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Per quanto riguarda gli elementi che possono contribuire in maniera determinante a scrivere la storia di uno sport, non è consentito ignorare l’importanza degli impianti sportivi. Spesso, queste sedi sono da considerarsi come veri e propri luoghi di culto, ovvero ambienti dove possono liberamente riunirsi quei soggetti che, come in qualsiasi disciplina sportiva, assurgono al ruolo di assoluti protagonisti: i tifosi. In questo senso, dovendo adempiere il dovere di approfondire e raccontare il mondo della MotoGP, risulterebbe una grave colpa non menzionare l’importanza storica e sportiva del mitologico circuito TT di Assen, sito nell’omonima località nella provincia di Drenthe, nei Paesi Bassi.
Il circuito olandese è da considerarsi come un vero e proprio monumento del mondo motociclistico. Infatti, sin dal 1949, anno in cui venne istituito ufficialmente il Motomondiale, lo straordinario circuito di Assen è una tappa irremovibile di ogni annata motociclistica e, di conseguenza, risulta essere un appuntamento atteso con ansia e fremito dalla maggior parte dell’ambiente della MotoGP. Su questo circuito si è costruita la storia del mondo delle due ruote, e alcuni dei più grandi piloti motociclistici hanno costruito la propria leggenda anche grazie alla numerose affermazioni sul tracciato in terra olandese: primo tra tutti, l’orgoglio nostrano Valentino Rossi, il quale ha raccolto ben 10 vittorie su questo storico tracciato tra tutte le categorie a cui ha partecipato.
La presentazione del circuito di Assen
Considerando il valore storico-archittetonico del tracciato, bisogna sottolineare come la versione a noi nota sia solamente l’opera definitiva. Infatti, il mitico circuito di Assen ha conosciuto una serie di importanti restauri e migliorie. La prima versione del tracciato prevedeva, grossomodo, una forma triangolare, che si districava lungo circa 28 km di strada. In questi abbondanti 28.000 metri era consuetudine incontrare punti nei quali il tracciato attraversava zone sterrate. A questo punto, viste anche le precarie condizioni di sicurezza di questo lunghissimo impianto, si decise di progettare un circuito di circa 16 km, lungo quindi la metà del tracciato originario. In questa nuova sede, si disputarono ininterrottamente le varie gare motociclistiche, nazionali e internazionali, dal 1925 al 1955. Dopo un’ulteriore riduzione della lunghezza del circuito (da 16 km a 7705 metri) e la modifica di una serie di curve, il tracciato abbandonò progressivamente la propria caratteristica forma triangolare a favore di una fisionomia più variegata ed impegnativa.
Per quanto riguarda la versione attuale e definitiva, bisogna sottolineare come il tracciato risulti lungo 4542 metri, ben più corto di quanto inizialmente previsto. L’elemento che ha giustificato questa progressiva modifica del circuito di Assen è da ricercarsi nella maggiore sicurezza dei piloti, i quali corrono in un tracciato stretto, privo di grandi rettilinei e con un numero inferiore di curvoni veloci. Detto questo, risulta doveroso analizzare le caratteristiche di uno dei tracciati più amati e più tecnici del mondo della MotoGP.
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La linea di partenza/traguardo del circuito si posiziona più o meno a metà dell’unico vero rettilineo (lungo solamente 970 metri) dell’intero impianto. Il primo settore, inaugurato dalla curva Haarbocht, è un settore piuttosto lento che prevede una forte decelerazione rispetto alla partenza. Alla Haarbocht segue la doppia curva denominata Madijk-Ossebroeken. A questa coppia di curve a destra segue la variante detta De Strubben: questo punto risulta essere il più lento del circuito, e in generale uno dei settori più lenti dei circuiti della MotoGP, con i piloti che si ritrovano addirittura sotto i 100 km/h. Superato questo impegnativo passaggio, è tempo di immettersi nella giunzione tra la De Strubben e la Ruskenhoek. In perfetta antitesi rispetto alla variante De Strubben, questa cerniera costituisce il punto più veloce del circuito, trattandosi di un settore che si percorre in piena accelerazione. Nonostante le apparenze, il settore è piuttosto insidioso a causa di una traiettoria piuttosto anomala da seguire in questa porzione di asfalto.
