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Quattro campionati italiani, tre campionati inglesi, cinque coppe d’Inghilterra, quattro Community Shield, due supercoppe italiane e una Champions League, con la nazionale ha preso parte a tre mondiali e tre campionati europei vincendone uno per parte.
Palmarès non da poco per colui che potrebbe essere definito uno dei mediani più completi della storia del calcio, intelligenza fuori dal comune, incredibile fisicità, tanta gamba ma soprattutto un cuore grande, data la sua vicinanza ai temi sul razzismo.
Dalle giovanili agli invincibles, passando per i successi mondiali
Comincia la sua carriera nelle giovanili del Trappes, passando per il Drouais e il Tours, poi a soli 17 anni debutta in prima squadra nel Cannes, dove diventerà capitano due anni dopo. Nel dicembre del 1995 viene acquistato a titolo definitivo dal Milan dove vincerà uno scudetto giocando solo due partite.
Stufo dei pochi minuti giocati e corteggiato da un certo Arsène Wenger si trasferisce all’Arsenal dove diventa subito fondamentale per il centrocampo dei Gunners, la prestanza fisica, ma soprattutto l’intelligenza tattica erano fuori dal comune per uno della sua età, e con il francese Emmanuel Petit riesce a formare una linea in mediana a dir poco strabiliante. Tra il 1998 e il 2000 arrivano i due successi anche con la casacca de Les Bleus, vincendo il mondiale del 1998 ai danni dei verdeoro Brasiliani, e l’europeo del 2000 ai danni dell’Italia con il famoso golden gol di David Trezeguet.
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L’apice però della sua carriera lo raggiungerà nella stagione 2003-2004, entra a far parte come nei migliori film in un gruppo di supereroi, tali Invincibili, nome non a caso perchè in quella stagione i gunners non persero neppure una partita di Premier League, forti di nomi come Lehmann tra i pali, Sol Campbell in difesa, Patrick Vieira, Gilberto Silva in mediana, Pires e Ljungberg sulle fasce, Dennis Bergkamp e Thierry Henry davanti, insomma roba non da deboli di cuore. Lascerà l’Arsenal dopo 407 presenze, 37 goal e un posto fisso nel cuore dei tifosi gunners, a vita.
Il gigante in Italia, prima la beffa, poi la fortuna ritrovata
Nell’estate del 2005 passa in Italia, sponda bianconera dove entra immediatamente nelle grazie dei tifosi e del suo allenatore Fabio Capello, la carriera con la vecchia signora però dura troppo poco, dopo una gran stagione condita da 5 goal in 42 partite, e la vittoria dello scudetto, arriva quello che senza troppi dubbi è il momento più buio di tutto il calcio italiano, lo scandalo Calciopoli, scudetto revocato e che viene di conseguenza dato all’Inter, squadra dove Vieira passerà dopo il categorico rifiuto di giocare in serie B.
Passa all’Inter dove starà quattro anni prima di concludere la carriera al City, anche qui l’esordio è da sogno: finale di Supercoppa contro la Roma e due goal che permettono ai nerazzurri di vincere la coppa, non male come esordio.
La sua esperienza all’Inter, si chiuderà con 91 presenze, 9 reti e tre scudetti.
Il ritiro, e la carriera da allenatore
Al Manchester City, arriva l’addio, non prima di vincere una FA Cup diventando il giocatore straniero con più coppe d’Inghilterra. Tanta intelligenza tattica però non poteva fermarsi lì, e allora subito un’altra avventura per il francese, entra a far parte dello staff del Manchester City diventando allenatore delle giovanili, per poi spostarsi negli States sulla panchina del New York City, dopo avere centrato i play-off per due anni di fila, vola in Francia come allenatore del Nizza, per poi tornare in Premier dove al giorno d’oggi guida il Crystal Palace.
Classe, stazza, corsa, ma soprattutto tanto cuore, tanti auguri Patrick.