Non è certo facile individuarne così pochi, è sicuramente plausibile raggiungerne 50, tra i top che footballnews24.it crede possano fare la storia del calcio dei prossimi tempi. Il futuro è incerto, ovviamente, ecco i protagonisti del calcio che potranno certamente fare la differenza mondiale nel prossimo futuro… ecco i Next Gen selezionati per il 2023:
Pedri: il gioiello di Barcellona

Se vi capitasse di cercare Barcellona sul dizionario del calcio, tra i sinonimi troverete “fucina di indiscusso talento”. Come quello di Pedri, bambino prodigio che dall’alto della sua classe 2003 ha deciso di prendere in mano le chiavi del centrocampo blaugrana. Nessuna appropriazione indebita, sia mai: a consegnargliele è stato definitivamente Xavi Hernandez, nonché cervello del pluripremiato squadrone di Pep Guardiola. Lui, che dell’attuale tecnico è discendente diretto, e poi Pedri, che dello Xavi pensiero ha assimilato gesta e visione di gioco, in concomitanza con il suo partner in crime Gavi. Classe 2004, ovviamente.
Sarebbe però ingeneroso citare Pedri come solo prodotto della visione blaugrana, ennesimo talento “alla Bojan” e disperderlo nelle memorie del Barcellona attuale. Pedri è diverso, differente, illuminante: vede e si inserisce, passa il pallone e colpisce. Si tratta di uno dei prospetti migliori del calcio mondiale e la sua caratteristica principale non è nei piedi. Ma nello sguardo: gli occhi di ha già visto ciò che gli altri possono immaginare. Il Barcellona ha un albero genealogico che parte da Cruijff; è Pedri il frutto più acerbo. Ora può solo maturare.
Iling-Junior, sulle orme di Pogba

Il borgo di Islington, nel Nord di Londra, non è di certo tra le Meraviglie del Mondo. Ma si sposa perfettamente con le esigenze di un ragazzo che ama il calcio: la capitale britannica è un pianeta di strutture ed opportunità. E tra i giovani Under 20 che ha colto la propria c’è indubbiamente Samuel Iling-Junior.
Classe 2003, data 4 ottobre, e una versatilità di calcio che lo rende adatto al calcio moderno. Iling-Junior cresce nelle giovanili del Chelsea sin dal 2011, ma è nel 2020 che opta per una decisione che in casa Juventus sa di vita vissuta: declina la proposta del gigante inglese, per tingersi di bianconero. Come Pogba 8 anni prima a Manchester, personalità con cui oggi condivide lo spogliatoio.
Iling-Junior, caratteristiche e futuro
Samuel Iling-Junior spacca letteralmente a metà la sua prima stagione nei “grandi” della Juventus, si alza dal tavolo dell’Under 23 e brilla nel suo ingresso in Champions contro il Benfica. La partita va male, lui si presenta: dribbling ubriacanti e assist a Milik. Inutile sì, ma solo all’apparenza.
Mancino naturale, Iling-Junior non disdegna l’uso del destro per non fornire punti di riferimento all’avversario e si avvicina agli ultimi 16 metri come un moderno Cuadrado. Meno danzante, più potente nelle gambe, Samuel è pura Next Gen, dato che puó spaziare su tutto il fronte offensivo. La Juventus su di lui ha già deciso di investire, l’U20 ne ha fatto un pilastro: il futuro è suo. Crescere e divenire determinante rappresenta la sfida del presente.
Sesko, il fenomeno di Lipsia

Tra i giocatori destinati a prendersi la scena nel prossimo decennio calcistico sembra esserci anche Benjamin Sesko, attaccante di proprietà del Lipsia ed in prestito al Salisburgo. Il centravanti sloveno è un classe 2003 che si è messo in mostra nelle ultime due stagioni nel campionato austriaco grazie alle sue doti fisiche e tecniche e, soprattutto, ad uno spiccato senso del goal, tanto da essersi già meritato il paragone con Erling Haaland.
Le origini di Sesko ed il futuro al Lipsia
Benjamin Sesko è solo l’ultimo dei giovani talenti lanciati dal Salisburgo nel grande calcio. La società austriaca lo andò a pescare in Slovenia, dove già all’età di 16 il centravanti aveva sviluppato uno straordinario feeling con il goal. Prima di impiegarlo a pieno regime, il Salisburgo lo ha mandato a farsi le ossa alla società satellite del Liefiering.
Sesko ha risposto presente, timbrando il cartellino per 21 volte nelle 29 partite disputate nella seconda stagione. A quel punto la società austriaca lo ha ritenuto pronto per il salto di qualità e Sesko ha ripagato la fiducia del Salisburgo a suon di reti. Il prossimo passo per diventare un campione è quello di affermarsi in Germania con la maglia del Lipsia.
Kvaratskhelia, a Napoli per lo scudetto

Arrivato nello scetticismo generale a causa dell’addio di Insigne, Kvaratskhelia ha fatto quello che ogni calciatore dovrebbe fare: mettersi a disposizione della squadra e lavorare sodo. Tutti si chiedevano come un calciatore georgiano potesse sostituire una perdita così grande come quella del simbolo del Napoli, ma in poco tempo ha conquistato tutto e tutti.
I numeri parlano chiaro, ovvero di un calciatore che si sta rivelando fondamentale per il Napoli. Non si tratta però solo di cifre perché nel caso di Kvaratskhelia a prevalere è altro, è la classe, la genialità, il tocco, la velocità, il dribbling. Insomma, Kvaradona, così viene chiamato in città, è la pura rappresentazione dell’estro calcistico che va oltre ad ogni numero che in confronto diventa insignificante.
Questo lo sanno bene i tifosi del Napoli che hanno capito di avere un vero e proprio fuoriclasse all’interno della propria rosa, in grado di trascinarli in qualsiasi momento e verso qualsiasi risultato. Quello che più colpisce di Kvaratskhelia è la facilità con la quale riesce a fare tutto ciò che in parte ricorda l’ex Manchester United, Park Ji-Sung. Aldilà di ciò il georgiano sta facendo e farà divertire molte generazioni con il suo calcio spregiudicato e puro.
Nex Gen, Timothy Weah: gioiello del Lille, figlio d’arte di altri tempi

Forza, velocità, lucidità. Sono queste le caratteristiche principali di uno dei giocatori più promettenti del calcio internazionale: Timothy Weah, gioiello del Lille e figlio d’arte di altri tempi. La sua storia d’amore con il calcio potrebbe riassumersi come la favola di un piccolo bambino cresciuto con il sogno di seguire le orme del tanto amato George, il suo caro papà. Un mentore ed un esempio di umiltà e passione.
Timothy Weah, c’era una volta un bambino pieno di sogni
C’era una volta un bambino pieno di sogni. Gli albori con il mondo del calcio per Timothy Weah possono essere descritti così, come una vera e propria favola di chi con la propria forza è riuscito a raggiungere i propri obiettivi. Un racconto caratterizzato da un’adolescenza vissuta sotto la luce di un papà campione, accompagnato al desiderio fanciullesco di imitare l’uomo più importante della propria vita.
Una dimensione personale tutt’altro che facile fatta di sacrifici e soddisfazioni, paure e sicurezze, limiti e caparbietà, spesso contraddistinte da veri e propri antagonisti. Ma il c’era una volta di Timothy Weah, come tutte le favole, termina con uno dei finali più belli: il riscatto. La volontà e la caparbietà di un bambino pieno di sogni, oramai cresciuto, pronto a prendersi un posto nel calcio che conta: il suo.
Vinicius, futuro verdeoro in casa Real Madrid

Vinicius Junior è sicuramente tra i calciatori più promettenti del prossimo decennio. Il brasiliano del Real Madrid ha dimostrato nel corso degli anni di essere una delle ali più forti in Europa e nel mondo. Le sue eccezionali doti nel dribbling gli permettono di saltare i difensori avversari con agilità, creando spazi che possono poi diventare letali.
La sua tecnica gli permette dunque di avere un ottimo controllo del pallone a velocità elevatissime, motivo per cui risulta un avversario davvero ostico per i difensori che lo affrontano in campo. Questo aspetto, inoltre, permette a Vinicius di conquistare calci di punizione da posizioni favorevoli.
Il suo arrivo a Madrid è stato a lungo atteso poiché i blancos seguivano già da tempo Vinicius, ma il suo sbarco in Europa fu possibile soltanto il 12 luglio del 2018, giorno del diciottesimo compleanno del brasiliano.
In generale, Vinicius rappresenta il futuro del Real Madrid e del calcio brasiliano, non solo per la grande cifra spesa dai blancos per portarlo al Bernabeu. Il classe 2000 è infatti uno dei più grandi prospetti al mondo, partendo dal fatto che, in appena due stagioni con la maglia dei galacticos, sia riuscito a far registrare più di 30 gol e 30 assist in tutte le competizioni.
Next Gen, Erling Haaland: la macchina da gol alla conquista del mondo

Quando si parla di lui, ormai sembra di parlare di un calciatore navigato, con alle spalle una carriera di tutto rispetto. Il “problema” nasce quando ci si ricorda della sua età: a nemmeno 23 anni, Erling Braut Haaland è già entrato, di diritto, tra i migliori calciatori del mondo.
Next Gen, Erling Haaland: un giocatore nato per segnare
Nessuna descrizione racconterebbe meglio le gesta di Erling Haaland. Un giocatore nato per far sognare squadre, compagni, allenatori e tifosi a suon di gol. Esploso al Salisburgo come una supernova, affermatosi al Borussia Dortmund, l’attuale attaccante del Manchester City, ha strabiliato tutti con la sua incommensurabile fame da rete, unita a delle qualità tecnico-fisiche mai viste prima.
Un po’ di Cristiano Ronaldo, un po’ di Ibrahimovic (suoi idoli) in un corpo di 194 cm, costituito da grande forza muscolare, qualità balistiche con entrambi i piedi, freddezza sottoporta unita ad una velocità pazzesca per un giocatore di queste dimensioni. Una macchina da guerra, una macchina da gol. 177 reti ad appena 22 anni sono il preludio di ciò che Haaland potrebbe diventare se continuasse di questo passo. Guardiola se lo coccola e il City conta su di lui per raggiungere vittorie prestigiose. Perché è questo che fanno gli eroi.
Next Gen, Pablo Gavi: l’ennesimo talento scuola Barcellona

