C’è un filo troppo sottile che collega l’Argentina al mondo del calcio. Nella terra del tango, di Diego e di Lionel, il pallone è una cosa seria, un linguaggio a parte di cui tutti i ragazzini sognano di diventare madrelingua. Sono tanti i talenti esplosi in quella terra che spesso vengono intercettati dai migliori club europei in cerca di nuovi diamanti sui quali puntare. Tra gli ultimi, e non per importanza, ma soltanto per una questione di tempistiche, vi è Julian Alvarez, l’Araña che ha incantato tutto il mondo con la maglia albiceleste in Qatar.
L’attaccante classe 2000 sembra ad ora avere tutte le qualità per crescere e diventare un pilastro della nazionale argentina e non solo. Il Manchester City ha deciso di investire su Alvarez fino al 2028, una riprova del fatto che il club inglese abbia un occhio particolare per i giovani talenti; un attestato di stima ed importanza per un ragazzo con una carriera davanti a sé che si prospetta tutt’ altro che banale.

Alvarez, come Haaland, fa parte della Next Gen di giocatori; quei ragazzi nati nel agli inizi del XIX secolo e che ora hanno la possibilità di mettere in mostra il proprio talento, approfittando di un’intera generazione di calciatori sulla via del “pensionamento”.
Next Gen, i primi passi di Alvarez: dall’Argentina all’Inghilterra
Quando Lionel Messi ti benedice, la strada è una soltanto ed è quella del successo. Nato a Calchin, il 31 gennaio del 2000, Julian Alvarez inizia a destreggiarsi sui campi nella squadra della propria città natale. Grande tifoso della Pulce, tende ad imitarne le prodezze, fino a diventare preciso e veloce. È proprio da queste sue caratteristiche che il giovane prende il nome dell’Araña, il ragno appunto, per l’agilità soprattutto nel controllo palla al piede.

Boca Juniors e Real Madrid mettono l’argentino nel mirino, ma è soltanto all’età di 18 anni che il River Plate lo ingaggia e lancia il suo nome nel calcio che conta e subito conquista il primo trofeo della sua carriera, la Copa Libertadores, giocando qualche minuto nel corso della finale.
Il 2021 diventa l’anno dell’effettiva consacrazione quando, con poca sorpresa, viene eletto come miglior giocatore sudamericano dell’anno. Questo titolo, oltre a valergli la prima convocazione in Nazionale in occasione della Copa America, fa echeggiare il suo nome anche oltre oceano.

Poco più tardi, infatti, il Manchester City dopo Haaland decide di portare anche Julian Alvarez in Premier League, con un contratto quinquennale a circa 20 milioni di euro. Un passaggio che inconsapevolmente spalanca migliaia di porte al classe 2000.
Dopo aver stabilito il record per il maggior numero di reti segnate in un match di Copa Libertadores, l’Arañita si trasferisce in Inghilterra per cominciare un nuovo capitolo della sua carriera che, come ben sappiamo, gli varrà poi la vittoria dei mondiali in Qatar 2022 con l’Argentina. Nonostante non sia sempre utilizzato come titolare dal tecnico del Manchester City Pep Guardiola, Alvarez ha collezionato, fino ad ora, 12 gol e 4 assist in poco più di 30 partite.

Next Gen, il Mondiale di Julian Alvarez
Il Mondiale in Qatar è stato una vetrina per i talenti Next Gen, da quello di Jude Bellingham a quello di Zeno Debast, fino ad arrivare proprio a quello di Julian Alvarez. Il Ct Scaloni apprezza la grinta e la determinazione del talentino e gli concede il posto da titolare e manda in panchina Lautaro Martinez.
Il passaggio del testimone viene ben accolto dal nuovo numero 9 albiceleste che trascina la sua nazionale proprio accanto al suo idolo Lionel Messi. 4 gol nelle prime 4 partite da titolare ed una doppietta in semifinale di Coppa del Mondo che lo porta ad avvicinare il record di Pelé nei Mondiali del 1958.

Il suo contributo è stato fondamentale nel trascinare l’Argentina a vincere il terzo mondiale della storia argentina, l’ultimo Mondiale di Lionel Messi, quello del definitivo passaggio di guardia tra nuove e vecchie leve. Alvarez si è dimostrato un bomber quasi infallibile, dotato di grande tecnica e velocità e che con il tempo non può far altro che affinare la sua perspicacia sotto porta.

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