🌎 Alla scoperta della MLS, da Beckham a Messi: curiosità e aneddoti

In principio fu Beckham attualmente Messi, il torneo di MLS il torneo sta ampliando i propri orizzonti in maniera esponenziale: alla scoperta di un mondo intrigante, tra aneddoti e curiosità che rendono la Mejor League Soccer unica nel suo genere

Federica Concas
16 Minuti di lettura

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Dopo le emozioni europee vissute grazie alla magica serata tra Real Madrid e Manchester City, anche il calcio oltreoceano merita una particolare menzione. Specialmente in virtù dell’esponenziale crescita registrata negli ultimi due anni. Stagioni in cui il calcio la MLS ha aperto le porte anche a campioni assai blasonati.

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Da Beckham Messi, con Giroud finito nel mirino del Los Angeles, la MLS sta espandendo i propri confini, iniziando ad attirare a sé il pubblico della grandi occasioni. Tra curiosità e aneddoti, il mondo del pallone a stelle e strisce nordamericano è cresciuto in modo esponenziale, a partire dalle origini fino al divertente caso Pop Corn. Grazie ad un torneo unico nel suo genere.

Storia della Major League Soccer

Le origini

La MLS, Major League Soccer per esteso, non rappresenta solo uno dei campionati più trasmessi al mondo ma è anche un torneo in continua e costante crescita dal punto di vista tecnico, economico e folkloristico. Le origini della nascita del massimo campionato nordamericano sono datata ufficialmente nel 1993, con inizio effettivo nel 1996.

Dopo il fallimento della storica NASL, North American Soccer League, campionato in cui militarono campioni del calibro di Pelé, Beckenbauer e Crujff, nasce la Major League Soccer, quest’ultima parola inserita per differenziare il calcio dall’altro football. Ovvero quello che a Miami a Los Angeles si riferisce alla NFL.

Come anticipato, le origini della MLS trovano terreno fertile nel 1996 in virtù di un accordo stipulato ai tempi dalla FIFA con la federazione statunitense in sede di assegnazione del Mondiale di USA 1994. Fin dalla prima stagione il massimo torneo nordamericano stabilisce un tetto massimo alle spese che un club poteva sostenere per gli ingaggi ai giocatori.

Una scelta intrapresa per evitare di ricadere nel fallimento finanziario che aveva travolto qualche anno prima la NASL. Svanita la curiosità dell’esordio, già a partire dal secondo anno l’interesse degli statunitensi per la MLS si attesta su livelli di audience molto bassi. Una circostanza che abbraccia anche la non partecipazione del pubblico allo stadio, impianti relativi alle squadre di football americane.

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Circostanza quest’ultima che ha inciso e non poco poiché la MLS in quei tempi viene appunto scarsamente considerata anche dagli appassionati di calcio. In virtù di alcune regole volte ad americanizzare lo sport. Tra queste, la possibilità che le stesse partite potessero finire in pareggio. Una serie di circostanze corrette a partire dal 1999.

I primi importanti cambiamenti

Il 1999 si candida come uno degli anni più importanti e determinanti della MLS. Una data in cui a cambiare sono i diversi assetti che rendono il campionato nordamericano poco appetibile agli occhi dei tifosi. Viene abrogata la regola relativa alla non esistenza del pareggio o ad esempio il fermare il cronometro durante le interruzioni di gioco. Una serie di elementi che spariscono dalla scena.

Inoltre, sempre nel 1999 viene inaugurato il primo stadio dedicato al calcio: il Columbus Crew Stadium con Don Garber che diventa amministratore delegato della Lega. Cambiamenti molto importanti che non si arrestano all’anno di riferimento ma espandono i propri orizzonti qualche anno più tardi. In particolare nel 2002 quando si decide di riportare la lega alla dimensione originaria di 10 club, con la chiusura delle franchigie di Tampa e Miami.

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Una serie di cambiamenti che determinano il rinnovato interesse attorno al calcio a stelle e strisce, anche grazie ai buoni risultati conseguiti dalla nazionale ai Mondiali 2002. Con una ritrovata stabilità economica che spinge nuovi soggetti ad investire nei club nordamericani. Circostanza seguita nel 2015 dalla volontà di costruire nuovi stadi e aumentare il numero di squadre partecipanti al torneo.

Tuttavia, una vera e propria svolta espansionistica avviene nel 2007, con un logo che diventa la colonna portante della Major League Soccer. Simbolo che ha esordito nel 2008 in occasione della ventesima edizione del torneo. Un chiaro segnale distintivo, volto a caratterizzare e differenziare un torneo che negli ultimi anni sta registrando dati sempre più in aumento.

