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A prendersi i riflettori nella notte tra venerdì 20 e sabato 21 gennaio che accende la regular season di NBA non può non essere la sfida dal grande fascino tra i Cleveland Cavaliers di Donovan Mitchell e Darius Garland e i campioni in carica NBA dei Golden State Warriors. Una partita che richiama le Finals di più di una delle recenti stagioni, con le entusiasmanti sfide tra LeBron James e Steph Curry e che ora – con qualche protagonista diverso – vale un posto per la prossima offseason.
Da una parte i padroni di casa si trovano in quinta posizione in una Eastern Conference davvero super-competitiva, con i Cavs che si giocano con Milwaukee Bucks, Philadelphia 76ers e Brooklyn Nets i posti che vanno dal secondo al quinto. Gli ultimi risultati non sono stati entusiasmanti per Cleveland che nelle ultime sei gare disputate ha alternato tre vittorie a tre sconfitte perdendo l’ultima partita contro i Memphis Grizzlies in una gara combattutissima.
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Quella contro gli Warriors rappresenta la prima di due gare di importanza cruciale in questo momento della stagione, dato che in back-to-back ma sempre davanti al proprio pubblico i Cleveland Cavaliers se la dovranno vedere contro i Milwaukee Bucks in quello che rappresenta un vero e proprio scontro diretto per le prime posizioni a est. Dopo comincerà un tour di tre trasferte in cui spicca quella del Madison Squadre Garden contro i New York Knicks dai quali i Cavs devono assolutamente guardarsi le spalle, considerato che sono sesti. Il record di Cleveland è comunque convincente con 28 vittorie a fronte di 18 sconfitte e proprio in casa hanno costruito gran parte del proprio successo.
Non sarà semplice però riuscire ad avere la meglio contro una squadra in evidente difficoltà di risultati, ma che vanta grande esperienza, anche e soprattutto perché Cleveland non potrà puntare su un Donovan Mitchell al cento per cento. Il numero 45, infatti, è uscito malconcio e a gara in corso nella vittoria contro i New Orleans Pelicans e non è sceso in campo contro i Memphis Grizzlies nell’ultimo turno.
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Cavs-Warriors: Garland e Mitchell contro Curry, Thompson e un Poole sempre più leader
Giocare in trasferta è certamente la notizia peggiore, nonché la nota meno lieta e il dato più eloquente che permette di raccontare la complicatissima stagione che stanno vivendo i Golden State Warriors fino a questo momento. Quella contro i Cleveland Cavaliers sarà per i campioni in carica l’ultima gara (la quinta) di un estenuante giro di trasferte cominciato a San Antonio e proseguito ad est in cui il record recita al momento 2-2.
Gli Warriors arrivano in back-to-back dopo aver perso all’overtime contro i Boston Celtics, nella seconda gara dell’anno che ha rievocato le Finals della passata stagione e che ha visto così i biancoverdi riscattare la sconfitta subita al Chase Center. Non sarà facile trovare le energie fisiche e mentali per giocarsela contro una squadra davvero ostica e che sta giocando un basket di altissimo livello, su entrambe le metà campo, come i Cavs.

Ancora una volta, nonostante sia rientrato da un lungo stop da neanche una settimana, sarà chiamato a fare gli straordinari il leader tecnico ed emotivo dei Golden State Warriors Steph Curry , autore di 41 punti nel successo contro gli Washington Wizards e di 29 nella gara persa contro i Celtics. Lontano da casa il rendimento degli Warriors è pessimo – per usare un eufemismo – e centrare la vittoria su un campo complicato come quello di Cleveland non sarà semplice.
Vincere però è necessario per risollevare le sorti di una stagione che non sta andando come previsto, con il record che recita 22-23 al pari degli Oklahoma City Thunder e vale l’ottava posizione nella Western Conference, con le prime della classe che stanno scappando sempre di più e con un calendario (Brooklyn Nets e Memphis Grizzlies i prossimi avversari) che non può non spaventare Golden State da qui fino alla pausa dedicata all’All-Star Game.