Joe Barone, gli inizi al Cosmos e il legame con Commisso: ci lascia l’anima della Fiorentina

Il mondo del calcio si stringe attorno alla Fiorentina per la scomparsa di Joe Barone, anima della Viola dal 2019: gli inizi come impiegato bancario, poi l'incontro con Commisso e l'entrata nella dirigenza dei New York Cosmos

Riccardo Siciliano
5 Minuti di lettura

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Il mondo del calcio si stringe attorno alla Fiorentina per la scomparsa di Joe Barone, direttore generale del club. Fatale un attacco cardiaco a Bergamo, in albergo, nelle ore precedenti alla partita con l’Atalanta, prontamente rinviata dalla Lega su richiesta dei club. Domani, 19 marzo, il dirigente avrebbe compiuto 58 anni e se ne è andato circondato dall’amore della famiglia. Nato in Sicilia nel 1966, Giuseppe Barone (il nome all’anagrafe) si era trasferito a New York con la famiglia all’età di 8 anni, diplomandosi e iniziando a lavorare nel settore bancario.

Barone lascia la moglie Camilla e quattro figli. Meno di un anno fa era diventato nonno del piccolo Giuseppe Tommaso, a cui aveva fatto immediatamente indossare la maglia della Fiorentina, per unire l’amore dei familiari con quello club. Nel giro di pochi anni il dirigente è entrato presto nel cuore dei tifosi Viola, che oggi ne piangono la scomparsa insieme alla famiglia.

Il legame con Commisso e l’entrata nel calcio

L’entrata nel mondo del calcio di Barone avvenne dopo l’incontro con Commisso. Il dirigente iniziò a lavorare con lui in Mediacom (società di telecomunicazioni dello stesso Commisso e oggi sponsor della Fiorentina), instaurando un profondo legame. Commisso gli affidò un ruolo di rilievo nei rinati Ney York Cosmos (storico club americano che negli ’70 ingaggiò Pelé e Beckenbauer).

Nella sua carriera ha avuto anche ruoli dirigenziali nei Brooklyn Italian, squadra calcistica statunitense attiva sin dal 1949, ed è stato presidente della NPSL (National Premier Soccer League), lega che organizza la quarta divisione negli Stati Uniti. Nel 2019 Commisso acquistò la Fiorentina e affidò a Barone il ruolo di direttore generale, lasciando ogni altro ruolo e impegno.

Joe Barone

Anima e corpo nella Fiorentina

Barone è stato nella dirigenza della Fiorentina fin dal primo giorno della nuova proprietà italo-americana, datata 6 giugno 2019. In realtà, il lavoro del dirigente in città iniziò poco prima, ovvero il 26 maggio, quando si presentò allo stadio Artemio Franchi per vedere l’ultima giornata di campionato della stagione 2018-2019 contro il Genoa. La partita si concluse con il risultato di 0-0, ma la sua presenza in tribuna era un chiaro indizio della trattativa che stava per concludersi con la famiglia Della Valle.

Di fatto, era Barone a gestire il club, per nome e per conto del presidente. Oltre a seguire la prima squadra, il dirigente si occupava anche del settore giovanile e femminile. Soprattutto, Barone è stato tra i promotori del Viola Park, centro sportivo che dallo scorso anno ospita gli allenamenti della prima squadra maschile, le partite della squadra femminile e gran parte delle attività giovanili. Il dg era stato molto impegnato nell’opera di costruzione, prima per il cantiere dei lavori e poi per le varie attività che vengono organizzate all’interno del centro sportivo, curandone la realizzazione settimana dopo settimana e giorno dopo giorno.

Con ogni probabilità, sarà proprio al Viola Park che i tifosi della Fiorentina e il mondo del calcio italiano lo saluteranno. Al fianco del direttore sportivo Daniele Pradè, Barone ha contribuito alla risalita del club ai vertici della Serie A, scegliendo Vincenzo Italiano come allenatore e molti calciatori sul mercato, tra cui Nico Gonzalez, colpo più costoso della storia della Viola, arrivato nel 2021 per 27 milioni di euro.

Nico Gonzalez, Fiorentina

In seguito ci furono anche gli acquisti di Amrabat (20 milioni) e Dodo (14,5 milioni più bonus). Commisso gli aveva affidato anche il compito di rappresentarlo in Lega Calcio. Barone si è sempre battuto per aprire un ufficio di rappresentanza a New York, forte anche degli ottimi rapporti con il presidente della Fifa, Infantino, e della Uefa, Ceferin.

Barone era sempre presente alle attività della squadra, affianco al tecnico, allo staff, ai giocatori e con gli uomini di mercato. Più di ogni altro ha saputo incarnare l’anima della Fiorentina, mettendo la faccia nelle trattative di mercato e nei momenti di tensione. Tra i grandi colpi del dirigente c’è stato l’approdo di Ribery dal Bayern Monaco, uno dei primi acquisti della nuova gestione. Al centro di tutto la difesa del proprio lavoro e la grande ambizione di voler riportare la Viola a recitare un ruolo da protagonista.