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Si arriva al momento più cruciale della stagione per il campionato di MotoGP, giunto alle fondamentali gare europee. Dopo Portogallo e Spagna, il Motomondiale arriva in Francia, paese storico per tradizione e patria di piloti fenomenali. L’appuntamento del prossimo weekend si terrà nella splendida cornice del Circuito Bugatti di Le Mans. Ebbene sì, oltre alle memorabili gare di Endurance della celebre gara di 24 ore, questa pista ha ospitato ed ospiterà pure i bolidi a due ruote. L’appuntamento francese sarà attesissimo anche dai piloti locali, che in MotoGP hanno un discreto successo. Ovviamente si parla del campione del mondo in carica Fabio Quartararo, del quale, comunque, non si dimenticano le origini italiane. Se l’asso della Yamaha è attualmente leader del mondiale, gli occhi cadranno anche su Johan Zarco, secondo nella gara dello scorso anno ed ancora a caccia del primo successo in classe regina.
Le Mans, storia ed origini
Una particolarità che forse in pochi conoscono riguarda la pista di Le Mans: è proprio qui che si è svolto il primo Gran Premio della storia automobilistica nel 1906. Dato il successo di questo evento, venne istituita la gara da 24 ore, in un tracciato realizzato unendo diverse strade fuori città nel 1923. La pista ha subito molte modifiche, fino all’ultima nel 2018, anno in cui a trionfare fu la Toyota di Alonso, Buemi e Nakajima. Gli ultimi due detengono attualmente anche i record della pista in gara ed in prova, dimostrando, oltre alla loro esperienza, anche la superiorità del costruttore giapponese. Tuttavia è ovvio che le moto non corrono in quel tracciato lunghissimo di oltre 13 chilometri, ma solo in una parte di quella pista.
Attualmente il tracciato utilizzato per le gare del campionato mondiale di MotoGP è certamente diverso e molto più breve. Da non confondere con il circuito della Sarthe, la pista in questione è intitolata ad Ettore Bugatti. Progettato nel 1966, fu l’anno successivo che il tracciato ospitò la prima gara di Formula 1, con vittoria di Jack Brabham. Mentre per vedere per la prima volta il Motomondiale sfrecciare nel nuovo circuito si dovette aspettare il 1969, quando in classe regina (la 500) trionfò Giacomo Agostini su MV Agusta. Negli anni però la pista ha subito diverse modifiche, fino ad arrivare all’attuale layout nel 2008, ospitando anche le gare di DTM.
Il tracciato: tutte le sue particolarità
Certamente il Gran Premio di Francia sarà fondamentale per l’andamento della stagione, in una pista molto particolare. Poco differente dal tracciato di Jerez, Le Mans presenta una pista abbastanza corta, senza lunghi rettilinei. Il circuito misura una lunghezza di 4185 metri, con appena 11 curve. Si corre in senso orario e bisogna fare attenzione all’utilizzo dei freni. I dati offerti da Brembo parlano di una difficoltà classificata a 4, su di una scala da 1 a 6, riguardo la forza impressa nelle frenate. Solo 2 curve sono esenti dall’utilizzo dei freni, si tratte delle due in uscita dalle chicane Dunlop e Chemin aux Boeufs.
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La sua scarsa lunghezza rende la pista di Le Mans la terza più corta di tutto il mondiale. Nonostante ciò i freni vengono utilizzati per oltre 30 secondi al giro. La staccata più dura si trova in curva 9, chiamata anche “S” du Garage Bleu; lì infatti si passa dai 300 ai 105 km/h circa. I giri da percorrere saranno ben 27, rendendo la gara lunga, in particolare in caso di pioggia, che non è proprio una rarità a Le Mans. Il record della pista è detenuto da Maverick Viñales, che nel 2017 chiuse il suo miglior giro in 1’32.309, in sella alla sua Yamaha. Vedremo se con l’Aprilia riuscirà a tenere testa al compagno di squadra, Aleix Espargaro, che è andato a podio in 3 delle prime 6 gare.
I momenti più emozionanti del Gran Premio di Francia
La prima gara di moto a Le Mans (ovviamente non nell’attuale circuito Bugatti) si svolse nel 1920, vinta dal francese Georges Jolly. La pista però venne riutilizzata solo l’anno successivo per poi girovagare altrove per la Francia, svolgendo altri Gran Premi. Solo nel già citato 1969 le moto tornarono a gareggiare nella pista attuale, in quello che però era ormai diventato un appuntamento valido per il campionato del mondo di motociclismo. Tuttavia, anche in questo caso si decise di svolgere l’appuntamento del Gran Premio di Francia a Le Mans solo per due anni, prima di ritornare a Clermont-Ferrand. Ci fu giusto il tempo di rivedere trionfare Giacomo Agostini in classe regina una seconda volta.
Da quel momento la pista di Le Mans tornò solo saltuariamente in calendario, non diventando più tappa fissa. Nonostante tutto, i piloti italiani andarono sempre forte sul circuito francese, come dimostra il duplice successo di Walter Villa nel 1976 nelle classi 250 e 325. In 500 quando si tornò a Le Mans i piloti anglofoni divennero imbattibili, dati i successi del britannico Barry Sheene e degli statunitensi Freddie Spencer, Randy Mamola, Eddie Lawson e Kevin Schwantz. Le vittorie degli italiani comunque non mancarono nelle classi minori. Tra queste si deve citare quella del 1987 del compianto Fausto Gresini in 125. Dopo la sua triste scomparsa, il team che prende il suo nome, lanciando il talento di Bastianini, ne sta onorando la memoria.
L’era Rossi ed il dominio spagnolo a Le Mans
Nel biennio 1994/1995 trovò il successo l’australiano Michael Doohan, prima di ritornare a Paul Ricard per l’ultima volta per 4 anni. Il ritorno in pianta stabile a Le Mans avvenne solo nel 2001 e da quel momento il campionato di MotoGP non ha mai più lasciato questa pista, neanche nel drammatico 2020. Gli anni 2000 furono ovviamente quelli di Valentino Rossi, ma non solo lui è salito in cima al podio in questa pista. Il dottore ha trionfato nel tracciato transalpino solo 3 volte (2002, 2005 e 2008). La prima edizione “fissa” del Gran Premio di Francia a Le Mans fu vinta da uno dei suoi più grandi rivali, ossia Max Biaggi. Nel 2006, invece, vinse Marco Melandri in sella alla sua Honda, in un anno dove il mondiale tornò per l’ultima volta oltre l’oceano Atlantico, con il trionfo di Nicky Hayden.
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Gli anni 2010 furono completamente dominati dai piloti spagnoli, istaurando un vero e proprio tabù. Dal 2009 al 2019 solo Casey Stoner riuscì ad imporsi a Le Mans tra i non iberici, mentre Jorge Lorenzo fu padrone incontrastato vincendo ben 5 volte solo in classe regina. Invece Marc Marquez non ha mai trovato un grande feeling in questo tracciato, pur vincendo in 3 occasioni. Anche Dani Pedrosa e Maverick Viñales trovarono gloria, rispettivamente nel 2012 e nel 2017. Solo negli ultimi due anni le Ducati sono ritornate a vincere grazie a Petrucci e a Miller, sempre sul bagnato. Mancherebbe solo il sigillo di Bagnaia, ma non sarà facile sconfiggere la Yamaha in questa pista. La pioggia, al momento prevista per la gara di domenica, potrebbe scompigliare tutte le carte. Ci si aspetta un altro evento spettacolare.