Affrontato anche il punto più veloce, è tempo di affrontare la staccata della Stekkenwal, punto dove si passa dai 275 km/h ai 130 km/h circa. Dopo questo tratto, è prevista un’ulteriore decelerazione, seppur tenue, all’ingresso della De Bult, curva a sinistra a cui fa seguito la Mandeveen. Percorsa a velocità relativamente ridotta anche questa lunga curva a destra, ci si immette nella cerniera tra la Duikersloot e la Meeuwenmeer. Entriamo così nell’ultimissimo settore, il quale viene inaugurato dalla Hoge Heide, unico curvone realmente veloce di tutto il circuito: la velocità raggiunta in questo passaggio si aggira sui 265 km/h. A questo punto, ci si appresta ad affrontare gli ultimissimi metri prima dell’arrivo al traguardo. In primo luogo, si affronta il curvone detto Ramshoek a circa 200 km/h e, in secondo luogo, si arriva alla famigerata variante prima dell’arrivo: la Geert Timmer Bocht. Questa insidiosa e rapida chicane destra-sinistra rappresenta uno dei più iconici passaggi della MotoGP, essendo stato teatro di vari episodi passati alla storia: da ultimo, il controverso finale di Assen 2015, in cui Valentino Rossi ebbe la meglio dopo un contatto con Marc Marquez che portò il pesarese a vincere nonostante avesse “tagliato” la temuta variante. Trattandosi di una manovra derivante da un contatto fortuito, la direzione gara non ritenne necessario sanzionare Rossi, il quale si garantì il gradino più alto del podio.
Valentino Rossi: il pilota più vincente nella storia di Assen
Come sappiamo, nel mondo del motociclismo vi sono stati molti piloti che, in un modo o nell’altro, hanno legato il proprio nome ad uno o a più circuiti specifici. In questo senso, se si parla di Assen, non può non essere fatto il nome di Valentino Rossi. Il nostro storico pilota pesarese è, attualmente, il pilota che ha conseguito il maggior numero di successi sul circuito olandese: sono infatti ben 10 le vittorie conquistate dal Dottore tra tutte le categorie. La prima vittoria del Signore di Tavullia sul tracciato di Assen è datata 28 giugno 1997.
In quell’epoca possiamo raccontare di un Valentino 18enne alle prese con il suo secondo anno in classe 125. L’annata procede bene per Rossifumi, il quale corona un perfetto fine settimana trionfando ad Assen davanti al duo giapponese composto da Tomomi Manako e Kazuto Sakata. A fine anno, il nostro beniamino vincerà il suo primo mondiale, venendo in seguito promosso in classe 250. Sarà proprio il circuito olandese il teatro della prima storica vittoria di Rossi in classe intermedia: il 27 giugno 1998, infatti, il pesarese conquista il gradino più alto del podio davanti a Jürgen Fuchs e a Haruchika Aoki, trionfando nuovamente ad Assen.
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Negli anni a venire, la straordinaria alchimia tra il mitico circuito di Assen e il talento incontrastato del nostro Valentino Rossi non solo non si affievolisce, ma addirittura diventa, quasi, una garanzia. Superato il periodo compreso tra il 1998 ed il 2002, in cui il Dottore non è riuscito a conquistare la vittoria al Gran Premio di Assen, il nostro beniamino è tornato a stabilire il proprio “territorio inattaccabile“. Dal 2002 in poi, infatti, Rossi trionferà ben otto volte al Gran Premio d’Olanda, rispettivamente nel 2002, nel 2004, nel 2005, nel 2007, nel 2009, nel 2013, nel 2015 e nel 2017. Delle edizioni menzionate, ci preoccuperemo di analizzarne in particolare due, ovvero il 2009 e il 2017. L’edizione del 2009 segna una data storica per il Motomondiale e per la carriera del pesarese: infatti, il 27 giugno 2009 il nostro eroe diventa il secondo pilota della storia del Motomondiale, dopo Giacomo Agostini, a conquistare 100 vittorie in carriera, precedendo sul traguardo il compagno di squadra Jorge Lorenzo e Casey Stoner. A fine anno, Rossi conquisterà il suo nono, e ultimo, mondiale in carriera.
C’è forse miglior modo di conquistare l’ultima vittoria in carriera in quel circuito dove si è considerati i padroni di casa? Forse sì, forse no. Sta di fatto che il legame indissolubile creatosi tra il tracciato di Assen e Valentino Rossi ha trovato una propria “realizzazione” il 25 giugno 2017. In questa calda e afosa giornata di inizio estate, l’intero mondo del motociclismo ha potuto ammirare l’ultima vittoria in carriera del Dottore, il quale precedette Danilo Petrucci e Marc Marquez. Con questo trionfo, il pesarese è riuscito a conquistare il decimo successo sull’asfalto olandese, stabilendo il record assoluto di trionfi sul circuito di Assen. Un tracciato storico per un campione leggendario: un binomio decisamente vincente.