Nato il 5 agosto 2004, Gavi è ancora una volta la dimostrazione di come la cantera del Barcellona riesca a sfornare nel calcio europeo prospetti interessanti. Dopo un paio d’anni passati nelle giovanili del Betis, il giovane centrocampista spagnolo entra a far parte della Masia del club blaugrana dove ha modo di crescere diventando l’odierna mezzala dotata tecnicamente e capace di fare anche il falso nueve.
Promosso in prima squadra da Koeman nell’estate del 2021, il talentino iberico esordisce con il Barça il 29 agosto trovando il suo primo gol il 18 dicembre successivo contro l’Elche. Ma per l’andaluso il 2022 si rivela ricco di successi a livello personale con la conquista del Trofeo KOPA, come miglior calciatore Under-21 al mondo, e il Golden Boy. Trionfi che fanno da preludio alla Supercoppa spagnola vinta contro il Real Madrid il 15 gennaio 2023 dove Pablo segna 1 gol e fornisce 2 assist.
Anche con la Nazionale della Spagna brucia le tappe e fa incetta di record. Debutta il 6 ottobre 2021 nelle semifinali di Nations League eliminando proprio l’Italia giocando come punta centrale, tuttavia per i primi gol il ragazzo deve aspettare il 5 giugno 2022 quando pareggia la sfida contro la Repubblica Ceca. Mentre alla sua prima convocazione con le Furie Rosse in un campionato mondiale segna subito all’esordio in Qatar nella goleada contro il Costa Rica.
Phil Foden, inglese dal mancino illuminato

Il prototipo del calciatore inglese nell’immaginario collettivo è ben noto a tutti. Muscolare, arcigno, tosto e anche un po’ provocatore. Poi un bel giorno nacque Wayne Rooney, iniziarono ad arrossarsi le sue guance e decollò – come il pallone in occasione del suo primo gol con la maglia dell’Everton – quella dinastia di calciatori sulla scia di Gascoigne, che si era un po’ persa con la crescita del campionato di Sua Maestà. Figlio ultimo, frutto da cogliere e talento senza precedenti recenti è Phil Foden. Vita morte e miracoli nel Manchester City, il ragazzo di Stockport conquista gli occhi del pubblico già dalle formazioni giovanili.
Guardiola lo ha elevato quasi al pari dell’altra Sua Maestà, Leo Messi, per incidenza e potere nel piede sinistro. Foden non è però un erede della Pulga, piuttosto un’umile ma raffinata evoluzione moderna del sinistro più bello del mondo. Può fare l’esterno, la punta e il trequartista dialogando indistintamente con Stones o De Bruyne. Tanto il pallone torna sempre tra i suoi piedi e all’interno di quello spazio che divinamente sa occupare. Per tanto tempo nel City l’attaccante è stato lo spazio: il gioiello, invece, è da sempre Phil Foden.
Bellingham, la storia di un figlio di un poliziotto da 700 gol

Come John Lennon incoraggiava suo figlio, anche Jude Bellingham ha avuto come ispirazione il padre nel suo percorso di crescita. Papà Mark, che nella vita di tutti i giorni fa il poliziotto, conta oltre 700 reti nelle leghe non professionistiche inglesi e insegna al piccolo Jude a lottare duramente per raggiungere ogni obiettivo nella vita.
Il resto della carriera è venuto da sé: giocatore più giovane in assoluto ad esordire con la prima squadra del Birmingham, 17enne più pagato della storia e titolarità nel centrocampo del Borussia Dortmund e della nazionale inglese. A soli 19 anni, Jude Bellingham gioca come un veterano e ha la maturità del grande campione.
Bellingham, talento e intelligenza al servizio della squadra
Evoluzione del centrocampista box-to-box, Bellingham risulta praticamente perfetto nelle due fasi di gioco. Fattore determinante in difesa, abile nella pressione e nei tackle, e indispensabile in zona offensiva, dove è capace sia di mandare a rete i suoi compagni grazie alla sua infinita tecnica, sia di arrivare direttamente al gol per merito grazie al suo ottimo tempo di inserimento.
Bellingham fa però dell’intelligenza la parte fondamentale del suo gioco: sempre al posto giusto nel momento giusto, il centrocampista inglese si muove come un calciatore che ha alle spalle più di 1000 partite, quando a conti fatti sta disputando appena la sua quarta stagione da professionista. Nel segno di “Hey Jude”, la carriera di Bellingham si appresta a diventare un capolavoro.
Real Madrid, alla scoperta di Rodrygo: talento sottovaluto al servizio di Carlo Ancelotti

Nonostante la sua esile struttura fisica, Rodrygo sta riuscendo farsi strada nel mondo del calcio, puntando sulle tipiche caratteristiche dei talenti brasiliani, velocità e agilità. Tuttavia, a differenza dei suoi connazionali, il classe 2001 si perde in giocate sopraffine, preferendo puntare sull’efficacia.
Tanta corsa al servizio di Carlo Ancelotti e del Real Madrid, che ne fanno un valore aggiunto soprattutto a partita in corso. La sua grinta in campo è espressione della sua infanzia, trascorsa nei quartieri poveri di San Paolo. Sempre l’ultimo a mollare. La passione e la determinazione del giovane calciatore infiammano l’intera squadra e trasformano le dinamiche del gioco.
Rodrygo è un esempio di come il talento, la perseveranza e la determinazione possano portare a grandi risultati nel calcio e nella vita, come accadde lo scorso anno nella semifinale di Champions League, quando nonostante il risultato di svantaggio, la sua doppietta nei minuti finali, prima con un guizzo e poi con un colpo di testa, non la specialità di casa, portarono il Real Madrid ai supplementari e successivamente in finale, coronando il suo sogno di sollevare al cielo la Coppa dalle Grandi Orecchie.
Rodrygo è un giovane talento che si è già dimostrato un leader in campo, grazie alla sua abilità nel motivare i compagni di squadra e nel tirare fuori il meglio dal loro gioco. La sua umiltà e il suo impegno costante lo rendono un esempio per tutti i giovani giocatori. Nonostante abbia già dimostrato di essere un giocatore di grande talento, Rodrygo ha ancora molto da imparare e da sviluppare. Con la giusta guida e l’impegno costante, potrebbe diventare uno dei più grandi calciatori del Real Madrid.
Tommaso Baldanzi, l’astro nascente dell’Empoli

Nato a Poggibonsi il 23 marzo 2003, Tommaso Baldanzi comincia a muovere i primi passi nel mondo del calcio giocando nelle giovanili del Castelfiorentino, per poi passare all’Empoli. Con il club toscano arriva a debuttare in Serie A, sfoggiando senza grossi problemi tutte le sue qualità che hanno fatto attirare su di sé l’interesse di molti top club italiani ed esteri.
Centrocampista a tutto tondo, Baldanzi riesce ad agire sia in fase offensiva che in cabina di regia, già con grande personalità nonostante la giovane età: il controllo palla, il dribbling e la visione di gioco sono caratteristiche sicuramente sopra la media che lo rendono già uno dei migliori talenti in erba del calcio italiano. In ogni gara Baldanzi ci ha messo sempre quel quid in più che lo ha distinto dai suoi compagni di reparto e che gli ha consentito di emergere, grazie alle giocate tipiche di chi ha il calcio nel sangue.
Non solo l’Empoli, ma anche la Nazionale nel presente e nel futuro di Baldanzi. Dall’Under 17, il promettente centrocampista ha fatto tutta la trafila fino a debuttare con l’Under 21: la sensazione è che la Nazionale maggiore sia l’inevitabile prossima tappa per questo talento che ha ancora tanta strada da fare, ma che ha già fatto vedere di che pasta è fatto.
Edoardo Bove, dalle Giovanili all’Olimpico di Roma

Nato a Roma il 16 maggio 2002, Edoardo Bove entra nel vivaio della Roma fino ad approdare in Primavera nella stagione 2017/2018. Le qualità del giovane centrocampista emergono fin da subito. Stupisce la grande duttilità a centrocampo, capace di ricoprire sia il ruolo di mezzala sia di trequartista. Feedback positivo anche dalla prima squadra della Roma, che annuncia la prima convocazione di Bove nel novembre 2020. Da lì a pochi mesi, c’è spazio anche per i primi minuti in campo nel match di Serie A contro il Crotone.
Il 2022 da record di Bove
Nella stagione 2021/2022, si aprono definitivamente le porte di Trigoria con l’esordio anche in Conference League. Tuttavia la prima gioia di Bove è nella prima marcatura in Serie A contro il Verona. Un 2022 da ricordare per Bove: l’ex capitano dell’Italia Under-20 riceve la prima convocazione per l’U-21. Oltre alla Nazionale, da lì a pochi mesi sopraggiunge la vittoria finale in Conference League. L’attuale stagione 2022/2023 prosegue tra panchina e presenze in campo, collezionando ad oggi 21 presenze con la Roma.
Bayern Monaco, l’esplosione di Musiala

Jamal Musiala è un calciatore tedesco, attualmente in forza al Bayern Monaco, nato in Germania da padre anglo-nigeriano e da madre tedesca. Calcisticamente ha mosso i primi passi nel TSV Lehnerz, ma quando si è trasferito in Inghilterra è passato alle giovanili del Southampton. Le qualità del trequartista teutonico vengono notate dal Chelsea, che lo ingaggia per il settore giovanile. Rimane a Londra per sette stagioni, ma i Blues non riescono a trattenerlo, in quanto la sua voglia di tornare in Germania è molta.
È il Bayern Monaco che approfitta della volontà di Jamal Musiala di tornare nella sua terra nativa. Proprio con il club bavarese il trequartista tedesco esplode: è Hans Flick a credere in lui. In seguito alla buona esperienza nell’Under 19, e successivamente in Liga 3, l’attuale C.t. della Germania ha fatto esordire il ragazzo nativo di Stoccarda in Bundesliga il 20 giugno 2020, nella vittoria contro il Friburgo per 3-1. Musiala è stato il calciatore più giovane ad esordire nel club bavarese.
Bayern Monaco, le caratteristiche di Musiala
Jamal Musiala è un calciatore tecnico, ma anche rapido. Inizialmente agiva da centravanti, ma con il passare del tempo ha arretrato il suo raggio di azione. Il suo ruolo naturale è il trequartista, ma ha ricoperto tutti le posizioni del centrocampo: nel match contro l’Atletico Madrid, ad esempio, è stato schierato come mediano, vincendo 11 duelli su 16.
Quando gioca dietro la punta, però, da il meglio di sé, in quanto legge meglio il gioco, può affiancare il centravanti e tentare il dai e vai. La sua caratteristica migliore è l’accelerazione: quando parte in velocità a campo aperto non lo prende nessuno. Per ciò che concerne gli aspetti negativi, a Musiala capita ancora di essere poco attento in fase difensiva, ma, data la giovane età, può crescere anche sotto questo punto di vista.
Sandro Tonali, la trafila al Brescia: dalle giovanili all’esordio in Serie B

