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Il gioco del basket nasce in Massachusetts nel 1891 in un contesto scolastico, grazie all’ingegnosità del dottor James Naismith. Vede la luce dunque nelle palestre statunitensi, ben costruite e curate, ma l’anima di questo gioco batterà in mezzo al cemento, nei campi outdoor e proprio da quei campi abbiamo visto uscire alcuni tra i migliori giocatori della storia. Il ball handling nasce proprio come freestyle, un modo per farsi notare, per essere alla stregua di un giocoliere, evolvendosi poi in arte propedeutica alla finalità ultima: andare a canestro quando conta.
Allen Iverson

Considerato da molti il migliore in questa specialità, Allen Iverson di certo è stato un personaggio controverso, mai ben voluto dai capi NBA, tanto che David Stern (commisioner dell’epoca), vietò il modo di vestire del figlio di Philadelphia perché ritenuto lesivo per l’immagine della lega, essendo facilmente ricollegabile al fenomeno delle gang in America. Proprio nella città dell’amore fraterno The Answer diventò leggenda, la sua capacità di far spostare i difensori solamente con un accenno di finta, la velocità dei suoi polpastrelli e la sua affidabilità in penetrazione e nel jump-shot lo rendono uno dei migliori ball handler della storia. Famoso lo scherno a Tyronn Lue, fatto sedere a terra dopo un gioco di prestigio e sorpassato una volta messa la palla dentro al canestro, quasi calpestandolo.
Kyrie Irving

Da molti reputato l’erede di Allen Iverson, Kyrie Irving è uno dei personaggi più ambigui nella storia della lega americana. Grande giocatore, point guard pura e completa dal punto di vista offensivo e ball handler fuori dal comune. Molto spesso sulla bocca degli appassionati e degli esperti più per le vicende extra campo che per le magie fatte nel rettangolo di gioco. Vincitore di un anello NBA nel 2016 con i Cleveland Cavaliers insieme a LeBron James e Kevin Love, fu lui a riaprire la serie con uno dei tiri più iconici della storia della pallacanestro. Nel suo arsenale offensivo c’è letteralmente di tutto: velocità di mani, velocità in virata, tiro da 3, penetrazione al ferro con entrambe le mani e jump-shot dal mid range più che affidabile. Come detto prima, avendo una personalità eccentrica, il suo talento spesso passa in secondo piano, condizionato anche dalle scelte prese in carriera e dal rapporto con gli spogliatoi e con il tifosi idilliaco.
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Stephen Curry

Lui come i due giocatori già trattati non avrebbe bisogno di presentazioni, Stephen Curry è di certo uno dei migliori giocatori della storia oltre che il miglior tiratore dalla lunga distanza di sempre. Eppure spesso viene messo in secondo luogo la sua capacità di ball handler, prediligendo piuttosto la sua capacità di mettere canestri da distanze siderali. Il numero 30 più famoso della storia ha un gioco che potrebbe essere definito da playground, anche se ha sempre avuto la possibilità di giocare in palestra al coperto dato che il padre Dell era anch’esso un giocatore professionista. La carriera del giocatore dei Golden State Warriors però, è stata formata a partire da tanti sacrifici, allenamenti estenuanti e voglia di migliorare, tanto da diventare colui che ha cambiato per sempre, forse, la storia di questo sport.
Jamal Crawford

Uno dei maestri di questa specialità, il sempre sottovalutato Jamal Crawford, giocatore poliedrico e con una tecnica che lo porta di diritto nell’olimpo del basket professionistico. Famosissima la sua movenza, lo Shake and Bake, con il quale in carriera è riuscito a segnare migliaia di punti facendo impazzire gli avversari. Unico giocatore nella storia della NBA a segnare 50+ punti in singola partita con 4 franchigie diverse: Chicago Bulls, New York Knicks, Golden State Warriors e Phoenix Suns. La sua incredibile importanza tattica, oltre che tecnica, risiedeva nel suo ruolo di riserva di lusso, è l’unico ad aver vinto per 3 volte il premio di sesto uomo dell’anno insieme a Lou Williams.
Jason Williams

Quando si parla di Jason Williams si pensa subito al passaggio di gomito esibito al Rookie Game dell’All Star Weekend 2000, non tramutato in assist da Raef LaFrentz, ma ugualmente entrato nella storia e nell’immaginario collettivo di ogni appassionato. White Chocolate, questo il suo soprannome, è stato quel ball handler che ha cambiato la percezione di questa arte, diventando un vero e proprio giocoliere e facendo impazzire milioni di ragazzi che cercavano e cercano ancora di imitare le sue gesta. Del suo gioco, ovviamente, non era da prendere solo la sua attitudine a far divertire con la palla in mano, sapeva penetrare e condurre la transizione, passare e aveva mani veloci anche per rubare palloni importanti, oltre ad un jump-shot efficace nei momenti del bisogno.