Le parole di Tiago Pinto e la risposta di Mourinho dal Gran Premio di Portimao di MotoGP hanno animato il weekend in casa Roma. Dichiarazioni che certificano come il feeling tra i due non sia mai sbocciato pienamente e che sono state seguite dall’intervista dello Special One rilasciata a Fabrizio Romano: “Già il giorno dopo l’esonero con la Roma ero pronto per ripartire. Sono l’unico ad aver fatto due finali europee negli ultimi due anni e sono orgoglioso di questo, soprattutto perché è successo in una squadra che non ha una storia vincente in Europa”.
Neanche in maniera troppo velata, Mourinho ha mandato un messaggio ai Friedkin, ricordando le difficoltà nel lavorare senza una struttura ben delineata alle spalle: “I tifosi sono la parte migliore del calcio, penso che mi hanno amato perché hanno notato che ho sempre dato tutto per la squadra. In alcuni club devi essere allenatore, direttore sportivo, occuparti della comunicazione ed essere la figura che difende il club e i tifosi. Questo non piace ad un allenatore, perché il club deve metterlo nelle condizioni di fare solo l’allenatore. All’Inter, al Real Madrid, nella prima esperienza al Chelsea e al Porto sono stato solo allenatore, in altri club non è stato così”.
Mourinho: “Non mi pento di aver rifiutato il Portogallo”
Dopo la sconfitta di Budapest, le strade di Mourinho e della Roma hanno rischiato di separarsi, con il Portogallo pronto a fiondarsi sullo Special One. Le cose, poi, sono andate diversamente ed il portoghese ha ricordato quanto accaduto: “Già ai tempi del Real Madrid ricevetti una proposta, ma Florentino Perez disse che non fu possibile. Non sono pentito di aver rifiutato il Portogallo per restare alla Roma nonostante l’esonero arrivato qualche mese dopo, sono contento della mia decisione. Ora sono pronto, ma non devo fare la scelta sbagliata perché guidato dalla passione. Devo essere paziente e aspettare l’estate”.