Tonali passa le giovanili prima alla Lombardia Uno e poi al Piacenza e viene ingaggiato dal Brescia all’età di 12 anni, passando con le Rondinelle tutta la trafila delle giovanili, prima di debuttare il 26 agosto 2017 in Serie B, all’età di 17 anni. Da gennaio inizia ad essere impiegato stabilmente nei titolari e conclude la stagione con 2 gol in 19 presenze, venendo premiato come miglior giovane del campionato cadetto dall’AIC. Nella sua seconda stagione in biancoazzurro gioca 34 presenze e contribuisce alla promozione in Serie A, venendo nuovamente premiato come miglior giovane calciatore.
Sandro Tonali, il passaggio in Serie A: l’esordio e il trasferimento al Milan
Tonali debutta in Serie A il 25 agosto 2019 contro il Cagliari e le sue ottime prestazioni con il Brescia gli varranno la chiamata del Milan, che spenderà in tutto 25 milioni per acquistarlo. Viene schierato spesso in Europa League e abbastanza spesso in campionato, chiudendo la prima stagione con un rendimento sotto le aspettative, tant’è che in estate i rossoneri valutano l’ipotesi di non riscattarlo. Il calciatore è però deciso a rimanere al Diavolo e decide di ridursi lo stipendio pur di rimanere nella rosa di Pioli.
Sandro Tonali, l’esplosione definitiva: la Nazionale e lo Scudetto col Milan
Dopo aver esordito in Nazionale all’età di 19 anni e 5 mesi disputa qualche sporadica presenza in maglia azzurra e diventa il centrocampista titolare del Milan di Pioli, anche grazie a qualche difficoltà di Kessie. Le prestazioni iniziano a salire di livello e gli consentono di diventare uno dei migliori centrocampisti della Serie A, contribuendo allo Scudetto in maniera decisiva, con 5 gol in 36 presenze in campionato, con alcune reti importanti come quello contro l’Atalanta o l’Hellas Verona.
Hojlund, dalla Nazionale all’Atalanta: la storia del baronetto danese

Il mondo del calcio continua a costellarsi di giovani talenti, capaci di sbocciare alla prima presenza da titolari. Ad incantare stuoli di tifosi è anche il baronetto di Copenaghen Rasmus Hojlund. La punta centrale danese, avendo alle spalle soltanto 20 anni, ha vestito le maglie dello Sturm Granz, dell’Atalanta e con sempre più orgoglio quella della Nazionale danese.
Nazionale, effetto Hojlund: lascia o raddoppia con un altro gol
Il classe 2003, rispettando pedissequamente il cursus honorum calcistico, ha giocato dapprima nella stagione 2018-2019 per la Danimarca U-16 fino a militare con i senior dal 2022 in poi. A far brillare ancora una volta la patria del celebre scrittore Hans Christian Andersen, ci pensa la promettente punta centrale nel corso delle partite valide per le qualificazioni di Euro 2024. Infatti nei match delle prime due giornate, il pupillo del mister Kasper Hjulmand riesce ad insaccare ben 5 gol mandando in visibilio i tifosi dei Danske Dynamite.
Atalanta, Hojlund sempre più ispirato: superate le sette meraviglie
Uno dei gioielli a distinguersi nel team allenato dal coach Gian Piero Gasperini, è proprio Rasmus Hojlund. Infatti l baronetto di Copenaghen, dopo aver indossato la maglia della Dea per 25 volte, ha messo a segno otto meravigliosi gol, tenendo conto anche delle sfide disputate in Coppa Italia. Tali prestazioni non sono passate inosservate, infatti a bussare alla porta del club bergamasco sono sia big italiane che internazionali per farlo giocare tra le propria fila.
Fabio Miretti, la Juventus pensa al futuro

La ricerca di una mezzala offensiva nasce dal voler ottenere un profilo di calciatore che è sempre alla ricerca del pallone, è intelligente ma ha anche molta qualità, colmata da una buona tecnica di base che gli permette di fare ciò che vuole in campo. Puntini che se collegati mostrano l’immagine di Fabio Miretti, diamante grezzo della Juventus.
Massimiliano Allegri lo ha lanciato nel mondo dei grandi nell’annata 2022/23 trovando in lui grandi doti, che hanno permesso ai bianconeri di trionfare in molteplici gare, tra Serie A e coppe. L’esser alla prima vera esperienza con giocatori non pari età lo ha visto cadere più volte, ma la forza d’animo al classe 2003 non è mai mancata.
Fabio Miretti, futuro della Juventus e dell’Italia
Il nativo di Pinerolo è più che mai pronto a prendersi in mano il destino, nonché il futuro prossimo e a venire, sia della Juventus che della nazionale italiana, con la quale ha giocato solo nella selezione U21. Insieme a Nicolò Fagioli costituisce uno dei capi saldi della Juve del domani, che già in questi mesi sta dando grande spettacolo, con numeri da urlo o assist al bacio.
Ora più che mai serve crescere imparando a traendo il meglio dai compagni di squadra con più esperienza. Il ruolo di trequartista gli si addice alla grande, ma il dover adattarsi come mezzala nel 3-5-2 di Allegri lo ha fatto migliorare molto anche in fase difensiva. Fabio Miretti, “future star” bianconera, è prontissimo a prendersi le luci della ribalta.
Xavi Simons, Next Gen al potere: carriera e caratteristiche tecniche

Tecnicamente sublime ed incantevole, tatticamente ancora da plasmare ma senza alcun dubbio uno dei calciatori del futuro: il talento di Xavi Simons non può passare inosservato. Il centrocampista olandese classe 2003 ha calcato i primi campi di calcio con le maglie delle squadre giovanili di Barcellona e PSG – così, subito per mettere in chiaro la pasta di cui è fatto – con cui ha poi esordito in Prima Squadra.
La compagine parigina, dove in realtà ha militato solo una stagione, mettendo insieme unicamente sette presenze, è stata quindi trampolino di lancio per il mediano dell’Olanda, nazionale per cui ha giocato dall’Under 15 all’Under 21, confermandosi poi in quella maggiore.
Dopo l’esperienza all’ombra della Tour Eiffel, Xavi Simons ha poi fatto ritorno alla casa madre, trasferendosi durante l’estate 2022 al PSV Eindhoven: qui la tecnica cristallina e la spensieratezza del tuttofare ricciolino (il capello del ragazzo è tutto un programma e lo rende facilmente riconoscibile) sta ammaliando gli occhi di tutta Europa, attraendo gli uomini di mercato dei più importanti club mondiali.
Il dribbling pulito, la leggerezza con cui è in grado di giocare anche le gare maggiormente insidiose e particolari, la qualità nel fornire assist o il cinismo nel trasformare in rete una qualsiasi palla gol (13 gol in 26 presenze in Eredivisie) lo portano di diritto tra i giocatori maggiormente da attenzionare tra la Next Gen: presente e futuro, bruciando le tappe ed impressionando costantemente. Xavi Simons è garanzia del calcio che è e che verrà.
Udogie, forza fisica e velocità

Destiny Udogie è nato a Verona il 28 novembre 2002. Si tratta di un calciatore italiano attualmente in forza all’Udinese. Gioca nel ruolo di terzino sinistro ma può essere anche impiegato come esterno di centrocampo. Tra le sue caratteristiche spiccano la velocità, la forza fisica e un grande senso di inserimento che spesso lo porta a realizzare delle marcature.
Udogie, la sua esplosione a Udine
Udogie inizia la sua carriera tra le fila della sua città natale, Verona. Nel 2021 viene acquistato dall’Udinese dove arriva sin da subito la sua definitiva consacrazione. Nella stagione 2021-22 Udogie fa il suo esordio da titolare in Serie A e colleziona 35 presenze e ben 5 reti. Grazie a queste prestazioni si guadagna anche la convocazione con la nazionale Italiana under 21.
Nella stagione attualmente in corso, Udogie ha disputato 23 partite in Serie A con tre gol al suo attivo. A soli 21 anni si sta dimostrando uno dei migliori terzini sinistri del campionato italiano. La sua velocità combinata ad una buona tecnica di base ne fanno un pezzo pregiato per le prossime sezioni di mercato. Sembra possibile, nel futuro immediato, il suo passaggio ad una big italiana o europea.
Athletico Paranense, è nata una stella: la storia di Vitor Roque

Nato a Timoteo, in Brasile, il 28 febbraio 2005, la figura di Vitor Roque non è assolutamente passata inosservata agli occhi dei talent scout calcistici del panorama mondiale. L’attaccante dell’Athletico Paranense, infatti, sta brillando di luce propria, grazie alle prestazione sempre più convincenti con i Furacão.
Le peculiarità del diciottenne verdeoro sono tipiche di molteplici giocatori della nuova generazione, complice una velocità elevata ed una tecnica sopraffina. Tutto ciò, inoltre, va abbinato alla fantasia carioca, segno distintivo intramontabile degli atleti provenienti dal Brasile, come testimoniano i due gioiellini del Real Madrid, Vinicius Jr. e Rodrygo.
Anche in ottica nazionale, le soddisfazioni non sono affatto mancate finora. Nel dicembre del 2022, per l’appunto, Roque viene convocato dal Brasile U20, per partecipare al Campionato Sudamericano, tenutosi in Colombia: segnerà 6 goal in tutta la competizione, risultando il miglior marcatore del torneo assieme ad Andrey Santos.
L’esordio nella nazionale maggiore vede coinvolto proprio uno dei due Blancos citati prima, ovvero Rodrygo: al 65’ del match amichevole contro il Marocco, giocata il 25 marzo 2023, l’esterno delle Merengues esce per far spazio a Roque, che a 18 anni e 25 giorni diventa il calciatore più giovane a esordire nel Brasile dai tempi di Ronaldo.
Djed Spence, il terzino destro sui cui punta il calcio inglese

