Ancora una volta a tradire è il fisico. Quando la testa è nelle migliori condizioni e ti dice di dare tutto, di tagliare alle spalle della difesa avversaria, di agganciare un pallone volante, ma il ginocchio decide di cedere c’è ben poco da fare. Ne sa qualcosa Gianluca Scamacca che, proprio come già successo in passato, ha dovuto lasciare il terreno di gioco, nell’amichevole contro il Parma, per un infortunio che potrebbe essere serio.
Il corso della maledizione
Debiti e scongiuri del caso, non si tratta di un movimento così naturale del ginocchio. Secondo molti potrebbe trattarsi di un trauma distorsivo, ma la verità verrà a galla solo con l’esito degli esami strumentali. Ore di tensione per l’Atalanta, ma soprattutto per Scamacca che si ritrova faccia a faccia con i fantasmi del passato. Gianluca, infatti, non è nuovo a questi tipi di problemi.
Già nella lontana annata del 2018-2019, ai tempi della sua esperienza allo Zwolle, l’attaccante italiano si fece male al ginocchio, rimanendo fuori per ben 3 mesi. Ma a lasciare più cicatrici di tutte è stata la stagione 2022-2023. Fresco di trasferimento al West Ham, Scamacca ha dovuto fare i conti con una vera e propria maledizione che non lo ha mai lasciato solo.
Con interessamento del menisco, l’infortunio del bomber degli Hammers si è rivelato più serio del previsto. A peggiorare le cose, poi, sono state anche le ricadute che hanno costretto Scamacca a stare fuori dal campo, solamente per il ginocchio, per ben 129 giorni. Sarebbe, però, riduttivo fermarsi qua. Non bisogna, infatti, dimenticare i vari problemi fisici che ammontano a circa 43 giorni di assenza dal terreno da gioco, per un totale di 172 giorni di stop.
Ma questo non è nulla. Perché le maledizioni colpiscono senza avvisare, tagliano la corda per poi riaffacciarsi improvvisamente quando tutto sembra andare per il verso giusto. Così è successo a Scamacca. L’annata con il West Ham doveva essere una tappa da dimenticare, una stagione sfortunata alla quale non dare più di tanto peso. Il trasferimento all’Atalanta ha reso possibile tutto ciò, dando la possibilità a Gianluca di diventare il protagonista assoluto.
Campione d’Europa con 6 gol e 1 assist in 11 partite d’Europa League e 4° posto in Serie A con 12 reti e 6 assist in 29 partite giocate. Numeri da grande e che hanno riacceso i riflettori su un calciatore ormai dimenticato. Ma è proprio sul più bello, all’inizio di una nuova e stimolante stagione, che a colpire Scamacca è stata la solita maledizione.
La mossa dell’Atalanta
Ma se da una parte Scamacca dovrà passare una notte insonne in attesa degli esami, dall’altra parte c’è un’Atalanta in seria apprensione. Infatti, se l’infortunio di Gianluca dovesse rivelarsi serio, la Dea potrebbe essere costretta a tornare sul calciomercato. Con la nuova stagione alle porte e la sfida con il Real Madrid ad un passo, i nerazzurri tornerebbero a farsi sentire per qualche vecchio obiettivo.
Il primo potrebbe essere Oskarsson che, per alcuni tratti, si avvicina anche a Scamacca. 186 centimetri di altezza, capacità di buttarsi nello spazio al momento giusto e grande conclusione da fuori, nonostante prediliga il destro come piede forte. L’attaccante del Copenhagen, reduce da una stagione con 15 gol e 8 assist in 41 gare totali giocate, ha un valore di mercato che si aggirerebbe intorno ai 5 milioni di euro.
Somma di gran lunga inferiore rispetto all’altro possibile profilo, ovvero Karim Konaté. 22 reti e 8 assist in 38 match disputati e un costo di circa 25 milioni di euro. Non solo. L’attaccante del Salisburgo è un giocatore completamente opposto a Oskarsson. Anche lui di piede destro è, però, un calciatore veloce, rapido, e che fa del gioco in profondità il suo punto di forza. Una punta, dunque, di gran lunga più simile a Lookman che a Scamacca.
Adesso, però, è difficile fare nomi certi. Si può solamente presumere ciò che l’Atalanta potrà provare a fare, nel caso in cui dovessero arrivare brutte notizie. L’adrenalina è alle stelle, con Gasperini e Scamacca pronti ad aggrapparsi alla speranza che la maledizione non abbia colpito di nuovo.