Dal nuovo Cda al modello Oaktree: l’Inter cambia bandiera

Dal nuovo Cda al modello Oaktree, l'alba di un nuovo mondo abbraccia l'Inter dopo l'addio definitivo all'era Zhang: sulla cima di viale della Liberazione sventola la bandiera americana

A cura di Federica Concas
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Dal nuovo Cda al modello Oaktree. L’alba di un nuovo mondo abbraccia l’Inter che cambia bandiera dando l’addio definitivo all’era Zhang. Un susseguirsi di notizie culminate nella mattinata di mercoledì 22 maggio. Una giornata che darà il via al prossimo futuro nerazzurro. Un passaggio di proprietà obbligato in virtù dal debito non saldato al fondo americano, diventato con atto ufficiale proprietario del club. Anche se non si sa ancora per quanto.

Tuttavia, Oaktree seguirà l’Inter per un lungo periodo, mesi in cui il fondo californiano proverà a rendere la società maggiormente appetibile sul mercato. Ponendo contemporaneamente in primo piano le prossime strategie volte a ricostruire i punti cardine societari. A partire dal nuovo Cda, attraverso le linee guida che la nuova proprietà metterà in atto proprio nelle prossime ore.

Scelte tuttavia prese a regime, nel momento in cui venne concesso l’accordo. La fine dell’era Zhang all’Inter parte soprattutto da qui: dalle decisioni prese dal modello Oaktree all’epoca del finanziamento. Con Carlo Marchetti e Amedeo Carassai inseriti come amministratori indipendenti nel Consiglio di Amministrazione nerazzurro e non solo. Ma ora, con l’Inter che cambia bandiera le novità potrebbero essere diverse.

Dal nuovo Cda al modello Oaktree: l'Inter cambia bandiera

Verso il nuovo Cda: da Marchetti a Marotta

Come anticipato, in occasione dell’accordo del finanziamento concesso a Suning nel 2021, Oaktree aveva deciso di inserire nel consiglio di amministrazione dell’Inter Marchetti e Carassai, nel ruolo di amministratori indipendenti. Per consentire il cambio nel Cda i due a breve rassegneranno le dimissioni, seguite entro 20 giorni dalla convocazione dell’Assemblea dei soci. Quest’ultima volta ad eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione nerazzurro.

Caduto il Consiglio di Amministrazione costruito da Suning si susseguiranno una serie di passaggi tecnici verso la formazione di un nuovo organo che tuttavia registrerà anche la presenza di qualche vecchia conoscenza. Infatti, l’uscita di scena di Marchetti e Carassai sarà solo temporanea poiché i due professionisti verranno nuovamente inseriti a pieno regime, con l’aggiunta di altri uomini di Oaktree. Al fine dunque di ricostruire un nuovo CDA, volto a sostituire una parte delle figure introdotte da Zhang.

A far parte del Consiglio di Amministrazione dell’Inter ci saranno anche Antonello e Beppe Marotta. Con quest’ultimo che andrà a ricoprire un ruolo maggiormente strategico per la prosecuzione del progetto sportivo. Circostanza molto cara alla nuova proprietà. Con a regime una sola richiesta che parte dagli stessi presupposti stagionali: niente nuovi capitali dall’alto e saldo sempre positivo tra entrate ed uscite.

Dal nuovo Cda al modello Oaktree: l'Inter cambia bandiera

Inter-Oaktree verso il futuro: il cuore della disputa

Il cuore della disputa, a prescindere dalle questioni puramente amministrative, si sposterà presto a Lussemburgo. Sede in cui un perito, come riportato da La Gazzetta dello Sport, dovrà presto dare un valore all’Inter di Oaktree, in termini economici. In base alla cifra sarà poi calcolata la quota che il fondo americano dovrà aggiungere ai 380 milioni di euro mai ricevuti da Zhang. A decidere poi sarà successivamente una terza figura, non di parte.

E proprio in virtù di questa operazione, potrebbe accendersi la battaglia legale tanto declamata tra le parti nei giorni scorsi. Infatti, più alta sarà la cifra che Oaktree dovrà versare a Suning, meno dolorosa sarà dunque l’uscita di scena di Zhang. E ancora, più alta sarà la somma totale spesa dal fondo americano per prendersi l’Inter, più quest’ultimi potrebbero allungare i tempi di gestione del club.

D’altronde, come è giusto che sia, l’obiettivo di Oaktree è quello di fare aumentare il valore dell’Inter per poi vendere il club a una cifra ancora più alta. Un presupposto volto tuttavia anche a tranquillizzare sul futuro che verrà. Divenire in cui il cuore della disputa pende solo ed esclusivamente dalla proprietà che andrà a acquistare definitivamente la Beneamata. Nel frattempo, sulla cima di viale della Liberazione sventola una nuova bandiera: quella americana.

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