La Premier League, ma l’Inghilterra più in generale è una vera fucina di giovanissimi calciatori con grandi doti che in un prossimo futuro potrebbero finire sulla bocca di tutti. Il Tottenham ne avrebbe individuato uno nel 2022, si tratta di Djed Spence.
Nato a Londra nel 2000, con origini giamaicane, il difensore è cresciuto nelle file del Fulham ed è già nel giro della Nazionale Under21: in particolar modo si è messo in mostra nella stagione giocata con il Nottingham Forest col quale ha giocato 46 partite segnando tre gol e fornendo cinque assist. Anche grazie al suo contributo, il club è tornato in Premier League dopo ventitré anni di assenza.
Oggi il suo cartellino appartiene agli Spurs, che hanno deciso di mandarlo in prestito al Rennes, in Francia, con un’ampia prospettiva per il futuro. Forza, determinazione e corsa caratterizzano uno dei terzini più osservati della generazione attuale.
Asllani, gioiello dell’inter: intelligenza e tanta corsa

Kristjan Asllani milita attualmente nell’Inter di Inzaghi e nonostante fin qui non abbia trovato grande spazio è difficile pensare che in futuro non sia una colonna dei nerazzurri. Cresciuto nel settore giovanile dell’Empoli, l’albanese ha messo in mostra tutte le sue qualità con i toscani, che hanno portato Marotta ad investire su di lui per il post Brozovic.
Nonostante abbia iniziato la carriera come trequartista, Asllani racchiude perfettamente quello che deve essere il mediano moderno, alla grande facilità di corsa che gli fa macinare chilometri su chilometri abbina infatti uno straordinario gioco posizionale. Il mediano dell’Inter è inoltre capace di dettare i tempi del gioco, cercando rapide giocate verticali per spezzare il pressing avversario e costruire occasioni da gol.
L’albanese ha ancora ampi margini di miglioramento, ma con il tempo e più minutaggio potrà sicuramente mettere in mostra il proprio valore e andare a sostituire Brozovic nel centrocampo dell’Inter. Asllani è un predestinato e negli anni a venire farà sicuramente parlare molto di sé come uno dei mediani più completi al mondo, che sia in nerazzurro o con altri colori.
Next Gen, Mathys Tel: il futuro è tuo

Con la partenza di Robert Lewandowski in direzione Barcellona, molti si sarebbero aspettati che il Bayern Monaco si mettesse all’assidua ricerca di un degno erede del polacco nell’immediato. In pochi, invece, avrebbero pensato che i bavaresi spendessero quasi 30 milioni per un giocatore del 2005 con appena 9 presenze tra i professionisti. Il profilo in questione risponde al nome di Mathys Tel, prelevato dal Rennes nell’estate 2022.
Dotato di grande rapidità, visione di gioco e senso della posizione – visti i suoi trascorsi da difensore – Tel rispecchia perfettamente il prototipo dell’attaccante moderno che ama spaziare su tutto il fronte offensivo piuttosto che limitarsi al “solo” ruolo di centravanti.
Mathys Tel: il frantumatore di record
Nato alle porte di Parigi da genitori guadalupensi, dopo un’adolescenza trascorsa nei vari campetti di periferia della capitale francese e nell’accademia del Clairefontaine, ad accorgersi di Mathys Tel è il Rennes, che lo preleva nell’estate 2020.
Dopo un solo anno nel vivaio, nell’agosto 2021 il francese diventa il giocatore più giovane ad esordire in Ligue 1 con la maglia dei rossoneri, infrangendo il primato fin lì detenuto da un certo Eduardo Camavinga. Dopo una sola stagione tra i grandi, sul talento francese piomba il Bayern Monaco che lo porta in Baviera per circa 28 milioni di euro.
Con Nagelsmann distrugge record su record, divenendo al contempo il giocatore più giovane ad essere schierato titolare in Bundesliga e a segnare nel massimo campionato tedesco.
A neanche 18 anni, Mathys Tel è già uno dei pilastri delle nazionali giovanili francesi, ma tutto lascia presagire che la chiamata di Didier Deschamps per uno dei talenti più cristallini della prossima generazione sia solo questione di tempo.
Alejandro Garnacho, talento puro nel segno di CR7

Non può mancare all’appello Alejandro Garnacho Ferreyra. È un classe 2004, nasce il 1° luglio a Madrid, ma sceglie di seguire la nazionalità della madre, giurando amore all’Argentina. Nonostante la giovane età sta già dimostrando all’intero palcoscenico di cosa sia capace. Comincia fin da bambino a lasciare il segno, inizialmente nel settore giovanile dell’Atletico Madrid, ieri come oggi nel ruolo di ala sinistra.
Dalle sue giocate si intravede un talento innato, tanto che il Manchester United, nell’ottobre 2020, lo acquista inserendolo nella formazione U18. Qui si impone immediatamente, trascina le compagini giovanili in FA Youth Cup (sette reti in sei presenze), ed ottiene così meritatamente la chiamata in prima squadra. Qui ha la fortuna di giocare insieme al suo idolo di sempre, Cristiano Ronaldo.
Garnacho cresce a dismisura sotto l’ala del proprio modello calcistico, imponendosi anche tra i grandi e diventando un vero beniamino dei tifosi. Dopo l’addio di CR7 non smette di brillare, rendendosi anzi ancor più decisivo: conta ad oggi 31 presenze, 4 reti e 5 assist con la maglia del Manchester United, ma la sensazione è che, tra club e nazionale, il meglio per lui debba ancora venire.
Chukwuemeka, classe pura

Esploso nella varie League inferiori del calcio inglese, come Dele Alli o Bellingham per citarne alcuni, Carney Chukwuemeka inizia la sua carriera nel Northampton Town. Nasce ad Eisenstadt, il 20 ottobre 2003 ma si trasferisce giovanissimo in Inghilterra. Nonostante i genitori siano nativi nigeriani e lui nato in Austria è un nazionale inglese.
Dopo ottime stagioni nella squadra della contea inglese del Northamptonshire, Chukwuemeka passa in Premier League nel 2016 dopo che lo acquista l’Aston Villa. Dopo tutta la trafila delle giovanili nei Villans, il giovane centrocampista esordisce in prima squadra nel 2021/22 e subito stupisce tutti. il Chelsea si muove prima tutti e lo acquista per 20 milioni di sterline.
Chukwuemeka, il nuovo Bellingham: le sue caratteristiche
Il ruolo di Chukwuemeka? Se esistesse il Tuttologo sarebbe sicuramente il suo. Il classe 2003 è un centrocampista completo che può ricoprire ogni posizione. Le sue caratteristiche tecniche e fisiche gli permettono di essere bravo in fase di rottura del gioco, di impostazione e di inserimenti senza palla.
Colpisce molto la sua duttilità nei vari moduli che la squadra gioca, essendo bravo a giocare in un centrocampo a tre sia da mezzala che da regista arretrato o centrocampista di qualità e quantità. Si destreggia molto bene anche in un centrocampo a due tipico del 4-2-3-1 sia come mediano che come trequartista.
Vederlo giocare non sembra un ventenne per maturità tattica e autorità in campo. Ha una visione di gioco sopra la media e un gran tiro dalla distanza. Come calciatore somiglia molto a Paul Pogba o Dele Alli nonché all’altro astro nascente inglese Jude Bellingham.
Alejandro Balde Martinez, talento di cantera Barcellona

Alejandro Balde Martinez è classe 2003, di origini spagnole, milita nel Barcellona. Il suo ruolo è difensore e il suo numero di maglia nei blaugrana è il 28.
La carriera di Alejandro Balde Martinez
Alejandro Balde Martinez inizia la sua esperienza nel mondo del calcio a solo quattro anni militando nel Sant Gabriel, in Spagna. Dopo due anni, esattamente nel 2009, si aggrega alle giovanili dell’Espanyol. All’età di otto anni, quindi nel 2011, approda nella cantera del Barcellona.
Nell’estate del 2021 il classe 2003 riesce a firmare il contratto con i blaugrana legandolo con loro fino al 2024, fissando anche una clausola rescissoria di 500 milioni di euro. Prima di passare in prima squadra, lo spagnolo ha ottenuto 30 presenze con il Barcellona B.
La prima partita ufficiale con il Barcellona per Balde Martinez è stata il 14 settembre del 2021 in Champions League nella sconfitta per 3-0 contro il Bayern Monaco, subentrando al posto di Jordi Alba al 78’. Nella stagione 2022-23 Xavi lo impiega quasi sempre titolare, su 26 giornate ha giocato 23 volte di cui 20 dal primo minuto senza trovare il gol. Ha vinto anche la Supercoppa di Spagna.
Nella sua giovane carriera ha anche superato un infortunio grave come la rottura della tibia e il Barcellona ha scelto di puntare su lui. Il suo ruolo è di terzino sinistro, abile nei cross, difficile da superarlo nell’uno contro uno vista la sua rapidità. Ha anche una leggera predisposizione per la fase offensiva.
La carriera in nazionale di Alejandro Balde Martinez
Alejandro Balde Martinez ha giocato anche con la nazionale spagnola iniziando dall’Under 16,17,18, 19 e 21. Nel novembre 2022 riceve la convocazione per il Mondiale in Qatar al posto di Gayà infortunato. Colleziona cinque presenze senza gol.
Next Gen, Bynoe-Gittens gode di calcio

l Borussia Dortmund è uno delle migliori palestre per far crescere i giovani ragazzi e ad oggi sono molti i calciatori europei, sfornati dalla primavera della squadra gialloblù. Uno degli ultimi talenti usciti dalla prestigiosa Accademy tedesca è il classe 2004 Jamie Jermaine Bynoe-Gittens.
Bynoe-Gittens: le origini e l’esordio tra i professionisti
Jermaine Bynoe-Gittens si è fatto notare in questa prima parte di stagione per la sua giovane età e le sue doti che lo hanno fatto etichettare come una delle star del futuro calcio mondiale. Cresce calcisticamente prima in Inghilterra, nei settori giovanili di Reading e di Manchester City, prima di trasferirsi nel 2020 in Germania, al Borussia Dortmund. Con la maglia dei gialloverdi gioca due stagioni nella formazione Under-19, prima di approdare nella prima squadra allenata da Edin Terzic
Nella primavera del Borussia Dortmund, il giovane ragazzo, si fa notare per la sua velocità e il suo dribbling, caratteristiche che lo fanno conoscere al mondo come uno dei più grandi prospetti del futuro. Il giovane inglese, inoltre, ha fatto tutte le trafile della nazionale minore dell’Inghilterra, dove milita attualmente nell’Under 19, ma non ha ancora esordito in Nazionale maggiore.
L’esordio, nei club, tra professionisti è arrivato ad appena 17 anni, nella vittoria contro il Wolfsburg. Pochi mesi dopo l’ex Manchester City ha segnato anche il suo primo gol con la maglia del Borussia Dortmund nella vittoria per 3-1 contro il Friburgo.
Elliott, duttilità e corsa al servizio della Klopp

