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Lettura: Napoli, stagione 1986/87: l’anno del primo storico scudetto partenopeo
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Footballnews24.it > Napolifan > Napoli, stagione 1986/87: l’anno del primo storico scudetto partenopeo
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Napoli, stagione 1986/87: l’anno del primo storico scudetto partenopeo

Ripercorriamo la stagione 1986/87, quando la Società Sportiva Calcio Napoli vinse il suo primo scudetto giocando un fantastico campionato

Giovanbattista Vergara
Giovanbattista Vergara  - Autore 2 mesi fa
Aggiornato 2022/05/05 at 12:51 PM
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10 Min di lettura
Diego Armando Maradona al Napoli
Diego Armando Maradona al Napoli
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Indice
Un solo obiettivo: vincere lo scudettoL’inizio di una fantastica storiaJuventus-Napoli, Platini contro MaradonaNapoli campione d’invernoAltro giro, altra corsa: è la volta dei ritorniThe show must go on

Correva l’anno 1986/87 quando la Società Sportiva Calcio Napoli vinse il primo scudetto nella storia della società. I partenopei venivano da una stagione deludente, chiusa al terzo posto in classifica dietro Juventus e Roma. Ma la storia voleva una data precisa per la gioia degli azzurri guidati da Ottavio Bianchi ed era 10 maggio 1987. Con Diego Armando Maradona con la fascia da capitano, nei giornali quel giorno si leggeva “Napoli Campione“. Gli azzurri festeggiarono un fantastico double che li portò a conquistare per la terza volta anche la Coppa Italia, battendo in finale l’Atalanta.

Il Napoli della stagione 1986-87
Il Napoli della stagione 1986-87

Un solo obiettivo: vincere lo scudetto

Il Napoli puntò sul collettivo della stagione precedente, rinforzandosi con l’acquisto in mediana di Fernando De Napoli, prelevato dall’Avellino, e con la punta Andrea Carnevale dall’Udinese. Tra le fila degli azzurri partono Bertoni, con destinazione Udinese, ed Eraldo Pecci, coprotagonista della magica punizione contro la Juventus dell’anno prima, che vola verso Bologna. Successivamente, alla corte di Ottavio Bianchi si aggiungeranno Ciro Muro, Giuseppe Volpecina, Luciano Sola e Raffaele Di Fusco. Era la squadra di Diego Armando Maradona, che veniva dalla vittoria del Mondiale in Messico con la sua Argentina. Era l’anno in cui il campione del mondo non voleva regalare il trionfo solo alla sua nazione ma anche alla sua seconda terra: quella Napoli che ha sempre considerato la sua seconda casa e la gente che ha sempre amato come se la città partenopea e il Paese sudamericano fossero una cosa sola.

Diego Armando Maradona, ex giocatore del Napoli
Diego Armando Maradona, ex giocatore del Napoli

L’inizio di una fantastica storia

Il 14 settembre 1986 inizia una delle storie più belle del calcio italiano e della storia dei partenopei, che inizieranno il campionato fuori casa contro il Brescia. La prima partita in trasferta è uno 0-1 per il Napoli. Erano migliaia i tifosi azzurri in terra lombarda a vedere il primo successo della squadra, risolta proprio dal capitano Diego Armando Maradona. La squadra di Ottavio Bianchi è altalenante, ottenendo due pareggi contro Udinese e Avellino. Arrivano quindi le vittorie contro il Torino, per 3-1, e la Sampdoria, con il campione del mondo argentino ancora decisivo.

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Il sogno scudetto inizia a zoppicare con il pareggio a Bergamo contro l’Atalanta, dopo il quale per gli azzurri ci sono tre settimane di fuoco in trasferta contro Roma, Inter e Juventus. Tre scontri con i quali il Napoli si prepara psicologicamente per quella che è la corsa al tricolore. I partenopei accendono subito i sogni napoletani all’Olimpico, dove vincono 0-1. A firmare il successo contro la Roma di Bruno Conti é ancora il Pibe de oro ,che regala un goal da antologia agli occhi degli spettatori. Contro l’Inter di Giovanni Trapattoni gli azzurri riescono a strappare solo un pareggio: è 0-0 al Giuseppe Meazza.

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Juventus-Napoli, Platini contro Maradona

Erano in 15.000 i tifosi al Comunale Vittorio Pozzo, arrivati da ogni parte d’Italia solo per vedere la sfida in campo dai due fuoriclasse Michel Platini e Diego Armando Maradona, con le due compagini che si contendono lo scudetto. Il primo tempo si gioca con due squadre accorte che non rischiano la giocata, cercando di essere perfette in mezzo al terreno di gioco, e si conclude infatti a reti inviolate. La seconda frazione si accende con un guizzo di Michael Laudrup, che cambia le carte in tavola per il Napoli. I partenopei, dopo il goal della Vecchia Signora, si accendono e iniziano a spingere la palla verso la porta di Stefano Tacconi, che dopo una serie di miracolose parate non riesce ad opporsi alle tre reti dei napoletani. Moreno Ferrario sigla il pareggio per gli azzurri, in mischia dopo un calcio d’angolo, e poco dopo, ancora da corner, una girata di Bruno Giordano porta la squadra guidata da Ottavio Bianchi in vantaggio. Il risveglio dei partenopei porta squilibrio nei bianconeri, sbilanciati in attacco alla ricerca del pari, ma Giuseppe Volpecina, con un tiro a giro dalla destra, cala il tris per il successo finale.

