La classica figura del regista, vertice basso di un centrocampo a tre pronto ad impostare e a dare il via alla manovra della sua squadra, ma allo stesso tempo dotato di una grande personalità e di cattiveria agonistica: questo è Lobotka. Il centrocampista slovacco oggi, 25 novembre, compie 28 anni. Un punto fermo della rosa del Napoli a disposizione di Luciano Spalletti che non può fare a meno di lui. Quasi come un direttore dirige la sua orchestra, Stanislav organizza il gioco, facendo girare il pallone da una parte all’altra, componendo delle vere e proprie sinfonie. I risultati si vedono perché la compagine partenopea sta esprimendo, sia in Serie A che in Champions League, un calcio propositivo e che fa divertire, oltre i tifosi, anche il pubblico neutrale.
Da Trencin a Napoli
Una storia che inizia lontano dall’Italia, esattamente a Trencin dove, un ragazzo di nome Stanislav Lobotka, ora in forza alla tanto quotata Napoli, coltiva un grande sogno, ovvero quello di diventare un grande calciatore. Inizia la sua carriera nelle giovanili della squadra della sua città dove vi rimane fino al 2011, quando esordisce in prima squadra. Con il passare del tempo viene inserito con maggiore continuità e i miglioramenti cominciano a farsi vedere, al punto che, nel 2013, piomba su di lui il settore giovanile dell’Ajax. La compagine olandese però, non è convinta delle sue potenzialità e dopo un anno rispedisce il centrocampista al suo club d’origine. Una sconfitta personale per il giovane mediano che sa di poter dare di più e, quindi, decide di cambiare aria, trasferendosi al Nordsjælland.
Con la maglia della squadra danese gioca due stagioni prima di ricevere, nel 2017, la chiamata che dà il via al vero inizio della sua carriera, quella del Celta Vigo. Seppur non tra le top spagnole, Lobotka coglie la palla al balzo perché giocare in Europa significa, oltre che aumentare il livello di difficoltà, avere anche maggiori possibilità di arrivare in alto. Il calcio iberico si adatta perfettamente alle sue caratteristiche, ovvero a quelle di un giocatore che ama tenere il pallone tra i piedi, prendendo in mano l’inizio della manovra della sua squadra. Le sue prestazioni lo rendono appetibile agli occhi del Napoli che, senza pensarci due volte decide di affondare il colpo, portandolo a casa.
La crescita di Lobotka: da fantasma a certezza
Arrivato nel mercato di gennaio del 2020 Lobotka fa molta fatica ad inserirsi negli schemi della squadra, complice anche una forma fisica non ottimale. Sotto la gestione di Gattuso infatti, lo slovacco è sempre risultato molto compassato e lento, in un ruolo dove, c’è bisogno di grande velocità di pensiero ed esecuzione. Il Napoli infatti, torna sul mercato, e i tifosi stessi cominciano fin da subito a definire il centrocampista come un grande flop, ma non sanno che quello non è il vero Stanislav. Nell’annata 2020-2021 continua a fare i conti con l’approdo nel nuovo campionato, ma è nella stagione successiva che qualcosa in lui cambia.
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Si può definire una rinascita, iniziata già nel 2021 dove, durante il ritiro si vede un Lobotka completamente cambiato. Da quel momento in poi inizia quella che è la scalata nelle gerarchie della squadra, intanto passata nelle mani di Spalletti, al punto che conquista il posto da titolare affiancando Fabian Ruiz a centrocampo. In questo inizio di stagione l’importanza dello slovacco è risultata sempre più evidente. Con Stanislav in campo, infatti, il Napoli gira come una grande orchestra dove a dirigere è proprio il classe ’94.
Un’importanza che va aldilà dei numeri, ma che è evidente anche solo guardando un Napoli che, nonostante la prima posizione, senza Lobotka si è trovato in difficoltà. I segnali sono arrivati forti e chiari e gli esempi lampanti sono quelli dei match contro Spezia e Lecce, dove la squadra ha fatto fatica nel dare il via alla sua manovra. Ad oggi però, la compagine partenopea può contare sul suo direttore e fino a quando sarà lui a dirigere la grande sinfonia, il comandante Spalletti potrà dormire sonni tranquilli.
Lobotka sulle orme di Hamsik
Un paragone molto azzardato in parte, ma non se si pensa a come tutto è iniziato. Il giovane Stanislav Lobotka, a quei tempi in forza al Celta Vigo, ha bisogno di cambiare aria e Giuntoli è sulle sue tracce. Questa chiamata improvvisa provoca in lui una grande riflessione e a dargli consiglio è proprio uno che del Napoli ne ha fatto la storia: Hamsik. Marek dice al suo connazionale di accettare la proposta senza pensarci due volte e lui così fa. Ad oggi, il classe ’94 può dire senza ombra di dubbio di aver fatto la scelta giusta e chissà che non possa diventare lui, sulle orme di Marekiaro, il prossimo ad entrare nella storia del club.