MotoGP, Quartararo intona sinfonie da leader tra i lampi di rinascita di Bagnaia, Vietti colpo Mondiale

Il weekend di Portimao di MotoGP conosce la rinascita di Pecco Bagnaia nel giorno della presa della vetta del Mondiale di Quartararo, Vietti colpaccio Mondiale durante la catastrofe Moto2

Nicola Liberti
19 Minuti di lettura

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Torna a farsi sentire il rombo dei motori in occasione del round cinque del Motomondiale, dopo la settimana di assenza. È il momento del rollercoaster dell’Algarve. Ai weekend folli delle precedenti gare, segue un fine settimana di gare piuttosto difficile da decifrare. La grande Italia ammirata in terra texana si è dissolta nell’attrazione lusitana da parco divertimenti. Per una nazione che prende la sola via della discesa ne troviamo diverse che invece percorrono la pista di lancio di Portimao a rapida velocità: è Spagna in Moto3, meravigliosamente Stati Uniti d’America nella categoria intermedia e rinascita francese in top class.

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Si dice che l’Europa abbia l’aura dei luoghi in grado di delineare il futuro, quantomeno in ambito motociclistico. Se il credo a due ruote verrà nuovamente confermato lo dirà il solo scorrere del tempo, ciò che invece già sappiamo è che le carte in tavola, o meglio forze in gioco, appaiano ancora una volta rivoluzionate in seguito al nuovo weekend di gara. Questa volta però, la questione potrebbe essere differente; questa volta però, la questione potrebbe essersi risolta in via definitiva.

Foggia e Migno
Foggia e Migno

Moto3, l’Italia non brilla: Garcia si rialza e riprende lo scettro

QUALIFICHE – Malgrado le condizioni avversare imperversino sul tracciato di gara per l’ennesima volta durante quest’anno, i big della Moto3 riescono a tenersi a debita distanza dall’insidioso Q1. Obiettivo, questo, non centrato da Dennis Foggia e Deniz Oncu. I due superano comunque senza complicazione alcuna il primo stage, accompagnati da Stefano Nepa e Whatley, out invece Xavi Artigas. Che tra le pozzanghere del circuito del rollercoaster dell’Algarve non avremmo potuto ammirare un riflesso tricolore è parso chiaro sin dalle qualifiche della categoria inferiore. Qui gli attesissimi, anche nella contesa Mondiale, Migno e Foggia non hanno brillato chiudendo la quarta fila. Le danze a suon di crono sono state condotte da un Oncu in gran forma, primo, davanti a Mario Aji, alla seconda prima fila consecutiva, e il francese Fellon. Quinto Tatsu Suzuki davanti ad un Sergio Garcia in difficoltà, rivelatasi poi unicamente apparente, ed al primo degli italiani Riccardo Rossi.

GARA – 24 ore non cancellano la complessa situazione, tantomeno i ricordi, quantomeno lo fanno con le chiazze di bagnato sull’asfalto. I ricordi di un sabato intricato riemergono sin dalle prime curve, è gara tosta in quel di Portimao per i colori azzurri. Migno e Foggia sin dalle prime tornate precipitano verticalmente in classifica, rispettivamente 14° e 17°. La testa della corsa ha invece in mente un copione diverso, più fluente e costante. Garcia martella e tenta la fuga solitaria, Guevara e Sasaki non ci stanno e si danno all’inseguimento. Gruppo sfilacciato e Masia ed Oncu chiudono la ristretta cerchia di piloti in grado di auspicare un colpo al podio. Il quintetto qui descritto incarna il mood da ottovolante dell’Algarve, facendo seguire ad ogni salita e discesa un conseguente stravolgimento nelle posizioni di classifica.

Il leitmotiv dei leader è chiaro e perdura sino alla bandiera a scacchi, dietro di loro la situazione non accenna a discostarsi da quanto detto. Il gruppetto che include Migno e Foggia, aperto da TatayRossi e chiuso da Kelso ed Ogden occupa pressoché le restanti posizioni valevoli per dei punti in campionato. È gara di nervi, astuzia ed intelligenza per pungolare l’avversario ed infilarlo in curva e momento più adeguato. Il mestiere riesce particolarmente bene a Carlos Tatay che chiude primo degli inseguitori, davanti a Migno e Foggia, rispettivamente 7° ed 8°, precipita invece Ricky Rossi in dodicesima. Davanti trionfa Garcia, in netta ripresa rispetto ad un sabato arrancante, a precedere Jaume Masia e Ayumu Sasaki a podio, non partecipano ai festeggiamenti sugli ambiti gradini Oncu e Guevara che li seguono a pochi decimi sul traguardo.