Napoli campione d’inverno

Il Napoli vince o pareggia ma non perde neanche una partita nelle prime tredici: vince contro l’Empoli alla decima giornata, che fu trasmessa in diretta mondovisione, Argentina compresa. È la partita che Diego Armando Maradona commenta dicendo: “Mi sento davvero orgoglioso di essere il capitano del Napoli“. Era una squadra straripante, nella quale il capitano faceva vedere, come si dice da queste parti, cose da pazzi. Ma i partenopei vincono e giocano delle belle partite anche contro il Verona, il Como e il Milan di Silvio Berlusconi. Gli azzurri purtroppo si fermano a Firenze contro la Fiorentina, che risponde all’1-0 del Pibe de oro con i goal dell’ex Ramon Diaz, Giancarlo Antognoni e Luciano Morelli.

L’Inter, guidata da uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio italiano, Giovanni Trapattoni, dopo la sconfitta con i viola aggancia gli azzurri primi in classifica rispondendo alla corsa per la vittoria del tricolore. Ma i nerazzurri di Walter Zenga e Karl-Heinze Rummenigge cadono contro il Verona, e il Napoli si laurea campione d’inverno per la prima volta nella sua storia vincendo 3-0 contro l’Ascoli davanti al pubblico del San Paolo.

Altro giro, altra corsa: è la volta dei ritorni

Il Napoli parte subito forte con cinque vittorie consecutive: gli azzurri vincono 2-1 contro il Brescia, partita dove Diego Armando Maradona si fa male e viene portato via in braccio dallo stesso Ottavio Bianchi. Si va in Friuli e i partenopei vincono contro l’Udinese 0-3 e si nota il ritorno straripante del Pibe de oro, che gioca come al mondiale con l’Argentina. Gli azzurri calano il tris contro l’Avellino e basta un solo goal per portare a casa la vittoria in trasferta contro il Torino. Non basta il geniale colpo di testa dell’argentino contro la Sampdoria di Vujadin Boskov, contro la quale non si va oltre il pari.

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Gli azzurri non ci stanno, e vogliono lottare ancora per il sogno scudetto: in uno dei match fondamentali per la corsa al tricolore, contro l’Atalanta, si ripetono portando i due punti a casa. I partenopei cadono poi a Milano contro l’Inter a causa del goal di Beppe Bergomi. Si risvegliano le paure del Napoli, che nella prossima partita dovrà affrontare la Juventus di Michel Platini. Ma a Fuorigrotta sanno che nella partita contro la Vecchia Signora avranno il tifo scatenato e l’appoggio dei propri tifosi al San Paolo, che sarà il dodicesimo uomo in più per i partenopei.

The show must go on

È la sfida scudetto, la sfida che porterebbe il distacco del Napoli dalla Juventus, un distacco che sarebbe decisivo per la squadra di Ottavio Bianchi. Quindi The show must go on, come canteranno qualche anno dopo i Queen: non ci si può fermare alla prima paura e alla prima incertezza nella sfida contro la Vecchia Signora. Diego Armando Maradona e i napoletani non vogliono e non devono spegnere i sogni e i sacrifici fatti fino a qui per la vittoria dello scudetto. La partita al San Paolo fu una prova di forza dove gli azzurri non ci stanno e si imposero con un secco 2-1 che vede le reti di Alessandro Renica e Francesco Romano. Una partita memorabile anche per lo stesso centrocampista italiano acquistato in sordina dalla Triestina durante il mercato invernale. Ciccio fu determinante per confermare il successo partenopeo verso la conquista del tricolore.

Dopo la conferma contro i bianconeri, il Napoli contro l’Empoli non va oltre il pareggio tenendo per tutte e due le squadre le porte inviolate mentre con il Verona perdono 3-0. Al San Paolo gli azzurri si impongono 2-1 contro il Milan di Silvio Berlusconi con la rete di Andrea Carnevale e una magia di Diego Armando Maradona. Il Pibe de oro con un palleggio volante salta Paolo Maldini e supera il portiere Giulio Nuciari mettendo a segno un goal da antologia. Ma l’antipasto per la vittoria dello scudetto è la partita pareggiata contro il Como, che accenderà gli entusiasmi napoletani la settimana seguente…

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Pubblicato da Giovanbattista Vergara Autore
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Sono un aspirante giornalista sportivo, ho intrapreso studi di produzione musicale, sound design e ingegnere del suono a Milano con attestati validi in Italia e in tutta l'Unione Europea. Cosa c'entra la musica con il calcio? Giocatori come Pelé, Maradona, Zidane, Ronaldinho, Totti... ballavano con il pallone, mentre i tifosi cantano ancora con passione.
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