaro destino di chi fronteggia un pilota KTM: perdere posizioni in seguito ad un sorpasso sporco. Giunto all’ultimo giro Jaume Masia infila Migno su un rettilineo che pare non finire mai, cosΓ¬ come la volontΓ  dell’italiano di portarsi a casa la vittoria. Nuova infilata del Mig a due curve dal termine, l’irruenza qui non paga, finisce largo ed anche Foggia lo supera. Masia trionfa davanti al Leopard ed allo Sniper, quarto Sasaki prima di Oncu ed Artigas, chiude nono Rossi.

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Tony Arbolino, trionfatore Moto2

Moto2, cade Vietti ma Arbolino is back in town

QUALIFICHE – Se grandi sorprese e colpi di scena sono solitamente affare della Moto3, nella giornata di sabato questa ha ceduto il testimone alla categoria intermedia. Un Celestino Vietti non brillante Γ¨ infatti costretto al Q1, dal quale passa perΓ² indenne assieme a Bendsneyder, Ramirez ed Alcoba. Solo settimo invece Fenati che termina dunque dopo un solo turno il proprio sabato. Celestino rinviene e torna in formato leader del Mondiale stampando un impressionante 2:09:091. Austin Γ¨ storicamente un tracciato complesso, Austin Γ¨ storicamente un tracciato che rivela i veri campioni delle due ruote, questi quando cadono si rialzano e tornano piΓΉ forti, tra questi c’è certamente anche Tony Arbolino. Il Tiburon scivola infatti a soli sei minuti dal termine di un Q2 che lo vedeva tra i piΓΉ attesi ed anche in casco rosso dopo il primo settore. Tony vola rapidamente al box, cambia moto e si prende di forza la momentanea seconda piazza. Cameron Beaubier ed Aron Canet, prima della caduta, scippano rispettivamente pole a Vietti e posizione ad Arbolino. L’acclamato pilota degli States scatterΓ  dunque primo davanti a Celin, Canet ed al pilota del team VDS. Ottavo Aldeguer a precedere Lowes, Acosta ed Ai Ogura.

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GARA – La partenza convoglia una moltitudine di piloti nell’imbuto di curva 1 dove Schrotter entra in contatto con Arenas ed un incolpevole Aldeguer portandoli larghi. Il giro successivo completa il disastroso avvio di una gara dalle mille cadute con Somkiat Chantra che commette il primo errore della stagione: una staccata impossibile finisce per proiettare la sua moto su quella di Sam Lowes creando un ingorgo che costringe anche Rodrigo, Aldeguer e van der Goorbergh alla caduta. Superato lo strike nelle retrovie, Vietti ed Arbolino provano a fuggire senza aver fatto i conti con il solito Aron Canet. Lo spagnolo si porta in testa ed impone un ritmo infernale ed ineguagliabile alla corsa che, come verrΓ  dimostrato dopo poche curve, Γ¨ troppo persino per il leader Mondiale Celestino Vietti. Detronizzato Cele, Aron non allenta il pressing cercando la fuga per la vittoria. La scelta si rivela errata quando ad undici giri dal termine il pilota del Team Pons, dopo un paio di scrollate da puro rodeo texano, perde l’anteriore e getta al vento un’enorme chance di vittoria.

Da mille cadute a mille ed una caduta, quell’una in piΓΉ che diviene cruciale nella gara e nella carriera di un Tony intelligentemente attendista. Da terzo a leader della gara dopo che i primi due di classifica Mondiale e di gara scivolano. Il gran passo dimostrato nelle prove riemerge dal polso destro di Arbolino che guida e fugge via, imprendibile per i superstiti di una gara pazza. L’unico confronto rimasto Γ¨ quello tra Ogura e Dixon, con il primo che infila l’inglese per far suo il secondo gradino del podio. L’attenzione Γ¨ perΓ² tutta quattro secondi avanti, con il Tiburon che fa emergere la pinna tra l’oceano di curve di Austin. La pinna Γ¨ la davanti, piΓΉ in alto di tutto e tutti, cosΓ¬ lei cosΓ¬ il musetto della Kalex di Lucio Nicastro. Un magnifico Tony Arbolino c’è e vince, dopo Valencia 2020 il talento di Garbagnate torna a salire meritatamente sul gradino piΓΉ alto del podio. La prima in Moto2 non si scorda, cosΓ¬ come il secondo posto virtuale nel Mondiale. La concorrenza Γ¨ avvisata, Tony is back.

Enea Bastianini Ansa
Enea Bastianini, seconda vittoria in top class

MotoGP, c’è un nuovo sceriffo in cittΓ : porta il nome della Bestia

QUALIFICHE – Malgrado il capolavoro di Termas ed un gran venerdΓ¬ ad opera della due Aprilia, Aleix e Vinales vedono sfumare l’accesso diretto in Q2. Ad entrambi tocca infatti un doloso purgatorio, quello di un Q1 dal quale non usciranno mai. Il duo di Noale scatterΓ  infatti 13Β° e 14Β°. Ottimi Dovizioso e Bezzecchi a seguirli a ruota, Jorge Martin e Rins invece dominano e si giocano le proprie carte per la top ten. Bestia down dopo pochi istanti di quali che sembra poter compromettere un weekend perfetto sino ad allora. Ad emularne le gesta Γ¨ Quartararo che in chiusura di turno viene richiamato a sΓ© dal suolo statunitense. Nel mentre davanti Γ¨ gran bagarre tra Desmosedici con Bagnaia e Miller a stampare grandi tempi uno di seguito all’altro. Ad interrompere la festa del rosso ufficiale, ma ad infervorare ancor piΓΉ quella del gruppo Ducati Γ¨ Jorge Martin che timbra la pole position. Dietro di lui un quartetto composto da Miller, Pecco, Zarco ed un Bastianini rialzatosi nel migliore dei modi. Seguono Quartararo, Rins e Marquez, solo dodicesimo Joan Mir.

