Il nuovo millennio si apre con una squadra che vuole dominare gli anni a venire. I Los Angeles Lakers della stagione 1999-2000, si presentano come squadra da battere avendo ingaggiato come allenatore Phil Jackson. Il coach della storica dinastia dei Chicago Bulls, deve gestire un gruppo giovane guidato da Shaquille O’Neal e il poco più che ventenne Kobe Bryant. Nonostante la squadra fosse già competitiva, l’allenatore Del Harris non è mai riuscito a portare la squadra alla vittoria finale. Con coach Jackson, i Los Angeles Lakers guadagnano una persona d’esperienza che sa come vincere le partite e, soprattutto, i campionati.
Shaquille O’Neal era all’epoca il miglior centro in circolazione e Kobe Bryant, già un All Star a vent’anni, si dimostra essere allo stesso tempo un giocatore pronto a vincere e il miglior prospetto del futuro. Ad affiancare questa coppia di fenomeni, ci sono giocatori d’esperienza che hanno già vinto anelli come Ron Harper, vecchia conoscenza di coach Jackson ai Chicago Bulls, A.C. Green, vincitore con i Los Angeles Lakers negli anni ’80, e Robert Horry, vincitore di due anelli con gli Houston Rockets negli anni ’90. Riviviamo ora il percorso della squadra che ha portato a vincere tre titoli consecutivi.
Los Angeles Lakers: 1999-2000

Dopo l’anno del lockout NBA, la stagione ricomincia regolarmente e si ritorna al format delle 82 partite. I Los Angeles Lakers dimostrano di essere una squadra diversa rispetto a quella dell’anno prima. Diventano la miglior squadra della lega con 67 vittorie e Shaquille O’Neal è l’MVP della stagione mantenendo una media di poco meno di 30 punti a partita. Ora cominciano i playoff, ma il gruppo è fiducioso e con una mentalità diversa. Il primo avversario è un bel banco di prova che darà non pochi problemi ai gialloviola. I Sacramento Kings sono una squadra che gioca duro e non si fanno intimorire facilmente.
Chris Webber e Jason WIlliams, sono i giocatori che più hanno messo in difficoltà i Los Angeles Lakers: il primo per la sua fisicità e il secondo per le sue abilità di playmaker. Tuttavia, le qualità offensive di Kobe Bryant e Shaquille O’Neal sono state superiori: i Los Angeles Lakers vincono la serie 3-2. Ad aspettarli ci sono i Phoenix Suns, ma non si dimostrano essere all’altezza. I gialloviola sconfiggono la squadra dell’Arizona in 5 partite (4-1). In finale di conference, coach Jackson ritroverà una sua vecchia conoscenza, ovvero, Scottie Pippen dei Portland Trail Blazers. La serie arriva fino a gara 7 e, a fare la differenza, è la fisicità sotto canestro di Shaquille O’Neal.
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Grazie ai suoi punti, i Los Angeles Lakers riescono a tornare in finale dopo quasi dieci anni. Ora ad aspettarli ci sono gli Indiana Pacers di Reggie Miller e l’allenatore Larry Bird. Gara 1 è un dominio assoluto di Shaquille O’Neal: 43 punti e 19 rimbalzi per lui. Il divario si accorcia in gara 2, ma Shaquille O’Neal sta giocando ad un altro livello, altri 40 punti e addirittura 24 rimbalzi. La serie si sposta in Indiana dove Reggie Miller, autore di 33 punti, oscura l’ennesima doppia doppia di O’Neal e riapre tutto. Gara 4 riprista il regime dei Los Angeles Lakers. Neanche a dirlo, doppia doppia da 36 punti e 21 rimbalzi per O’Neal. I gialloviola sono a una partita dal riportare il titolo in California. La vittoria finale arriva solo in gara 6 e, ovviamente, le prestazioni di Shaquille O’Neal lo portano ad essere l’MVP delle finali.
Los Angeles Lakers: 2000-2001

