- Continua a leggere sotto -
Correre in competizioni motociclistiche può essere considerato, a suo modo, una forma d’arte. A pensarci, lo sport in generale può essere inserito in un contesto nel quale i gesti atletici e tecnici vengono associati alla pennellata di un pittore o alla composizione di un grande musicista: la coordinazione in un tiro al volo, la resistenza in una corsa, la precisione in una stoccata, il calcolo in una staccata e così via. Tutti questi elementi hanno nel proprio trascorso uno studio, una dedizione, l’esercizio e, ovviamente, il talento. La stessa cosa si verifica in un qualsivoglia aspetto artistico. Questa pluralità di fattori contribuisce a dare quella dimensione visiva al mondo delle discipline sportive che tanto beneficio porta agli occhi dello spettatore. Ciononostante, vi sono atleti, o artisti, che hanno deciso di fare un passo ulteriore, approcciando in maniera ancora più artistica il loro essere sportivi. In questo senso, non si può non nominare la MotoGP, nella quale si è adottata l’usanza di decorare i propri caschi in maniera particolare per specifiche circostanze. A lanciare questa prassi, neanche a dirlo, è stato quel mostro sacro di Valentino Rossi.
Leggi anche: MotoGP, dalla luce al buio: il biennio in Ducati di Valentino Rossi
- Continua a leggere sotto -
Melandri, Spiderman tesse la tela della vittoria

Tra gli artisti che andremo ad esaminare, ed ammirare, troviamo Marco Melandri. Correva l’anno 2002, e il pilota ravennate sedeva sulla sella della Aprilia della classe 250. Nello stesso anno, tuttavia, il mondo del cinema e della cultura di massa era stato sconvolto dall’uscita nelle sale del lungometraggio intitolato Spiderman. Il prodotto, dedicato all’omonimo fumetto della Marvel Comics, consacrò l’attore Tobey Maguire alla scena mondiale, diventando in poco tempo uno dei attori più noti della scana mondiale. L’impatto della pellicola sulla cultura di massa è stata prorompente a tal punto da conquistare anche il mondo della MotoGP e delle altre categorie motociclistiche. Da qui l’idea di Melandri, allora 20enne, di omaggiare il supereroe ideato da Stan Lee attraverso la creazione di casco, moto e tuta in tema rosso adornato di ragnatele. Evidentemente, l’esperimento ha dato i suoi frutti: al termine dell’annata, il pilota romagnolo si laurea campione del mondo della classe intermedia. Questione di “superpoteri“.
Valentino Rossi: tutti “a bocca aperta”

L’abitudine di modificare in maniera fantasiosa il proprio casco per le occasioni più particolari è attribuita, neanche a dirlo, a quel mostro sacro di Valentino Rossi. Tra un festeggiamento un po’ eccentrico e l’altro, il Dottore ha sempre cercare di farsi riconoscere non solo grazie al sua talento in sella, ma anche grazie alla sua capacità di saper dare colore e divertimento alle proprie imprese. In questo senso, particolare importanza è riservata ad uno dei suoi svariati caschi celebrativi. Nel corso del campionato mondiale di MotoGP del 2008, il pesarese ha deciso di inaugurare una propria rappresentazione “a bocca aperta“: nello specifico, il nove volte campione del mondo ha deciso di ritrarre il proprio volto a bocca spalancata sul casco utilizzato per il Gran Premio d’Italia al Mugello. L’idea si è rivelata piuttosto azzeccata: quella stagione, infatti, si concluderà con la conquista dell’8° titolo mondiale del marchigiano, il quale andrà a registrare il suo record di punti in carriera (373). Statistiche da lasciare tutti “a bocca aperta“.
- Continua a leggere sotto -
Lorenzo, un casco “lunatico”

La prerogativa di farsi notare per via della stranezza dei propri caschi non è da considerarsi come un’esclusiva di Valentino Rossi: seguendo questa usanza di “rossista” ispirazione, infatti, molti piloti si sono prodigati a dare colore ai propri caschi. Tra questi troviamo Jorge Lorenzo, il quale decise di sfoderare, durante il Gran Premio del Portogallo del 2009, un casco bianco ispirato a quelli degli astronauti statunitensi. A questo punto, sorge spontaneo chiedersi da dove derivi questa idea. Il 2009 corrisponde al 40° anniversario del primo sbarco sulla Luna, avvenuto nel remoto 1969: in quell’occasione, l’astronauta ohioano Neil Armstrong divenne il primo umano a poggiare piede sul suolo lunare. Vista l’immane importanza di quell’evento, il pilota maiorchino di MotoGP decise di omaggiare l’avvenimento personalizzando il proprio casco. Anche in quest’occasione, la trovata portò fortuna, visto che il classe 1987 vinse la gara di Estoril.
Rossi: “I wish you were here”

Non tutti i caschi di Valentino Rossi riproducono astrattamente la stravaganza e l’espansività del pilota marchigiano: alcuni di questi, infatti, sono volti a simboleggiare il suo lato più umano ed intimo. Ne è un esempio il casco utilizzato dal pesarese per il Gran Premio di San Marino del 2013. In questa occasione, il Dottore decise di far disegnare sul proprio casco la copertina del celebre disco Wish You Were Here dei Pink Floyd. L’album, così come la canzone omonima, è una dedica del gruppo britannico all’ex frontman della band Syd Barrett, allontanato dalla formazione a causa di seri problemi mentali causati dal consumo di droghe. Così come gli autori del brano, David Gilmour e Roger Waters, hanno voluto omaggiare l’ex compagno, il pilota italiano ha voluto dedicare il proprio casco all’amico Marco Simoncelli, morto tragicamente durante il Gran Premio di MotoGP a Sepang nel 2011. “Running over the same old ground, what have we found? The same old fears. Wish you were here” (in italiano: Camminando sullo stesso vecchio suolo, cosa abbiamo trovato? Le stesse vecchie paure. Vorrei che tu fossi qui).
La nuova avventura del Dottore

La stagione motociclistica 2021 sarà ricordato dagli appassionati come l’anno in cui Valentino Rossi, probabilmente il più iconico e più importante pilota della storia della MotoGP, ha deciso di ritirarsi dalle corse. A 42 anni d’età il pesarese decide di dire basta, annunciando la fine della propria carriera nel corso del Gran Premio d’Austria. Poche settimane dopo, il Dottore fa di nuovo parlare di sé: il pilota pilota marchigiano, tramite un post su Instagram, comunica che la compagna è in dolce attesa. La futura paternità del pesarese viene sin da subito festeggiata nell’ambiente motociclistico e dallo stesso Rossi, il quale decide di celebrare la notizia correndo il Gran Premio di San Marino del 2021 con un casco raffigurante un fiocco rosa: la bambina, chiamata Giulietta, verrà alla luce nel marzo 2022.