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GARA – Semafori rossi, poi spenti, scatto di ventidue piloti meno uno. Marc Marquez riscontra un problema tecnico ed incappa in una partenza decisamente no, vedendosi dunque costretto ad una rimonta impensabile per tornare in Europa con il buon risultato auspicato. Davanti le carte vengono scambiate e scompigliate ma, quantomeno per le prime tornate, la spedizione Ducati resta inscalfibile e salda al comando. Il GP di Austin vede due anime al proprio interno, quella dei leader della corsa e quella di un Cabroncito scatenato lanciato verso una rimonta scellerata. Il passo di Bagnaia e Zarco si rivela non abbastanza per proseguire l’avventura col resto della famiglia rossa ed il duo inizia a perdere contatto con la testa della corsa. Rins ne approfitta ed Γ¨ il primo pilota ad avventurarsi in terra Ducatista ed a spingersi sino alla quarta piazza. Dopo qualche rapida bussata alla corte della Bestia, sempre con annessa rabbiosa risposta, il pilota Suzuki risveglia l’anima da gara del riminese col 23. Enea dapprima supera Jorge Martin, poi infila chirurgicamente anche Jack Miller e si porta al comando di una corsa che, in cuor suo, ha sempre potuto avere un solo ed unico vincitore.

Marquez dopo una gara da antologia si ritrova ad essere a corto di energie e ferma dunque il proprio inarrestabile cammino alla posizione numero sei. Martin Γ¨ infatti stato risucchiato prima dallo spagnolo e successivamente da un anonimo Quartararo, unico pilota Yamaha pervenuto. Bagnaia nel frattempo ha perso di vista i primi tre ed ha visto Joan Mir, quarto, fuggire via dalle proprie grinfie. Thriller Miller tiene fede al soprannome e diviene involontario protagonista del thriller Ducati: a due sole curve dalla conclusione infatti non protegge a dovere la propria sinistra dove vede infilarsi una freccia azzurra. Davanti perΓ² Γ¨ festa dell’azzurro che simboleggia l’Italia, Γ¨ festa dell’azzurro che simboleggia il team Gresini, Γ¨ festa dell’azzurro che tinge la carena di un Enea Bastianini che torna ad essere Bestiale tre round dopo il trionfo del Qatar. Le notti italiane, quella di Losail prima e del COTA poi, accendono una stella nel firmamento motociclistico. Quella stella Γ¨ la numero 51 che va a porsi sulla bandiera statunitense, quella stella ha scolpite le iniziali di Enea Bastianini. Il COTA Γ¨ affare azzurro cosΓ¬ come il Mondiale MotoGP: occhi aperti, da oggi c’è un nuovo sceriffo in cittΓ  e porta il nome della Bestia. Lo seguono Rins, Miller, Mir e Bagnaia. Sesto un Marquez inscalfibile persino dalla diplopia, prima di Quartararo e la doppia coppia Pramac–Aprilia.

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Enea Bastianini precede Jack Miller (Ducati) ed Alex Rins (Suzuki)

MotoGP, Top&Flop

TOP –

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  • Bastianini 10: Enea Γ¨ tornato ancora al trionfo, ed Γ¨ il primo pilota della stagione a salire due volte sul podio ed a farlo da vincitore. Gestisce sΓ©, gli avversari e le gomme alla perfezione per tutta la gara. Punzecchiato da Rins decide di salutare la compagnia e volare a vincere.
  • Ducati 8: Media voto tra il sabato da storia dei motori ed una domenica dove si disgrega parzialmente quanto eretto la giornata precedente. Delle qualifiche da 10 vedono cinque rosse nelle prime cinque, un qualcosa di mai accaduto nella storia dei motori. In gara la Bestia tiene alto l’orgoglio del motore Desmo, Miller scivola terzo all’ultimo respiro ma Bagnaia manca ancora all’appello del podio. Crollo Pramac, domenica comunque ampiamente sufficiente.
  • Suzuki 7,5: Dopo diversi Gran Premi di assenza la Suzuki torna a portare entrambe le moto tra le primissime. Sul dritto paga pressochΓ© nulla ai fulmini rossi, in curva Γ¨ chirurgica. Rins brilla secondo in rimonta, un ottimo Mir chiude quarto partendo dalle retrovie.
  • Rins 7,5: La miglior gara della stagione nonchΓ© una delle migliori delle ultime annate. Il secondo posto Γ¨ arricchito da una rimonta attenta e precisa. Con i big che arrancano ed un Alex costante, lo spagnolo si trova ora tra i primi nel Mondiale, attenzione.

FLOP –

  • Honda 4: Il capolavoro di Marquez salva la faccia ma non il weekend. Magie dallo spagnolo Γ¨ lecito attendersele, cosΓ¬ come un posizionamento migliore degli altri piloti in griglia. Espargaro resta imbrigliato a metΓ  classifica assieme ad un Nakagami opaco. La caduta di Alex Marquez Γ¨ l’emblema del peggior weekend della stagione.
  • Yamaha 3: Tre come i piloti non pervenuti ad Austin. Dovizioso timbra la miglior qualifica dal ritorno in Yamaha, ma in gara? Discorso analogo per un Morbidelli sperduto e fuori da ogni radar. Binder prende 102 secondi da Bastianini oltre che 60 da Diggia penultimo. Quartararo scialuppa di salvataggio di una moto che sin qui ha dimostrato di non valere quanto la concorrenza.

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