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In un’intensa intervista rilasciata al settimanale Sportweek , il ventisettenne attaccante rosanero Matteo Brunori ha ripercorso la sua evoluzione calcistica, cominciata nel settore giovanile del Foligno, con il quale nel giugno del 2011 debuttò nel calcio professionistico, in serie c, in una sfida contro la Ternana. L’attuale centravanti palermitano, che con le sue venticinque reti ha letteralmente trascinato la sua squadra alla promozione in serie cadetta, ha parlato dei momenti difficili che ha dovuto affrontare e che ne hanno forgiato e rafforzato il carattere.
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Brunori: “Avevo toccato il fondo”

Per quanto possa sembrare anomalo, il centravanti di Rio de Janeiro aveva abbandonato il calcio professionistico :“Ho fatto un percorso tortuoso, ma sono contento perché mi ha fatto capire tante cose. Ho toccato il fondo e in quel momento ho svoltato, perché l’alternativa sarebbe stata mollare e trovarmi un lavoro. Il mio sogno era giocare a calcio e non potevo permettermi di mandarlo in frantumi. Non ne avevo il diritto. Perché avevo toccato il fondo? Perché nel 2015, dalla Pro Patria, in C, ero precipitato in Eccellenza, e non ci stavo più con la testa. In quel momento pensavo che il calcio non sarebbe stata la mia vita. Non mi sentivo pronto per giocare. Non facevo abbastanza sacrifici”. Oggi Matteo Brunori è un affermato attaccante, fresco vincitore della quarta edizione del premio Mario Facco, titolo assegnato al più bel gol del campionato. La sua prodezza alla penultima giornata contro il Monopoli.