Ad Anfield, tendenzialmente, si urla. Si urla parecchio dagli spalti, di conseguenza bisogna urlare molto anche in campo per farsi sentire. Klopp ne è la pratica dimostrazione e i risultati, nel tempo, si sono visti. Ma c’è un percorso all’interno di un grido, di un ragazzo che dapprima urlava sulle tribune ed ora lo fa sotto la Klopp, dopo un gol suo o dei compagni. Con il Red cucito addosso. Si parla di Harvey Elliott, l’uomo – pardon, il ragazzo – prodigio delle giovanili del Liverpool e che non ha mai visto altro teatro più bello del suo stadio di casa.
Tanta sfortuna con un brutto infortunio rimediato alla sua seconda stagione tra i grandi non l’ha fermato: si è ripreso il suo posto nelle rotazioni. Diventando protagonista, col tempo, di un minutaggio crescente e di una serie di prestazioni di assoluta affidabilità. Elliott è presente vivo del Liverpool, ma il futuro? In un torneo come la Premier è incerto, i Reds sono farciti di campioni e lo spazio può restringersi. Tuttavia, duttilità e cuore del giovani Harvey non sono doti comuni: ognuno ha le sue armi. E, per ora, quelle di Elliott sono di sicuro vincenti.
Enzo Fernandez, una vita da mediano: da San Martin alla Premier League

Nonostante la sua carriera sia ancora agli inizi, è già motivo di invidia per molti. Quella di Enzo Fernandez già di fatti il preludio della storia di un giocatore che, nei prossimi dieci-quindici anni, è destinato a dominare il panorama calcistico mondiale.
Nato il 17 gennaio del 2001 a San Martin, una piccola cittadina della provincia di Buenos Aires, Enzo, nome fortemente voluto dal padre, dimostra il proprio amore verso il pallone già in tenera età, periodo in cui si diletta in una specie di calcio sprovvisto di regole.
La strada però è troppo poco per lui; il suo talento ha bisogno di un palcoscenico migliore. L’opportunità arriva grazie al River Plate, il quale lo nota e lo prende sotto la propria custodia, spedendolo nelle giovanili e facendolo crescere sotto tutti i punti di vista. Ed è proprio in quel contesto lì che Enzo incontra l’uomo che probabilmente gli cambia la vita dal punto di vista calcistico, ossia Marcelo Gallardo, il quale, dopo averlo solo convocato con i grandi nel febbraio del 2020, lo fa esordire con il River il 5 marzo 2020 in occasione di un match di Libertadores.
Enzo Fernandez, una vita da mediano: la svolta
Nell’estate di quell’anno poi, vive il periodo che con ogni probabilità segna la sua escalation: viene mandato in prestito al Defensa y Justicia, club nel quale ad accoglierlo trova Hernan Crespo. Quello che Enzo farà nei successivi diciotto mesi con la maglia dei gialloverdi è impronosticabile: dapprima guida la squadra alla conquista del primo trofeo della propria storia vincendo la Copa Sudamericana e successivamente si concede anche il lusso di vince la Recopa Sudamericana.
Terminato il prestito, il nativo di San Martin fa ovviamente rientro alla base, dove però questa volta rimane e dove diviene il perno del River di Gallardo.
Enzo Fernandez, una vita da mediano: il grande salto sul tetto del mondo
L’annata 2021-2022 è brillante a tal punto da attirare i riflettori europei: su Enzo Fernandez piomba il Benfica, con il lungimirante Rui Costa che lo strappa al River Plate per 18 milioni complessivi e una percentuale sulla futura rivendita. A Lisbona il ragazzo si carica di una pressione bella pesante, visto che sulle spalle si mette la maglia col 13, numero che da quelle parti è stato il riferimento di un’icona come Eusebio.
Nessun problema però per Enzo, che con la pressione ci è sempre andato a nozze: nella sua prima stagione nella capitale portoghese domina a tal punto che, nel settembre 2022, Scaloni lo chiama con l’Argentina per alcune amichevoli. Chissà se poi si sarebbe mai aspettato di essere chiamato, tre mesi dopo, per volare in direzione Qatar per giocarsi il Mondiale.
Ma d’altronde, perchè non giganteggiare anche con l’Albiceleste? Dopo esser partito in panchina nella partita iniziale, Scaloni lo butta dentro per poi non privarsene praticamente mai, diventando l’equilibratore perfetto della Scaloneta, alzando così la Coppa del Mondo a soli 21 anni.
Enzo Fernandez, una vita da mediano: mister record
La risonanza mediatica avuta dal Mondiale ha ovviamente contribuito a diffondere in tutto il mondo le qualità tecniche e comportamentali di Enzo Fernandez, divenuto in pochi giorni l’oggetto del desiderio di mezza Europa. Tornato in Portogallo il centrocampista giura amore eterno al Benfica, bacia la maglia e lo stemma dei portoghesi, non conscio del fatto che qualche giorno dopo avrebbe lasciato il suo amato primo club europeo.
Dopo insistenti lusinghe e pressioni a Rui Costa e soci da parte del Chelsea, il 31 gennaio 2023, Enzo Fernandez si trasferisce a titolo definitivo in Inghilterra. La cifra per portarlo in Premier League è senza senso, 120 milioni di euro, la più alta di sempre pagata da un club inglese.
Gettato fin da subito nella mischia del campionato più bello e difficile del mondo, nonostante il rendimento dei Blues finora sia tutt’altro che entusiasmante, Enzo si è preso le chiavi della mediana, diventando praticamente insostituibile. Una vita da mediano quella del ventiduenne, destinato a dominare ed a far parlare di sé ancora per molto tempo.
Endrick, storia di un predestinato

Nato il 21 Luglio 2006, Endrick Felipe Moreira de Sousa, meglio noto come Endrick, è senza dubbio uno dei migliori prospetti del calcio brasiliano degli ultimi anni. A discapito dei suoi 173 centimetri, il folletto brasiliano, è un’ala mancina dotata di grande dribbling, velocità e senso del gol.
Endrick, dalle clip su Youtube all’esordio alle giovanili del Palmeiras
Unitosi al Palmeiras all’età di 14 anni, grazie ad alcuni video pubblicati dal padre Douglas Sousa su YouTube, Endrick si mise subito in mostra coi Verdao, totalizzando con le giovanili del club, ben 165 reti in 169 presenze. Impossibile dimenticare la sua rovesciata da fuori area contro l’Oeste in occasione de la Copa Sao Paulo de Futebol Junior, competizione in cui lo stesso Endrick venne premiato come MVP, grazie ai 6 gol in 7 partite che regalarono la coppa ai suoi.
Endrick, i record col Palmeiras
Le strabilianti prestazioni di Endrick ovviamente, attirarono l’attenzione del tecnico della prima squadra Abel Ferreira. il quale decise di convocarlo coi “grandi” facendolo diventare il più giovane debuttante nella storia del Palmeiras a soli 16 anni, 2 mesi e 25 giorni ed anche il più giovane marcatore del club all’età di 16 anni, 3 mesi e 4 giorni.
Endrick, il Real Madrid nel futuro
Non ha perso tempo il Real Madrid di Florentino Pérez, che lo scorso dicembre, ne ha annunciato l’acquisto – il quale si completerà nel 2024 quando il giocatore avrà compiuto il 18° anno di età – per la cifra record di circa 60 milioni di euro. Endrick è stato pagato dai Blancos più di quanto furono pagati allora i connazionali Vinicius Junior e Rodrygo (45 milioni a testa).
Volpato, l’australiano che sogna l’Italia

Ti svegli un giorno e il CT della Nazionale del tuo Paese d’origine ti convoca per il Mondiale. Ti chiami Volpato, giochi nella Roma e c’è già qualcosa di inusuale: non sei una bandiera, hai minutaggio in Serie A che non tocca le tre cifre e la Nazionale in questione non è l’Italia. Riavvolgiamo il nastro: in vista di Qatar 2022, il commissario tecnico dell’Australia è senza ombra di dubbio la dimostrazione vivente di un’audacia senza precedenti. Volpato ha a malapena esordito nella Roma, segnando anche, ma prima dell’Italia sono i kangaroos che vogliono accaparrarselo.
Sarebbe stato un peccato, sospiro di sollievo visto il no del giovane giallorosso. Ma chi è Volpato, in realtà? La discussione inizia e finisce con José Mourinho che lo lancia nella mischia in un’ingenerosa partita casalinga contro il Verona, che l’italo-australiano decide senza alcuna autorizzazione dei più grandi di riprendere dal baratro. Il suo gol è il suo riassunto: tenace, tecnico e non altissimo, ma difficile da spostare. E con un roseo futuro per compiere la scelta più importante: e se non sarà Australia, beh, l’Italia del pallone avrà soltanto da guadagnare dal suo talento cristallino.
Cremonese, Carnesecchi: il predestinato sulle orme di Buffon

Il futuro della Nazionale. Il portiere che potrebbe ripercorrere il percorso del Numero 1 per eccellenza. Marco Carnesecchi, estremo difensore della Cremonese, è la nuova stella fra i pali in Serie A. Ragazzo dalla faccia pulita ma con l’animo battagliero. È alto, forte fisicamente ma allo stesso tempo longilineo e incredibilmente agile.
La sua straordinaria prontezza di riflessi, per certi versi, ricorda Gigi Buffon, suo mito e idolo sin da bambino. Il paragone con Superman non è avventato, sia a livello fisico che caratteriale. Carnesecchi ha un’innata capacità di dirigere la difesa, possiede l’attitudine da leader ed è in grado di leggere le situazioni. Non una banalità per un ragazzo di 22 anni. È inoltre valido e affidabile fra i pali.
Esteticamente non ha la spettacolarità di Maignan, ma conserva piuttosto la disciplina e il senso della posizione di Buffon o di Neuer. Le sue parate in tuffo, per quanto scolastiche e poco avvezze alle fotografie, sono da stropicciarsi gli occhi, mentre negli uno contro uno è solito piazzarsi, elegantemente, con lo stile futsal. Ginocchio a terra, braccia larghe e porta coperta. Non proprio tipico dei portieri, anche se pur sempre efficace. Non bada troppo alla forma, quanto alla sostanza.
Anche la chioma di Carnesecchi può benissimo ricondurre alla capigliatura di Buffon da ragazzo. Del resto, per ripercorrere le orme del proprio predecessore, è necessaria anche la minima somiglianza estetica. Marco ha quindi tutte le carte in regola per prendersi l’Italia, magari arrivando a scalzare Donnarumma, e per diventare il nuovo Superman.
Juventus, Fagioli brilla: il futuro del centrocampo è nei suoi piedi

