Un folle gran premio di Silverstone si conclude con la vittoria numero 104 di Lewis Hamilton, tornato sul gradino più alto del podio a distanza di 945 giorni, dal GP di Jeddah 2021. Sir Lewis trionfa nel giardino di casa davanti a Max Verstappen, sempre in grado di capitalizzare le occasioni anche nei momenti di difficoltà. Terza posizione per la McLaren di Norris, davanti a Piastri e Sainz.
Week-end da dimenticare per Perez e soprattutto per Leclerc, condizionato dalla strategia della Ferrari, che ha relegato il monegasco fuori dalla zona punti. Terminato il tour de force di tre gare in 15 giorni, il circus si ferma per tornare in pista fra due settimane in occasione dell’appuntamento dell’Hungaroring. Diamo ora i voti ai protagonisti di Silverstone.
Verstappen trascina la Red Bull
- Lewis Hamilton: 10 e LODE. Il ritorno del Re. Altro che pensione, Sir Lewis ha zittito tutti i suoi detrattori, incurante dei 39 anni, con il solo scopo di sfatare un tabù che durava da 945 giorni. Sicuramente l’aria di casa lo aiuta, visto che in questa pista riesce sempre a tirare fuori quel qualcosa in più. Capitalizza alla perfezione ogni singola chance. Aggressivo su Russell (7), ragionatore e paziente contro Norris (5), infine freddissimo nel gestire un arrembante Verstappen. Vittoria numero 104. Ci inchiniamo al Re, che non smette mai di scrivere la storia. E siamo sicuri che continuerà a farlo anche vestito di rosso. Bentornato Lewis! PADRONE DI CASA.
- Nico Hulkenberg: 9. Se Hamilton raccoglie gli onori del vincitore, il teutonico Nico si becca tanti applausi per l’ennesimo week-end da urlo con una Haas (8) brillante, ben più della “madre” Ferrari (3). Aiutato dal pacchetto nuovo, al contrario di Magnussen (6), è stato capace di ottimizzare ogni singolo dettaglio della sua monosposto. Primo degli altri, persino davanti alle due Aston Martin (7). Encomio speciale anche per il muretto, per nulla in difficoltà con questo meteo che avrebbe potuto affossare chiunque, chiedere a Leclerc per conferma. LUCIDO.
- Max Verstappen: 8. È incredibile la disparità con Checo. Se il messicano rema in fondo al gruppo, Super Max mette in campo tutto sé stesso, la sua sensibilità e la sua grinta. È il più forte anche senza effettuare manovre disperate che rischiano di mettere fuori gioco i suoi avversari. E soprattutto, una volta di più, senza avere la macchina migliore, semplicemente giocando d’astuzia e guidando intelligentemente. A Silverstone sembrava completamente uscito dalla lotta per il podio, poi nell’ultimo stint si è messo in modalità Hammer Time ed è arrivato a meno di 2″ da Hamilton. Gli avversari non sfruttano le occasioni, ma se la Red Bull (6) è ancora in testa con un vantaggio rassicurante, il merito è tutto suo. Che volete dirgli? Noi proprio nulla, possiamo solo applaudirlo. TRASCINATORE.
- Lance Stroll: 7. Clamoroso! Lance chiude davanti al compagno di squadra dopo essergli stato davanti persino in qualifica. Roba dell’altro mondo, inimmaginabile. Spesso lo critichiamo, ma oggi (giustamente) si merita tutti i complimenti del caso. Buon ritmo con la vecchia configurazione scelta da Aston Martin per questa gara. Non sarà mai Alonso, ma si dimostra un pilota attento e pulito quando può portare a casa la pagnotta. Soprattutto se non gli vengono chiesti miracoli. Un buon modo per festeggiare il rinnovo. SORPRESA.
- Carlos Sainz: 6. Il raggio di sole rosso in questo week-end buio, nuvoloso, piovoso e dai tanti punti interrogativi per la Ferrari. Muretto alquanto confuso, meno male che ci ha pensato Carlos a condurre la macchina al traguardo. Il quinto posto non è proprio un trionfo, ma oggettivamente era il massimo a cui poteva ambire la Rossa a Silverstone. Lui il suo l’ha fatto. SALVATORE.
Leclerc paga il conto con la sorte
- Fernando Alonso: 5. Piazzamento a punti che conferma un’Aston Martin ritrovata e competitiva. Onestamente però tutto ci saremmo aspettati fuorché vederlo dietro Stroll per due gran premi di fila. Sembra aver smarrito quella verve che l’ha sempre contraddistinto. Zero acuti, zero spunti, persino zero lamentele via radio. Nando, tutto bene? INVECCHIATO.
- Daniel Ricciardo: 4. È quasi una condanna. Quando Helmut Marko lo elogia, Tsunoda (7) chiude davanti, altrimenti è il contrario. In questo marasma di prestazioni altalenanti, alla fine chi ci guadagna è Perez, che conserva ancora il posto in Red Bull. INCOMPRENSIBILE.
- McLaren: 3. E siamo a cinque gare buttate via. Come al solito, con la macchina e il passo migliore, Norris e Piastri (7) non sono riusciti a ottimizzare il potenziale. Chiaramente, la strategia ha ammazzato la gara di Oscar, che pareva averne persino più di Lando. Dulcis in fundo, il muretto non è sembrato a proprio agio nella gestione delle situazioni, specialmente con un meteo così ballerino. Nonostante le lucidissime dichiarazioni di Andrea Stella nel post gara, le occasioni mancate iniziano veramente a essere troppe. Sicuramente il mondiale è appannaggio di Max, ma con qualche vittoria in più la classifica sarebbe cambiata. E non di poco. SPRECONA.
- Sergio Perez: 2. Il giudizio su di lui è fin troppo ripetitivo, peggio di un disco rotto. Ormai le sue eliminazioni in Q1 non fanno più notizia. Anzi, abbiamo avuto un sussulto con il suo terzo tempo nelle FP2. Si è capovolto il mondo, insomma. È chiaro che con il rinnovo e le prestazioni altalenanti delle Racing Bulls (6), Checo è al sicuro. E poi Max continua a macinare punti, per cui, va bene così. A lui e anche al team a quanto pare. SERENO.
- Charles Leclerc: 1. Povero ragazzo. Sta pagando il conto con la sorte dopo l’euforia di Monaco. Un conto un po’ troppo salato. Lasciamo per un attimo da parte il suo 11° posto in qualifica, che ha complicato già di per sé la gara. Altra qualifica sottotono, vero ma era riuscito a riequilibrare la situazione, tornando settimo alle spalle del compagno. I margini per un buon risultato c’erano tutti. Poi il suicidio assistito dal muretto con quello sciagurato pit stop fuori finestra (e fuori luogo). Come ha detto lui stesso: “Gara buttata nel cesso”. Poi ci si è messo anche Hamilton. Di sicuro, vedere il suo futuro compagno di squadra vincere non gli avrà fatto granché piacere. INVIDIOSO.