Il Napoli, tra sostituzioni e gaffe, fraintendimenti e critiche ostili, si ricorderà del cupo inizio della stagione post scudetto che racconta la parabola deludente di Rudi Garcia, una questione che ha caratterizzato fin dai primi momenti l’arrivo del francese, accolto tra scetticismo e speranza, sentimenti caratterizzati dalla paura che quel che di buono fatto potesse dissolversi. Una preoccupazione che tuttavia, come nei peggiori film, si è avverata, portando con se problemi, umori altalenanti, diffidenza anche da parte di uno spogliatoio che, appena dopo la conquista dello scudetto, ha perso uno dei pilastri: Luciano Spalletti. Un uomo, prima di essere un tecnico, che dopo 33 anni è riuscito ad assemblare una delle migliore formazioni partenopee di tutti i tempi, riuscendo a vincere un titolo, il terzo, sogno di una regione che vive il calcio come un valore di vita, a tutti gli effetti.
L’arrivo di Rudi Garcia: le difficoltà
Le difficoltà riscontrate da Rudi Garcia, come ampiamente anticipato, sono state tante. Il tecnico francese, a differenza dell’avventura alla Roma, non è riuscito fin dal primo momento ad instaurare quella buona dose di simpatia che spesso rende meno complessi anche i percorsi più difficili. Un ingresso, il suo, definito a gamba tesa, talvolta non rispettando gli equilibri e le gerarchie della squadra Campione D’Italia. E, in questo caso, non entrano in gioco le capacità tecniche e nemmeno le esperienze pregresse ma l’attitudine a comprendere uno spogliatoio orfano della figura di riferimento. Un cognome quello di Spalletti che aleggia nell’aria e vissuto come un vero e proprio tradimento da De Laurentiis e società.
La reale motivazione e quel che è realmente accaduto all’ex tecnico del Napoli forse non si saprà effettivamente mai, ma quel che certamente balza agli occhi è come l’eredità lasciata da Spalletti non sia stata altrettanto accolta da Garcia. Sono state queste le difficoltà del suo arrivo .al club partenopeo, l’esuberanza con cui si è esposto fin dai primi momenti. La determinazione di scegliere, oltre qualsiasi ragionevole dubbio, di schierare anche i punti di riferimento della rosa in zone del campo non particolarmente accettate dai medesimi, l’incuranza nell’effettuare cambi, senza tenere conto degli umori della squadra. Insomma, prerogative non semplici che non hanno tuttavia un unico colpevole, se non che come in tutte le storie d’amore, nonostante le reciproche qualità, la scintilla non è proprio scattata.
Garcia ed il rapporto con i giocatori
Sono tante le considerazioni che potrebbero essere affrontate, tuttavia i momenti più caratterizzanti e difficili vissuti da Garcia nella panchina del Napoli non possono esulare dal rapporto controverso che il tecnico ha avuto con i giocatori. Riconoscere una vittima e il carnefice non è assolutamente facile, tuttavia è bene comunque ricordare alcune situazioni che hanno segnato il breve percorso del francese nella panchina azzurra. A partire dal rapporto con due giocatori, situazioni particolarmente chiacchierate che hanno coinvolto, in particolare modo, Kvaratskhelia e Osimhen.
Napoli, Garcia vs Kvaratskhelia
L’arrivo al Napoli di Garcia, tra le varie problematiche emerse all’interno dello spogliatoio, è stato sicuramente caratterizzato della prima e vera e propria questione nata e che ha convolto le performance di Kvaratskhelia e le rispettive reazioni ai cambi, analizzate da La Gazzetta dello Sport. Il primo e vero proprio caso di incomprensione e destabilizzazione che ha coinvolto uno dei protagonisti del terzo scudetto. L’inizio di stagione del georgiano è infatti apparso notevolmente sottotono, quasi a voler indicare un cambio repentino che è parso subito evidente. Tra prolungamento di contratto mai arrivato e voci di mercato, spesso si è sottovalutata la dimensione in campo data al centrocampista.
Una variazione che non ha assolutamente facilitato il ritorno alla forma di Kvaratskhelia. La faccia triste di chi non si divertiva più ha accompagnato le giocate del georgiano spesso polemico nei cambi subiti. Un atteggiamento che ha stupito tutti, indice di un malessere mai emerso prima d’ora. Ecco, il punto di rottura tra il Napoli e Garcia potrebbe essere partito anche da questo, dal momento difficile non compreso dal tecnico e che ha coinvolto uno dei giocatori che hanno portato in alto i Campioni D’Italia.
Napoli, Garcia ed il disappunto di Osimhen
Non solo Kvaratskhelia, il disappunto nei confronti dei cambi effettuati da Garcia ha spesso colpito anche l’umore di Osimhen. La frustrazione di un giocatore che, molto probabilmente, anche a causa del rapporto mai iniziato con il francese ha rischiato di abbandonare il Napoli nella prossima sessione di gennaio, senza ma e senza se. L’apice di un dissapore che poi si è senza ombra di dubbio allargato all’interno di uno spogliatoio che non ha più creduto nelle capacità del timoniere della panchina made in Francia.
Il disappunto di Osimhen è stato uno dei motivi per cui l’operato di Garcia ha subito forti critiche da società e tifosi. Un atteggiamento che tuttavia non ha scalfito il francese, testardo nel percorrere, a prescindere, la propria strada e idee. Se c’è un merito da riconoscere all’ex tecnico della Roma è proprio questo: è quello di non essere sceso a compromessi, indipendentemente da chi ha avuto davanti, Rudi ha saputo dire no. Una considerazione importante, indice di una personalità forte che tuttavia in un ambiente come il Napoli non ha trovato la dimensione adatta.