La Juventus sta avendo molte difficoltà in questa stagione, ma senza ombra di dubbio può ritenersi soddisfatta dell’apporto che sta avendo dai giovani giocatori. Uno di questi è sicuramente il centrocampista Nicolò Fagioli, che partita dopo partita, sta diventando uno dei calciatori più importanti nello scacchiere tecnico e tattico del tecnico Massimiliano Allegri.
Il calciatore classe 2000 si è messo in mostra la scorsa stagione con la Cremonese, ottenendo la promozione in Serie A e mostrando tutta la sua classe in mezzo al campo come regista. Ad inizio stagione Fagioli non trovava spesso il campo, ma dopo la partita contro il Lecce, decisa da un suo tiro a giro all’incrocio dei pali, il tecnico Massimiliano Allegri ha scelto di dargli maggiore fiducia, schierandolo con maggiore costanza in campo, con Fagioli che segna un gol anche nel derby d’Italia contro l’Inter.
Juventus: Fagioli pronto al salto di qualità
In questa stagione il centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli sta dimostrando di essere pronto e in grado di giocare ad altissimi livelli, riuscendo a rientrare nella formazione titolare. Questo finale di stagione può rappresentare un importante percorso di crescita e di esperienza per prepararsi al meglio alla prossima stagione, che potrebbe rappresentare quella del definitivo salto di qualità per il classe 2000.
Fagioli ha dimostrato di avere classe e talento per imporsi ad alti livelli, e anche personalità nei momenti decisivi e di difficoltà. L’ex Cremonese è pronto a candidarsi come regista del centrocampo della Juventus per i prossimi anni. Piedi buoni e testa da grande campione, le caratteristiche di Fagioli che, oltre con la maglia bianconera, è pronto a prendere in mano anche il centrocampo della Nazionale italiana e portarlo in alto.
Matias Soule, un tango a Torino

“Dove si balla?” cantava Dargen D’Amico in uno dei più recenti Festival di Sanremo. A Torino, di sicuro, la musica è alta: nello spogliatorio della Juventus c’è tanto Brasile, ma anche tanta Argentina grazie a Di Maria e Paredes. Ma anche grazie ad un ragazzo che, in punta di piedi, ha deciso di prendersi sempre più spazio tra le fila di Madama. Il nome è Matias, il cognome Soulé e il sinistro è ciò che di più “tango” possa esserci dopo il Fideo a disposizione di Massimiliano Allegri. Così giovane ma così navigato nell’Under 23, Soulé ha già vissuto due vite con la Prima Squadra della società più titolata in Italia.
La prima, quella punizione mancata contro il Venezia il giorno del suo battesimo in Serie A. Un gol gli avrebbe fatto bruciare ancor di più le tappe, forse, ma eccoci entrare prepotentemente nella seconda fase. Nella giostra di prestiti e trattative in uscita, la Juventus sonda il terreno: il ragazzo è richiesto, la risposta è secca. Non si muove. Si muove divinamente invece in campo e diventa la naturale alternativa di Di Maria: gol contro la Sampdoria, primo in Serie A, e tanta tanta qualità da quel mancino. E tanta ne dovrà ancora venir fuori, per restare nel tango di Torino.
Nicolò Rovella: da Segrate alla Juventus, la dura strada per il paradiso

Uno su mille ce la fa, cantava qualche tempo fa Gianni Morandi in uno dei suoi brani più famosi di sempre, non dimenticandosi di aggiungere che, per raggiungere la vetta, la salita da affrontare è dura, e che la posta in gioco equivale al traguardo di una vita intera. Lo sa bene Nicolò Rovella, mediano classe 2001 dal fulgido talento partito dalla provincia milanese alla conquista di un sogno chiamato calcio.
Nicolò Rovella: dall’accademia dell’Inter al sogno Juventus
Le vie del sogno sono spesso costellate di passaggi impervi, nei quali risulta difficile orientarsi e ritrovare la via maestra, soprattutto quando l’imprevisto si presenta nel momento in cui la strada sembra farsi più luminosa. È in quei momenti che si vede la differenza fra i semplici sognatori e gli uomini con un sogno, e questo vale anche per i calciatori. Ecco allora che un passaggio in prestito dalla Juventus al Monza può diventare una grande occasione.
È quanto successo a Nicolò Rovella, partito in giovanissima età dall’Accademia Inter per inseguire il suo destino palla di cuoio al piede che lo ha portato a esordire da professionista il 3 dicembre del 2019, non ancora diciottenne, con la maglia del Genoa dopo la consueta trafila nelle giovanili del Grifone. Mezza stagione, quella del 2020/2021, bastano al centrocampista per spalancare le porte del suo sogno.
Il 28 gennaio 2021, il ragazzo partito da Segrate con una visione a forma di pallone nel cuore diventa un calciatore della Juventus, che lo lascia crescere coi rossoblù liguri fino al 2022. Negli ultimi istanti del calciomercato 2022, all’alba della sua prima stagione in bianconero, ecco l’imprevisto: Rovella viene ceduto in prestito al Monza, dove rivela tutta la forza del suo sogno, togliendosi anche lo sfizio di consumare sul campo la sua vendetta sulla Vecchia Signora.
Samuele Mulattieri, l’attaccante dal destino segnato

Samuele Mulattieri nasce il 7 ottobre 2000 a La Spezia. Come molti altri ragazzi, coltiva il sogno di diventare un calciatore professionista, ma la sua fame di crescere lo distingue. Il percorso inizia ufficialmente nel 2010, quando Samuele passa dalla Sarzanese allo Spezia. Il settore giovanile ligure lo forma a dovere e il classe 2000 ripaga con prestazioni degne di un talento. Il 14 aprile 2018, a soli 17 anni, Mulattieri trova l’esordio in Serie B e qualche mese dopo, accetta di trasferirsi nella primavera dell’Inter.
Samuele Mulattieri, l’approdo in nerazzurro e l’esperienza in Olanda
Dopo un primo periodo di assestamento, nella stagione 2019/2020 diventa protagonista nella primavera nerazzurra. I 15 gol segnati fino allo scoppio della pandemia non bastano per arrivare in prima squadra, ma attirano l’attenzione della Nazionale U18 e del Volendam.
Samuele Mulattieri decide così di prendere la palla al balzo e si trasferisce nei Paesi Bassi. In Ereste Divisie, la seconda categoria oranje, il classe 2000 segna 18 reti in 30 presenze. Numeri che confermano la sua indole da finalizzatore e lo portano a spostarsi di ruolo, da ala offensiva a prima punta. Non solo, perché l’esperienza fuori confine, con tutte le sfide che ne derivano, lo aiuta anche nella crescita extra campo.
Samuele Mulattieri, il ritorno in Italia e l’esplosione con Fabio Grosso
Nella stagione 21/22 Samuele decide di tornare in Italia per vestire la maglia del Crotone. In Calabria si conferma un’ottima punta, con grande tecnica, abilità nel dribbling e incredibile predisposizione al tiro con entrambi i piedi.
Viene notato da Fabio Grosso che, la scorsa estate, lo porta nel Frosinone. Sotto la guida del campione del mondo, Mulattieri raggiunge la doppia cifra dopo appena 25 presenze, confermandosi uno dei migliori talenti della Serie B. L’Inter, club detentore del suo cartellino, starebbe monitorando la sua crescita e potrebbe presto discutere del suo futuro.
Elia Caprile, saracinesca del Bari e dell’Italia U21

Nato a Verona il 25 agosto 2001, Elia Caprile si distingue sin da subito grazie alle sue spiccate doti nel ruolo di portiere. Agilità felina, riflessi sopra la media e un margine di miglioramento ancora importante: queste sono le peculiarità del giovane estremo difensore, che ha mosso i suoi primi passi nelle giovanili del Chievo e ha vissuto anche un’esperienza in Inghilterra nella rosa del Leeds United.
La successiva parentesi in prestito alla Pro Patria è stata propedeutica per il suo primo vero banco di prova, ovvero la possibilità di giocare titolare nel Bari in Serie B. Con la maglia biancorossa, Caprile si impone in poco tempo come uno dei migliori interpreti del suo ruolo e riesce a conquistare anche la convocazione nell’Italia Under 21, di cui diventa subito un punto fermo. Sono già tante le parate degne di nota che hanno portato punti pesanti e che i tifosi del Bari ricordano con piacere.
Le qualità del portiere dei galletti sono ormai sotto gli occhi di tutti, il tempo è dalla sua parte e la sensazione è che la serie cadetta possa essere per lui la giusta rampa di lancio verso i più grandi palcoscenici: adesso non resta altro che vedere in prospettiva quanto in alto potrà volare.
Simone Pafundi, il futuro dell’attacco azzurro che muove i primi passi all’Udinese

Nato il 14 marzo 2006 a Monfalcone, Simone Pafundi comincia da giovanissimo a muovere i primi passi nel calcio nelle giovanili del club della sua città natale, ovvero l’UFM Monfalcone. Nel 2014, in seguito ad un torneo giovanile, c’è stato il colpo di fulmine tra la punta e l’Udinese, società che ha deciso di ingaggiarlo senza pensarci due volte.
A soli 16 anni, Pafundi ha esordito in Serie A dimostrando di essere un predestinato e guadagnandosi per forze di cose anche le attenzioni del ct della Nazionale Italiana Roberto Mancini. Il 6 novembre 2022 è una data da ricordare per Pafundi, perché coincide col suo esordio in Nazionale in occasione della sfida con l’Albania a Tirana. Le caratteristiche tecniche del giovane attaccante bianconero lasciano ben sperare soprattutto per il futuro azzurro, dato che tutto lo Stivale attende ormai da troppo tempo un centravanti che possa trascinare l’Italia nuovamente verso i grandi palcoscenici.
Il tempo è galantuomo e Simone Pafundi non dovrà avere fretta di crescere, perché il talento c’è e servirà solo coltivarlo nel modo migliore con grande dedizione e determinazione un passo alla volta, facendo le cose per bene e alimentando il sogno. Le basi, però, ci sono già. Non ci resta che sederci e goderci la crescita esponenziale di questo talento.
Next Gen, Gnonto e il coraggioso no all’Inter: storia di un non debuttante in Serie A

