Napoli, il Dio del calcio Diego Armando Maradona: O’Rre immortale

Il Dio del calcio, Diego Armando Maradona sarà sempre nel cuore di Napoli e il suo popolo: O'Rre immortale

Domenico Ciccarelli A cura di Domenico Ciccarelli
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Correre per le strade, tra il fango, nei vicoletti e tirare calci ad un pallone, inizia tutto cosi. Tra sogni e desideri, nel diventare un calciatore, un talento o quantomeno vincere trofei. Ma, il 30 ottobre, esattamente nell’anno 1960 è una data da cerchiare in rosso, soprattutto per i supporters del Napoli, non a caso, nella partita andata in scena contro il Sassuolo hanno tenuto ad omaggiare questa giornata. Nella provincia di Buenos Aires in Argentina nel paese di Lanus, nasceva un ragazzino fuori dalla norma, il suo nome era Diego Armando Maradona. Solo a pronunciarlo, mette i brividi. Inizia il suo cammino all’età di soli 10 anni, nella squadra della sua città, ovvero, l’ Argentinos Juniors. Dove, in una nota intervista già mostra le sue idee chiare: “Tengo dos suenos, jugar una copa del mundo y ganarla – il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo”.

Qualche anno dopo, Diego Armando Maradona, passa nella squadra più importante di Buenos Aires, sicuramente una delle più forti della massima competizione argentina, il Boca Juniors, in seguito alla vittoria del Pallone d’Oro sudamericano. Era la stagione 1981-1982, ed il Pibe D’Oro nell’club per cui tifava suo padre già mostra colpi di genio, contribuendo con i suoi 28 goal in 40 partite alla vittoria della Primera Division. Ma, l’anno successivo a causa di problemi economici della società albiceleste, viene corteggiato dall’Europa, tra cui anche la Juventus dell’avvocato Agnelli, ma, è il Barcellona ad aggiudicarselo.

Napoli, arriva Diego Armando Maradona: tra l’euforia della città partenopea

Le stagioni con la maglia del Barcellona, nonostante mostri la sua classe indiscutibile e contribuendo alle vittoria di trofei. Le vive tra molti infortuni e poche certezze, tra cui, come dimenticare quello subito contro l’Atletico Bilbao da Adoni Goikoetxea. Non a caso, Diego Armando Maradona mise Tne alla sua esperienza nel campionato spagnolo in seguito ad una delle sue famose dichiarazioni: “Mi stanno uccidendo, non possono più tenermi in queste incertezze. Il club blaugrana deve decidere se tenermi ancora oppure no”. E dunque, arriva un altra giornata indelebile per il Napoli e i suoi supporters, ovvero, il 5 luglio 1984. L’ex presidente del club campano, Corrado Ferlaino acquista uXicialmente il fuoriclasse argentino. Il Pibe D’Oro è in città e il popolo impazza.

Una data storica, il vecchio Stadio San Paolo è stracolmo, per la presentazione del nuovo calciatore del Napoli, Diego Armando Maradona davanti gli occhi di ben circa ottantamila spettatori. Il Pibe D’Oro saluta il popolo partenopeo: “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di questa piazza, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”. La città bagnata dal mare e colpita dalla luce del sole sotto sua maestà il Vesuvio, esplose di gioia, ebbe improvvisamente un nuovo Re, una divinità. Non, a caso ancora oggi in qualsiasi quartiere napoletano, c’è una suo murales, un’immagine o qualsiasi altra cosa raXiguri il calciatore nato in Argentina, El Diez.

Napoli, Diego Maradona la punizione magica: il primo Scudetto e la vittoria in Coppa Italia

L’esordio uXiciale con la maglia del Napoli, di Diego Armando Maradona avviene il 22 agosto 1984 in Coppa Italia. Dove gli azzurri vincono per 4-1 contro l’Arezzo, passando in vantaggio al minuto 20 grazie proprio alle rete del calciatore argentino, in merito ad una grande punizione, ovvero, una delle sue grande specialità. Il debutto invece, in Serie A il 16 settembre nella trasferta con l’ostico Hellas Verona, non a caso quella stagione vincerà il campionato. El Pibe D’Oro, nei primi due anni italiani diventa un simbolo per la piazza partenopea, regale prelibatezze, magie e porta entusiasmo. Far sorridere la gente e fa innamorare, insomma, diede un esplosione di gioia. E come dimenticare, la magica e storica punizione in occasione della sTda del 3 novembre 1985 che portò la vittoria del club campano contro la Juventus per 1-0. “Non fa niente, tiro lo stesso tanto gli faccio goal”.

Le giocate di Diego Armando Maradona, oltre a portare un atmosfera magica e gioia al popolo, che ogni singola partita è incantato nel vederlo toccare il pallone. Trasmetta una mentalità vincente al Napoli, una città che Tno ad all’ora non aveva mai festeggiato la vittoria del campionato. Non a caso, la stagione 1986-1987 in Serie A va in scena nel duello accesso tra Milan, Hellas Verona, Inter e Juventus. E proprio sul campo dei bianconeri, gli azzurri dopo trentadue anni tornano alla vittoria. Incoronando, l’annata con la prima vittoria dello Scudetto a 42 punti Tnali facendo esplodere una città intera. Inoltre, il club del Pibe D’Oro porta a casa anche la sua terza Coppa Italia in seguito alla doppia vittoria contro l’Atalanta, dopo aver vinto tutte le 13 gare del torneo.

Napoli, gli azzurri dominano in Italia e in Europa: Si yo fuera Maradona, viviria como el

Quello che porta e trasmette Diego Armando Maradona, alla squadra, alla gente a tutta Napoli è un qualcosa di nuovo e unico. Gli azzurri lottano, e si vanno spazio su importanti palcoscenici come la prima apparizione, in Champions League, all’epoca chiamata Coppa Campioni, Tno alla vittoria in Coppa UEFA, denominata Europa League. In seguito alla doppia sTda con lo Stoccarda, prima allo Stadio San Paolo, con il 2-1 Tnale dove il Pibe D’Oro riagganciò i tedeschi sul calcio di rigore al minuto 60, per poi passare in vantaggio all’88’ grazie alla rete di Careca. Mentre, la gara di ritorno termina 3-3 ma, i club campano essendo in vantaggio come scontri diretti conseguendo alla vittoria del trofeo.

Nella stagione 1989-1990, Il Napoli ormai ha l’indole di una grande squadra. Il lavoro di Diego Armando Maradona, è stato fondamentale la squadra aveva continuità e aXrontava a viso aperto qualunque avversario. Non a caso, dopo il duello perso l’anno prima con il Milan sul Tnale, quando una nota frase del Pibe D’Oro accese maggiormente la sTda: “Voglio tutto lo stadio azzurro”. Questa volta, fu vinto dal club campano che con 51 punti più due dai rossoneri sali nuovamente sul tetto d’Italia, conquistando il suo secondo Scudetto. L’annata successiva, inizia nei miglior dei modi aggiudicandosi la prima Supercoppa Italiana in merito ad uno straripante 5-1 ai danni della Juventus di Roberto Baggio. Quello fu il su ultimo anno con il club campano, ma, a dirla franca non ha mai lasciato il cuore del popolo napoletano. Infatti, dopo la sua scomparsa lo stadio della città ha preso il suo nome. O’Rre immortale-Si yo fuera Maradona, viviria como el.

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