Napoli, i numeri sono da Scudetto: la proiezione è da tripla cifra

Il Napoli di Luciano Spalletti non ne vuol sapere di fermarsi e corre spedito verso lo Scudetto: le statistiche incoronano i partenopei

Luca Cioffi
10 Min di lettura

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Al termine del giro di boa, la Serie A ci ha svelato l’identità della squadra che sta dominando incontrastata in Italia: ovvero il Napoli di Luciano Spalletti. La formazione campana, contro ogni pronostico alla vigilia del campionato, ha dominato in lungo e in largo mettendo un mostra un gioco, una compattezza e una qualità che poche volte abbiamo ammirato nel Bel Paese.

Eppure, la scorsa estate, abbiamo assistito ad un profondo cambiamento e rinnovamento della rosa: gli addii di Lorenzo Insigne, Kalidou Koulibaly e Dries Mertens, su tutti, avevano gettato nello sconforto gran parte della tifoseria, che non si sarebbe mai aspettata, appena qualche mese dopo, un Napoli così dominante in Italia e in Europa. Gli arrivi dei cosiddetti “semisconosciuti” Khvicha Kvaratskhelia, Mathias Olivera e Kim Min-jae insieme alla crescita esponenziale di alcuni elementi già presenti in organico ha consegnato ai supporters azzurri una squadra schiacciasassi.

Esultanza Napoli - @livephotosport
Esultanza Napoli – @livephotosport

L’evoluzione di Victor Osimhen, Stanislav Lobotka e Alex Meret ha definito l’ossatura di una squadra che si appresta a raccogliere i frutti della semina compiuta in estate. Il + 12 sul Milan è un vantaggio rassicurante che può permettere ai partenopei di gestire l’impegno in Champions League con una maggior rotazione all’interno dei confini nazionali, ma dare per scontato l’epilogo di questa Serie A sarebbe un gravissimo errore che Luciano Spalletti non può permettersi di commettere. È l’ora del Napoli, è l’ora di riscrivere la storia di questo club.

Napoli, l’evoluzione dell’attacco fa 50

50 punti su 57 disponibili, 46 gol fatti in 19 gare (miglior attacco), media che sfiora i 2.5 gol a partita. 16 vittorie in 19 partite, 2 pareggi e un solo scivolone a Milano contro l’Inter. Numeri che lasciano poco spazio ai critici. Numeri che certificano un dominio senza possibilità di replica. Numeri che, addirittura, proiettano il Napoli a quota 100 punti. Impresa che è riuscita solamente alla Juventus nel 2014 sotto la guida di Antonio Conte.

Ciò che più balza all’occhio, però, è il confronto statistico con quello della passata stagione. Infatti, al termine del girone d’andata, gli azzurri contavano “soli” 39 punti raccolti in 19 gare, ben 11 in meno rispetto a quelli di quest’anno. Se la casella dei goli subiti recita lo stesso risultato di quella dell’anno scorso, ovvero 14 reti incassate (miglior difesa), la differenza sta nel reparto offensivo con il Napoli è riuscito a realizzare ben 11 gol in più rispetto ai 35 dell’anno scorso.

Esultanza Napoli @livephotosport
Esultanza Napoli @livephotosport

A questo punto sorge spontanea una domanda: cosa è cambiato rispetto alla passata stagione? Quali sono gli elementi che hanno portato i campani ad avere tale rendimento e una maggiore concretezza sotto porta? Eppure, il tecnico è sempre Luciano Spalletti. Non è possibile dare una spiegazione con certezza, ma ciò che si può fare è analizzare attentamente dati, statistiche e applicarli a ciò che il rettangolo verde ci mostra, e spesso e volentieri, ci mostra calciatori che fanno la differenza in un impianto di gioco ben collaudato.

Napoli, Osimhen cecchino e Meret saracinesca: Lobotka è il cervello

L’evoluzione di questo Napoli passa in primis dalla crescita esponenziale di giocatori che erano già presenti in seno alla rosa azzurra. A partire da Victor Osimhen che si sta caricando sulle spalle la squadra non solo sotto forma di gol, prestazioni e assist, ma soprattutto con l’intensità, lo spirito e la voglia che puntualmente il nigeriano offre quando indossa la maglia azzurra.

Le 13 marcature realizzate in questa Serie A sono solamente la punta dell’iceberg di uno dei leader emotivi di questa rosa. L’ex centravanti del Lille è stato catechizzato da Luciano Spalletti che, all’alba di questa stagione, aveva chiamato il giocatore africano ad una maggiore applicazione nel guidare i propri compagni. Nonostante l’infortunio patito ad inizio stagione, il classe ’98 si è preso definitivamente il Napoli e lo sta trascinando verso il sogno che la città chiede a gran voce.