Beckham, MLS
Beckham, MLS @SkySport

L’arrivo di Beckham

Dopo la svolta espansionistica targata 2007, la MLS conosce un periodo di grande risalto mediatico grazie all’arrivo di David Beckham. L’ingaggio della stella Mondiale operato dai Los Angeles Galaxy porta di conseguenza i media di tutto il mondo a puntare i riflettori sul campionato nordamericano. Circostanza che si riflette anche nelle altrettante richieste relative a sponsor e emittenti televisive.

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Il giocatore inglese non è stato l’unico a scegliere la Mejor League Soccer. Nel tempo infatti sono stati tanti i campioni che hanno deciso di tentare l’avventura nel massimo campionato nordamericano. Tuttavia, Beckham resta il campione che ha regalato maggiore visibilità, inaugurando uno stile calcistico più europeo che americano.

Infatti, oltre alla questione visibilità, tutti i campioni che si sono trasferiti nella MLS hanno garantito una crescita sostanziale non solo dal punto di vista del valore tecnico. Ma anche relativamente agli stessi moduli e alle scelte che hanno accompagnato le squadre più blasonate nel crescere costantemente. Quest’ultime plasmandosi più al mondo del calcio occidentale.

Una crescita costante e assai importante che nel 2022 ha permesso alla MLS di gareggiare con 28 squadre, per poi raggiungere quota attuale pari a 30. Con una netta espansione che non è detto sia destinata ad interrompersi. Ma che invece potrebbe riflettere uno stile di formalizzazione pari a quella Europea. Con le società divise per Serie, comportando la nascita di diversi gironi.

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Ed in questo continuo miglioramento, l’arrivo di Beckham ha interferito in maniera netta. Portando la MLS in qualità di valore e numeri alla stregua di alcuni dei più importanti tornei made in Europa. Oltre, a rappresentare un ottimo supporto anche in ottica mercato. Ma, come anticipato, il centrocampista inglese non è stato il solo a giocare nel torneo a stelle e strisce.

Milan, Zlatan Ibrahimovic @livephotosport
Zlatan Ibrahimovic @livephotosport

Da Ibrahimovic fino a Messi

In principio fu Beckham, oramai nel lontano 2007. Tuttavia, a raggiungere il torneo di Mejor League Soccer sono state diverse stelle del calcio Europeo. Giocatori che, in alcuni casi, hanno scelto il Nord America proprio per concludere la propria carriera. Attualmente il nome più in voga è quello di Messi seguito dalla presenza nella stessa squadra, l’Inter Miami, da Jordi Alba.

Ma nel tempo, come specificato, il calcio made in America del Nord ha registrato la presenza di altrettanti campioni. Solo per citarne alcuni, tra le vecchie conoscenze del campionato italiano ad approdare in MLS è stato anche Gonzalo Higuain. Che a condiviso l’avventura con un altro ex Juventus ovvero Matuidi.

Spostandosi invece in tema di italiani, a Toronto, dopo i bei ricordi lasciati da Sebastian Giovinco, tra il 2015 ed il 2019 sono sbarcati Insigne, Bernardeschi e Criscito, oltre ovviamente a Chiellini. Senza dimenticare l’indiscusso Ibrahimovic, capace di mettere a segno 52 reti in 56 partite. Protagonista dunque anche oltreoceano, prima del ritorno in Italia sotto altre vesti al Milan.

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Una marea di nomi che non si esaurisce certamente a questi elencati e che con la loro presenza hanno fatto acquistare maggiore blasone al torneo. Una realtà che seppur di nascita recente sta registrando numeri molto importanti. Da Ibrahimovic fino a Messi, la MLS si candida a superare di gran lunga la meta Arabia. Classificandosi tra le avventure calcistiche più intriganti.

Il fenomeno Messi su Youtube

L’aneddoto Youtube

A rendere particolare e speciale il torneo di MLS ci sono curiosità e aneddoti, tipici della cosiddetta americanizzazione. Una vera e propria caratteristiche che si riflette anche sul mondo del calcio. Tra i retroscena più simpatici ed altrettanto rappresentativi uno spaccato è dedicato al mondo social, o per meglio dire al fenomeno Youtbe.

Se c’è un canale che si è maggiormente caratterizzato nel dare risalto e fungere da vero e proprio luogo di dibattito è la piattaforma video. Canale di comunicazione che ha dato voce in maniera specifica a podcast basati esclusivamente sul torneo a stelle e strisce. Ad aver attirato in modo particolare l’attenzione è il video surreale che lo scorso agosto ha commentato l’arrivo di Messi all’Inter Miami.