Con la vittoria nel 2000, i ragazzi di coach Jackson possono aprire un ciclo vista la giovane età e la qualità di gioco dimostrata. Tuttavia, la regular season non sarà esaltante come l’anno precedente, infatti, i Los Angeles Lakers arrivano secondi a ovest perdendo il primato. Qualche infortunio di troppo ha portato i gialloviola a non mantenere il livello dimostrato durante l’anno del titolo. Ma ai playoff avrà a disposizione tutta la squadra e i risultati sul campo saranno da record.
Nonostante il percorso da testa di serie numero due, i Los Angeles Lakers non sbagliano un colpo. Non perdono nemmeno una partita fino alla serie finale. Sconfiggono, in ordine, i Portland Trail Blazers, i Sacramento Kings e i San Antonio Spurs. Tre “sweep”, ovvero un percorso netto, per regalarsi la finale con i Philadelphia 76ers dell’MVP della stagione Allen Iverson. La guardia originario della Virginia sta vivendo la sua miglior stagione ed è alla prima finale NBA della carriera. In gara 1 è proprio lui a prendersi la scena: alla doppia doppia di Shaquille O’Neal (44 punti e 20 rimbalzi) risponde Iverson con 48 punti e un over-time stellare.
Arriva la prima sconfitta di tutti i playoff per i Los Angeles Lakers, ma sarà anche l’unica. Nelle successive quattro gare, la coppia targata Kobe Bryant e Shaquille O’Neal riesce a contenere Allen Iverson, autore sempre di ottime prestazioni, e il centro Dikembe Mutombo. In 5 partite, i Los Angeles Lakers sono di nuovo campioni NBA. I Philadelphia 76ers si sono dimostrati essere un avversario tosto, ma non abbastanza forti da poter competere contro i gialloviola. Shaquille O’Neal è ancora una volta MVP delle finali, ma la presenza di Kobe Bryant comincia a farsi sentire e questo sarà uno dei motivi per cui questa squadra si smembrerà qualche anno dopo.
Los Angeles Lakers: 2001-2002

La stagione del 2001-2002 si apre con grosse aspettative vista la gloriosa cavalcata ai playoff dei Los Angeles Lakers. Tuttavia, la stagione regolare li vede arrivare solo terzi ad ovest, non esattamente il posto migliore. Ad aspettarli al primo turno sono i Portland Trail Blazers, ma non saranno un problema: 3-0 al primo turno e semifinale contro i San Antonio Spurs. La squadra texana non riesce a contenere i Los Angeles Lakers e vince solo una partita. I californiani approdano in finale contro i temuti Sacramento Kings.
Questa è probabilmente stata la serie più difficile di questi tre anni. I Sacramento Kings si sono rivelati essere la miglior squadra ad ovest e sicuramente una delle papabili vincitrici finali. In gara 1 sono però i Los Angeles Lakers a spuntarla, ma attenzione a sottovalutare i Sacramento Kings che si prendono le successive due gare. Arrivati alla quarta partita della serie, i Lakers non possono sbagliare, andare sotto 3-1 vorrebbe dire rischiare di uscire prima di approdare in finale. Nessun gialloviola vuole mollare a questo punto e, tra questi, c’è Robert Horry.
Il soprannome dato all’ala originario dell’Alabama è “Big Shot Rob”. Questo perché nei momenti decisivi era solito segnare i tiri più pesanti: nella fondamentale gara 4, in una partita dove i Los Angeles Lakers sono sempre stati costretti a inseguire, gli capita tra le mani la palla della vittoria a due secondi dalla fine. Robert Horry prende il pallone e segna la tripla della vittoria che tiene aperta la serie. Vinceranno i Lakers in gara 7, dopo una partita in bilico decisa solo all’over-time. In finale, ci saranno i New Jersey Nets, ma l’avversario non è niente rispetto ai Sacramento Kings. I Los Angeles Lakers umiliano gli avversari vincendo in quattro partite, ancora una volta, Shaquille O’Neal è votato miglior giocatore della finale.
Gli anni successivi saranno molto burrascosi per i Los Angeles Lakers. Il rapporto tra Kobe Bryant e Shaquille O’Neal tracolla e con loro tutta la squadra. Anche coach Jackson decide di prendersi una pausa, anche se poi tornerà a guidare i Lakers alla vittorio alla fine del decennio. Viste le qualità dei giocatori, e del gioco dimostrato, potevano arrivare più successi, ma se non si è uniti, difficilmente si può raggiungere questo scopo.