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Novak Djokovic, il 15 maggio 2022, vince la sua sesta finale agli Internazionali d’Italia contro Stefanos Tsitsipas e riporta in parità il suo personale bilancio con le finali del Master 1000 romano. Infatti il serbo su dodici finali disputate, compresa l’ultima, ne ha vinte sei e perse altrettante. Dal 2007, anno d’esordio di Nole a Roma, ha sempre raggiunto almeno i quarti di finale e ed è stato il principale antagonista di Rafael Nadal sulla terra rossa del Foro italico nel decennio di dominio del maiorchino, quando su 10 finali disputate, dal 2005 al 2014, lo spagnolo non è stato presente all’atto finale solo nel 2008, anno in cui proprio il serbo, vinse il primo titolo contro Wawrinka.
Le difficoltà di inizio anno…
Il 2022 di Djokovic è iniziato molto male. L’Australian Open, primo torneo dell’anno, non lo ha giocato e non per i soliti motivi di infortuni o qualsiasi problema classico che può colpire un tennista. In Australia è in vigore l’obbligo vaccinale per il Covid-19 e la polizia di Melbourne, riscontrando un’irregolarità riguardante la vaccinazione nel visto d’ingresso dell’atleta, lo mette in isolamento.

Successivamente il visto del serbo viene annullato e nonostante il primo ricorso accolto dalla corte federale australiana, il ministro per l’immigrazione conferma l’annullamento, in quanto nel documento sono presenti delle false dichiarazioni. L’immagine del tennista di Belgrado rischia di essere gravemente danneggiata dalle sue idee No-Vax.
Una volta chiarita la situazione riguardo la vaccinazione, Djokovic ritorna a fine febbraio in campo per il 500 di Dubai fermandosi ai quarti di finale contro il ceco Vesely. A peggiorare ulteriormente il momento no arriva la separazione dallo storico coach Marian Vajda e la rescissione della sponsorizzazione con Peugeot a causa delle sue posizioni No-Vax, indiscrezione comunque non confermata. Al Master 1000 di Montecarlo esce al primo colpo contro l’ispanico Davidovich Fokina, futuro finalista. Da qui l’esigenza del numero 1 di ritrovare la forma e gli basta un solo ATP 250 nella sua Belgrado, dove diventa vice-campione per rilanciarsi. A Madrid gioca il secondo Master 1000 della sua stagione e ottiene un ottima semifinale dove esce per mano del talento iberico Carlos Alcaraz.
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…sono ora alle spalle
Quale occasione migliore per il primo successo stagionale se non gli Internazionali d’Italia. Il campo del Foro italico ha sempre portato bene a Djokovic che prima di questa edizione ha giocato tre finali consecutive, due perse con Nadal, d’altronde campione in carica, e una vinta con Schwartzman. Il detentore viene eliminato agli ottavi di finale da Denis Shapovalov e per il serbo è una gatta da pelare in meno. Il cammino del numero 1 parte al secondo turno con la sfida ad Aslan Karatsev, che lo slavo risolve agevolmente in due set: 6-3 il primo e 6-2 il secondo. Il ritorno in forma del miglior tennista del mondo è certificato da un “semplice” ottavo di finale, risolto con un doppio 6-2 ai danni di Stan Wawrinka.

Djokovic è sempre sceso in campo nel centrale del Foro italico, e così è anche ai quarti di finale ,dove il numero 9 al mondo Felix Auger-Aliassime tallona in continuazione il classe 87′,che vince il primo set per 7-5. Nel secondo Djokovic riesce a chiudere l’incontro ma deve ricorrere al tie-break dominato e vinto per 7-1. Casper Ruud separa il tennista serbo dall’ennesima finale della sua prestigiosa e più che vincente carriera. Ad attenderlo il 5° del mondo, Stefanos Tsitsipas, che grazie a questo risultato e all’eliminazione anticipata di Nadal, sale al quarto gradino del ranking ATP. Anche la disputa con il norvegese non crea eccessivi problemi al nativo di Belgrado che vince di nuovo in due set.
E così si giunge alla finalissima. Il greco ha avuto un cammino molto faticoso eliminando Dimitrov e Khachanov in tre set. I quarti con Sinner sono stati a due facce. Il primo set è finito al tie-break che è stato, a sua volta, combattuto ed è terminato 7-5 per Stefanos. I problemi fisici dell’italiano hanno aiutato l’ellenico, che chiude uno dei migliori set del suo torneo sul punteggio di 6-2. Tsitsipas rimonta Zverev in semifinale e raggiunge una sudatissima finale. I precedenti tra i due finalisti sono otto, dei quali solo uno agli Internazionali d’Italia, ai quarti di finale nel 2021. Il bilancio vede il numero 1 in vantaggio per sei vittorie a due. Djokovic si presenta in finale con cinque scontri diretti consecutivi vinti.

Djokovic non delude nella partita più attesa
La finale del 15 maggio si svolge in un bollente pomeriggio romano di fronte ad una platea stracolma. Djokovic arriva alla finale con zero set persi in tutto il torneo ed è senza dubbio favorito su Tsitsipas, che invece ha dovuto sudare sette camicie sotto il sole romano di maggio. Il primo set è a dir poco incommentabile con il serbo che asfalta l’ateniese per 6-0, punteggio raro in una finale. Per vedere uno spettacolo degno della caratura della partita, bisogna attendere trenta minuti ovvero la durata della prima frazione. Qualcosa inizia a muoversi in Stefanos che va sul 4-1 e va vicino al terzo set. L’ellenico serve nel 5-3 a suo favore, ma il talento e la personalità di Nole sono devastanti.
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Il pubblico spinge per allungare la partita al terzo set, più che tifare contro Djokovic. Ma nonostante ciò la partita si protrae solo fino al tie break, dove il 20 volte vincitore di Slam conquista il suo sesto Internazionale d’Italia, alla dodicesima finale, la quarta consecutiva. Il 23enne sconfitto dichiara a fine partita: “Novak è il più saggio di tutti. È letteralmente impeccabile”. Nole con questo trionfo raggiunge gli 87 titoli ATP in carriera. Venti successi nei tornei del grande Slam con sei Wimbledon, due Roland Garros, il record assoluto di nove Australian Open e tre U.S. Open, aggiungendo i 38 titoli Masters 1000 con il Career Golden Masters. La vittoria su Casper Ruud in semifinale è stata la sua millesima in carriera.

Il cardine di una generazione intera
Siamo di fronte a una nuova generazione di tennisti che fa ben sperare per la crescita di questo sport. Da Zverev a Tsitsipas, da Auger-Aliassime ad Alcaraz, passando anche per gli italiani Musetti, Berrettini e Sinner tra gli altri. Il faro delle nuove leve del tennis sarà Novak Djokovic, che dopo quasi vent’anni di carriera non ha ancora fatto trapelare nessuna intenzione di ritiro. Tutti i nuovi campioni dovranno passare dalle sue pallate e dovranno studiare le sue gesta. La sua personalità e il suo stile di gioco saranno l’ispirazione del futuro del tennis. Basterebbero solo i numeri per capire l’importanza di Nole per questo sport. Lui è rimasto sempre con la testa sull’obiettivo di mantenere alto il suo livello, confrontandosi con il tennis futuro e adattandosi al meglio alla freschezza dei giovani.