Ci sono giovani giocatori che preferiscono fare un passo alla volta, senza fretta di dover per forza spiccare il volo appena arrivano nel calcio dei grandi e con saggezza e al tempo stesso coraggio prendono delle decisioni che possono far storcere il naso a qualcuno, ma che vanno in una sola direzione: crescere per imparare e migliorarsi.
Gnonto, dal no all’Inter alla Nazionale: la forza della gavetta
“Quando ero all’Inter mi sentivo a casa. Ma in quel periodo io e la mia famiglia abbiamo pensato che partire fosse la scelta migliore per noi e per la mia carriera”. Con queste parole Wilfried Gnonto motivava la sua scelta di non rinnovare il contratto con l’Inter, passando allo Zurigo nell’estate del 2020.
In Svizzera Willy inizia un percorso importante, esordendo ad appena 16 anni, vincendo e convincendo con gol e prestazioni positive. La forza della gavetta porta i suoi frutti e nel 2022 ecco che per il nativo di Verbania arriva una doppia chiamata speciale: prima il ct Mancini lo convoca in Nazionale e poi arriva l’occasione Premier League grazie al Leeds. Oggi Gnonto ha 19 anni, vanta già 10 presenze e una rete in azzurro senza aver mai debuttato in Serie A: colpa o merito di quel coraggioso no che ha inaugurato la sua carriera.
Cesare Casadei, talento al futuro dell’Italia

Un altro caso di calciatore italiano con un estremo talento, che ha ceduto alle avances del calcio estero. Basterebbe ciò per descrivere il corso dell’ancora brevissima carriera di Cesare Casadei, centrocampista classe 2003, cresciuto nel settore giovanile dell’Inter, ma adesso trasferitosi in Inghilterra, precisamente al Chelsea, dove si sta facendo conoscere come uno dei prospetti più interessanti dell’intero panorama mondiale.
L’inserimento nella Next Generation
Già nel corso della sua avventura italiana, dapprima al Cesena e poi lungo tutto il settore giovanile dell’Inter, si era già capita quanta qualità fosse presente nei piedi di questo ragazzo, tanto da essere inserito, nell’ottobre del 2021, nel celebre elenco annuale denominato Next Generation e redatto dal famoso giornale The Guardian come uno dei centrocampisti di maggior prospetto tra quelli nati nel 2003.
Il trasferimento al Chelsea
Con l’occasione che tardava ad arrivare da parte dell’Inter, è stato il Chelsea a mettere le mani sul cartellino Cesare Casadei, facendogli firmare un contratto di 6 anni e garantendo lui un percorso di crescita costante e continuo. Infatti, dopo il debutto in Under 21, è arrivato, nel gennaio del 2023, il trasferimento in prestito al Reading, in Championship, mettendo così minuti ed esperienza sulle gambe. Per un salto di qualità che, fuori dal confine italiano, non tarderà certamente ad arrivare.
Le sue caratteristiche Cesare Casadei rappresenta in piena regola il modello di centrocampista moderno e abile a fare quasi tutto, dal coast to coast al contrasto fisico, passando per giocate tecniche sopraffine, sia con il destro che con il piede debole, il mancino. Di grande intelligenza, oltre ad un ottimo fiuto del gol, sia da fuori che in penetrazione, è abile anche nel servire i compagni di squadra. Un giocatore completo e che, di questo passo, il calcio italiano potrebbe rimpiangere già nel breve periodo, specialmente in casa Inter.
Camavinga, Il Real Madrid ha il futuro a centrocampo

Quando si hanno i crismi del predestinato spesso si nota subito. Questo è certamente il caso di Eduardo Camavinga, centrocampista classe 2002 in forza al Real Madrid. È stato baciato dalla fortuna sul piano del talento, ma la sua infanzia non è stata tutta rose e fiori. Il numero 12 blancos, infatti, è nato in un campo profughi a Cabinda in Angola, durante il drammatico conflitto della Seconda Guerra del Congo.
L’approdo in Europa
Dopo due difficili anni la sua famiglia è riuscita a sbarcare nella tanto ambita Europa, accasandosi a Fougeres, in Francia. Non è finita qui però, perché Eduardo Camavinga ha subito un altro tragico evento, ossia l’incendio della sua abitazione in Bretagna. Tutto il frutto dei sacrifici distrutto e perso tra le fiamme.
L’inizio del sogno
Se il destino sa essere beffardo talvolta sa anche regalare immense soddisfazioni. Nella squadra del paese in cui gioca Eduardo Camavinga viene adocchiato dagli osservatori dello Stade Rennais, che a undici anni lo portano in uno dei settori giovanili più prolifici del vecchio continente.
La chiamata dalla Casablanca
Il talento di Eduardo Camavinga si vedeva lontano un miglio e infatti ad appena 16 anni e quattro mesi esordisce in Ligue 1 con la maglia dello Stade Rennais. Due anni più tardi Florentino Perez non tentenna e accontenta le richieste del club francese per accaparrarsi il classe 2002, nell’ottica di rifondare la Santisima Trinidad formata da Casemiro, Toni Kroos e Luka Modric.
Sebbene non sia un titolare inamovibile della formazione di Carlo Ancelotti, oggi Eduardo Camavinga, che vanta già una Liga e una Champions League tra gli altri trofei in bacheca, è uno dei centrocampisti più lanciati del panorama internazionale in ottica futura.
Julian Alvarez, un predestinato albiceleste

Il sangue argentino gli scorre nelle vene, gli insegnamenti del suo idolo Lionel Messi gli frullano per la testa. Julian Alvarez porta una grande responsabilità sulle sue spalle, quella di guidare l’Argentina nuovamente verso il successo. Il suo talento è tra i più puri in circolazione per un Next Gen, ed i 6 gol segnati al Mondiale- con una doppietta di tutto rispetto- a neanche 23 anni compiuti, non fanno altro che aumentare le aspettative sull’Araña.
Un giocatore che ha visto spalancarsi davanti a sé le porte dei club più grandi ed importanti del mondo ed ora, con calma e pazienza, Alvarez continua a tessere la sua tela, aspettando il momento giusto per esplodere anche nel Manchester City. 34 presenze totali fino ad ora, 12 reti segnate: un bottino niente male se si pensa che davanti a lui siede un cyborg come Erling Haaland.
Il suo è un futuro ancora tutto da scrivere. Il rinnovo del suo contratto fino al 2028 dimostra la volontà di un maestro del calcio come Guardiola di continuare a puntare sulle capacità eccezionali di Julian Alvarez, che ha tutta l’aria di essere un giovane intenzionato a riscrivere le pagine del calcio.
Gaetano Oristanio, il nuovo talento di casa Italia

Uno dei giovani talenti azzurri ammirato nelle amichevoli dell’Italia Under 21 contro Serbia e Ucraina è sicuramente Gaetano Pio Oristano. Il ragazzo nato a Vallo della Lucania, il 28 settembre 2002, ha fatto da sempre parte delle giovanili dell’Inter dall’età di 14 anni. Coi nerazzurri ha vinto uno Scudetto prima con l’U16 e poi con l’U17. Dopo aver militato in Youth League, per due stagioni, nell’estate 2021/22 viene mandato a farsi le ossa in Olanda, in prestito, al Volendam. Lì, il giovane trequartista con personalità si prende la maglia numero 10, quella solitamente riservata ai fantasisti che con quel pizzico di lucida follia e fantasia possono risolvere le partite.
Oristanio, caratteristiche tecniche tattiche
Mancino naturale, Oristano ha uno straordinario senso tattico infatti, non appena la palla gli arriva sui piedi alza subito la testa e parte sempre alla ricerca del compagno a cui dare innesto all’azione offensiva. Inoltre, il trequartista è abile e veloce nei dribbling difatti gli avversari sono spesso costretti a fermarlo con un fallo per non lasciarselo sfuggire. Tali doti sono state notate anche dal ct della nazionale italiana, Roberto Mancini, che lo ha convocato nello stage di Coverciano di dicembre 2022.
Oristanio, personalità e carattere
Prendere la via dell’estero non è mai facile per un ragazzo di soli 19 anni e conquistarsi il posto in una realtà diversa dalla sua Inter ancora meno. La prima stagione in Olanda, Oristanio la trascorre in Eerste Divisie, la seconda divisione nazionale, e con la maglia numero 10 sulle spalle il ragazzo salernitano trascina a suon di gol la sua squadra in Eredivisie vincendo il campionato cadetto. Il talento del classe 2002 sarà certamente protagonista dell’Italia del futuro, a partire dagli Europei Under 21 di giugno 2023.
Thiaw, il Milan si gode la Next Generation

La pazienza è la virtù dei forti, il tempo aiuta si sa, così come nella vita anche nel beneamato mondo del pallone. Scappare non è sempre l’idea migliore, opzione facile certo, ma è chi affronta le avversie e gli ostacoli della vita faccia a faccia, ad emergere e ad issare il proprio nome nell’olimpo dei grandi. Una cerchia ristretta per quei giocatori di un livello fuori dal comune, una meta come traguardo e un futuro tutto da scrivere. Questa la bellissima e appena iniziata, storia di Malick Thiaw, vero grande talento di un Milan sempre più pronto a tornare a quei livelli che tanto li spettano.
Servirà la mano di tutti, nonché quella del gigante tedesco, prorompente in campo con la sua stazza fisica, e ancora più ricercato fuori, per via delle sue ottime prestazioni. Un campionato come rampa di lancio per sognare ancora più in là, con Thiaw che, alla luce della sua prima stagione con il Milan, dopo essere sbarcato nel capoluogo lombardo, a ridosso del 2022, sta essendo capace di emergere e di brillare a suon di qualità invidiabili. Un punto di partenza sì, ma con la sua tecnica e la sua tenacia, siamo certi che il giovane classe 2001 saprà affermarsi in un Milan alla continua ricerca di stimoli e di obiettivi.
Giovanni Fabbian, il talento non è un caso