Maxi caduta in Moto 2
Maxi caduta in Moto 2

Moto2, inenarrabile catastrofe in direzione gara: Vietti ne approfitta e piazza il colpo Mondiale

QUALIFICHE – Sorte amara per gli underdogs della categoria intermedia ai quali, come spesso può accadere, tocca il purgatorio del Q1. Tony Arbolino si rivela inauspicato protagonista dominando il turno, scavalcato solo a tempo scaduto da Ramirez, per quanto poca, per non dire nulla, valenza questo possa avere. Attraversano con loro il portale verso il Q2 anche Jorge Navarro e Zonta van den Goorbergh, i quali soffiano all’ultimo respiro lo slot a Filip Salac ed un Pedro Acosta nuovamente opaco. Secondo stage nel quale Arbolino alza l’asticella abbassando il tempo ed abbattendo il muro dell’1:45. Sfida lanciata e prontamente accolta dall’impavido Aaron Canet, il quale fa sua la pole rasentando addirittura il 44. Dietro di lui Beaubier, Dixon e proprio Tony. Delude un arrancante Vietti costretto a scattare dalla dodicesima casella.

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GARA – Al fulmicotone la reazione delle falangi di Tony Arbolino e Beaubier allo spegnimento dei semafori. Importante scatto premiato dalle prime due posizioni tanto velocemente guadagnate, quanto altrettanto celermente perse. Canet, con ancora il sapore della ghiaia texana ben registrato in memoria, ritenta la fuga non riuscitagli appena due settimane addietro. Il destino sa essere crudele, in questo caso però, pare accanirsi con il pilota spagnolo il quale, inforcata la boccia, da il via ad uno degli strike più fedeli al termine e clamorosi degli ultimi anni nel mondo delle due ruote. Bando ai discorsi relativi ad eccessiva foga od errori di chi troppo chiede alla propria moto, il disastro che ha preso luogo in curva 2 a Portimao è un inenarrabile catastrofe fuoriuscita dalle menti della direzione gara.

Solite sono le lamentele relative alla pericolosità che comporta lo spingere corpo e moto al limite in sport di questo genere, tuttavia esporre la vita di ragazzi, prima ancora che piloti, a rischi inconsulti è qualcosa di a dir poco inaccettabile, in particolare se a chi compete l’onore e l’onere di decisioni relative al proseguo della gara, ed in primis dell’incolumità di chi settimanalmente si mette in gioco e si espone ad una buona percentuale di rischio per regalare spettacolo, non è gomito a terra ad oltre 200 km/h in un impetuoso saliscendi, bensì comodamente accolto da fornite sale, con tanto di regolamenti alla mano: l’ambiente, come è corretto che sia, ideale per prendere decisioni cruciali con il giusto distacco e sangue freddo.

Poco importa quanto commi e paragrafi recitino, alle volte mettere da parte uno scritto ed affidarsi al semplice buon senso potrebbe quantomeno tentare di prevenire spiacevoli inconvenienti come quello di 10 piloti a terra nella stessa curva, a pochi metri gli uni dagli altri, distesi a terra con la sola speranza di non essere falciati dalle moto che, di passaggio in passaggio dei compagni, venivano fiondate nei loro paraggi (giungendo addirittura alle fiamme in un caso). La velocità mancata in fase di esporre preventivamente una bandiera rossa è però apparsa nel recapitare ai team una comunicazione nella quale si informavano i suddetti di come i propri piloti avrebbero potuto prendere parte alla sprint race (per sottrarre un termine caro alla Formula1, che in quanto ad interpretazione del regolamento in funzione dei casi live ha giusto un paio di storie da raccontare) di 6 giri.

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Di qui in poi poco resta da commentare. La catastrofe precedente, fortunatamente non tramutatasi in tragedia, intacca lo spettacolo dello sport, peraltro non dal tasso così elevato nella mini-gara successiva. Trionfa Joe Roberts, alla prima vittoria in Moto2, davanti ad un Celestino Vietti che piazza un colpo Mondiale, essendo obbligatoriamente rimasti out i suoi principali rivali, e a Jorge Navarro. Primo punto per Zaccone, ultimo sul traguardo dei superstiti, in quindicesima posizione.

