😠 Acerbi rompe il silenzio: “Non si può dare del razzista per un malinteso”

Dopo giorni di silenzio in seguito alla vicenda con Juan Jesus ed alla sentenza del Giudice Sportivo, Francesco Acerbi è tornato a parlare dando il suo punto di vista con parole forti

Francesco Mazza
4 Minuti di lettura

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Dopo la sentenza che lo ha assolto per il caso Juan Jesus, Acerbi ha rotto il silenzio. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il difensore si è così espresso: “Sono triste e dispiaciuto: abbiamo perso tutti. Quando sono stato assolto, ho visto le persone reagire come se fossi uscito dopo 10 anni di galera, molto contente di essere uscite da una situazione del genere: sono state giornate molto pesanti”.

Acerbi ha proseguito: “Perché parlo solo oggi? Avevo fiducia nella giustizia e non volevo alimentare il polverone. Adesso vorrei dire la mia, senza avere nulla contro Juan Jesus, anzi sono molto dispiaciuto per lui, ma non si può dare del razzista ad una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto”.

Acerbi: “Accanimento come avessi ammazzato qualcuno, si sta umiliando una persona”

Riguardo la sentenza, il difensore dell’Inter ha usato parole forti: “Nella liberazione sono comunque triste per la situazione che si è creata, per come era finita in campo e per come ci hanno marciato sopra senza sapere nulla. Dopo l’assoluzione ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno.

Juan Jesus e Acerbi, Inter-Napoli
Juan Jesus e Acerbi, Inter-Napoli @Twitter

E ancora: “Questa non è lotta contro il razzismo. Io non sono razzista: il mio idolo era George Weah. Si sta solo umiliano una persona, massacrando e minacciando la sua famiglia, ma per che cosa? Per una cosa che era finita sul campo e nella quale il razzismo non c’entra niente. Il razzismo è una cosa seria, non un presunto insulto”.

Acerbi: “In confronto la malattia è stata una passeggiata, per tanti sono razzista”

Dopo la malattia, Acerbi ha vissuto altri giorni complicati ma non ha dubbi su cosa sia stato peggio: “Non c’è paragone, quella in confronto è stata una passeggiata, non ho avuto paura. Invece l’accanimento atroce in questi giorni mi ha ferito. Ho fatto tanto per togliermi l’etichetta che avevo quando ero più giovane e diventare un esempio di costanza e professionalità e ho rischiato di perdere tutto in un attimo”.

Sul rischiare la carriera: “Se ti danno 10 giornate e passi per razzista cosa fai? Sarei stato finito non come calciatore, ma come uomo. Tutti avevano già emesso la loro sentenza. E per tanti sono razzista anche adesso: sinceramente non ci sto, le gogne mediatiche non vanno bene e non servono a risolvere un problema come quello del razzismo, che non intendo sminuire nemmeno un po’, voglio sia chiaro”.

Acerbi ha terminato parlando anche del futuro con l’Italia: “Non mi aspetto niente. Per adesso preferisco non dire nulla sulla Nazionale, è giusto che prima ne discuta con Spalletti. Sono stanco, dopo oggi metto un punto alla vicenda. E non voglio più parlarne”.