Da una piccola cittadina al sogno della Serie A con la maglia dell’Inter. La storia di Giovanni Fabbian, centrocampista dell’Italia U21 e della Reggina, inizia da Camposampiero, una città con poco più di 11 mila abitanti in provincia di Padova, il 14 gennaio del 2003. Giovanni Fabbian, oggi, sta sorprendendo tutti nel campionato di Serie B, ma il sogno nel cassetto è di giocare alla Scala del Calcio, a San Siro, con il nerazzurro sul petto.
Dagli inizi a Padova al sogno San Siro
La sua formazione calcistica inizia nell’U15 del Padova, dove vince da protagonista lo Scudetto di categoria. Subito dopo il grande trionfo arriva la grande occasione, l’Inter, e non se la lascia sfuggire. Arrivato nella Primavera di Cristian Chivu, il classe 2003 è subito titolare, e si guadagna la convocazione agli Europei U19 nel 2022. In estate, però, è il momento del grande salto: approdare nel mondo dei professionisti. Il 30 luglio 2022, il Biscione lo gira in prestito alla Reggina.
Sotto la guida di Filippo Inzaghi, Giovanni Fabbian debutta in Serie B da mezz’ala in un centrocampo a tre, e dimostra da subito tutto il suo talento. Dinamico, forte fisicamente, abile con entrambe i piedi, inserimento e senso del gol, tutte le doti della mezz’ala moderna sono parte del bagaglio tecnico di Giovanni Fabbian. Nei suoi primi mesi nel campionato cadetto, il giocatore di proprietà dell’Inter ha messo a segno 8 reti ed 1 assist, diventando il capocannoniere dei calabresi, e uno dei migliori centrocampisti per rendimento del campionato.
Il 27 marzo 2023, davanti ai propri tifosi del Granillo, debutta con la Nazionale U21 nel match vinto dall’Italia per 3-1 sull’Ucraina. A giugno tornerà ad Appiano Gentile, e chissà se il suo sogno si avvererà già nella prossima stagione, quel che è certo, è che l’Inter ha in casa uno dei maggiori talenti del calcio italiano, Giovanni Fabbian.
Empoli, il futuro è Jacopo Fazzini: qualità e talento nel classe 2003

Tra i talenti italiani più promettenti, la lente d’ingrandimento degli dei del pallone non può non posarsi su Jacopo Fazzini. Dopo le prime esperienze nel Viareggio e nel Capezzano Pianore, il baby talento dell’Empoli trova gli azzurri nel 2017, venendo arruolato nella primavera. Passerà cinque anni nel settore giovanile empolese, fino alle prime partite da protagonista in prima squadra, sotto la guida di Paolo Zanetti.
Nel 2022, infatti, il centrocampista classe 2003 trova finalmente l’esordio in Serie A, precisamente il 15 agosto, entrando nella partita tra Empoli e Spezia, vinta dai liguri per 1-0. Il salto di qualità tra i professionisti, in realtà, c’era già stato la stagione prima, con l’ingresso sul prato del Giuseppe Meazza, nel turno di Coppa Italia perso contro l’Inter di Simone Inzaghi per 3-2.
Le presenze nel campionato 2022/23, comunque, iniziano ad essere tante, motivo per cui la Nazionale italiana terrà d’occhio le prestazioni del ragazzo, destinato ad essere uno dei giocatori più discussi del panorama calcistico, considerate le qualità mostrate più e più volte nel corso del campionato. Considerato che in casa Empoli i giovani hanno sempre stupito in positivo, non ci sarebbe da sorprendersi se Fazzini diventasse un vero e proprio punto di riferimento.
Valentin Carboni: il diamante grezzo dell’Inter

Valentin Carboni è nato il 5 marzo 2005 a Buenos Aires, in Argentina. All’età di 8 anni inizia la sua carriera calcistica sulle orme di papà Ezequiel. Valentin, infatti, comincia a giocare nelle giovanili del Lanus e poi approda al Catania nel 2019 , proprio come il padre. Già all’età di 15 anni il centrocampista argentino si trasferisce in un top club. Nel 2020, infatti, complice anche le difficoltà societarie, il club rossazzurro cede Carboni all’Inter per 300.000 euro.
Con la primavera dell’Inter, Valentin Carboni ottiene la vittoria del campionato 2021-22, contribuendo con due reti e tre assist. Le sue ottime prestazioni vengono notate anche dall’allenatore della prima squadra, Simone Inzaghi, che il primo ottobre 2022 gli concede l’esordio in Serie A nel finale di gara contro la Roma. Esattamente un mese dopo, il classe 2005 debutta in Champions League, subentrando nel corso della partita della fase a gironi contro il Bayern Monaco. Nonostante non sia sceso in campo, il 18 gennaio 2023, il trequartista argentino conquista anche il suo primo trofeo con la maglia nerazzurra, grazie alla vittoria della Supercoppa italiana contro il Milan.
Nel 2022, il quotidiano inglese The Guardian ha inserito Valentin Carboni nella top 60 calciatori dei calciatori nati nel 2005. Questo dato dimostra come le qualità dell’argentino siano sotto gli occhi di tutti. Fantasia pura che, unita alla costanza, potrebbero portare alla creazione di un vero e proprio talento. Un piccolo diamante da sgrezzare, pronto ad illuminare il futuro dell’Inter.
Giovani talenti crescono, l’esplosione di Mattia Viti al Nizza

Tra i difensore che si stanno piano piano facendo conoscere nel campionato francese di Ligue 1 spicca il nome di Mattia Viti, il giocatore classe 2002 made in Italy con un grande appeal da difensore centrale. Dotato di un’altezza notevole (1,88 m) il giocatore della Nazionale Under 21 italiana ha dato il via alla sua carriera scalando tutte le classi giovanili dell’Empoli, per poi esordire con la prima squadra nella stagione 2021/22.
Tra le sue doti spicca la durezza negli interventi che, sommata all’eleganza con cui gestisce le azioni di gioco, denotano Mattia Viti come un centrale dal profilo classico. Con la maglia dell’Empoli ha militato per soli due anni, arco di tempo in cui ha gioito per la salvezza del club toscano in Serie A, ampliando il suo bagaglio di competenze nel reparto difensivo.
Il salto di carriera di Mattia Viti, dalla Serie A alla Ligue 1
Il vero trampolino di lancio del classe 2002 è avvenuto lo scorso anno quando, in occasione della sessione estiva di calciomercato, il talento ex Empoli ha deciso di trasferirsi in Francia per militare in Ligue 1; Mattia Viti sceglie il Nizza per 15 milioni (13 più due di bonus) e inizia un nuovo capitolo della sua carriera, arrivando a marcare avversari di un certo spessore come Lionel Messi.
Sotto la guida del tecnico Dedier, Mattia Viti riesce anche a segnare la sua prima rete nel massimo campionato di calcio francese, firmando l’1-0 nel match contro il Troyes. Dopo quasi un anno dal suo arrivo al Nizza, la sua crescita è sempre più evidente e il suo contributo sempre più decisivo.
Alessandro Bianco, il gioiello alla conquista della Fiorentina con il poster di Pirlo attaccato in camera

Centrocampista classe 2002 scuola Torino dal carattere freddo ma dal talento sconfinato. È questo l’identikit di Alessandro Bianco, il wonderkid della Fiorentina che sta conquistando a grandi passi la fiducia di Vincenzo Italiano e dell’intero mondo viola.
“Ragazzo intelligente. Una bellissima sorpresa”. Poche e semplici parole dal significato emblematico quelle pronunciate da Vincenzo Italiano durante il ritiro estivo di Moena nel 2018, primo grande palcoscenico per Alessandro Bianco dopo l’esperienza in Serie D con il Chisola.
Frasi con poca retorica, ma ricche di fatti concreti che, a distanza di cinque anni, sembrano essere più attuali che mai. Ed è così che la stagione 2022-2023 si presenta come quella della consacrazione per Alessandro Bianco.
Lui paziente e pronto ad affrontare il grande salto dalla Primavera alla prima squadra della Fiorentina, ha conquistato a suon di prestazioni la fiducia di Rocco Commisso che, dopo l’esordio in Coppa Italia contro il Cosenza, ha deciso di puntare su di lui con un contratto fino al 2026. Scommessa, quella del numero uno americano, ritenuta vincente anche da Vincenzo Italiano, tanto da premiare la sua grinta e la sua ambizione con l’esordio europeo dello scorso 6 ottobre.
Un’ascesa, nel mondo dei grandi, continuata con la prima maglia da titolare contro il Monza il 4 gennaio. Ascesa che Alessandro Bianco non vuole interrompere, continuando ad avanzare a grandi passi, fino a trovare quel gol da incursore che tanto brama, sebbene lui si ispiri al maestro di regia Andrea Pirlo.
Giorgio Scalvini, il pilastro difensivo dell’Atalanta

Giorgio Scalvini, difensore classe 2003 dell’Atalanta, è considerato un vero e proprio pilastro del reparto arretrato della Dea. Il ragazzo, nonostante la sua giovane età, viene superato con difficoltà dai rispettivi avversari, i quali lo temono vista la sua altezza di 194cm e il peso di 87kg, che lo rendono un gigante nelle rispettive aree di rigore, ma anche un calciatore difficile da spostare e con il quale risulta complicato ritrovarsi faccia a faccia in un eventuale uno contro uno.
Cresciuto tra Brescia e Bergamo, Giorgio Scalvini è uno dei giovani prospetti più interessanti nel rispettivo ruolo di centrale difensivo, tanto che viene già considerato il prossimo pilastro anche dell’Italia. Di piede destro, oltre al fisico imponente possiede anche un’ottima tecnica che gli permette di impostare senza problemi il gioco dal basso. Il classe 2003, a confronto con altri colleghi di reparto più anziani, è capace di giocare sia in una difesa a tre che in una a quattro, dunque in questo caso si ambienta facilmente.
Nonostante il ruolo difensivo, che gli permette di essere d’intralcio per gli attaccanti avversari, Giorgio Scalvini si è dimostrato un uomo pericoloso anche nell’area di rigore avversaria, in particolare in occasione dei calci d’angolo e delle punizioni che necessitano un cross in mezzo, vista la sua capacità di intervenire di testa sui rispettivi palloni. Considerata la sua ottima tecnica nel giocare palla al piede, il giovane centrale arretrato dei bergamaschi può inoltre essere impiegato anche come mediano.