L’arrivo dell’argentino ha ovviamente raccolto curiosità e commenti, anche da parte di chi non aveva ancora seguito il calcio e le performance del campione prima dell’approdo in MLS. Un aneddoto che racconta l’arrivo di Messi all’Inter Miami attraverso una disamina che ha attirato l’attenzione di tutti gli internauti. Nessuno dei tre commentatori aveva mai visto una partita made in Europa.

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Una circostanza che ha posto l’accento su quanto in realtà il calcio in America rappresenti ancora uno sport sconosciuto, nonostante negli ultimi anni stia attirando sempre più l’attenzione. Attraverso tuttavia un modus operand diverso: se il mondo del pallone made in Europa è spesso commentato via Twitter, viceversa il canale maggiormente dedito a seguire le vicende della MLS è Youtube.

Una questione che affonda le radici anche a livello culturale, in virtù del fenomeno Youtube. Quest’ultimo canale comunicativo che in America, nell’ambito calcistico, va per la maggiore. Viceversa, soprattutto in Italia siamo ancora fermi ad uno stato embrionale che preferisce basarsi su piattaforme più semplici e maggiormente utilizzabili dagli internauti. Twitter ne è l’esempio.

Il premio pop corn

E se Youtube rappresenta il canale per eccellenza talvolta oggetto di podcast con commentatori talvolta impreparati. L’attenzione in settimana si è spostata, con particolare ilarità, sul premio pop corn. A riportare la curiosa notizia è stato il portale web Cronache di Spogliatoio che ha messo in risalto il regalo riconosciuto a Gil, al termine di New England Revolution-Charlotte FC.

Il centrocampista spagnolo è infatti stato premiato, in virtù dell’ottima performance dimostrata in campo, al termine della partita ricevendo in dono un sacchetto enorme di pop corn. Un trofeo, quello ricevuto dal MVP, apprezzato ed immortalato con tanto di sorriso stampato sul volto dello stesso Gil. Quest’ultimo autore della rete ce ha permesso ai padroni di casa di vincere il match.

Una circostanza che ha attirato le reazioni del web che in modo divertente ha commentato l’accaduto, ponendo tuttavia l’accento su una questione tutt’oggi presente. La cosiddetta americanizzazione che colpisce anche il calcio. Un elemento che seppur scardinato con i numerosi passi in aventi compiuti in MLS, continua tuttavia a caratterizzare il presente.

Così anche il premio regalato al migliore giocatore in campo non è la classica statuina o targa spesso donata nei campionati made in Europa. Ma un cibo tipico e molto amato in America che rende la vittoria, nel post partita, a sfondo sarcastico. Donando di conseguenza una luce diverse alla questione calcio, che pecca ancora in qualche espetto tipico della leggera considerazione che raccoglie in America.

Inter Miami @InterMiamiCF
Inter Miami @InterMiamiCF

MLS in continua evoluzione

L’MLS è in continua evoluzione. Un dato che apre a nuove considerazioni anche relative in ottica futuro. Sono stati numerosi i passi in avanti registrati a partire dal 1999 fino al 2007, anno quest’ultimo che ha dato rappresentato la svolta nell’evoluzione del calcio in Nord America. Una circostanza importante, da non sottovalutare specialmente anche a livello culturale.

Tuttavia, negli ultimi anni la passione per il calcio e l’attenzione al mondo del pallone a stelle strisce come sottolineato rappresentano elementi che sono cresciuti in modo esponenziale. Seppur non ancora esplosi definitivamente. Infatti, in realtà, la MLS viene comunque vista come un’esperienza intrigante, tuttavia spesso scelta senza grandi ambizioni in ottica futuro.

Così ché, i grandi campioni che raggiungono il torneo nordamericano lo fanno spesso con la consapevolezza di essere giunti al termine della propria carriera. Da qui la scelta di approdare in MLS, torneo dai ritmi meno intensi ma soprattutto ancora oggi terreno sconosciuto per numerose frange di tifosi e sponsor. Anche se quest’ultimi in minor numero.

Una realtà calcistica completamente diversa, con caratteristiche molto meno strumentalizzate. Lo stesso regalo dei pop corn nei confronti del MVP della gara racconta come il calcio sia vissuto come un evento interessante e curioso che non trascende tuttavia dall’etica sportiva. Un elemento che si schiera a favore della MLS, ma che presto potrebbe acquisire veri e propri aspetti insiti al mondo del pallone più blasonato.

L’evoluzione della Mayer League Soccer continuerà proprio a partire da questi ultimi aspetti, andando a crescere, si ipotizza, considerevolmente negli ultimi anni. I passi in avanti sono stati tanti e l’arrivo di campioni blasonati rappresenta solo uno dei tanti tasselli. Scelte volte a far crescere l’importanza del campionato nordamericano. E, contestualmente, rendere il mondo del pallone un po’ più a stelle e strisce.

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