Osimhen (Napoli)
Osimhen (Napoli)

Discorso analogo, invece, per Stanislav Lobotka lontano parente di quello lento e impacciato sotto la gestione Gattuso. Il forte centrocampista slovacco ha aperto la stagione con una serpentina delle sue a Verona, facendo fin da subito capire quali fossero le sue intenzioni. L’ex giocatore del Celta Vigo è il vero e proprio direttore d’orchestra dei partenopei, colui che decide a quale velocità deve viaggiare lo spartito azzurro. Insomma, il cervello di un Napoli che non può fare a meno del discepolo di un certo Marek Hamsik.

Non può non far parte della lista Alex Meret che, dopo anni vissuti tra gli infortuni e l’ombra costante di David Ospina, è riuscito definitivamente a prendersi le chiavi del Maradona. L’estremo difensore friulano ha messo la sua firma sullo strepitoso girone d’andata azzurro con pochi, ma pesanti, interventi che hanno contribuito ai successo partenopei.

Alex Meret (Napoli) @livephotosport
Alex Meret (Napoli) @livephotosport

Emblematica la parata sabato, 21 gennaio, all’Arechi contro la Salernitana, dove è riuscito con un intervento miracoloso su Piatek a spegnere ogni residua speranza granata e a mettere in cassaforte i tre punti. Un portiere rinato sotto tutti i punti di vista e che può rivelarsi decisivo in ottica Scudetto.

Napoli, Kvaratskhelia devastante, Min-jae la grande muraglia: il futuro è già scritto

A completare l’ossatura vincente di questo Napoli sono i nuovi innesti che hanno avuto il merito di aver ridato freschezza, innovazione e temperamento che, nel corso degli anni precedenti, sono andati via via scemando. L’acquisto di Khvicha Kvaratskhelia ha dato la possibilità a Luciano Spalletti di usufruire di un giocatore abilissimo nell’uno contro uno: il georgiano si è rivelato il jolly inaspettato grazie alle sue qualità che hanno messo a ferro e fuoco le difese avversarie.

Kvaratskhelia - @livephotosport
Kvaratskhelia – @livephotosport

Con le sue giocate, il classe 2001 è stato tra i principali artefici di questo straordinario girone d’andata, riuscendo ad incidere in quasi tutte le gare a cui ha preso parte. Se l’acquisto del 21enne vale alla dirigenza partenopea l’oscar del calciomercato 2022, i tifosi azzurri si augurano che l’ex Rubin Kazan possa trascinare i compagni verso lo Scudetto che andrebbe a ricucire il Tricolore sulla maglia del Napoli 33 anni dopo l’ultima volta.

Stesso dicasi per Kim Min-jae, arrivato tra l’indifferenza generale e rivelatosi pilastro della difesa. Il centrale sudcoreano si è dimostrato fin da subito insostituibile per Luciano Spalletti, grazie alla sua attenzione, applicazione e concentrazione. L’ex difensore del Fenerbahce ha raccolto la pesantissima eredità di Kalidou Koulibaly e si appresta a trascinare i propri compagni verso un sogno che, settimana dopo settimana, prende sempre più forma.

Kim Min-jae, difensore del Napoli
Kim Min-jae, difensore del Napoli

Non possono mancare, invece, Giacomo Raspadori e Giovanni Simeone che nonostante il minutaggio non eccelso, sono riusciti a ritagliarsi uno spazio e un’importanza particolare nel periodo in cui Victor Osimhen è costretto ai box. L’ex Sassuolo si è messo in mostra con le sue qualità di inserimento, palla al piede e nel dribbling. Il Cholito è riuscito a risolvere e ad indirizzare gare pesanti (vedi Milano e Cremona) con il suo fiuto del gol che ha pochi eguali in giro per l’Europa.

Un mix di caratteristiche, di freschezza, gioventù e di qualità che sta consentendo a Luciano Spalletti di avere ampia scelta in ogni zona del campo. Ma soprattutto, un mix che ha quella fame e cattiveria agonistica di compiere un’impresa che verrà ricordata per sempre nella storia del Napoli e della città, che non vede l’ora di festeggiare a dovere i propri beniamini che stanno facendo toccare con mano ai propri tifosi un sogno pronto a riscaldare i cuori del tifo azzurro.

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