Fabio Quartararo (Yamaha)
Fabio Quartararo (Yamaha)

MotoGP, Quarta-leader, B&B Ducati down: Bagnaia rimonta, Bastianini che spreco

QUALIFICHE – Una Q1 dal volto di Q2 vede anche una vecchia, se così può esser definita, conoscenza: Lorenzo Savadori, wild card, decide infatti di godersi la suggestiva Portimao a bordo di una RS-GP dalle diverse componentistiche sperimentali. In questo turno la rappresentanza italiana è tanto corposa quanto sfortunata. Le condizioni sfavorevoli del venerdì di libere non hanno permesso a Bastianini, Bagnaia, Morbidelli, Dovizioso, Di Giannantonio e Marini di prenotare a proprio nome un posto direttamente nella top-12. Costretti alla contesa con i temibili Vinales, Martin, Rins ed un ritrovato Alex Marquez, i due volti principali della casa di Borgo Panigale decidono di tendare l’azzardo delle slick su un tracciato dalle condizione ancora piuttosto miste, come testimoniato dalla caduta di Remy Gardner. L’azzardo non ripaga nessuno dei due: Pecco Bagnaia impatta con il suolo in maniera scomposta, dopo esser di fatto decollato dalla sua Desmosedici; alla Bestia Bastianini tocca sorte simile quando, lanciato in casco rosso al t1, viene disarcionato dalla Desmosedici imbizzarrita e conosce un violento impatto con il terreno. Alex Marquez precede Marini per l’approdo in Q2, ma il weekend di gara dei due ducatisti è compromesso, così come la loro condizione fisica apparsa piuttosto precaria dopo i due brutti crash.

Il vento buono portato dal team owner del team Mooney VR46, sua maestà Valentino Rossi giunta in terra lusitana, ispira Bezzecchi e Marini ad un turno di qualifiche d’alto livello, rispettivamente 6° ed 8°. Miller, Zarco e Mir appaiono in forma, contendendosi per diversi minuti la prima posizione in griglia allo spegnimento dei semafori della gara di domenica. Ad interromper le loro danze cronometriche è la caduta fratricida, in termini sportivi, di Pol Espargaro che provocando una bandiera gialla al t4 costringe il compagno Marquez a vedersi la propria pole provvisoria cancellata, così come Quartararo che aveva timbrato il secondo tempo. A spuntarla è alla fine Zarco, a precedere Joan Mir, un Aleix Espargaro che nella non considerazione generale prepara il colpaccio, Miller e Quartararo.

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GARA – Doppia frustata Suzuki allo start: Mir da secondo in griglia vola in testa e spera nella fuga; Rins, penultimo in griglia, brucia ben cinque avversari ai blocchi di partenza ed altrettanti nelle prime quattro curve divenendo protagonista di una partenza memorabile. Quartararo però dimostra di non starci e, sin da subito, si getta alla ripresa del Mir perduto e, in seconda battuta, alla fuga solitaria. Per un Johann Zarco ed un jack Miller all’assalto della seconda piazza, Ducati ha anche i due concorrenti per il trono di ufficiali nel 2023 che cadono rovinosamente a terra. Jorge Martin precede infatti Enea Bastianini, le cui sembianze della Bestia si sono dissolse, solamente per un weekend, nei continui up&down del rollercoaster dell’Algarve, nella perdita dell’anteriore e nella conseguente caduta.

Quando solo sette passaggi sul traguardo separano i contendenti dal termine della corsa, Jack Miller sfrutta la scia della Suzuki di Joan Mir per raggiungere lo spagnolo, affiancarlo nel rettilineo e tirare una staccata furibonda in corrispondenza del discesone che immette in curva 1. Il pilota Suzuki chiede tanto alla propria moto e rischia di andare largo, Miller fa divenire il rischio realtà non riuscendo più a controllare la Desmosedici, tentata inutilmente di introdurre in curva ad una velocità troppo elevata. Australia e Spagna collidono, Miller stende Mir, doppio fazzoletto bianco al podio. Ne consegue poi un curioso siparietto tra i due, non nuovi a frizioni, quando la vittima in celeste prima applaude Jack ma, una volta colto il possibile dolore fisico provato dal rivale in pista nel giro di pochi istanti, corre verso di esso per sincerarsi delle condizioni fortunatamente ottime.

Davanti Quartararo è ormai irraggiungibile ed inscrutabile per via del gap di oltre 5 secondi dal connazionale secondo. Oasi nel deserto stagionale Yamaha, ma Fabio c’è e trionfa in grande spolvero a Portimao. Aleix Espargaro concretizza dunque il secondo podio della stagione proiettando Aprilia ad un solo podio dal dolce addio alle concessioni, ed alimentando sempre più i sogni iridati in un Mondiale dal padrone ancora ignoto, o quasi. Rins conclude quarto una gara di incorniciare, avendo recuperato ben 19 posizioni tra partenza ed arrivo, davanti ad Oliveira, eroe di casa, ed i fratelli Marquez. Ottavo Bagnaia, scattato ultimo per via del crash in qualifica ed ancora acciaccato tra spalla e braccio destro per via di questo, che dopo primi giri alla ricerca del feeling trova un gran ritmo, pari a quello dei primi e si rende protagonista di una sontuosa rimonta. Dovizioso undicesimo apre l’anonimo trittico azzurro completato da Marini ed un Morbidelli sin qui fantasma stagionale.

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Rins (Suzuki)
Rins (Suzuki)

MotoGP, Top&Flop

TOP –

  • Quartararo 9: Una rondine non fa primavera, una vittoria non fa rinnovo né tantomeno Yamaha, come da Fabio stesso scherzosamente confermato. Gara di testa, all’insegna della fuga solitaria, dominata in lungo e in largo nonostante il mezzo tecnico evidentemente inferiore. Il Diablo intona sinfonie da leader del Mondiale tra le grida del rollercoaster in festa. Manca il voto tondo per via dei weekend precedenti, ma gara e forma sono da lode, ed attenzione a classifica e Quartararo con le tappe europee
  • Rins 8,5: Scatta in posizione 23, scavalca 19 avversari e porta a termine una rimonta sontuosa. Manca voti più alti per via della solita e persistente pecca delle qualifiche Suzuki. La domenica è clamorosa così come la risalita, il podio avrebbe coronato il sogno lusitano.
  • Aprilia 7,5: Secondo podio stagionale e seconda gara di livello assoluto da parte di Aleix in stagione. I lunghi tratti guidati confermano la completezza del pacchetto Aprilia, cresciuta dunque non solo sul dritto. Al prossimo podio sarà addio alle concessioni quanto allo sviluppo del motore, ma il progetto è valido e lo scenario è dolce.
  • Bagnaia 7,5: L’esaltante rimonta della domenica accresce i rimpianti per il tonfo di sabato. Nell’eterno dilemma tra prendersi rischi o puntare sulla costanza per rimontare paga l’azzardo con spalla e braccio destro. Nonostante il deficit fisico inevitabilmente accusato, si intravedono primi sprazzi del Pecco di fine 2021. Il feeling con la Desmo giunge lentamente, ma una volta cucitagli addosso l’ultima creatura dell’ing. Gigi Dall’Igna, il 63 sarà pronto all’attacco Mondiale.

FLOP –

  • Bastianini 4,5: Weekend da dimenticare per Enea, giunto in Portogallo con la volontà di confermarsi leader del Mondiale e rientrato in Italia da quarto nel ranking. Il decollo nella giornata di sabato fa male a corpo e posizionamento in griglia, la scivolata di domenica pone la pietra tombale su un weekend decisamente no, malgrado il ritmo crescente in gara. Bestia spodestata dal trono, ma la matassa di filo da torcere da gettare agli avversari è ancora piuttosto corposa.
  • Miller 3: Tre come la posizione a cui poteva ambire sul podio, tre come terzo ducatista a terra in gara, tre come voto di un errore che pesa molto. Per un istante tornano a galla antiche frizioni con Mir, poi prevale il fair play. In un Mondiale fino alle 15 di domenica senza uno dei soliti big al comando, Jack poteva pensare a guidarlo ma la caduta lo impedisce. Potenziale grande gara, staccata ai limiti dell’umano e caduta con strike: è sempre Thriller Miller.
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